In una lunga chiacchierata col presidente Burlando (pubblicata sul numero di febbraio di Liguria Business Journal) non potevano mancare anche alcuni pensieri del governatore ligure sul Cristoforo Colombo.
- A maggio 2007 avevate parlato di trattative in corso tra i vertici dell'aeroporto e alcune compagnie aeree per far venire a Genova una grande low cost. Questo discorso è ancora valido? State procedendo per tentativi?
Burlando: La Regione non è mai intervenuta con finanziamenti di promozione e sviluppo sull'aeroporto. Quest'anno facciamo una piccola parte: 290 mila euro. Ma siamo pronti, se la Camera di Commercio volesse fare degli investimenti, a fare qualcosa di più. L'importante è che non servano per il lancio di due start-up che dopo qualche mese se ne vanno ma che ci sia una programmazione per ricollegare Genova con altre realtà significative. Qualche passo avanti in questo senso c'è stato. Il Colombo negli anni passati è rimasto fuori dalla dinamica aeroportuale italiana; nel 2007 ha avuto un discreto incremento, anche se inferiore alla media italiana. Un colpo significativo lo ha ricevuto dal crollo di Malpensa: se fossimo riusciti a fare una corsia su Malpensa, cioè a ridurre Linate a poca cosa, il bacino del Colombo sarebbe stato significativo.
Alcune cose si stanno muovendo, come i voli su Madrid. Alcune compagnie ragionano anche in un'ottica Malpensa. In poche parole è il cosiddetto feederaggio: si va in certi scali per alimentare contratti con altre realtà e per convogliarli sui loro vettori in operazioni di lungo raggio, che sono operazioni ad altissima redditività. O altissima perdita naturalmente, dipende come vanno.
- Quindi i 290 mila euro non serviranno per attirare le compagnie, ma per incrementare i servizi?
Servono per il marketing territoriale, per il turismo in primis. Il numero di passeggeri è quello che è; il traffico aeroportuale è molto competitivo tra scalo e scalo: si è messa in moto una gara per spostare il flusso di traffico a favore del proprio territorio, con un certo vantaggio per l'economia e il turismo. In alcuni casi sono stati usati fondi di Obiettivo 1 che consentono anche di fare investimenti non infrastrutturali; in altri casi, vedi il Piemonte, fondi di Obiettivo 2. Se c'è una volontà condivisa dall'aeroporto, dal porto che ne è azionista, dagli enti locali, dalle Camere di Commercio, se tutto è inquadrato in un'ottica di rilancio, noi siamo pronti a metterci un po' di soldi.
- L'aeroporto di Genova è in mano all'Autorità Portuale. Cosa pensa di questa situazione?
Quando ero al ministero dei trasporti facemmo l'operazione Enac, con il superamento della divisione tra Civilair e Registro dell'Aviazione Italiano: eravamo l'unico Paese al mondo con questa anomalia, abbiamo iniziato a introdurre il sistema delle concessioni lunghe. Bassolino fece un'operazione intelligente affidando la gestione dell'aeroporto di Napoli alla Baa, la British Airport Authority, un grande gestore inglese che non ha nulla a che fare con British Airways. Per ottenere quel risultato sono state necessarie concessioni lunghe. Andai allora a Londra e incontrai il capo della Baa. Allungammo le concessioni e definimmo nel demanio aeronautico questa nuova procedura e mi portai un elenco degli scali in cui si poteva fare questa procedura. Mi accorsi che Genova non c'era e scoprimmo che Genova era demanio marittimo perché circondato dall'acqua (sic!). Credo che questa faccenda non sia ancora chiusa o si stia concludendo. Conclusa questa procedura l'azionista deciderà se rimanere tale o no.
- Quanto conta questa vicenda per lo sviluppo del Colombo?
Lo scambio di quote tra Camera di Commercio e Aeroporto non è una cosa per cui perderei il sonno. Sul tema dell'azionariato, sentiremo il nuovo presidente del porto Luigi Merlo. Io avevo fatto un piano di sviluppo degli aeroporti sardi: Olbia, Alghero e Cagliari. E ho conosciuto questo gruppo che gestisce sia compagnie aeree sia aeroporti: mi sono sembrati molto bravi. Se decidessimo di far misurare qualche soggetto nazionale e internazionale sul Colombo potrebbe essere una cosa interessante. Lo deve decidere l'azionista, che è il porto, anche se è vero che nel consiglio aeroportuale (?) ci siamo tutti.
