AZ e Marzano bis


Nonno Salt

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4 Febbraio 2007
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Dunque ho appena letto due articoli (di qualche giorno fa) in due diversi quotidiani, che sono interviste ad altrettanti "Bocconiani".

Il primo indica come unica soluzione l'applicazione della legge Marzano in caso di mancato accordo con AF. Sarebbero soddifatte entrambe le condizioni necessarie: numero di dipendenti e livello di indebitamento.

Il secondo riporta l'impossibilità ad applicare tale legge in quanto AZ è di fatto un'azienda "vuota", senza capitali, senza valore reale. Fa l'esempio di Parmalat dicendo che quella di Tanzi era un'azienda indebitata (con un buco enorme) ma sana dal punto di vista produttivo. AZ invece....
Insomma per AZ, o la compra AF o fallisce e basta.

Chi ha ragione? Perche' nel secondo caso
1. sarebbe un casino nazionale
2. abbiamo scritto una montagna di stupidaggini sul forum

La parola agli esperti del Forum
 
Citazione:Messaggio inserito da Nonno Salt
Il secondo riporta l'impossibilità ad applicare tale legge in quanto AZ è di fatto un'azienda "vuota", senza capitali, senza valore reale. Fa l'esempio di Parmalat dicendo che quella di Tanzi era un'azienda indebitata (con un buco enorme) ma sana dal punto di vista produttivo. AZ invece....
Insomma per AZ, o la compra AF o fallisce e basta.

Il secondo spero non sia quello del PD di oggi sul Corriere della Sera, per intenderci lo stesso che scrive nel medesimo articolo che Swissair dopo il fallimento è ripartita ed ora è solo un vettore regionale.... ma per piacere....
 
Citazione:Messaggio inserito da Nonno Salt

Il secondo riporta l'impossibilità ad applicare tale legge
Credo che parli di inopportunità, non di impossibilità. A questo proposito ricopio un mio vecchio post:

Citazione:Messaggio inserito da Boeing747

Rumour sul forum e sui giornali suggeriscono che tra piazza Colonna e via XX Settembre si prenda in considerazione l'ipotesi di commissariare Alitalia. Magari non se ne farà niente, ma mi sembra utile approfondire l'argomento.

Il riferimento legislativo è il d.l. 23 dicembre 2003, n. 347</u> detto "Marzano bis" (che a sua volta snellisce l'ampio d.l. 8 luglio 1999, n. 270</u>), che in sintesi:
[*]si applica ad aziende con oltre 1000 dipendenti e un debito superiore a 1 miliardo di €
[*]si prefigge di gestire lo stato di insolvenza e garantire la ristrutturazione dell'impresa, assicurando che le attività industriali non vengano interrotte, tutelando per quanto possibile i creditori e garantendo il regolare funzionamento del mercato

La procedura si articola nei seguenti passaggi:
[*]consatati i requisiti per l'ammissione dell'impresa alla procedura, il ministro delle attività produttive (oggi Bersani) nomina un commissario straordinario
[*]il commissario straordinario svolge anche le funzioni di commissario giudiziale, e provvede all'amministrazione dell'impresa, occupandosi nella prima fase dell’accertamento dello stato di insolvenza
[*]entro 60 giorni dalla nomina il commissario deposita in Tribunale la documentazione necessaria affinché si possa sentenziare lo stato di insolvenza
[*]entro 180 giorni dalla nomina il commissario presenta al ministro delle attività produttive un piano di ristrutturazione, che se non ritenuto efficace comporta la conversione della procedura di amministrazione controllata in fallimento

Il commissario straordinario ha potere di:
[*]sciogliere tutti i contratti in corso
[*]cedere beni e attività dell'azienda
[*]scegliere i propri collaboratori in piena autonomia (anche dal ministro)
[*]proporre ai creditori (suddivisi in classi a diverso trattamento) un concordato


Ad oggi le uniche aziende beneficiarie della "Marzano bis" sono state Parmalat e Volare. Una si è risollevata e l'altra no, ma due casi sono davvero pochi per poterne trarre conclusioni generali.

Applicando il discorso ad Alitalia condivido il pensiero di concorde, a cui mi permetto di aggiungere e sottolineare un avverbio: il commissariamento è l'unica strada per forse</u> risollevare la compagnia di bandiera. I miei dubbi sulla sicura efficacia di tale procedura nel caso di Alitalia sono riassunti egregiamente da un commento di lavoce.info:

Parmalat: un caso "facile"
Pur nella sua incredibile complessità tecnica, è bene tenere a mente che, dal punto di vista della soluzione, Parmalat costituisce un caso politicamente facile. L’indebitamento che è emerso è enorme, ma l’impresa ha un margine operativo positivo e si autosostiene. Nessun licenziamento è stato necessario, e anche la finanza-ponte, prontamente concessa dalle banche, non è stata utilizzata. Lo Stato ha contribuito, consentendo ai creditori agricoli e agli autotrasportatori messi in difficoltà dal crac Parmalat di accedere a un credito particolarmente agevolato.

Il piano Parmalat, dunque, si limita a staccare i rami secchi e a liberare dai vecchi debiti un’impresa che, pur fragile, può riprendere a camminare da sola. Non si è posta, in altre parole, quell’alternativa fra tutela dei lavoratori (e dei fornitori) e tutela dei creditori che costituisce uno dei più difficili nodi "politici" della crisi d’impresa, soprattutto della grande impresa. La politica ha fatto da (interessato) sparring partner, ma non ha imposto in nome di interessi "politici" (occupazione, interesse nazionale) scelte che - soprattutto per gli obbligazionisti - sarebbero state indigeribili, con danni sul piano dell’immagine internazionale dell’Italia ancor più gravi di quelli che il caso ha già prodotto.

