Camera di Commercio Milano: studi su Mxp


skyrobbie

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6 Novembre 2005
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Milano-Lugano-Dubai, Lombardia.
Malpensa: coordinare le istituzioni e aprire ai privati per un rilancio indispensabile
di Filippo Penati

Presidente Provincia di Milano

Fare di Malpensa un punto di accesso internazionale e intercontinentale del nostro Paese è un obiettivo ormai imprescindibile per il quale devono adoperarsi tutte le Istituzioni. Per farlo è prima di tutto necessario mettere ordine in una filiera di piccoli scali locali. Se mancherà questo coordinamento prevarranno le logiche campanilistiche e non si riuscirà a fare di questo aeroporto, aperto ormai da sette anni, l'hub dei cittadini e delle imprese di tutto il nord Italia. Ma c'è di più. Malpensa è indispensabile anche al successo del polo fieristico di Rho-Pero. Senza un grande aeroporto, infatti, quella che si può definire senza dubbio la più grande fiera del mondo rischia di non decollare, di non veder realizzate tutte le sue potenzialità. In questo senso la sua apertura deve coincidere con l'avvio di un piano di rilancio dell'hub di Malpensa. Per questo è necessario investire risorse a partire da quella che è la società di gestione del nodo di Malpensa, la SEA, una società partecipata sana, come dimostrano i numeri del suo ultimo bilancio, ma che, sono convinto, abbia bisogno di un rilancio. Un nuovo impulso che può avvenire solo se la società resta in mano pubblica. In questo scenario è necessario l'impegno di tutte le Istituzioni. La Provincia di Milano, da parte sua, manterrà il proprio 14% di quote azionarie. Certamente positivo, se confermato, è anche l'impegno della Regione Lombardia di acquistare le azioni di SEA messe in vendita dal Comune di Milano, a patto però che la Regione mantenga una sua presenza significativa nella SEA e non rinunci a svolgere un ruolo strategico nel sistema aeroportuale lombardo. Ma non solo. Per il rilancio di Malpensa, centrale per lo sviluppo di un'area vastissima, ritengo indispensabile l'entrata nella SEA degli Enti territoriali, ad esempio Varese, e delle Istituzioni delle altre regioni del nord Italia. Auspico quindi possano entrare, anche con quote non pesanti finanziariamente ma significative politicamente, Piemonte, Liguria e Veneto. Questo consentirebbe loro di avere parte rilevante nelle decisioni relative al piano di rilancio di Malpensa e di definizione del ruolo degli scali minori. Mantenere SEA in mano pubblica non esclude però la possibilità, in una fase successiva, di un'entrata dei privati, pur mantenendo la maggioranza delle azioni in mano pubblica. La partecipazione dei privati permetterebbe di apportare risorse aggiuntive indispensabili al rilancio dell'hub di Malpensa. Un rilancio che a sette anni dalla sua apertura appare più che necessario. Il bilancio di Malpensa non si può definire del tutto positivo. Con 17 milioni di passeggeri all'anno, lo scalo ha indubbiamente determinato un sensibile incremento del traffico complessivo del sistema aeroportuale milanese e lombardo. Il problema, però, è che non è riuscito ad affermarsi come hub del trasporto aereo intercontinentale. Anche perché lo sviluppo del settore cargo, con 370 mila tonnellate l'anno, è ben al di sotto delle aspettative. Il fattore che più ha penalizzato Malpensa è la crisi della compagnia di bandiera, l'Alitalia, e la sua volontà, rivelatasi perdente, di non operare scelte nette, creando di fatto un pernicioso dualismo tra lo scalo lombardo e Fiumicino, che ha indebolito entrambi. Ma non si possono sottovalutare i ritardi con i quali si stanno muovendo i progetti riguardanti le infrastrutture di collegamento stradale e ferroviario: una criticità, questa, alla quale non sono estranee responsabilità a livello regionale e locale.

