a me dispiace molto, soprattutto perché uno degli editori e' stato un mio compagno di università.
purtroppo Volare e Quattroruote e Meridiani soffrono di una forte contrazione del mercato di riferimento:
- Volare e' una rivista per piloti e che affronta tematiche per piloti e per persone del giro dell'aviazione generale e commerciale con qualche curiosità qua e la, guardate solo che fatica fanno le scuole di volo più grandi a mettere su un corso all'anno quando 6 anni fa se ne facevano 4 .....
- Quattroruote segue il discorso delle auto, a parte i cultori, il suo mercato dipendeva da chi voleva cambiare auto ... oggi sappiamo come vanno le cose.
- Meridiani idem, soprattutto le riviste di viaggio hanno costi di produzione elevati, non costa poco andare lontano. anche le corrispondenti riviste del gruppo conde nast di per cui pubblico qualche foto ogni tanto sono in difficoltà pur potendo contare su un network globale di redattori e fotografi... pochi lettori e costi elevati.
Pelush, non ti adirare, ma io sono spesso in disaccordo con i tuoi post :diavoletto:.
E pur tuttavia devo darti atto che in quest'ultimo applaudo perché condensi con encomiabile lucidità una serie di problemi che caratterizzano il mondo dell'editoria e della distribuzione di oggi. Mentre i grandi editori si stanno pian piano ristrutturando, quelli più piccoli continuano a seguire le vecchie logiche, essendo manovrati da proprietari/padroni di una certa età che non sono in grado di comprendere e intervenire minimamente in un mercato che cambia, e si guardano bene da mettersi da parte, lasciando il timone a giovani generazioni di manager in grado di osservare e dare un'interpretazione del mondo in modo nuovo.
Da un lato abbiamo i post 6, 9 e 12: questi rispecchiano perfettamente il sentire degli editori di nicchia di piccole dimensioni: anziché ristrutturare il mio prodotto e cercare nuove strade innovative a) nell'erogazione di contenuti e b) nella migliore ed efficiente diffusione con il fine di ottenere costi più bassi grazie alle nuove tecnologie, io editore, forte dello zoccolo duro dei miei lettori, mi arrocco in posizione difensiva. Sfrutto, di fatto, la leadership/readership che ho conquistato puntando proprio sui miei più affezionati lettori che mi hanno seguito per decenni, essendo il mio prodotto leader e qualitativamente eccellente. Non ritengo di dover stravolgere la mia catena produttiva che ha mietuto successi nei decenni.
Sono editori che ancora oggi nel loro mercato di nicchia rappresentano un'eccellenza, ma tale posizione di rendita inizia ad appannarsi, come da post 2, 7, 10, 11.
Ciò che mi colpisce, da osservatore, è che alcuni di coloro che hanno scritto post rifiutando, di fatto, di guardare al futuro verso nuove forme di editoria, finalizzate ad una ristrutturazione dei supporti fisici di trasmissione del sapere (allargo il discorso in generale, non solo ai contenuti aeronautici) sono gli stessi che si lamentano dello status quo, e sono in grado di riconoscere i problemi che attanagliano gli attuali editori, che, detto volgarmente, nun ce la fanno ccchiù, e versano in una situazione asfittica da un lato a causa dei costi di produzione e distribuzione fuori controllo e del calo della pubblicità, e dall'altro a causa delle difficoltà a trasmettere qualsiasi tipo di sapere ad un uditorio che, grazie ad Internet, è più informato e pertanto più esigente.
Fino a 10/13 anni fa, le riviste di settore come Volare costituivano un fondamentale strumento di conoscenza e divulgazione. Oggi su Aviazione Civile o su AV Herald o sito similare, un qualsiasi utente riceve conoscenza ed informazione IN TEMPO REALE. Cosa aggiunge Volare a quello che tu sai già ed hai già discusso con persone del settore che sono in grado di fornirti informazioni e ricostruzioni di fatti e avvenimenti con un'attendibilità quasi assoluta e, direi, pari o superiore a quello che Volare ti pubblica ex post?
Tutti questi Editori dovrebbero chiedersi perché stanno perdendo lettori. La risposta è perché si stanno rivolgendo al target che freeair descrive nel post 4. Un target che, come già ho scritto sopra nel post 5, è destinato a morire e che, in ogni caso, già oggi utilizza Internet come fonte di conoscenza, anche se non primaria.
Nelle migliori scuole in USA il tablet è obbligatorio, ed ha soppiantato la carta da qualche anno. Da noi non è ancora così, ma è solo questione di tempo. Lasciate crescere chi è nato nel nuovo secolo, e vedrete.