- A maggio 2007 avevate parlato di trattative in corso tra i vertici dell'aeroporto e alcune compagnie aeree per far venire a Genova una grande low cost. Questo discorso è ancora valido? State procedendo per tentativi?
Burlando: La Regione non è mai intervenuta con finanziamenti di promozione e sviluppo sull'aeroporto. Quest'anno facciamo una piccola parte: 290 mila euro. Ma siamo pronti, se la Camera di Commercio volesse fare degli investimenti, a fare qualcosa di più. L'importante è che non servano per il lancio di due start-up che dopo qualche mese se ne vanno ma che ci sia una programmazione per ricollegare Genova con altre realtà significative. Qualche passo avanti in questo senso c'è stato. Il Colombo negli anni passati è rimasto fuori dalla dinamica aeroportuale italiana; nel 2007 ha avuto un discreto incremento, anche se inferiore alla media italiana. Un colpo significativo lo ha ricevuto dal crollo di Malpensa: se fossimo riusciti a fare una corsia su Malpensa, cioè a ridurre Linate a poca cosa, il bacino del Colombo sarebbe stato significativo.
Alcune cose si stanno muovendo, come i voli su Madrid. Alcune compagnie ragionano anche in un'ottica Malpensa. In poche parole è il cosiddetto feederaggio: si va in certi scali per alimentare contratti con altre realtà e per convogliarli sui loro vettori in operazioni di lungo raggio, che sono operazioni ad altissima redditività. O altissima perdita naturalmente, dipende come vanno.
- Quindi i 290 mila euro non serviranno per attirare le compagnie, ma per incrementare i servizi?
Servono per il marketing territoriale, per il turismo in primis. Il numero di passeggeri è quello che è; il traffico aeroportuale è molto competitivo tra scalo e scalo: si è messa in moto una gara per spostare il flusso di traffico a favore del proprio territorio, con un certo vantaggio per l'economia e il turismo. In alcuni casi sono stati usati fondi di Obiettivo 1 che consentono anche di fare investimenti non infrastrutturali; in altri casi, vedi il Piemonte, fondi di Obiettivo 2. Se c'è una volontà condivisa dall'aeroporto, dal porto che ne è azionista, dagli enti locali, dalle Camere di Commercio, se tutto è inquadrato in un'ottica di rilancio, noi siamo pronti a metterci un po' di soldi.
- L'aeroporto di Genova è in mano all'Autorità Portuale. Cosa pensa di questa situazione?
Quando ero al ministero dei trasporti facemmo l'operazione Enac, con il superamento della divisione tra Civilair e Registro dell'Aviazione Italiano: eravamo l'unico Paese al mondo con questa anomalia, abbiamo iniziato a introdurre il sistema delle concessioni lunghe. Bassolino fece un'operazione intelligente affidando la gestione dell'aeroporto di Napoli alla Baa, la British Airport Authority, un grande gestore inglese che non ha nulla a che fare con British Airways. Per ottenere quel risultato sono state necessarie concessioni lunghe. Andai allora a Londra e incontrai il capo della Baa. Allungammo le concessioni e definimmo nel demanio aeronautico questa nuova procedura e mi portai un elenco degli scali in cui si poteva fare questa procedura. Mi accorsi che Genova non c'era e scoprimmo che Genova era demanio marittimo perché circondato dall'acqua (sic!). Credo che questa faccenda non sia ancora chiusa o si stia concludendo. Conclusa questa procedura l'azionista deciderà se rimanere tale o no.
- Quanto conta questa vicenda per lo sviluppo del Colombo?
Lo scambio di quote tra Camera di Commercio e Aeroporto non è una cosa per cui perderei il sonno. Sul tema dell'azionariato, sentiremo il nuovo presidente del porto Luigi Merlo. Io avevo fatto un piano di sviluppo degli aeroporti sardi: Olbia, Alghero e Cagliari. E ho conosciuto questo gruppo che gestisce sia compagnie aeree sia aeroporti: mi sono sembrati molto bravi. Se decidessimo di far misurare qualche soggetto nazionale e internazionale sul Colombo potrebbe essere una cosa interessante. Lo deve decidere l'azionista, che è il porto, anche se è vero che nel consiglio aeroportuale (?) ci siamo tutti.