Il potenziamento delle vie di accesso a Malpensa

Una delle questioni da risolvere per il rilancio di Malpensa, innanzitutto come hub del nord Italia e come porta di ingresso principale del polo fieristico di Rho-Pero, è il potenziamento dell'accessibilità stradale e ferroviaria. Su questo punto, stiamo scontando ritardi e incertezze: la Provincia è pronta a fare la sua parte per gli interventi di sua competenza, così come del resto prevede il programma di governo che l'Amministrazione da me presieduta si è dato e intende onorare fino in fondo, e a fare pressione sulle altre Istituzioni, affinché mantengano i loro impegni. Quattro sono le opere di massima priorità, la cui realizzazione potrà facilitare notevolmente l'accessibilità da e per l'aeroscalo:

1) il collegamento ferroviario diretto Fiera-Malpensa;

2) il raccordo autostradale Boffalora-Malpensa per il collegamento con l'A4 Torino-Milano;

3) il completamento della linea ferroviaria Malpensa Express, con il raddoppio del tratto in territorio di Castellana (tunnel sotto il fiume Olona);

4) la connessione della stessa Malpensa Express con la stazione ferroviaria di Milano Centrale, così da consentire l'intercambio con il servizio Trenitalia e ampliare quello con la rete dei trasporti urbani e suburbani dell'Atm.

Ci sono poi opere che risultano essenziali per migliorare il traffico e la viabilità sul territorio che circonda l'aeroporto: tra queste, in particolare, la variante della Statale del Sempione. Vanno infine segnalati alcuni interventi di medio-lungo periodo, soprattutto il triplicamento della linea Fs Rho-Gallarate, che hanno una forte rilevanza per l'integrazione dell'aeroporto e della nuova fiera con le grandi reti ferroviarie regionali e internazionali.

L'integrazione territoriale, elemento imprescindibile

Altrettanto fondamentale e irrinunciabile è l'integrazione territoriale dell'aeroporto, con l'obiettivo di ottimizzare le opportunità di sviluppo dell'economia e dell'occupazione locale, sempre attenti a minimizzare, nel contempo, gli impatti ambientali negativi. In tale ottica occorre riprendere e anche riaggiustare il Piano territoriale d'area Malpensa, prestando maggiore attenzione sia all'area del Castanese (la "porta sud" dello scalo), sia alla direttrice del Sempione (da Busto a Legnano e Rho), tenendo conto soprattutto delle sinergie che si possono instaurare a 360 gradi con la Fiera.

Dal rilancio di Malpensa anche un nuovo impulso al turismo locale

Il rilancio di Malpensa deve portare con sé anche un nuovo impulso al turismo locale. Per questo la Provincia di Milano vuole dare piena attuazione alla nuova legge regionale sul turismo, puntando sulla qualità dei servizi e sull'informazione dei visitatori fin dal loro sbarco dagli aerei, sulla promozione di un'offerta turistica locale che attiri non solo gli operatori degli affari e i partecipanti ai congressi, tradizionale punto di forza dell'area milanese, ma anche i giovani e le famiglie.

Nuova forza alla vocazione internazionale di Milano

Concludendo, sarebbe imperdonabile per tutti non approfittare della grande occasione storica offerta dal nuovo polo fieristico di Rho-Pero, soltanto perché non si riesce ad aprire completamente la porta di ingresso principale, ossia l'aeroporto di Malpensa. Sarebbe come ripudiare quella vocazione internazionale che è radicata nel Dna della regione urbana milanese e suonerebbe come uno schiaffo alla volontà di ridare slancio al Sistema Milano, di far crescere e prosperare nuove attività produttive. È allora inevitabile, per dare vigore e concretezza al nostro agire, riandare con il pensiero a due grandi figure che con la loro forte personalità hanno illuminato la storia di Milano, ponendo le fondamenta per la sua grandezza nei secoli: Ambrogio e Agostino. Il primo, romano di origine germanica, ben rappresenta la dimensione europea del territorio milanese. Il secondo, intellettuale dell'Africa romana, ci ricorda la vocazione di Milano come ponte proteso verso il bacino del Mediterraneo e, più in generale, verso ciò che oggi viene definito mondo globalizzato. Sia questo, sia l'Europa attendono che noi apriamo definitivamente quella porta.

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Malpensa come opportunità per il territorio lombardo
di Anna Gervasoni

Direttore del CRMT dell'Università Carlo Cattaneo - LIUC di Castellanza.

