Chiusura di "volare " ?


Volare lo leggevo da ragazzino poi ha preso un taglio che non mi piaceva e dopo circa 15 anni ho smesso di prenderlo.
La cosa più drammatica è la continua chiusura di testate giornalistiche storiche che oggi non vanno più.
Il problema non è dato tanto ed esclusivamente dalla crisi ma da una stanchezza editoriale nei confronti delle testate nostrane e dove invece il lettore si rivolge su testate estere magari pagando di più ma che offrono una qualità maggiore.
Ve lo dico per esperienza di famiglia sia come edicolante sia come editore.
 
Volare lo leggevo da ragazzino poi ha preso un taglio che non mi piaceva e dopo circa 15 anni ho smesso di prenderlo.
La cosa più drammatica è la continua chiusura di testate giornalistiche storiche che oggi non vanno più.
Il problema non è dato tanto ed esclusivamente dalla crisi ma da una stanchezza editoriale nei confronti delle testate nostrane e dove invece il lettore si rivolge su testate estere magari pagando di più ma che offrono una qualità maggiore.
Ve lo dico per esperienza di famiglia sia come edicolante sia come editore.

Il discorso è più complesso, ed ha due killer: relativamente ai contenuti il colpevole è Internet, relativamente ai costi i colpevoli sono molti, in particolare il petrolio e la carta.
Mettiamoci in testa che in un medio periodo (dai 10 ai 25 anni) le edicole non esisteranno più, e leggeremo i giornali solo su supporti digitali evoluti (e non parlo di tablet ma dei nuovi supporti che a loro succederanno).
 
non concordo appieno con te anche se in buona sostanza sono d'accordo.
Se il discordo che fai tu sull'uso e sul passaggio tutto su internet allora di posso assicurare che al massimo in 5-6 anni alle edicole che stanno subendo dei crolli di fatturato anche superiori al 50-60% rispetto a 10 anni fa.
Però di assicuro che la carta di qualità ha ancora un suo perchè ed è richiesta. Poche testate, molto meno di quelle presenti oggi ma che offrano una qualità di prodotto. E che ti assicuro produrre costa....
Dal lato opposto la raccolta pubblicitaria si ferma nel momento in cui oggi offri solo carta. Il perche e dovuto (almeno nel campo in cui sono editore io) alla diffusione. La pubblicità paga se passi dal locale (diffusione regionale o sul territorio italiano) alla diffusione globale che oggi solo internet offre in tempo reale.
Ti sembrerà paradossale ma sai che le copie cartacee, malgrado abbiamo un sito internet che stiamo evolvendo, ci sono state richieste dalla Turchia, Giappone, Canada, Stati Uniti, Perù, Brasile, Messico, Inghilterra. E questo grazie a internet.
Sono due canali complementari, ma i cultori ti assicuro la carta la vogliono.
In Italia ce una stampa "stanca", solita, uguale, vecchia. I giovani editori oggi sono invece quelli che stanno facendo piano piano e non senza fatica un cambio e qualcuno ha successo.
 
Mi scuso per l'OT. Il MIT (Massachusetts Institute of Technology) ci sta lavorando da qualche anno. LG ha già prodotto nel 2012 i primi prototipi di electronic paper display. Vedi questi due articoli, ad esempio:
http://www.blitzquotidiano.it/foto-notizie/lg-display-flessibile-ipas-tablet-epd-ebook-1175238/
http://goodereader.com/blog/electro...ablet-size-flexible-electronic-paper-display/

Siamo ancora indietro, ma è questione di tempo. Chi sta venendo al mondo utilizza il tablet appena svezzato. E della qualità della carta quando tra 20 anni andrà all'università non se ne farà nulla.

Concordo invece sul fatto che esista un terzo killer, relativo al mercato pubblicitario in contrazione. Su questo hai ragionissima.
 
Mi unisco alla discussione, anche se magari e' OT in un forum d'aviazione, dicendo che per me il vantaggio maggiore della carta per quel che riguarda riviste e libri e' che posso leggerla anche durante rullaggio, decollo ed atterraggio. Che in certi aeroporti dove si puo' rimanere a spasso per le piste anche 2-3 ore non e' poco.
 
