Birgi, ecco i conti dell'Airgest. Calo dei passeggeri e perdite per 4,6 milioni


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Londra.
Aeroporto. Ecco i conti dell'Airgest. Calo dei passeggeri e perdite per 4,6 milioni

In vista della vendita delle quote Airgest come sono messi i conti della società che gestisce l’aeroporto di Trapani Birgi? Dopo tanto tempo viene reso pubblico il bilancio, che nel 2014 si è chiuso in perdita.

La Regione Siciliana ha deciso, ma non c’era altra scelta, di vendere le quote dell’Airgest, la società che gestisce l’aeroporto Trapani-Birgi. Airgest infatti rientra nel novero delle aziende di cui la Regione porrà in vendita le partecipazioni azionarie. La Regione Siciliana aveva rilevato la le quote della società con la messa in liquidazione della Provincia di Trapani. Nel caso di Airgest, di cui attualmente la Regione detiene il 59,68% delle quote, si opererà attraverso l'individuazione di un Advisor mediante procedura a evidenza pubblica per la determinazione del valore delle azioni, il cda dovrà dare notizia entro 15 giorni di quella valutazione agli altri soci che possono esercitare il diritto di prelazione entro 20 giorni, se nessuno dei soci è interessato all'acquisto verranno vendute le quote con una procedura a evidenza pubblica (in quel caso serviranno quattro mesi per il bando di gare e altri due mesi per l'aggiudicazione).

L’Aeroporto di Birgi deve la sua fortuna a Ryanair, la compagnia lowcost che da anni opera al Vincenzo Florio e con cui adesso i nuovi soci dovranno trattare per il rinnovo del contratto che scade tra un anno. Nel frattempo sono stati fatti progressi, in termini di trasparenza, all’Airgest, perchè sul sito internet sono state pubblicate tutte le informazioni riguardanti i bandi, le consulenze, gli incarichi, il personale, i bilanci.

Diamo, allora, un’occhiata al bilancio 2014.

I SOCI
Sono 18 i soci dell’Airgest. I due soci più grandi sono la Regione Siciliana, che detiene il 59,68% delle quote, per un valore di 6.764.613 euro, e Società Infrastrutture sicilia srl, che con il 32,58% ha quote per un valore di 3.693.081 euro. Il valore complessivo delle quote Airgest, e quindi il capitale sociale, è di 11.334.618,24 euro.

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BILANCIO IN PERDITA


Il bilancio 2014 registra una perdita d’esercizio pari a € 4.649.435,83, “con una contrazione complessiva della redditività aziendale che i principali indicatori di performaces evidenziano in via pressoché proporzionale alla riduzione del traffico registrata“.Il risultato d’esercizio si presenta distante dunque significativamente dal risultato economico conseguito nell’anno precedente. Questo per due motivi, in sostanza. Il primo è la diminuzione del traffico dei passeggeri. Secondo, nel 2013 l’Airgest ha usufruito di 4.630.618 euro come ristoro dei danni economici subiti nel 2011 e 2012 a causa delle operazioni militari in Libia.

TRAFFICO

Nel corso dell’anno 2014, sono transitati presso l’Aeroporto V. Florio 1.598.571 passeggeri, in contrazione dunque del -14,90% rispetto al 2013, in controtendenza rispetto a quanto registrato dal macro aggregato degli scali italiani nel corso dell’anno (+4,5%).
La contrazione di movimenti (-20% di voli) e di passeggeri, rispetto all’anno precedente, ha comportanto una riduzione dei ricavi del 18%. Il cda Airgest però, nel redigere il bilancio, ha evidenziato “imponenti sforzi mirati all’efficientamento e razionalizzazione dei costi operativi nonostante la forte rigidità della loro struttura complessiva, che hanno consentito alla Società di gestione di mantenersi tra le più virtuose del segmento nel rapporto costi/pax, nonostante non sia stato possibile conseguire quell’ equilibrio economico-finanziario necessario a garantire il ritorno dei capitali investiti”.