Il processo di globalizzazione verificatosi nel corso dell'ultimo ventennio, e ancor'oggi in atto, ha esteso a livello internazionale il contesto con il quale è necessario mantenere contatti stabili, che risultano essere significativi a livello economico e strategico. A fronte di tale cambiamento, l'accessibilità aerea costituisce uno dei fattori essenziali per lo sviluppo di una qualsiasi economia avanzata. In questo nuovo contesto, le regioni competono per conservare e attrarre le funzioni direzionali e produttive aziendali caratterizzate da un maggiore valore aggiunto. Con riferimento a tale competizione, proprio il differenziale di accessibilità aerea risulta essere un elemento in grado di incidere in maniera determinante sulle prospettive di sviluppo. In particolare, con riferimento alla regione Lombardia, l'accessibilità aerea costituisce, innanzitutto, una leva su cui agire per ridurre i costi di accesso al resto del mondo da parte delle imprese già insediate, e un valido strumento di marketing territoriale in grado di attirare imprese multinazionali che scelgono la Lombardia come propria location produttiva e/o direzionale. Per questi motivi, accrescere e sviluppare l'accessibilità aerea è un obiettivo imprescindibile per le forze che hanno come compito principale il sostegno dello sviluppo e del sistema delle imprese. Rispetto ai principali competitors internazionali, la Lombardia risulta attualmente fortemente penalizzata proprio per lo scarso grado di accessibilità aerea. L'analisi dei cambiamenti economico-produttivi intercorsi a seguito dell'apertura di Malpensa1 sul territorio di riferimento, individuato nell'area di Milano, Varese, Novara e Como, ha evidenziato come, nonostante il periodo di crisi a livello nazionale, le province di Varese e Milano mantengano un buon livello di sviluppo, mentre l'area del novarese dimostra di possedere un elevato potenziale che, nell'ultimo quadriennio, è stato tramutato in un'opera di concreto sviluppo; questa situazione è favorita anche dal forte impatto generato dai cantieri aperti per la rete ad alta velocità Torino-Milano. Per quanto riguarda la provincia di Como, invece, le difficoltà emerse dall'analisi degli indicatori di sviluppo possono in gran parte essere attribuite alla pesante crisi in cui versa il settore tessile e serico in particolare. Approfondendo lo studio a un maggiore livello di dettaglio, l'evoluzione della scomposizione settoriale del valore aggiunto ha evidenziato l'assenza di processi di modificazione della composizione produttiva significativamente più accentuati rispetto alla media e il conseguente mancato sviluppo di nuovi potenziali settori di attività, aviation e non aviation related, indotti dalla presenza dell'aeroporto. Dall'analisi dei dati ( tabella 1) non sembra, quindi, essersi registrato sul territorio, a livello generale, un ben definito fenomeno di accelerazione dello sviluppo riconducibile all'apertura dell'aeroporto. Talune serie di dati mettono anzi talvolta in evidenza, nell'ambito del territorio di riferimento, quasi un "effetto cantiere" nel periodo antecedente allo sviluppo dell'aeroporto, ridimensionatosi nei periodi immediatamente successivi. Questo, se da un lato è interpretabile come un mancato pieno completamento del progetto originario (ovvero, Malpensa quale hub principale del sud Europa), dall'altro evidenzia come l'impatto generabile dalla presenza dell'aeroporto non sia ancora esaurito, poiché restano ancora aperte numerose opportunità di crescita in diversi settori economici. Tali opportunità, infatti, sono state solo in parte concretizzate in uno sviluppo economico-territoriale e, dunque, risulta essere ancora ampio il potenziale esprimibile e implementabile. Quanto appena affermato non implica, evidentemente, l'attuale totale assenza di un effetto derivante dalla presenza dell'infrastruttura aeroportuale stessa, che si è effettivamente concretizzato in alcuni particolari settori, primo fra tutti quello della logistica e delle attività a servizio delle merci, che hanno registrato un notevole sviluppo. Inoltre, è da ricordare che risulta particolarmente arduo isolare perfettamente l'impatto generato dall'insediamento dell'infrastruttura aeroportuale, dall'effetto negativo causato dal periodo di recessione che riguarda l'area geografica di riferimento e, più in generale, l'Italia da ormai alcuni anni, con particolare riferimento ai comparti più tradizionali. Tale fenomeno recessivo ha avuto, tra l'altro, un impatto piuttosto significativo sul territorio di Malpensa, storicamente legato al settore manifatturiero e tessile in particolare. Da ciò si può derivare, quindi, che un impatto positivo generato dalla presenza dell'aeroporto è identificabile con l'assorbimento di parte degli effetti negativi comportati dal suddetto fenomeno recessivo, per il tramite di alcuni settori particolarmente performanti del comparto dei servizi e indotti proprio dallo sviluppo di Malpensa.

