Articolo su Fiumicino, espansione e speculazioni


r_howie

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2 Maggio 2007
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Mi sembra che questo articolo non sia stato ancora postato. Qualora sia considerato offtopic, mi scuso in anticipo con la moderazione e prego di rimuoverlo.

Fiumicino, 10 miliardi con danno ambientale

Tre nuove piste per il Leonardo da Vinci, un’opera più costosa del Ponte di Messina, al centro la famiglia Benetton. Ma nessuno ne parla

TERRA. ARIA. ACQUA. Manca il fuoco, per completare i quattro elementi. Ma ci sono i soldi. Tanti, tantissimi, forse come non se ne sono mai visti prima. Anche oltre i 6,3 miliardi stanziati per il "Ponte di Messina". No, quelli non bastano per raddoppiare l’Aeroporto di Fiumicino. Ce ne vorranno almeno 10. Eppure nessuno ne parla. Silenzio. Dagli imprenditori coinvolti, agli organi di Stato, fino a gran parte della politica. Zitti tutti. Gli unici pronti ad alzare la voce sono uno sparuto gruppo di cittadini di Maccarese e Fregene, frazioni di Fiumicino, alle porte di Roma. Sono loro a gridare "aiuto, vogliono cementificare le nostre vite". Quindi ecco la terra: per realizzare l’opera sono necessari 1.300 ettari; aria: la motivazione data da Aeroporti di Roma è che il traffico aereo sulla Capitale raggiungerà, da qui al 2044, i 100 milioni di passeggeri, rispetto agli attuali 36. Acqua: la zona prescelta è a un chilometro, in linea d’aria, dal litorale, zona bonificata negli anni ’20 da contadini veneti e ora dedita ad agricoltura.

LA "MACCARESE SPA" E GLI IMPRENDITORI DI TREVISO. Agricoltura specializzata. In mano, per oltre il 98 per cento,alla "Maccarese spa", società nata negli anni ’30, di proprietà prima della "Banca Commerciale" e poi del gruppo "Iri", ma nel 1998 acquistata dalla famiglia Benetton per circa 93 miliardi "con l’impegno di mantenere la destinazione agricola e l’unitarietà del fondo", come recita l’accordo. Già, a meno di un esproprio. "Se l’Enac (il braccio operativo del ministero dei Trasporti, ndr) dovesse decidere che quella zona è necessaria per realizzare un’opera fondamentale per la collettività, allora verrebbero avviate le pratiche per ottenere le terre", spiega una fonte di AdR. Tecnicismi, che nascondono ben altro. Proviamo l’equazione: la “Maccarese spa” è di Benetton. Gemina possiede il 95 per cento di Adr. Gemina è di Benetton. Cai, quindi la nuova Alitalia, sta concentrando sulla Capitale quasi tutto il suo traffico aereo nazionale e internazionale. I Benetton, dopo Air France, il gruppo Riva e Banca Intesa, sono i quarti azionisti di Cai con l’8 e 85 per cento. Insomma gli "united colors" rivenderebbero allo Stato, quello che dallo Stato hanno acquistato, per poi ottenere i finanziamenti utili a realizzare un qualcosa da loro gestito e sul quale lavoreranno direttamente quanto indirettamente. "Questione di lobby, di business sulla testa delle persone – spiega Enzo Foschi, consigliere regionale del Lazio per il Pd – perché vede, non c’è alcuna necessità di raddoppiare, nessuna. Basterebbe organizzare meglio l’aeroporto e nell’attuale regime. Anche così il 'Leonardo da Vinci' sarebbe in grado di sopportare il raddoppio di passeggeri". Invece “si uccideranno le prospettive di un territorio – continua Foschi – vocato all’agricoltura, al turismo e all’archeologia, per le necessità di pochi, di pochissimi. È una vergogna".

Una vergogna "silenziosa". Come detto, il Fatto ha più volte contattato gran parte della politica laziale per avere delle risposte. Dai big, come il neopresidente Renata Polverini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il presidente della Provincia Nicola Zingaretti, fino a consiglieri e assessori. Niente da fare. O al massimo un "sì, leggiamo e vedremo se intervenire. Grazie". "Sono mesi che poniamo interrogativi, sempre inevasi – spiega Marco Mattuzzo del ‘Comitato fuoripista’ –. Siamo choccati da tanto silenzio, ci sentiamo soli e inermi. Abbiamo interpellato tutti, compreso l’Enac per capire. Risultato? Non volevano darci neanche le informazioni di cui abbiamo diritto". Almeno per capire dove e quando.