In basso una tabella sullo storico annuale dei passeggeri all’aeroporto di Trapani Birgi, nel corso degli ultimi 16 anni.

aeroporto%202.jpg

RICAVI

In generale nel corso del 2014 si è assistito ad una riduzione dei ricavi della società pari al 17,9% rispetto all’esercizio precedente. Se nel 2013 si avevano dei ricavi pari a circa 12 milioni di euro, nel 2014 i ricavi sono stati di circa 10 milioni di euro, tra Aviation e No Aviation.
La tabella in basso è utile per esplicitare il dettagio dei ricavi.

aeroporto%203.jpg

Un dato su tutti, per esempio, è quello sui parcheggi. Anche i ricavi sui parcheggi antistanti l’aerostazione sono diminuiti considerevolmente. Si è passati da un introito di 1,14 Mln nel 2013 Vs 0,80 Mln nel 2014. E in termini di redditività procapite da 0,61€/pax 2013 a 0,50€/pax del 2014. “Al fine di porre rimedio a questa drastica riduzione della redditività di dette aree, riconducibile non solo alla riduzione del traffico ma anche ad una variazione delle abitudini del passeggero, si stanno avviando una serie di attività mirate all’integrazione del prodotto “soste aeroportuali” all’interno di portali on line specializzati nella vendita di soste”.

COSTI


I costi della produzione complessivamente sostenuti dal gestore nel corso dell’esercizio appena concluso ammontano a oltre 16 milioni di euro, in contrazione del 2,09 % rispetto all’anno 2013. Le principali voci sono quelle dei costi per servizi, (oltre 4 milioni e mezzo di euro), costi per il personale (quasi 4 milioni ) e ammortamenti (quasi 7 milioni e mezzo).

Ecco in dettaglio la tabella.
aeroporto%204.jpg

PERSONALE

Sono 87 i lavoratori dell’Airgest, sotto diverse forme di contratto il costo per il personale è passato da 3.993.992 euro del 2013 a 3.986.555 euro, quindi -0,19% e rappresentano 23,95% del totale costi di produzione. In questa tabella in basso lo schema dei dipendenti divisi per area.

aeroporto%205.jpg

http://www.tp24.it/2015/12/14/inchi...dei-passeggeri-e-perdite-per-46-milioni/96451
 
ma come, non era una favola meravigliosa quella dell'Airgest ? mi piacerebbe sapere quanto incide sul debito la somma che regalano a Ryanair.
 
Comunque una perdita di €4.6 milioni a fronte di un traffico pari a soli 1.5 milioni di pax mi sembra un'enormita'.
A dimostrazione di come la gestione di Birgi sia una voragine.
 
Comunque una perdita di €4.6 milioni a fronte di un traffico pari a soli 1.5 milioni di pax mi sembra un'enormita'.
A dimostrazione di come la gestione di Birgi sia una voragine.

A me al contrario leggere il bilancio ha confermato che quello di TPS è un ottimo affare.

Investimenti promozionali Pax Investimento ad imbarco
2009 € 2,496,602 1,069,528 € 4.67
2010 € 5,876,247 1,682,991 € 6.98
2011 € 5,916,667 1,470,508 € 8.05
2012 € 6,113,889 1,578,753 € 7.75
2013 € 6,311,111 1,878,557 € 6.72
2014 € 4,337,003 1,598,571 € 5.43

Toccherebbe al governo centrale (sia a Roma che a Palermo) capire come bastano 4 copechi (e.g. 6,3 mln di Euro del 2013) per fare movimentare ad un aeroporto con TPS quasi 2 mln di pax (1,9 mln nel 2013) ed agire di conseguenza.

Tra l'altro, come notato nella tabella qua sopra, ad imbarco parliamo di €6.72 (nel 2013) tanto quanto pesava l'addizionale (prima delle recentissima ulteriore mazzata).

Basterebbe rimodulare l'addizionale per toglierla ad aeroporti come TPS per renderli enormemente più appetibili ai vettori.
 
Toccherebbe al governo centrale (sia a Roma che a Palermo) capire come bastano 4 copechi (e.g. 6,3 mln di Euro del 2013) per fare movimentare ad un aeroporto con TPS quasi 2 mln di pax (1,9 mln nel 2013) ed agire di conseguenza.
Il governo centrale si e' giustamente stancato di continuare a buttare i soldi nella voragine Airgest.
A Trapani dovrebbero fare come in Sardegna, i soldi andassero a chiederli agli stakeholders del settore turistico invece di continuare a chiederli a Roma e Palermo.
Se ritenessero opportuno investirci visti gli enormi ritorni a cui spesso alludi vedrai che i quattro copechi saranno reperiti facilmente.
 