Mi dispiace molto perche' e' comunque sarebbe un piccolo pezzo di cultura aeronautica che se ne va.
detto questo sono ormai anni che ho finito di sfogliarlo anche se arriva gratis in azienda.
e' molto generalista, troppo direi ed assolutamente ipersuperficiale, molto spesso trovavo cose viste e straviste in rete tranne qualcosa del panorama aeronautico nazionale , ch e' ormai quasi totalmente defunto.
meglio jp4, anche se c'e' molto di militare.
In un mondo cosi' o ti adegui o e' molto dura non puoi campare su paginoni di maxi foto.
Cmq non che i grandissimi stiano molto meglio creedo, forse chi si e' specializzato, tipo business aviation o afm direi...
 
Mi dispiace molto perche' e' comunque sarebbe un piccolo pezzo di cultura aeronautica che se ne va.
detto questo sono ormai anni che ho finito di sfogliarlo anche se arriva gratis in azienda.
e' molto generalista, troppo direi ed assolutamente ipersuperficiale, molto spesso trovavo cose viste e straviste in rete tranne qualcosa del panorama aeronautico nazionale , ch e' ormai quasi totalmente defunto.
meglio jp4, anche se c'e' molto di militare.
In un mondo cosi' o ti adegui o e' molto dura non puoi campare su paginoni di maxi foto.
Cmq non che i grandissimi stiano molto meglio creedo, forse chi si e' specializzato, tipo business aviation o afm direi...

Oramai jp4 da tempo lo trovavo piu' completo di volare...
Volare era buono solo per gli approfondimenti sugli incidenti aerei
 
non concordo appieno con te anche se in buona sostanza sono d'accordo.
Se il discordo che fai tu sull'uso e sul passaggio tutto su internet allora di posso assicurare che al massimo in 5-6 anni alle edicole che stanno subendo dei crolli di fatturato anche superiori al 50-60% rispetto a 10 anni fa.
Però di assicuro che la carta di qualità ha ancora un suo perchè ed è richiesta. Poche testate, molto meno di quelle presenti oggi ma che offrano una qualità di prodotto. E che ti assicuro produrre costa....
Dal lato opposto la raccolta pubblicitaria si ferma nel momento in cui oggi offri solo carta. Il perche e dovuto (almeno nel campo in cui sono editore io) alla diffusione. La pubblicità paga se passi dal locale (diffusione regionale o sul territorio italiano) alla diffusione globale che oggi solo internet offre in tempo reale.
Ti sembrerà paradossale ma sai che le copie cartacee, malgrado abbiamo un sito internet che stiamo evolvendo, ci sono state richieste dalla Turchia, Giappone, Canada, Stati Uniti, Perù, Brasile, Messico, Inghilterra. E questo grazie a internet.
Sono due canali complementari, ma i cultori ti assicuro la carta la vogliono.
In Italia ce una stampa "stanca", solita, uguale, vecchia. I giovani editori oggi sono invece quelli che stanno facendo piano piano e non senza fatica un cambio e qualcuno ha successo.

Mi accodo, io per esempio quando studio preferisco un buon libro che un tablet o fotocopie.
 
sono parecchio deluso dalla piega che sta prendendo la stampa. in particolare, per quanto riguarda l'editoriale Domus. io sono un vecchissimo lettore di Quattroruote, la loro testata più famosa. Non si può non rilevare quanto sia peggiorata in quest'ultimo periodo, da quando c'è il nuovo direttore. una volta era differente dalle altre riviste dal costo di 2 euro, mentre ora è molto simile, i test sono con contenuti ridotti e con grafica confusa, gli articoli in generale sono molto meno approfonditi e più 'spot'. continuo a comprarlo ogni mese, più per inerzia e per non interrompere la collezione che per reale interesse. ricordo che in passato attendevo con ansia l'uscita del nuovo numero, mentre ora non più, lo leggo in 15 minuti e poi lo archivio, senza riprenderlo in mano. secondo me non vale più i 5 euro di costo. speriamo si riprendano.
 
