Se il turismo non va... non ci resta che puntare al mercato business
«Genova piace agli investitori»
I ricercatori: è fra le realtà italiane sulle quali vale la pena di progettare campagne di conoscenza all'estero
Studio Bocconi: attraente per capitali d'impresa e lavoratori con competenze innovative
Genova attrae investimenti d'impresa e lavoratori con competenze innovative. Non è uno scherzo. Il secondo rapporto sull'attrattività delle province italiane - l'osservatorio permanente curato dall'università Sda Bocconi per conto della Fondazione Italiana Accenture - piazza Genova in settima posizione dopo Milano, Roma, Torino, Napoli, Bologna e Trieste; prima di Padova, Parma, Pisa e Verona. Il sonnacchioso capoluogo ligure batte persino le produttive Varese, Brescia, Bergamo e Modena, mentre Savona resta al palo in 35esima posizione, Imperia arranca al 36esimo posto e La Spezia scivola oltre la metà della classifica, in 54esima posizione rispetto alle 103 città monitorate.
La notizia trova conferma nelle due novità commerciali di ieri, sia pure diverse per tipologia aziendale e target di riferimento. Upim ha festeggiato il ristrutturato punto vendita in via XX Settembre e Louis Vuitton ha inaugurato il nuovo negozio in via Roma, più grande e di proprietà, dimostrando che Genova è un mercato su cui investire anche per un gigante del lusso.
Il rapporto Sda Bocconi mostra come gli investitori e gli imprenditori italiani scelgano le grandi città del Nord per avviare attività economiche, grazie alla loro capacità di attirare, valorizzare e trattenere risorse e competenze chiave.
«La nostra indagine - spiega Francesco Saviozzi, uno dei ricercatori del team guidato da Paola Dubini, curatrice del rapporto - descrive l'attrattività reale delle città, ma ancora di più quella potenziale. Genova è una delle città più sottovalutate: ha una buona capacità attrattiva e delle potenzialità enormi». Il fascino genovese è leggibile incrociando gli indicatori analizzati dall'osservatorio: presenza di un buon tessuto di imprese; popolazione numerosa e giovane; grado di apertura e vitalità imprenditoriale; livello di istruzione della popolazione; ricchezza e consumi elevati; sicurezza. A questi va aggiunta l'individuazione delle imprese di riferimento, ovvero le aziende che, in ambito locale e nazionale, si sono distinte per livelli di crescita del fatturato, del valore aggiunto e del numero degli addetti, e che si candidano a fare da traino al resto dell'economia.
Ciascun indicatore è stato misurato attraverso 19 variabili specifiche. Si scopre così che Genova ha una buona densità e una vivace natalità imprenditoriale, una capacità di innovazione di tutto rispetto, una non valorizzata propensione alle esportazioni e all'internazionalizzazione delle imprese (investimenti all'estero). Allo stesso modo ci spingono verso la parte alta della classifica la densità abitativa e il basso tasso di criminalità che caratterizza il territorio rispetto alle altre medio-grandi città del Nord.
«Genova - continua Saviozzi - deve la sua attrattività a un quadro complessivamente buono, molto equilibrato. Non avete indicatori eccellenti, ma neppure punti deboli evidenti. Avete una buona vitalità imprenditoriale e una buona formazione tecnico-scientifica».
Con la sua settima posizione la cittàè stata inserita nell'elenco delle 11 province «superstar» per attrattività.
«Sono i territori - suggerisce Paola Dubini, curatrice del rapporto - sui quali vale la pena di progettare campagne di conoscenza all'estero».
«E' compito delle imprese - continua Saviozzi - cogliere le opportunità che un territorio offre, per evitare che la classifica resti quello è». In questo senso la città sembra avere bisogno di lavorare molto.
«Genova è uno dei territori più sottovalutati in Italia - conclude Saviozzi - Oltre a essere naturalmente e meravigliosamente proiettata all'estero attraverso il Mediterraneo, ha enormi potenzialità legate all'innovazione e alla formazione scientifica».