Oppure puoi sempre scrivere a Crocetta...

:D

Il Sig. Crocetta voleva introdurre una ulteriore addizionale sulla addizionale ...

Crocetta e gli ‘ascari’ del PD mettono le ali: pronta una tassa per fare scappare le compagnie aeree
Giulio Ambrosetti
Quest’anno la Sicilia ha fatto registrare presenze turistiche da record. Cosa questa che preoccupa gli ‘ascari’ del governo regionale che, avendo distrutto tutto quello che c’era da distruggere sulla terraferma, ‘lottando’, contemporaneamente ed ‘eroicamente’ in favore delle trivelle in mare, non si aspettavano che i turisti scegliessero lo stesso la Sicilia. Da qui la tassa ascara con le ali…

Ha distrutto tutto quello che c’era da distruggere sulla terraferma. E sta provando a far distruggere il mare dalle trivelle. Ma, a parte il tentativo, non riuscito, di far chiudere l’aeroporto di Comiso, il governo regionale di Rosario Crocetta, fino ad oggi, aveva fatto poco per andare a creare ‘casini’ anche in cielo, magari alle compagnie aeree. Ma adesso, con la manovra finanziaria farlocca messa a punto dall’assessore-ragioniere-renziano, Alessandro Baccei, il governo regionale proverà a far scappare le compagnie aeree che operano in Sicilia. Per compensare i soldi della Regione che Crocetta e Baccei hanno consegnato al governo Renzi, ecco la nuova trovata: una tassa per penalizzare le compagnie aeree che non sono ancora scappate dalla nostra Isola. Obiettivo: farle scappare definitivamente, per fare in modo che i turisti, che quest’anno hanno preferito la Sicilia ad altre Regioni italiane, non si facciano più vedere dalle nostre parti.

Se si è ‘ascari’ – cioè siciliani disposti a svendere la propria terra – lo si deve essere fino in fondo. E l’attuale governo regionale di centrosinistra, che ha fatto dell’ascarismo la propria bandiera, ha deciso di volgere lo sguardo verso i turisti, naturalmente per non farli venire in Sicilia. Come? Già in molti Comuni siciliani è in vigore la tassa di soggiorno. Soldi che, in buona parte, non servono per migliorare l’offerta turistica, ma per pagare la spesa corrente: gli stipendi dei dipendenti e dei precari in primo luogo, visto che Stato e Regione hanno tagliato i fondi ai Comuni. Però, a quanto pare, anche con la tassa di soggiorno – che i Comuni dove è in vigore si apprestano ad aumentare, sempre per rendere la vita difficile ai turisti – i turisti continuano a venire in Sicilia, non soltanto in estate, ma anche in primavera e in autunno.

Quest’anno, poi, complice gli attentati in Tunisia, molti turisti che avevano già prenotato per il mare tunisino, hanno optato per la Sicilia. Cosa, questa, che ha preoccupato i governati ‘ascari’ della nostra Regione. Ma come, si sono detti: abbiamo massacrato l’agricoltura, fatto scomparire l’industria, bastonato gli artigiani, tassato i commercianti, stiamo provando a fare chiudere i GAL e portato al fallimento i Comuni e le Province e i turisti che fanno? Ci rovinano il lavoro? Giammai!

Così ecco pronta la tassa per le società aeroportuali che operano in Sicilia: la SAC di Catania (che gestisce anche lo scalo di Comiso), la GESAP di Palermo el’AIRGEST di Trapani. La Regione siciliana, con questa nuova tassa inserita nella manovra economica farlocca 2016, conta di realizzare due obiettivi. Primo: fare ‘cassa’. Secondo: fare scappare le compagnie aeree. Le società che gestiscono gli aeroporti siciliani, ovviamente, ‘gireranno’ la tassa alle compagnie aeree. Che troveranno sempre meno conveniente operare in Sicilia.

La nuova trovata ‘ascara’ del governo regionale fa a pugni con il lavoro svolto a Roma dai parlamentari nazionali del Nuovo Centrodestra Democratico. Questi ultimi hanno presentato e fatto approvare un emendamento “per garantire, anche ai siciliani, la continuità territoriale, con delle tariffe agevolate per gli spostamenti aerei – sottolinea nella propria pagina facebook il parlamentare nazionale della Camera dei deputati, Dore Misuraca -. La norma stabilisce che vengano destinati alla Regione Sicilia 20 milioni per l’anno 2016, assicurando così la continuità del diritto alla mobilità anche ai passeggeri non residenti”.