L'integrazione di Malpensa nel territorio

In sintesi, partendo dal presupposto che la presenza di un aeroporto può costituire un motore di sviluppo per qualsiasi economia locale e che tale sviluppo si concretizza non solo nello sviluppo e nel consolidamento di alcuni settori già radicati, ma anche nella possibilità di recepire nuove tipologie di attività indotte dalla presenza dell'aeroporto, come accaduto in altre realtà europee (Francoforte, Madrid e Manchester), si può affermare che l'evoluzione della struttura produttiva verso attività a più elevato valore aggiunto non si è ancora pienamente completata nell'area di Malpensa. Questo fenomeno può essere probabilmente ricondotto anche alla scarsa integrazione dell'infrastruttura aeroportuale con il territorio, nonché alla mancata costituzione di un polo di business nell'area circostante, in grado di fungere da richiamo per nuove sedi produttive d'impresa. Proprio l'impresa risulta essere un soggetto determinante nello scenario territoriale, in quanto principale attore in grado di generare sviluppo economico, creare valore aggiunto, nonché elevare il livello di occupazione. In virtù di tale considerazione, è importante trovare una valida risposta ad alcune tematiche di rilievo, quali ad esempio: la presenza di un aeroporto di tipo hub sul territorio ha un peso nelle scelte strategiche delle imprese? E se è così, riveste un ruolo di primaria o di scarsa importanza? E quale importanza attribuiscono le società di consulenza alle infrastrutture presenti sul territorio, e in particolare a un aeroporto, nel momento in cui affiancano un'impresa nelle decisioni strategiche più rilevanti? Nell'intento di raggiungere tale obiettivo, è utile porsi nell'ottica della singola impresa che si trova di fronte a decisioni strategiche di primaria importanza con riferimento alla scelta della propria location. A tal fine, alcune interviste effettuate a importanti opinion leaders del territorio, nel periodo compreso fra giugno e luglio del 2004, hanno consentito di fare emergere come il livello di dotazione infrastrutturale di un territorio costituisca un fattore chiave che orienta le decisioni di investimento degli attori nazionali e internazionali. La disponibilità di un adeguato sistema infrastrutturale rappresenta la conditio sine qua non per la competitività di un territorio, e in tale contesto la "variabile aeroporto" assume un'importanza essenziale per le scelte logistico-strategiche delle imprese. Inoltre, si è rilevato come l'elaborazione di un piano di sviluppo condiviso fra gli Enti interessati permetterebbe, secondo l'opinione degli intervistati, di superare l'incertezza legata al futuro sviluppo aeroportuale, che costituisce un grosso ostacolo per le scelte decisive di medio-lungo termine delle imprese e degli altri attori coinvolti. Risulta significativo, ai fini di un'analisi esaustiva, identificare alcuni termini di paragone a livello internazionale. Per questo sono stati individuati i sistemi aeroportuali europei di Francoforte, Madrid e Manchester, al fine di operare un confronto fra quest'ultimi e il sistema aeroportuale di Malpensa, nell'intento di evidenziare caratteristiche distintive e comuni tra le quattro infrastrutture. Tale confronto si è reso possibile grazie al fatto che l'area geografica di riferimento per questi aeroporti presenti elementi simili tra loro e in particolare riconducibili a un livello di popolazione compreso fra i 5,5 e i 9 milioni di abitanti, in grado di produrre una ricchezza compresa fra i 123.000 milioni di Euro e i 241.000 milioni di Euro. I parametri rilevanti sono stati, in sintesi, la struttura aeroportuale e le sue caratteristiche, l'accessibilità aeroportuale (considerando i collegamenti autostradali, ferroviari e di altro tipo), la dinamica del traffico passeggeri, merci e movimentazioni e l'impatto economico generato sul territorio. I risultati emersi dal confronto internazionale effettuato possono essere così sintetizzati (tabella 3):

