Sicuramente questo è un esempio di nodi che vengono al pettine. Non credo, invece, che ci sia la "certezza matematica che non sappiano cosa fare".
Il 737 tornerà a volare: i dubbi sono pochi. Il motivo principale per il quale tornerà a volare è l'oligopolio. I primi slot di consegna disponibili per il 320 sono a fine 2024, quindi le linee aeree che hanno ordinato il 737 non hanno altra scelta che aspettare il 737. E Boeing ha tutto il tempo per trovare una soluzione: dovessi scommettere direi che il problema principale, dopo le opportune modifiche all'MCAS, sarà l'imposizione di un
type rating specifico per il MAX, con tutte le conseguenze in termini di costi e tempi per le linee aeree. Boeing sta sicuramente cercando di evitarlo, vedremo con quanto successo.
Credo anche che l'errore finale costato il lavoro a Muilenberg sia l'aver voluto sempre rispondere alla domanda pressante di tutta l'industria: ha sempre dato una stima (poi sempre rivelatasi errata) pur non avendo assolutamente i mezzi per valutare i tempi necessari al ritorno in volo del MAX. Il fatto di aver ceduto così alla pressione esterna gli è costato la credibilità sui mercati finanziari. Gli azionisti non hanno paura di Airbus, della FAA, di Southwest o di Ryanair: hanno paura del primo analista di Goldman Sachs o di qualche altra banca d'investimento che emetterà un
sell rating per Boeing.
Forse, ma sarebbe una mossa stupida. Eliminare - durante una crisi - le persone con maggior padronanza e dimestichezza del progetto è da scemi.
Boeing adesso ha due sole priorità:
- far ricertificare il MAX il prima possibile.
- evitare che i mercati finanziari perdano la pazienza.
Tutto quanto non è funzionale al raggiungimento di questi obiettivi non sarà fatto. Per i licenziamenti simbolico-punitivi ci sarà (forse) tempo dopo, e saranno verosimilmente sotto forma di dimissioni incoraggiate con generose liquidazioni (perché ormai è fatto acquisito che i progettisti avessero sollevato molte obiezioni e fossero stati messi a tacere da dirigenti).