“Siamo molto compiaciuti che il provvedimento sia stato approvato – scrive sempre Misuraca – proprio perché, negli ultimi anni, si è assistito ad un incremento vertiginoso delle tariffe aeree, che ha, sovente, reso gli spostamenti da e per l’Isola irrealizzabili. Siamo certi che
questa misura gioverebbe, anche, agli scambi economici e sociali”.

L’emendamento approvato a Roma ha messo in allarme gli ‘ascari’ dell’attuale governo regionale di centrosinistra, che dal 2008 ad oggi – cioè da quando lo stesso centrosinistra governa la Regione – hanno fatto di tutto per rendere gli spostamenti da e per l’Isola irrealizzabili. Da qui la proposta, inserita di corsa nella manovra regionale, per vanificare le tariffe agevolate introdotte dagli alfaniani a Roma (che forse in Sicilia non hanno ancora capito di esere entrati a far parte di un governo di ‘ascari’), colpendo direttamente le compagnie aeree
da http://www.sudpress.it/finanziaria-...e-degli-aerei-previsti-aumenti-dei-biglietti/.


Finanziaria: approvata tassa sulle emissioni sonore degli aerei, previsti aumenti dei biglietti
22/12/2015 REDAZIONE
La giunta regionale ha “approvato all’unanimità” ieri sera la finanziaria 2016. Presidente Crocetta: “Molta attenzione è riservata ai ceti deboli”. Ma sono previsti aumenti per le tasse sui rifiuti, inquinamento acustico e acqua

“Con questo atto – ha detto il governatore Rosario Crocetta – mettiamo fine a squilibri finanziari e chiudiamo la vicenda del disavanzo di 1,4 miliardi”.

“Abbiamo fatto un gran lavoro negli ultimi giorni, molta attenzione è riservata ai ceti deboli, ci sono 200 milioni di euro per il reddito d’inclusione sociale”, ha aggiunto Crocetta. Il documento sarà trasmesso all’Assemblea regionale per l’esame del testo in commissione Bilancio.

Ma la Finanziaria introduce nuove tasse indirette. Non graveranno sui cittadini ma alla fine saranno sempre i siciliani a pagarle.

Come la tassa sulle emissioni sonore che dovrebbe risarcire la Regione per il rumore. Di fatto, servirà a far cassa e aumenterà i costi di atterraggio e partenza dagli aeroporti siciliani e dunque le tasse aeroportuali e il prezzo dei biglietti.

Crocetta è veramente ‘geniale’ nel suo continuare a trovare nuove idee per danneggiare la Sicilia… Con la tassa sulle emissioni sonore degli aerei, introdotta con la finanziaria 2016, in un colpo solo si riesce a danneggiare il turismo in Sicilia, spingere le compagnie aeree ad aumentare i biglietti e tagliare le tratte verso la nostra regione e, soprattutto, isolare ancora di più la Sicilia dal resto d’Italia e d’Europa”, lo ha denunciato l’on. Salvo Pogliese, parlamentare europeo di Forza Italia, dopo che la decisione la giunta regionale ha approvato la finanziaria 2016 che introduce una tassa sulle emissioni sonore degli aerei.

Nuove tasse anche sulle attività demaniali gestite dalla regione e sui permessi in concessione.
da http://www.sudpress.it/finanziaria-...e-degli-aerei-previsti-aumenti-dei-biglietti/


LA FINANZIARIA REGIONALE
Falcone: "La tassa sugli aerei?
Un altro errore di Crocetta
"
Mercoledì 16 Dicembre 2015 - 16:22
Articolo letto 1.685 volte
Il capogruppo di Forza Italia all'Ars (nella foto): "L'aumento della tassazione per i vettori aerei si ripercuoterebbe infatti inevitabilmente sul prezzo dei biglietti, che aumenterebbe a danno dei viaggiatori".