Tutto nasce nell’ottobre del 2009. Conferenza stampa convocata da AdR. Toni pacati, sorrisi grandi. Pacche sulle spalle e l’atteggiamento di chi dice: siamo alla svolta, chi non lo capisce è fuori dal mercato. È fuori tempo. L’occasione è presentare a governo ed Enac il piano di sviluppo. Il presidente di AdR, Fabrizio Palenzona, spiega: "Sono previsti investimenti per 3,6 miliardi di euro fino al 2020, nell’ottica di un progetto che punta a una capacità di 55 milioni di passeggeri nel 2020 e di 100 milioni nel 2040". Attenzione alle cifre: i 3,6miliardi sono solo per arrivare ai 55 milioni; per toccare quota 100 c’è chi osa sparare quel numero iperbolico: 10 miliardi("Basta moltiplicare il costo per il numero di passeggeri" ci spiega la nostra fonte in Adr). E per questo è necessario "un grande patto tra investitori e istituzioni – continua Palenzona – attraverso un quadro certo di regole e tariffe per consentire un così ingente piano di investimenti privati: un piano che ha il sostegno di imprenditori che rischiano, mettono soldi nel mercato, ma hanno bisogno di certezze".

"Tariffe", la parola magica. Come conferma Gilberto Benetton: "Il tutto è vincolato nella prima fase all’ottenimento di un aggiornamento delle tariffe, nella seconda fase a una nuova convenzione che preveda anche un ritorno sugli investimenti futuri". Dichiarazione rilasciata sempre a ottobre, poco prima di un incontro ufficiale a Villa Madama, Roma. Presente anche il responsabile divisione corporate e investment banking di Intesa Sanpaolo, Gaetano Miccichè. Guarda caso "Intesa" è il terzo socio di maggioranza in Cai.

LA PREOCCUPAZIONE DELLE BANCHE E LE CONDIZIONI. I soldi ci sono. Eccoli. Loro chiedono un adeguamento. L’adeguamento c’è. Dalla legge finanziaria presentata il 23 dicembre del 2009, si legge: “È autorizzata, a decorrere dall’anno 2010,e antecedentemente al solo periodo contrattuale, un’anticipazione tariffaria dei diritti aeroportuali per l’imbarco di passeggeri in voli all’interno e all’esterno del territorio dell’Unione europea, nel limite massimo di 3 euro per passeggero, vincolata all’effettuazione di un autofinanziamento di nuovi investimenti infrastrutturali urgenti". Più urgenti di un raddoppio? C’è un "però": AdR ha ottenuto un incremento di imbarco pari all’inflazione programmata del 2009 (l’1,5 per cento, quindi da 5,17 euro a 7,57). Ma secondo quanto riportato il 6 aprile da il Sole 24 Ore a firma Laura Serafini, AdR non ritiene di essere in grado di finanziare l’opera con le norme attualmente vigenti sulle tariffe. "Lo potrà fare solo con un nuovo sistema, tutto da negoziare con l’Enac entro la fine del 2010, che secondo quanto già dichiarato dai vertici di AdR dovrebbe riconoscere allo scalo la stessa convenzione data ad Autostrade, che dunque garantirebbe aumenti per i prossimi 34 anni (la concessione AdR scade infatti nel 2044)". Da qui lo scoglio: manca la garanzia che il ministero dell’Economia, chiamato ad approvare quel contratto assieme al ministero dei Trasporti dia il via libera a questo tipo di contratto. E le banche non vogliono rischiare. Vogliono vedere "nero su bianco". Per questo AdR pretende che il calcolo dell’inflazione parta dal 2001. "Quindi il raddoppio lo paghiamo noi cittadini – interviene Marco Mattuzzo– eppoi c’è qualcuno che vuole venderci la storia che conviene a tutti avere un aeroporto del genere. Anche a chi vedrà la propria casa rasa al suolo. Lo sa una cosa? Ora nessuno comprerebbe una casa ‘condannata’. A meno che non sappia niente del piano. Quindi il danno lo subiamo già ora". Non solo case, anche aziende. Nella zona interessata (nella pagina accanto c’è la piantina) vivono duecento famiglie e operano venti aziende, alcune delle quali affittuarie della "Maccarese Spa".