negli aeroporti di Manchester, Madrid e Francoforte, si è rilevata la presenza di progetti di sviluppo formalizzati, approvati e condivisi dalle autorità competenti, che interessano le piste di atterraggio e di decollo, i terminal e le strutture cargo; questo non accade con riferimento allo scalo di Malpensa, generando un'incertezza che si ripercuote negativamente sul potenziale di sviluppo territoriale;
il confronto in termini di accessibilità aeroportuale mette in evidenza l'insufficiente sistema di collegamenti infrastrutturali da e per Malpensa; i tre scali aeroportuali europei oggetto di studio dispongono, invece, di un sistema infrastrutturale di supporto molto più esaustivo;
il confronto a livello di trasporto e movimentazione di merci mette in risalto la buona performance fatte registrare dal sistema di Malpensa, che in pochi anni sta raggiungendo volumi di assoluto rilievo, anche grazie al recente sviluppo di Cargo City;
l'analisi dei tre casi internazionali mostra come l'insediamento di un'infrastruttura aeroportuale all'interno di un'area geografica è potenzialmente in grado di generare effetti positivi di ampia portata sull'occupazione e sulla ricchezza prodotta, a un livello molto più avanzato di quanto accaduto sino a oggi nell'area di Malpensa.
L'impatto economico di Malpensa sui settori immobiliari, logistico e dei servizi alle imprese

Da ultimo, è interessante focalizzare l'attenzione sulla stima dell'impatto economico generato sul territorio dall'aeroporto di Malpensa, con riferimento ad alcuni settori di particolare interesse, quali il settore immobiliare, quello dei servizi alle imprese e, in particolare, delle attività a servizio della logistica e del trasporto merci. Con riferimento a quest'ultimo, dalle elaborazioni è emerso come dei circa 7.500 nuovi posti attivabili a seguito dell'apertura di Malpensa in un periodo compreso fra il 1996 ed il 2005, stimati in alcune precedenti ricerche svolte dal CRMT2, Centro di Ricerca sui Trasporti e le Infrastrutture dell'Università Carlo Cattaneo - LIUC di Castellanza e dal Gruppo Class, una stima prudenziale porta a identificare ben 6.000 nuovi posti di lavoro attivati direttamente alla presenza dell'aeroporto fra il 1998 ed il 2003. Quindi, considerando anche il potenziale sviluppo futuro connesso a Cargo City, il settore in esame è destinato a rispettare le previsioni di crescita. Con riferimento al settore immobiliare, invece, si evince come i prezzi e i canoni di locazione non risultino essere aumentati in modo differenziale rispetto alla media lombarda, ossia non si è assistito all'apprezzamento che solitamente si registra in contesti analoghi quale effetto della presenza di una infrastruttura aeroportuale di tipo hub. Talune categorie di prezzi hanno addirittura subito, immediatamente dopo l'anno 2000, un ridimensionamento, a causa del mancato pieno sviluppo di Malpensa e del non sufficiente sviluppo territoriale in termini di infrastrutture viarie, ferroviarie e accessorie all'aeroporto; il recente "sblocco" di alcune situazioni (Cargo City, Trade Center, Logistic Park) ha contribuito a un recupero in tal senso. L'eccessivo frazionamento delle proprietà fondiarie e degli operatori locali e la frequente incertezza sulle possibili destinazioni dei terreni e sulle possibilità edificatorie hanno costituito, unitamente all'ancora attuale arretratezza dei collegamenti infrastrutturali all'aeroporto, le principali cause del mancato pieno sviluppo del mercato immobiliare.