PALERMO - "La tassa sugli aerei paventata dalla finanziaria regionale è quanto di più dannoso l'amministrazione Crocetta potesse ordire. L'aumento della tassazione per i vettori aerei si ripercuoterebbe infatti inevitabilmente sul prezzo dei biglietti, che aumenterebbe a danno dei viaggiatori, e nel caso in cui le compagnie dovessero considerare le rotte antieconomiche, anche sull'effettuazione delle rotte stesse, che potrebbero pertanto essere cancellate". Lo dice l'onorevole Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all'Ars. "Palazzo d'Orleans vive in un altro mondo - prosegue Falcone - Rendere più costosi gli spostamenti da e per un'isola alla quale è negata la continuità territoriale è cosa a dir poco folle. La nuova tassa renderebbe anche meno appetibile la Sicilia come meta turistica, dall'Italia e dall'estero. Ancora una volta la soluzione ipotizzata è peggiore del male".
da http://livesicilia.it/2015/12/16/falcone-la-tassa-sugli-aerei-un-altro-errore-di-crocetta_696782/

Governo Crocetta pensa a tassa su biglietti aerei
Esperto: «Un peso per passeggeri meno abbienti»
SIMONE OLIVELLI 20 DICEMBRE 2015
ECONOMIA – Si chiama Iresa e fa parte della bozza di programmazione economica pensata dall'assessore Alessandro Baccei. In Italia, sono sei le regioni ad averla adottata, compreso il Lazio che in occasione di Expo si è visto fissare dal governo Renzi un tetto massimo all'imposta

Si chiama Iresa e potrebbe diventare l'ennesima, piccola tassa che ci ritroveremo a pagare ogni volta che compreremo un biglietto aereo. Ad aver pensato all'istituzione dell'«imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili» è il governo Crocetta, inserendola nella bozza di finanziaria che prossimamente verrà discussa all'Ars.

La possibilità di veder lievitare ulteriormente i prezzi dei voli - in un periodo in cui il costo del trasporto aereo da e per la Sicilia ha registrato un aumento, anche se proprio in questi giorni alla Camera si è tornato a discutere di continuità territoriale - ha suscitato diverse critiche. Sono infatti molti a ritenere la proposta dell'assessore regionale all'Economia Alessandro Baccei un modo per fare cassa. A spese dei siciliani, e più in generale della capacità dell'isola di attrarre flussi turistici.

Nel documento, che rappresenta il punto di partenza per la programmazione economica, non si parla di cifre delegando a un «regolamento» il compito di disciplinare l'imposta. Tuttavia, nonostante il clamore generato, l'Iresa non sarebbe un'invenzione del governo Crocetta. La tassa è stata ideata già 15 anni fa, quando il Parlamento la inserì nella legge 342/2000 riguardante le misure in materia fiscale. L'articolo 92 descrive i criteri con cui calcolare l'importo - all'epoca ancora in lire - che le compagnie aeree avrebbero dovuto pagare, in maniera proporzionale al peso del velivolo utilizzato.

Da allora, le regioni ad aver adottato l'imposta sono sei. Tra di esse, il Lazio dove l'Iresa è entra in vigore nel 2013. La storia della tassa sulle emissioni sonore è stata però parecchio travagliata, fino ad arrivare alla decisione da parte del governo Renzi che in vista dell'Expo decise di fissare il valore massimo del parametro a 50 centesimi. Una cifra nettamente al di sotto rispetto alle soglie previste dal governo regionale, che per questo motivo ha deciso di fare ricorso contro la presunta incostituzionalità dell'azione statale. Ricorso che però è stato rigettato dalla Corte costituzionale.

Ma al di là della cornice normativa, a far discutere è l'opportunità per la Sicilia di introdurre una nuova tassa. Tra i critici anche Andrea Giuricin, docente Finanza pubblica all'università Bicocca di Milano ed esperto del settore aereo: «La sensazione è che si tratti di una via per rimpinguare le casse della Regione - dichiara l'economista -. Pensare all'Iresa in un momento come quello attuale è improduttivo, e potrebbe creare un danno alle compagnie». I problemi ci sarebbero anche nel caso di un aumento dei biglietti apparentemente contenuto: «Anche se si trattasse soltanto di un euro a biglietto - continua Giuricin - ci troveremmo davanti a una percentuale importante, specialmente nel caso delle tariffe economy. Ciò renderebbe l'Iresa una tassa regressiva, che peserebbe di più sui meno abbienti». Ma, come detto, a risentirne sarebbero anche le compagnie: «Ogni società per cercare di abbassare anche solo dell'1 per cento i costi affronta diverse difficoltà. Aggiungere un euro al biglietto potrebbe portare le compagnie a rivedere le proprie strategie in Sicilia».
da http://meridionews.it/articolo/3913...esperto-un-peso-per-passeggeri-meno-abbienti/
 