Sono d'accordo con Veolia: spesso le riviste italiane tendono a riproporre cose già viste e straviste su internet che si accoppiano alle purtroppo poche novità livello nazionale.
Una rivista serve a veicolare informazioni, quindi deve offrire ai lettori qualcosa di nuovo e interessante se vuole sopravvivere e competere.
Ricordo i numeri di JP4 e Aeronautica e Difesa di metà Anni Novanta, e c'erano articoli molto interessanti (per fare un esempio, ricordo un servizio di A&D sui Su-25 cechi). C'era sempre quella novità che rendeva la rivista interessante, in un periodo nel quale internet non si sapeva nemmeno cosa fosse.
In più, ci sono diverse cose che saltano all'occhio paragonando le pubblicazioni italiane e straniere di oggi:
1) il layout. Troppo spesso le pubblicazioni italiane si perdono in lunghi giri di parole, utilizzando poche foto e immagini. Al contrario, molte case editrici estere, soprattutto anglosassoni, offrono più foto/immagini e spiegazioni sintetiche, cosa che le rende più accattivanti sia agli occhi dell'esperto che del profano. Forse Volare è l'unica eccezione a questa tendenza (molto accentuata in alcuni libri)
2) le riviste italiane non hanno siti internet, o se li hanno sono poveri di contenuti e non in grado di coinvolgere il lettore oltre la semplice lettura del cartaceo (forum, concorsi etc.)
3) La qualità dei contenuti: ho l'impressione che gli editori stranieri, sia quando si tratta di realizzare il formato cartaceo che quello digitale, non badino a spese e abbiano budget molto consistenti, tanto da potersi permettere di mandare giornalisti e fotografi in giro per il mondo.

Non dico che bisogna necessariamente copiare, ma sono differenze che, a mio avviso, hanno un certo peso.
 
Mi accodo, io per esempio quando studio preferisco un buon libro che un tablet o fotocopie.

Anch'io ! :D I libri al massimo hanno qualche errore di stampa ed occupano spazio, ma almeno non si guastano come tablit e ipad ! ;)

sono parecchio deluso dalla piega che sta prendendo la stampa. in particolare, per quanto riguarda l'editoriale Domus. io sono un vecchissimo lettore di Quattroruote, la loro testata più famosa. Non si può non rilevare quanto sia peggiorata in quest'ultimo periodo, da quando c'è il nuovo direttore. una volta era differente dalle altre riviste dal costo di 2 euro, vale più i 5 euro di costo. speriamo si riprendano.
Certo che passare da 2 a 5 euro sono veramente tanti !
 
Sebbene abbia la proprietà con spalle più forti rispetto alla concorrenza, Volare era discreta all'inizio degli anni '80 e poi dopo ha privilegiato il mondo dell'aviazione privata, quindi VDS. Praticamente si è tagliata fuori dal mercato perché ha progressivamente rimosso dalle sue pagine aviazione commerciale e militare.
Non c'è stato di pari passo l'arrivo di giornalisti o collaboratori di successo con esperienza professionale maturata nel settore. La maggior parte scrive di Aviation senza mai averci lavorato. Fattore di non poco conto che di conseguenza porta allo scadimento del magazine.
La concorrenza continua ma annaspa nei problemi di poca pubblicità, entrata importante per i bilanci oramai ridotti all'osso.
All'estero le riviste stampate vivono bene sebbene la concorrenza dell'online. Ma hanno comunque come punti importanti:
- layout di impatto con foto e grafica aggressiva,
- testi ben scritti e senza errori sugli argomenti trattati
- autori di elevata autorevolezza per il know how maturato
L'innovazione applicata costantemente ha mantenuto giovane ed allo stato dell'arte le varie riviste permettendo gli di rimanere sul mercato sfidando le nuove tecnologie che permettono una comunicazione immediata rispetto alla carta.
Da segnalare che anche JP4 con la manovra della riduzione del formato sta cercando di sopravvivere. Cambiato anche il service che lo realizza,ma la battaglia per la sopravvivenza non e' terminata.
Speriamo di continuare a leggere qualcosa in lingua tricolore.
 
Qualche anno fa un comandante mi chiese di partecipare a un magazine aeronautico nuovo di cui sarei stato co-fondatore. L'idea era molto bella e valida e fatta solo persone di decennale esperienza nel settore con tematiche tecniche e approfondimenti.
Il progetto naufragò quando sentimmo l'editore che proposta economica fece. Non avremmo recuperato neanche il costo dei biglietti ATM.
Ma non demordiamo. Ci stiamo riprovando.
 