Conclusioni

In conclusione si può affermare, sulla base di comprovate ricerche svolte a livello nazionale e internazionale, che al fine di poter parlare di aeroporto di tipo hub è importante la presenza contemporanea di tre condizioni: un territorio sviluppato ed economicamente ricco; un'infrastruttura aeroportuale adeguata; una compagnia aerea che faccia hubbing sull'aeroporto. Attualmente, la situazione di Malpensa vede pienamente soddisfatto solo il primo dei tre requisiti sopra enunciati, ma la sensazione ricavata dall'analisi svolta in precedenza risulta essere quella di un grande potenziale inespresso. Infatti, il quadro di riferimento può essere così riassunto: 1) per quanto attiene l'area geografica, si può affermare che il territorio risulta avere caratteristiche economiche che possono sicuramente favorire e sostenere lo sviluppo di un hub internazionale, ma è necessario promuovere e sviluppare i potenziali nuovi settori indotti dalla presenza dell'aeroporto, nonché creare un sistema adeguato di servizi ai passeggeri e alle imprese; 2) con riferimento all'infrastruttura aeroportuale, i recenti investimenti e quelli programmati per il prossimo futuro potenziano notevolmente la dotazione infrastrutturale dell'aeroporto, per il quale devono però ancora essere previsti interventi al fine di migliorare alcuni parametri fondamentali, primo fra tutti il grado di accessibilità; 3) per quanto attiene al ruolo della compagnia aerea, risulta fondamentale il ruolo che la compagnia di bandiera potrà e vorrà svolgere, prevedendo nel piano industriale di rilancio la volontà di fare hubbing sull'aeroporto di Malpensa, attraverso alleanze, nuovi investimenti in strutture e flotta e la scelta di radicarsi maggiormente (spostando la base di armamento e di supporto logistico) sul territorio lombardo e su Milano in particolare. Il progetto originario che prevedeva per Malpensa il ruolo di hub principale del sud Europa non è ancora evidentemente concluso, sia a livello di dotazione infrastrutturale, sia a livello di una matura integrazione con il territorio. Ma la presenza di numerose leve ancora attivabili, ai fini del raggiungimento di un pieno sviluppo, consentono di affermare che vi è ancora un ampio raggio d'azione per raggiungere l'obiettivo prefissato.

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Le difficoltà del territorio: Malpensa vista dal Piemonte
di Sergio Vedovato

Presidente Provincia di Novara.

I peccati originali sono difficili da superare. Persino quando si parla di aeroporti. Si è detto che Malpensa nasceva come hub internazionale, ma questa è stata fin dall'inizio una semplice petizione di principio a cui non sono seguite scelte e comportamenti conseguenti. D'altra parte, il progetto Malpensa non è nato come progetto basato su vere e proprie scelte strategiche, ma più semplicemente per cogliere l'opportunità di inserirsi nel canale aperto dei grandi finanziamenti europei. La stessa infelice collocazione geografica è solo la conseguenza del preesistente insediamento aeroportuale, la cui origine risale alla preistoria dell'aviazione civile italiana, senza tener conto dei vincoli orografici e ambientali e della difficoltà di creare una efficace rete di collegamenti intermodali. Prima si è piantata una bandierina sulla carta geografica e poi si è pensato a tutto il resto. Infatti, ancora oggi, siamo a discutere delle difficoltà di Malpensa e delle difficoltà del territorio di sopportare e di supportare l'aeroporto. Vista dal Piemonte, questa realtà balza all'occhio con grande evidenza. Malpensa dista poche centinaia di metri dal Ticino, il confine naturale tra Piemonte e Lombardia, eppure tutta la vicenda della sua costruzione, del suo difficoltoso avvio e della sua incerta gestione sono vissute, sia in Lombardia che in Piemonte, come una faccenda esclusivamente lombarda. Tutto ciò non può stupire; in fondo, anche nel resto d'Italia, Malpensa è vista come un'infrastruttura lombarda e questo è un limite fortissimo alla sua credibilità complessiva. Per quanto ci riguarda paghiamo il prezzo di un disinteresse storico dell'Ammistrazione regionale piemontese su questo tema e, in generale, dell'incapacità della Regione Piemonte e della Regione Lombardia di dialogare e costruire collaborazioni istituzionali costruttive sui grandi temi strategici di comune interesse. La Lombardia ha pensato, come spesso le succede, di essere autosufficiente; il Piemonte ha creduto opportuno rinchiudersi nella difesa dello scalo piemontese di Caselle. I territori piemontesi limitrofi a Malpensa sono stati lasciati a se stessi: con l'impatto ambientale dei sorvoli, l'esclusione dalla commissione aeroportuale sul rumore, senza governare alcuna significativa ricaduta economica. Ancora oggi mancano gli accessi dal Piemonte. La bretella autostradale da Boffalora non c'è e il collegamento ferroviario servirà più che altro all'area torinese. Non una lira, e nemmeno un euro, della legge speciale per Malpensa è stata destinata a finanziare infrastrutture viarie in Piemonte. Sulla viabilità ordinaria abbiamo ancora ponti sul Ticino che risalgono all'inizio del secolo scorso. Tra Sesto Calende e Castelletto Ticino, la statale del Sempione diventa un imbuto impossibile. E richiede un intervento urgente per alleggerire il peso dei pedaggi autostradali in modo da consentire l'uso dell'autostrada dei Laghi-Gravellona come un'alternativa agli ingorghi che, a volte, arrivano fino Stresa. Tra Somma Lombardo e Varallo Pombia, il passaggio stradale avviene su una diga di sbarramento sul fiume. Il collegamento trasversale più diretto tra Malpensa e il novarese, verso Oleggio, è costituito da un ponte che costringe al senso unico alternato a vista e da una strada ripida e tortuosa che si blocca alla minima difficoltà atmosferica. Il ponte tra Turbigo e Galliate è stato costruito pensando più alla ferrovia che alla strada e non è certo molto agevole. Se poi allarghiamo lo sguardo, dobbiamo segnalare che in questi anni è stato praticamente lasciato cadere il tema della Pedemontana piemontese, che invece dovrebbe essere rapidamente affrontato per collegare aree economiche e industriali forti come il biellese e il distretto delle rubinetterie e del valvolame del Lago d'Orta con Malpensa e la Lombardia. Sono questi temi che debbono essere ripresi con determinazione e serietà e che abbiamo, come Provincia di Novara, cercato di sottolineare fin dal nostro insediamento, nel luglio scorso. L'azione delle Camere di Commercio, come espressione dei soggetti economici, è importante e in molti casi fondamentale, ma occorrono una visione e un'azione politica che rimettano al centro le strategie di sviluppo. In tutta Europa la crescita degli aeroporti si gestisce e si determina se vi è condivisione e partecipazione da parte di tutti i soggetti interessati. Davvero tutti e con pari dignità. La Provincia di Novara è pienamente consapevole di essere un territorio di cerniera tra le due Regioni ed è fortemente interessata a mantenere e sviluppare le relazioni storiche che la legano alla Lombardia sul piano economico, culturale e sociale. Non solo Malpensa, quindi, ma anche la nuova fiera, il ruolo dell'intermodalità e della logistica, l'integrazione del sistema ferroviario, la ricerca e l'innovazione sono i punti sui quali costruire una nuova collaborazione che dia opportunità di sviluppo per le nostre aree riconfermandone il ruolo trainante per l'intera economia nazionale.