Tra i critici anche Andrea Giuricin, docente Finanza pubblica all'università Bicocca di Milano ed esperto del settore aereo: «La sensazione è che si tratti di una via per rimpinguare le casse della Regione - dichiara l'economista -. Pensare all'Iresa in un momento come quello attuale è improduttivo, e potrebbe creare un danno alle compagnie». I problemi ci sarebbero anche nel caso di un aumento dei biglietti apparentemente contenuto: «Anche se si trattasse soltanto di un euro a biglietto - continua Giuricin - ci troveremmo davanti a una percentuale importante, specialmente nel caso delle tariffe economy. Ciò renderebbe l'Iresa una tassa regressiva, che peserebbe di più sui meno abbienti». Ma, come detto, a risentirne sarebbero anche le compagnie: «Ogni società per cercare di abbassare anche solo dell'1 per cento i costi affronta diverse difficoltà. Aggiungere un euro al biglietto potrebbe portare le compagnie a rivedere le proprie strategie in Sicilia».

Ottimo Andrea Giuricin, come al solito, però bisogna aggiungere che se aggiungere un altro paio di Euro a biglietto, come pare vorrebbe fare il Sig. Crocetta, "potrebbe portare le compagnie a rivedere le proprie strategie in Sicilia", questo rischio è certamente già materializzato (e non solo in Sicilia, ma anche in Sardegna, Calabria, Puglia e comunque per tutti gli aeroporti medio-piccoli e periferici, ovunque nel Bel Paese) dalla mazzata di 9 Euro a biglietto dell'addizionale.
 
Ottimo Andrea Giuricin, come al solito, però bisogna aggiungere che se aggiungere un altro paio di Euro a biglietto, come pare vorrebbe fare il Sig. Crocetta, "potrebbe portare le compagnie a rivedere le proprie strategie in Sicilia", questo rischio è certamente già materializzato (e non solo in Sicilia, ma anche in Sardegna, Calabria, Puglia e comunque per tutti gli aeroporti medio-piccoli e periferici, ovunque nel Bel Paese) dalla mazzata di 9 Euro a biglietto dell'addizionale.

Le compagnie scappano dalla Sicilia e altrove perché non vengono loro pagati i contributi, non per l'aumento delle addizionali.
 
Cambiano i fora, rimangono i "copechi", "lo Stato centrale" che ruba alla Sicilia, e anche Palermo ladra.

Io, come al solito, mi domando quanta gente vada a fare vacanze a Ibiza anziché Trapani per via di quei sei euri e qualcosa a cranio che risparmierebbero. Devono essere gli stessi che vanno a Manama in Bahrain invece che a Londra perché in Bahrain non esistono tasse aeroportuali, o quasi. Eh già.
 
Le compagnie scappano dalla Sicilia e altrove perché non vengono loro pagati i contributi, non per l'aumento delle addizionali.

Contributo che caso guarda, equivale più o meno all'addizionale, che caso!

Anzi, equivaleva, ora l'addizionale l'hanno portata a 9 Euro!

E ci sarà chi si meraviglierà, quando le compagnie chiederanno 2 o 3 euro di contributi in più .. :cool:
 
Io, come al solito, mi domando quanta gente vada a fare vacanze a Ibiza anziché Trapani per via di quei sei Euri e qualcosa a cranio che risparmierebbero.

In 1 singolo anno, probabilmente pochi.

In 10 o 15 anni, diventano tanti.

Ne abbiamo già discusso ad libitum.

L'addizionale è doppiamente regressiva, colpisce di più i piccoli aeroporti ed i fruitori di voli a basso costo.

Tra l'altro, non ho mai capito perché in un forum di aviazione civile, una gabella immonda che comprime il traffico aereo debba trovare tanti ammiratori.
 
Che Crocetta governi in eterno!

