Articolo: "Le compagnie low cost in picchiata"


AirFleet

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16 Giugno 2009
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" LE COMPAGNIE LOW COST IN PICCHIATA


Il fallimento di SkyEurope è un nuovo esempio della fragilità delle compagnie aeree low cost. Fondate da imprenditori appassionati ma inesperti, mancano di capitali e sono troppo piccole per affrontare la concorrenza, spiega De Standaard

Sul sito della compagnia low cost SkyEurope, due hostess sorridenti continuano a mostrare il messaggio "il miglior prezzo nel cielo" [Your best value in the sky]. Il resto della pagina è rosso e lascia intendere che la compagnia aerea ha gettato la spugna.

In realtà il fallimento non è arrivato dal cielo [la compagnia austro-slovacca ha dichiarato fallimento il 31 agosto]. SkyEurope, che collegava Vienna e Praga a partire da Bruxelles, aveva dei problemi economici già da alcuni mesi. Dal mese scorso la compagnia non aveva più l'autorizzazione a decollare da Vienna, perché non era in grado di pagare i debiti che aveva accumulato presso questo aeroporto. Qualche tempo fa la compagnia aveva chiesto una procedura di protezione contro i creditori. "Era un malato terminale", commenta l'esperto di aeronautica Eddy Vande Voorde dell'università di Anversa.

SkyEurope è stata creata nel 2001 da due belgi, Christian Mandl e Alain Skowronek. Quest'ultimo non era al suo primo tentativo nel settore aeronautico. Skowronek infatti aveva cominciato la sua carriera nella compagnia belga Eba, diventata in seguito Virgin Express, poi era stato il responsabile di City Bird, una compagnia oggi fallita.

Il settore dell'aviazione è molto colpito dalla crisi. A fine luglio è fallita la compagnia low cost italiana MyAir, e non è impossibile che nei prossimi mesi se ne aggiungano delle altre. "Le compagnie che non hanno riserve di liquidità o non possono fare affidamento su delle solide basi finanziarie sono destinate a scomparire", osserva Vande Voorde.

Autorizzazioni facili

A prima vista può sembrare contraddittorio, ma in tempi di crisi le compagnie low cost sono particolarmente fragili. Si tratta per lo più di piccole imprese nate da poco e prive di liquidità. Seguendo l'esempio pioniere americano Southwest Airlines e incoraggiate dal successo di Ryanair, in questi ultimi anni le compagnie low cost sono spuntate come funghi. Con più o meno successo. Budget Air, Flying Finn, Basic Air o Goodjet sono nomi che forse non evocano granché, ma sono solo alcuni esempi del lungo necrologio di compagnie low cost che sono rimaste a terra in poco tempo.

Troppo spesso la passione dell'aviazione serve da spinta per lanciare una compagnia. Il padrone di Ryanair, Michael O'Leary, non sembra però soffrire di questo problema. Lui stesso dice che con i suoi direttori generali scherza sui concorrenti che si entusiasmano alla vista di un aereo. "Non si fonda una compagnia solo su una passione", dice Vande Voorde. "In passato abbiamo visto troppi dilettanti lanciarsi in questa avventura. In molti paesi è fin troppo facile ottenere un'autorizzazione. Com'è possibile che una compagnia rimanga a terra dopo soli sei mesi di attività?"

Inoltre oggi la concorrenza nel settore low cost è feroce. Anche le compagnie tradizionali sono entrate nella battaglia dei prezzi. "Il fatto è che volare non è un'attività molto redditizia, anzi costa del denaro". I protagonisti del settore a basso costo se sono resi conto rapidamente. Per questo motivo è importante offrire altri servizi. Un'arte che Ryanair padroneggia meglio di chiunque altro.




fonte: Finanzainchiaro
 
L'unica vera Low Cost Europa e' Ryanair e forse la nuova interessante Wizzair collocata piu' nell'area est, questo perche le dimensioni "continentali" sono alla base dello sviluppo di una LCC come il modell Southtwest illustra ed insegna bene(gia' Easyjet e Jetblue sono modelli ibridi).
Caro Eddy Van Halen se fossi in te' mi studierei meglio presupposti e guidelines dello sviluppo di una LCC.
A meno che qualcuno, come spesso ho sentito, non pensi che per fare la low cost basti far pagare il catering e vendere i biglietti civetta a 9,99 eurii
P.s. prova a dire a soddu che di cosiddette LCC ne ha "sistemate" due di essere un dilettante......
Ciao
MF
 