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Cavoli...... e vai!!!!!!!!!!!!!!!
MXP HUB per astronavi classe enterprise
"Star trek space fleet HUB"
della serie :
"sognare è gratis"
[:308][:308][:308]
 
Citazione:Messaggio inserito da skyrobbie

@Roger

ma hai saputo che gli UFO vogliono fare scalo intermedio a MXP per arrivare poi a destinazione finale all'Area 51? [:301]

Ma quale intermedio, saro' a pochi passi dall'area 51 l'11/1 con partenza da MXP (se bianchi non spostera' la flotta AZ al prato).

AZ 606, CO1468, AZ3419(DL) ed AZ7619 (praticamente tutta la Sky Team per gli USA):D
 
Mi sembrano tutti interventi tendenti al vacuo e vuoto spinto...
Mi piace che si citino infrastrutture in costruzione da anni come proposte innovative e poi si tirino fuori collegamenti come quello Fiera-Malpensa che non sono previsti su manco un libro dei sogni...
 
Citazione:Messaggio inserito da kernel

Mi sembrano tutti interventi tendenti al vacuo e vuoto spinto...
Mi piace che si citino infrastrutture in costruzione da anni come proposte innovative e poi si tirino fuori collegamenti come quello Fiera-Malpensa che non sono previsti su manco un libro dei sogni...

Guarda che se per caso MXP nel 3006 dovesse essere collegata con ogni pups di paesello il refrein non cambiera'.

Quando imposero la 3 corsia sulla Autolaghi sino allo svincolo di Busto ad opera fatta se ne venirono fuori che poi occorreva prolungarla anche oltre dato che se si bloccava una auto tra Busto e Gallarate la coda avrebbe compromesso l'HUB! [:308]