La compagnia aerea siciliana? :cool:

L'INTERVISTA
Crocetta: «All’Ars soltanto un incidente e basta con il gap della Sicilia con l'Italia»
di Tony Zermo
Dic 24, 2015
...
Tony Zermo: Il calo della benzina sta facendo guadagnare molto le compagnie aeree, ma se un siciliano prende un volo per Roma o per Milano senza prenotare per tempo deve pagare oltre 400 euro. E questo penalizza i siciliani, ma anche il turismo.
Rosario Crocetta: «Abbiamo bisogno di una compagnia aerea. Ce l’ha Malta, perché non possiamo tentare di averla anche noi? Avevo cercato di mettere in moto l’Ast, l’azienda siciliana trasporti, che ha un settore per il trasporto aereo, poi il fermo del commissario all’Ast ha dato uno stop. Ero intervenuto anche per salvare Wind Jet, ma l’Unione europea non solo non dà finanziamenti, ma vieta anche a noi di darli perché sarebbero “aiuti di Stato”. Quando la Germania aiuta la Volkswagen Bruxelles non dice nulla, se vogliamo salvare una compagnia aerea siciliana, fallita per colpa dell’Alitalia, allora ci bloccano. Questa situazione del trasporto aereo dobbiamo cercare di sistemarla, o parlando con l’Alitalia o cominciando a fare con l’Ast qualche volo di assaggio a prezzi competitivi in modo da entrare a poco a poco nel mercato. I siciliani non sono vacche da mungere né per l’Alitalia e né per Ryanair. I 20 milioni dati dal governo per la continuità territoriale, tenuto conto che i passeggeri dei voli in Sicilia sono 13-14 milioni, toccherebbero a ciascuno un euro e un ventino. Quei soldi al massimo servono per i collegamenti con le isole minori, che sono una Sicilia dentro un’altra Sicilia. Oltre a questo dobbiamo vigilare a che le Ferrovie facciano il loro dovere in Sicilia, invece di tagliare i treni natalizi per chi vuole venire ad abbracciare i parenti».
da http://www.lasicilia.it/articolo/crocetta-all-ars-un-incidente-e-basta-con-il-gap-della-sicilia
 
Ancora mi sfugge il motivo per il quale si debba pagare per fare andare la gente a Trapani.
Per il quale chi ci guadagna non debba scucire i quattrini.
Per il quale si debba tenere aperta una baracca che succhia soldi e non si regge in piedi.
E, in ultima istanza, per il quale al nostro esimio studioso, che non fa altro che pubblicizzare i suoi pseudo studi economici sull'incidenza a 15 anni dei copechi tappabuchi, non sia ancora stato assegnato un Nobel dell'economia o una più banale cattedra ad Harvard.
Ma sono certo che la sospensione dei voli FR sia vicina, e con essa il dovere sopportare ulteriormente certe baggianate.
 
Siamo arrivati all'esazione coatta...


AEROPORTO

Aeroporto di Birgi, "diffida" ai Comuni che non pagano

di Giacomo di Girolamo— 18 Marzo 2016

TRAPANI. La linea dura ha funzionato e diversi Comuni, a cominciare da quello di Trapani hanno disposto i pagamenti, o comunque si sono attivati per farlo, delle rispettive quote dell’accordo di co-marketing finalizzato al mantenimento dell’operatività di Ryanair all'aeroporto di Birgi. E pertanto Pino Pace, il presidente della Camera di commercio, Ente che funge da «cabina di regia» dell’intesa, è intenzionato a proseguire su questa strada.

Nella riunione del prossimo giorno 29 del «Comitato ristretto per il co-marketing», infatti, oltre ad ascoltare gli aggiornamenti che darà il presidente di Airgest Franco Giudice sui contatti con Ryanair per verificarne la volontà di proseguire anche dopo la scadenza dell'attuale intesa, la sua operatività su Birgi, sarà deciso anche il da farsi nei confronti dei Comuni inadempienti. A riguardo sono già partite le prime lettere di sollecito «bonario» per i pagamenti. In caso di mancata risposta o ulteriore inadempienza, il Comitato potrebbe, o meglio, dovrebbe decidere di adire le vie legali per ottenere la riscossione delle somme dovute.

http://trapani.gds.it/2016/03/18/aeroporto-di-birgi-diffida-ai-comuni-che-non-pagano_488887/