Gente che da anni lavora la terra, investe, cresce, offre primizie al mercato romano. Percorrere le tante stradine che costeggiano i campi è come fare un viaggio nelle "quattro stagioni": da una parte i prodotti dell’inverno, poi ecco i primi frutti della primavera. E così via. "Noi siamo qui dal 1987 – interviene il signor Caramadre, dell’omonima cooperativa –, e ci occupiamo di orticoltura biologica. Se sono disposto ad andarmene? Ma lei si rende conto quanto tempo ci vuole per mettere in piedi un’azienda del genere? Cosa vuol dire piantare e aspettare i frutti? Non siamo mica una fabbrica che compra i componenti e li mette in funzione. Per noi i periodi diventano anni, dai dieci ai quindici". Quindi di vendere non se ne parla "anche perché non ci darebbero mai la cifra necessaria per aprire una nuova attività – continua –. Così siamo all’interno di una forma ricattatoria: o cedi alla cifra che decidiamo, o vai in giudizio civile. Quindi 7-8anni per arrivare a sentenza. E nel frattempo mi hanno raso tutto al suolo".

Bene, ecco qui: “A 36 milioni di traffico, corrispondono 2623 dipendenti, di cui circa 635 a tempo determinato – spiegano da Fuoripista. Quindi 80 occupanti ogni milione di passeggeri. Al contrario AdR parla di mille addetti ogni milione. Al 2044 sarebbero 100 mila posti di lavoro diretti". Il Fatto ha cercato di sentire tutte le parti. Ha chiamato Gemina, ha interpellato l’Enac. Per capire. Anche con loro, niente da fare. L’Ente nazionale ha risposto che i "tecnici stanno ancora valutando, quindi è presto". Gli uomini di Benetton si sono chiusi dietro un inespressivo no comment. E chi lavora con loro ci ha parlato a voce bassa e sotto una promessa: "Mi raccomando, io non vi ho detto niente. Non fate mai il mio nome altrimenti mi licenziano". Già,l’importante è tenere la voce bassa. Anche se in ballo ci sono 10 miliardi di euro.

Da il Fatto Quotidiano del 27 aprile
Alessandro Ferrucci

Fiumicino, com'è e come sarà:
FCO_airport.jpg
 
Mi riservo di leggere l'intero articolo dopo, per ora sono piuttosto contrariato da quel che leggo. Innanzitutto perché non capisco il problema dell'acquisizione dei terreni da parte di Benetton e dell'eventuale esproprio degli stessi, secondo poi perché sentire che il territorio di Fiumicino è "vocato all’agricoltura, al turismo e all’archeologia" mi fa ridere parecchio.
 
all'interno di questi articoli ci sono i soliti contrari a tutto e tutti! spesso nn gli frega niente dei reali problemi ambientali ma semplicemente di VISIBILITAì!!!!;)
 
Sempre il Fatto Quotidiano...Non avevo dubbi, già da quando ho letto il titolo.

Nuclei abitativi? Ci credo poco. Magari sulla carta, per evadere l'ICI. C'è pure un ristorante, a memoria...
 
Leggerò più tardi l'articolo per bene, per ora l'ho letto a grandi linee e parlo sulla base di ciò che ho letto fino ad ora in merito a tale questione... sono totalmente in disaccordo.
Si protesta per non cementificare, per lasciare il verde, ma poi per tenerlo come? come si è soliti fare qui a Roma, con l'erba e frasche alte 1 metro, spazzatura dentro? Preferisco molto di più colate di cemento utili a qualcosa, perchè distese di finti parchi o pinete abbandonate ne abbiamo fin troppi.
 
Sono sicuro che questa mega espansione di FCO si farà senza troppi intoppi, primo perchè è necessario per lo sviluppo dell' aeroporto e di AZ, secondo perchè ci sono troppi interessi in gioco. I vari verdi, comitati ambientalisti e oppositori vari verranno (giustamente) messi a tacere.
 
perchè giustamente?