Ps dimenticavo:
per realizzare un giornale di buon calibro bisogna sondare anche il mercato cosa chiede e nel caso ovviamente vi tiro in mezzo =)
 
a me dispiace molto, soprattutto perché uno degli editori e' stato un mio compagno di università.
purtroppo Volare e Quattroruote e Meridiani soffrono di una forte contrazione del mercato di riferimento:
- Volare e' una rivista per piloti e che affronta tematiche per piloti e per persone del giro dell'aviazione generale e commerciale con qualche curiosità qua e la, guardate solo che fatica fanno le scuole di volo più grandi a mettere su un corso all'anno quando 6 anni fa se ne facevano 4 .....
- Quattroruote segue il discorso delle auto, a parte i cultori, il suo mercato dipendeva da chi voleva cambiare auto ... oggi sappiamo come vanno le cose.
- Meridiani idem, soprattutto le riviste di viaggio hanno costi di produzione elevati, non costa poco andare lontano. anche le corrispondenti riviste del gruppo conde nast di per cui pubblico qualche foto ogni tanto sono in difficoltà pur potendo contare su un network globale di redattori e fotografi... pochi lettori e costi elevati.
 
a me dispiace molto, soprattutto perché uno degli editori e' stato un mio compagno di università.
purtroppo Volare e Quattroruote e Meridiani soffrono di una forte contrazione del mercato di riferimento:
- Volare e' una rivista per piloti e che affronta tematiche per piloti e per persone del giro dell'aviazione generale e commerciale con qualche curiosità qua e la, guardate solo che fatica fanno le scuole di volo più grandi a mettere su un corso all'anno quando 6 anni fa se ne facevano 4 .....
- Quattroruote segue il discorso delle auto, a parte i cultori, il suo mercato dipendeva da chi voleva cambiare auto ... oggi sappiamo come vanno le cose.
- Meridiani idem, soprattutto le riviste di viaggio hanno costi di produzione elevati, non costa poco andare lontano. anche le corrispondenti riviste del gruppo conde nast di per cui pubblico qualche foto ogni tanto sono in difficoltà pur potendo contare su un network globale di redattori e fotografi... pochi lettori e costi elevati.

Pelush, non ti adirare, ma io sono spesso in disaccordo con i tuoi post :diavoletto:.
E pur tuttavia devo darti atto che in quest'ultimo applaudo perché condensi con encomiabile lucidità una serie di problemi che caratterizzano il mondo dell'editoria e della distribuzione di oggi. Mentre i grandi editori si stanno pian piano ristrutturando, quelli più piccoli continuano a seguire le vecchie logiche, essendo manovrati da proprietari/padroni di una certa età che non sono in grado di comprendere e intervenire minimamente in un mercato che cambia, e si guardano bene da mettersi da parte, lasciando il timone a giovani generazioni di manager in grado di osservare e dare un'interpretazione del mondo in modo nuovo.
Da un lato abbiamo i post 6, 9 e 12: questi rispecchiano perfettamente il sentire degli editori di nicchia di piccole dimensioni: anziché ristrutturare il mio prodotto e cercare nuove strade innovative a) nell'erogazione di contenuti e b) nella migliore ed efficiente diffusione con il fine di ottenere costi più bassi grazie alle nuove tecnologie, io editore, forte dello zoccolo duro dei miei lettori, mi arrocco in posizione difensiva. Sfrutto, di fatto, la leadership/readership che ho conquistato puntando proprio sui miei più affezionati lettori che mi hanno seguito per decenni, essendo il mio prodotto leader e qualitativamente eccellente. Non ritengo di dover stravolgere la mia catena produttiva che ha mietuto successi nei decenni.
Sono editori che ancora oggi nel loro mercato di nicchia rappresentano un'eccellenza, ma tale posizione di rendita inizia ad appannarsi, come da post 2, 7, 10, 11.