Sole 24 Ore di venerdì 4 settembre 2009,
Arriva la stretta sulle low-cost

di Lepido Daniele

Trasporto aereo. Dopo il fallimento di Sky Europe la crisi del settore potrebbe colpire altri piccoli vettori Arriva la stretta sulle low-cost Gli esperti: rimarranno solo i big che lavorano sulle tratte più redditizie li STRATEGIE E I CONTI Intanto easy jet taglierà del 20% i voli da Luton mentre Ryanair nel 2008 ha chiuso con ricavi a +8% ma i profitti sono scesi del 18% Daniele Lepido MILANO s i colossi (forse) spazzeranno via i piccoli. La dura legge di un mercato sempre pi razionalizzato è forse il paradigma che potrebbe calzare anche al business delle compagnie low-cost. A partire dal caso Sky Europe, il vettore appena fallito che era già finito nel mirino degli esperti tanto che la Gecas, la società di Ieasing del gruppo Generai Electrie, aveva ritirato gli aerei al vettore slovacco che per continuare a volare si era rivolto a una società lituana.
E già in molti si interrogano su chi sarà il prossimo a rimanere a terra. «Il craek di Sky Europe ha lasciato un vuoto importante di offerta nell'Europa dell'Est spiega David Jarach, docente senior alla Sda Bocconi e consulente per il settore aereo e in questo caso le opzioni sono due: o una compagnia come Wizz riuscirà afar cassa, occupando quel vuoto, visto che fa base in paesi come Ungheria e Polonia, oppure il suo destino potrebbe non essere chiaro». E infatti Wiaz è in forte espansione, tanto che avrebbe già opzionato ad Airbus per i prossimi dieci anni qualcosa come centd velivoli, forse proprio per occupare quel vuoto. Perché per stare a galla una compagnia low-cost «deve avere, grosso modo, una reddittività media per viaggiatore non inferiore a 30 euro per volo», continua Jarach, «altrimenti meglio chiudere bottega».
Guardando il mercato è innegabile che il trasporto aereo si stia concentrando sempre di più e a fianco dei tre grandi operatori tradizionali, la franco-olandese AirFrance-Klm (che detiene il 25%di Alitalia), la tedesca Lufthansa-Swiss-Austrian e l'alleanza in via di definizione tra Iberia e BritishAirways, c'è poco posto ner altre comna&rnie aeree. E quanto sostiene Àndrea Giuri- cm, ricercatore dell'istituto Bruno Leoni, che ricorda anche come «questo spazio sia coperto in gran parte da due o tre grandi player low-cost: Ryanair che trasporta quasi 6o milioni dipasseggeri l'anno, seguita da easyjet con i suoi 45 milioni e dalla tedescaAirBerlin, con circa 30 milioni». Le altre compagnie economiche hanno avuto gravi momenti di crisi, come la spagnola Vueling che per sopravvivere ha dovuto riorganizzarsi e allearsi con Clickair o il caso di MyAir, l'italiana fallita in luglio. E proprio con MyAir, Sky Europe aveva stipulato un accordo per vendere in comune dei voli.
«il trasporto aereo sta diventando una battaglia per colossi dice Stefano Palc'ari, direttore scientifico presso i'Universitè di Bergamo dell'Iccsai (international center for competitiveness studies in the aviation industry) esattamente come è accaduto per l'auto. I vettori che non appartengono a grandi gruppi internazionali rischiano sul lungo periodo: lavorano su economie di scala limitate, non competitive, anche perché la guerra che si sta giocando tra i big è talmente accesa che è sempre pi difficile trovare delle tratte redditizie». In italia tra chi «non appartiene a grandi gruppi esteri» ci sono AirItaly, WindJet e Meridiana.
Intanto, per , anche i grandi iniziano a soffrire: ieri easyjet, efie in agosto ha visto crescere i passeggeri del 4,7% a4,8 milioni, ha annunciato che taglierà del 20% i voli inpartehza dal suo scalo, madre di Luton, a Londra, e ridurrà piloti e personale presso gli scali di Belfast, Bristol, Newcastle e Stansted. Ma non solo. Presto la compagnia britannica chiuderà del tutto la suabase di East Midlands. Il piano fa parte della strategia Easyiet per affrontare il difficile momento di congiuntura che affligge il sistema dei trasporti aerei.
Dal canto suo Ryanair, nel bilancio chiuso a marzo, ha visto i passeggeri, crescere del 15% a milioni, i ricavi sfiorare i 3 miliardi di euro, ma i profitti crollare de178% aio5 milioni.
© RIPRODUZIONE IIISEIIUOIO IGLJIRÉ.wt 60 milioni I passeggeri di Ryanair Durante l'esercizio chiuso 1131 marzo scorso, il gruppo irlandese Ryanair ha trasportato 58,5 milioni di passeggeri, in crescita del 15% sull'anno precedente.
99 Le rotte dall'Italia di Easyjet Malpensa è la base italiana del vettore inglese low-cost, inaugurata nel 2006 con un investimento da parte della compagnia di 600 milioni.
30 La redditività (In euro) Secondo gli esperti la redditività minima per ogni passeggero trasportato dalle compagnie low-cost deve essere almeno di 30 euro per ogni volo. Sotto questa soglia, potrebbero essere a rischio i bilanci del medio-lungo periodo.

fonte: http://rassegnastampa.mef.gov.it/mefeconomica/View.aspx?ID=2009090413609099-1
 
Che delusione, altre aspettavano che SkyEurope falliva, ma ci deve essere qualche cosa di buono se i dipendenti sono stati 2 mesi senza paga. Forse speravono che le cose si sistemavano, peccato, sono i migliori che se ne vanno.
 
È da tempo che tutti dicono che nel prossimo futuro ci saranno sei o sette grosse low cost, non di più. Le altre potranno sopravvivere solo se saranno molto piccole e specializzate su poche tratte redditizie, senza espandersi troppo rispetto alle proprie possibilità come ha fatto Skyeurope.
Nel giro di due o tre anni rimarranno solo Ryan, Easy, Tuifly, Wizz, la fusione Vueling/Clickair, AirBerlin (la più a rischio finanziariamente), e poco altro.