Ben diverso sarebbe, ad esempio, se Alitalia divenisse insolvente: le regole applicabili sarebbero le stesse (anche Alitalia ha più di mille dipendenti), ma il contesto sarebbe completamente diverso. Mentre Parmalat ha bisogno (soprattutto) di una ristrutturazione finanziaria, Alitalia avrebbe bisogno di una ristrutturazione industriale, per tornare a creare valore mentre oggi lo distrugge. All’eventuale commissario straordinario si presenterebbero scelte difficili, da operare sotto le direttive di una politica alle prese con una coperta troppo corta (creditori, lavoratori, divieto di aiuti di Stato).

 
Caro 747, grazie della delucidazione, il tuo precedente messaggio mi era sfuggito. Pero' leggendolo da ignorante di queste cose, mi sembra che l'ipotesi "numero due" sia alquanto reale! Parmalat e AZ sono due casi molto diversi. Anche se commissariata (chi decide a questo punto se e' il caso o no?) mi sembra di difficile soluzione e il rischio del fallimento completo, molto molto alto.
 
Citazione:Messaggio inserito da Nonno Salt

Caro 747, grazie della delucidazione, il tuo precedente messaggio mi era sfuggito. Pero' leggendolo da ignorante di queste cose, mi sembra che l'ipotesi "numero due" sia alquanto reale! Parmalat e AZ sono due casi molto diversi. Anche se commissariata (chi decide a questo punto se e' il caso o no?) mi sembra di difficile soluzione e il rischio del fallimento completo, molto molto alto.

la prodi-bis si applica a quelle attivita' produttive che pur trovandosi a subire un tracollo finanziario hanno in essere un esercizio economico positivo e tendenzialmente sopportabile , ora l'alitalia si trova nella condizione opposta ha si un tracollo finanziario ma l'indebiatmento sembra essere paradossalmente il male minore il problema principale e' che proprio la sua sopravvivenza allo stato attuale il fattore di aumento del debito e non e' nemmeno immaginabile la riduzione del personale inquanto lo scopo della prodi-bis non e' la salvaguardia dell'azienda come nell'amministazione controllata ma la salvaguardia delle posizioni occupazionali . quindi non si puo' applicare la prodi-bis.
 
Citazione:Messaggio inserito da lima1
la prodi-bis si applica a quelle attivita' produttive che pur trovandosi a subire un tracollo finanziario hanno in essere un esercizio economico positivo e tendenzialmente sopportabile
...
quindi non si puo' applicare la prodi-bis.
Non condvido, per AZ è scritto sopra: "Alitalia avrebbe bisogno di una ristrutturazione industriale, per tornare a creare valore mentre oggi lo distrugge. All’eventuale commissario straordinario si presenterebbero scelte difficili". Difficili ma non impossibili.
 
E' importante precisare le differenze tra la "Prodi bis" e la "Marzano bis", che si applicherebbe ad Alitalia.

La prima si configura come una "liquidazione controllata" dal commissario giudiziale, mirante alla mera dismissione dell'attività. La seconda è integrativa e correttiva della prima; rispetto a quella ha precondizioni di applicazione più restrittive, ma dà al commissario straordinario ampi poteri di ristrutturazione consentendo il mantenimento dell'impresa sul mercato. Inoltre è ritenuta dagli esperti una procedura snella e lineare, insomma non fa perdere tempo.
 
Citazione:Messaggio inserito da Boeing747

E' importante precisare le differenze tra la "Prodi bis" e la "Marzano bis", che si applicherebbe ad Alitalia.

La prima si configura come una "liquidazione controllata" dal commissario giudiziale, mirante alla mera dismissione dell'attività. La seconda è integrativa e correttiva della prima; rispetto a quella ha precondizioni di applicazione più restrittive, ma dà al commissario straordinario ampi poteri di ristrutturazione consentendo il mantenimento dell'impresa sul mercato. Inoltre è ritenuta dagli esperti una procedura snella e lineare, insomma non fa perdere tempo.

Ok. Ma alla fine dei conti, la Marzamo bis
1. e' o no applicabile al caso AZ?
2. chi decide?
3. quante probabilità di successo avrebbe?
4. quanto costerebbe ai contribuenti?
5. una volta risanata, AZ rimarrebbe con l'attuale quadro proprietario e si ricomincerebbe tutto daccapo??

Quell' "inopportuna" mi comincia a sapere di "proviamoci con la Marzano-bis, tanto spendiamo soldi dei contribuenti e se va male chiudiamo tutto"....
 
Citazione:Messaggio inserito da Nonno Salt

Ok. Ma alla fine dei conti, la Marzamo bis
1. e' o no applicabile al caso AZ?
2. chi decide?
3. quante probabilità di successo avrebbe?
4. quanto costerebbe ai contribuenti?
5. una volta risanata, AZ rimarrebbe con l'attuale quadro proprietario e si ricomincerebbe tutto daccapo??
1) sì
2) il ministro delle Attività Produttive, una volta certificato lo stato di insolvenza
3) boh, sta tutto nella frase quotata da FlyIce
4) qualche centinaio di milioni in caso di insuccesso, zero o un guadagno viceversa
5) no, il pacchetto di controllo verrebbe sicuramente venduto a un privato a opera del commissario straordinario