Ciò che mi colpisce, da osservatore, è che alcuni di coloro che hanno scritto post rifiutando, di fatto, di guardare al futuro verso nuove forme di editoria, finalizzate ad una ristrutturazione dei supporti fisici di trasmissione del sapere (allargo il discorso in generale, non solo ai contenuti aeronautici) sono gli stessi che si lamentano dello status quo, e sono in grado di riconoscere i problemi che attanagliano gli attuali editori, che, detto volgarmente, nun ce la fanno ccchiù, e versano in una situazione asfittica da un lato a causa dei costi di produzione e distribuzione fuori controllo e del calo della pubblicità, e dall'altro a causa delle difficoltà a trasmettere qualsiasi tipo di sapere ad un uditorio che, grazie ad Internet, è più informato e pertanto più esigente.
Fino a 10/13 anni fa, le riviste di settore come Volare costituivano un fondamentale strumento di conoscenza e divulgazione. Oggi su Aviazione Civile o su AV Herald o sito similare, un qualsiasi utente riceve conoscenza ed informazione IN TEMPO REALE. Cosa aggiunge Volare a quello che tu sai già ed hai già discusso con persone del settore che sono in grado di fornirti informazioni e ricostruzioni di fatti e avvenimenti con un'attendibilità quasi assoluta e, direi, pari o superiore a quello che Volare ti pubblica ex post?

Tutti questi Editori dovrebbero chiedersi perché stanno perdendo lettori. La risposta è perché si stanno rivolgendo al target che freeair descrive nel post 4. Un target che, come già ho scritto sopra nel post 5, è destinato a morire e che, in ogni caso, già oggi utilizza Internet come fonte di conoscenza, anche se non primaria.
Nelle migliori scuole in USA il tablet è obbligatorio, ed ha soppiantato la carta da qualche anno. Da noi non è ancora così, ma è solo questione di tempo. Lasciate crescere chi è nato nel nuovo secolo, e vedrete.
 
Ottime osservazioni Flyboy, analisi buona.
Meridiani ogni estate butta fuori i magazzini di merce invenduta che prontamente torna all'ovile in autunno perche ormai poca gente compra giornali di 3-4 anni fa....si sembra assurdo ma fanno cosi. In primavera ripropongono l'invenduto degli anni precedenti.
Per quanto riguarda i costi ci sono metodi di abbattimento ma il problema sta nella staganzione psicologica degli editori, vecchi e legati al passato.
Noi come dicevo lavoriamo in modo completamente differente. Arrivano servizi dall'estero, scattati ovunque a costo praticamente zero.
Proprio venerdi abbiamo fatto uno shooting, bene con 8 modelle/modelli, location, make up, stylist, hair stylist ecc sai quanto mi è costato in tutto? 100 euro.
Si proprio cosi. E non è sfruttamento ti assicuro, sono le persone che si offrono per pubblicare e avere crediti.
Ovviamente non è possibile avere solo carta. Noi stampiamo delle quantità ridotte solo per gli addetti o per chi le richiede, il resto internet che oggi rappresenta la potenza commerciale per antonomasia.
Il fatto di girare le edicole e vederle oggi trasformate in negozi " tutto a un euro" con palese incazzatura degli edicolanti che si vedono obbligati dagli editori a vendere con margini pari al netto delle tasse allo zero assoluto o che sfruttano le edicole per proporre cuponi con sconti sugli abbonamenti fino al 70% ( ma vi pare ovvio? come se io ti dessi da vendere una mozzarella e sulla confezione ti scrivo comprala da me che ti faccio il 70% di sconto....ma pare ovvia la cosa?)
è sintomatico di un sistema che sta crollando letteralmente. E mi spiace per gli edicolanti ( visto che lo sono i miei in primis ) ma ben gli sta agli editori, specie di mummie legate al paleolitico.
I giovani editori hanno capito cosa vuole il mercato e funzionano, i loro editoriali vanno.
Vanno anche perche hanno una visione piu globale, europea, un punto di vista internazionale e non da paese della Gisella.
Ieri sera eravamo a un party e la lingua d'obbligo era l'inglese, eravamo praticamente 3 italiani il resto giornalisti e persone del settore straniere di tutto il mondo e sono uscite delle idee fantastiche che mai ti sogneresti di sentire da un editore italiano.
Ecco come l'editoria anche quella aeronautica puo riprendere.
 
La rivista Volare e' stata utile a molti piloti e appassionati in Italia, li ha spronati ad imparare in fretta l' inglese.