Perchè in questo Paese QUALSIVOGLIA opera pubblica viene bloccata da questi inetti che non conoscono l'uso della bilancia, non sapendo pesare da un lato l'interesse a una infrastruttura vitale per il Sistema Paese, e dall'altro quattro fiumiciattoli e quattro alberi che non hanno avuto MAI alcuna rilevanza nè ecosistemica, nè turistica, nè paesaggistica.

So di usare un linguaggio duro e pesante, ma sempre nei limiti dell'educazione credo, ciononostante accetto critiche a quello che, in ogni caso, è solo un mio pensiero.
 
Basta con questa gente che vuol trovare lo scandalo in tutto.... Qua c'e' bisogno di gente che si metta a lavorare anzichè scrivere. Mi sembra come MXP, nessuno voleva l'aereoporto, han fatto casino quando l'hanno aperto, poi si sono messi a piangere quando l'hanno ridotto...

Ho letto l'articolo e mi sembra una "forzatura" per far scoppiare un caso a tutti i costi.
 
Perche' non chiedete che ne pensano gli abitanti delle zone coinvolte ??

Hanno già bloccato lo sviluppo di Ciampino e stanno riducendo alla chiusura questo aeroporto perchè avevano comprato case abusive con vista sulla pista. Non è assolutamente accettabile la stessa fine per FCO che tutti lo sanno è il primo aeroporto italiano e da lavoro a decine di migliaia di persone, non è certo nato ieri mattina.
 
Hanno già bloccato lo sviluppo di Ciampino e stanno riducendo alla chiusura questo aeroporto perchè avevano comprato case abusive con vista sulla pista. Non è assolutamente accettabile la stessa fine per FCO che tutti lo sanno è il primo aeroporto italiano e da lavoro a decine di migliaia di persone, non è certo nato ieri mattina.

Ciampino è stato ridotto ufficialmente per questi motivi ma ufficiosamente soprattutto perchè era scomodo per AZ.
Difficilmente accadrà la stessa cosa a FCO
 
Perche' non chiedete che ne pensano gli abitanti delle zone coinvolte ??

Teoricamente questo potrebbe essere anche un discorso giusto, in pratica non lo è perchè seguendo sempre questi principi non si attuerebbe più alcun progetto in questo paesucolo.

Sa domani a qualcuno per pubblica utilità servisse il terreno dove sta la mia casa e mi ripagassero adeguatamente me ne ricomprerei o costruirei un'altra senza problemi.

Ciao
Massimo
 
Ultima modifica:
Perche' non chiedete che ne pensano gli abitanti delle zone coinvolte ??

Per zone coinvolte che intendi? Se parli dei puntini blu, nell'articolo spacciati per gruppi abitativi, non sono nient'altro che una casa a puntino, alcune delle quali anche disabitate. Le altre sono case degli agricoltori proprietari dei campi intorno alle piste, in cui vivono, per quello che ho avuto modo di vedere con i miei occhi, extracomunitari, sfruttati, che lavorano nei campi. La questione secondo me è un'altra: che ci fanno delle case attaccate alle piste di un aeroporto?????
Aggiungo anche una cosa: se proprio quelle case dovessero rimanere lì, sono disposto a comprarne una da utilizzare per fini spotteristici ;)
 
Per zone coinvolte che intendi? Se parli dei puntini blu, nell'articolo spacciati per gruppi abitativi, non sono nient'altro che una casa a puntino, alcune delle quali anche disabitate. Le altre sono case degli agricoltori proprietari dei campi intorno alle piste, in cui vivono, per quello che ho avuto modo di vedere con i miei occhi, extracomunitari, sfruttati, che lavorano nei campi. La questione secondo me è un'altra: che ci fanno delle case attaccate alle piste di un aeroporto?????
Aggiungo anche una cosa: se proprio quelle case dovessero rimanere lì, sono disposto a comprarne una da utilizzare per fini spotteristici ;)

Appunto...Nuclei abitativi. Roba da matti. Scommetto che non c'è nessuno che abbia la residenza lì. Chi vi abiterà sarà lavoratore stagionale (come ormai si usa in tutto il mondo occidentale per l'agricoltura) immigrato.