ANPAC e UP firmeranno?

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non so se è già stato postato....

ma credo che abbiano fatto molta confusione sullo scenario A....

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Sarà araba, che sfigati e antinazionalisti

Questo è parlare alla travaglio/grillo (solo che tu del loro fatturato non sei incassatore, ma pagante).

Sarà araba, dici.
Magari come "la cordata che non c'è", vero?

E poi glielo raccontavi tu, ai sindacati Az, che si vendeva, ma a pezzetti; e che quindi terra e manutenzione finivano, al completo, senza neanche bisogno di separarle, sotto ad un ponte?

Per non dire poi che gli arabi non degnarono Az di uno sguardo, nemmeno ai tempi del grande privatizzatore-nonno alla ricerca dell'acquirente straniero.

Torna sulla terra per favore.
 
anzi posto l'articolo intero.....brrrr

Testa a testa Air France-Lufthansa: ecco le ricadute su Milano e Roma

di Giulia Leoni
MILANO (26 settembre) - E adesso si gioca una nuova partita: l’attenzione si sposta sul partner estero - Air France, Lufthansa ma anche sul più defilato British Airways - candidati alla partnership con la Nuova Alitalia.

Chi sarà l’alleato della compagnia? La risposta all’interrogativo è quantomai importante perchè la partnership con l’uno o con l’altro potrebbe spostare l’ago della bilancia più a favore dello scalo di Fiumicino piuttosto che di Malpensa. O viceversa. A meno che, come pare, i big europei per non farsi tarpare le ali decidano di non fare preferenze per l’uno o per l’altro aeroporto, da sempre in gara fra di loro. Col risultato che si andrebbe verso uno scenario intermedio ai due, ben precisi, ipotizzati dal piano Fenice elaborato da Intesa Sanpaolo. Il progetto prevede uno scenario, con perno Fiumicino, che ipotizza che da Roma si raggiungano 74 destinazioni, da Malpensa 40 e 21 dall’altro scalo milanese, Linate.

Ma anche un secondo scenario, con Malpensa come aeroporto centrale, che prevede che da quello scalo si possano raggiungere 73 destinazioni, a Linate riserva solo la rotta da e per Roma mentre da Fiumicino ipotizza 44 destinazioni. Entrambi gli scenari includono sei basi operative: Malpensa o Fiumicino - lo scalo non centrale viene ricompreso nelle basi operative - Linate, Napoli, Catania, Torino e Venezia. Ma se lo scenario con Fiumicino centrale prevede anche sei rotte nazionali che non toccano gli scali base, quello che fa perno su Malpensa ne ipotizza solo tre. Tutti dettagli, non indifferenti, che saranno ridiscussi e ritarati a seconda del carrier europeo che prevarrà.

I tre candidati al ruolo - con Air France in pole (vuole il 15% del capitale, pari alla quota massima concessa sa Cai)e Lufthansa comunque in prima fila - sono giganti con giro d’affari e caratteristiche piuttosto diverse. Come descrive il piano Fenice a pagina 56, Air France è la compagnia con il più alto fatturato. Nell’ultimo anno fiscale 2007-2008, infatti, i francesi hanno registrato un giro d’affari di 24,1 miliardi contro i 22,4 miliardi di Lufhtansa e i 12,4 miliardi di British Airways.

Molto distante anche il numero di aerei delle loro flotte: Air France conta 155 macchine per il lungo raggio contro le 120 dei tedeschi e le 70 degli inglesi. Quanto al breve e medio raggio, Air France ha in flotta 440 velivoli contro i 220 di Lufthansa e i 175 di British Airways. Premesso che il mercato da e per l’Italia è importante per tutti e tre i mega carrier, risultano più battute le rotte Italia-Germania/Svizzera con 13,5 milioni di passeggeri (dati 2007) rispetto ai 10,9 milioni di viaggiatori da e per Italia-Regno Unito e gli 8,4 milioni di passeggeri da e per Italia-Francia/Olanda. Una partnership forte della Nuova Alitalia con uno dei tre big europei, infine, sposterebbe di molto gli equilibri tra di loro. Se la Nuova Alitalia si alleasse con Lufthansa le due compagnie insieme vanterebbero 124 milioni di passeggeri, contro i 108 milioni raggiunti in caso di partnership con Air France e i 93 milioni nel caso si realizzasse l’asse con British Airways.

Per ora, tuttavia, non c’è nessun accordo chiuso con alcun vettore. Il che ha un impatto economico pari ad un minor ebit di 90 milioni, già messo in conto nel piano Fenice. Se la Nuova Alitalia dovesse trascorrere un’altra stagione (estate 2009) senza partner si determinerebbe un’ulteriore riduzione dell’ebit di 90 milioni. Cifra quest’ultima non inclusa nel piano. Che scommette sulla chiusura della partnership in tempi ragionevolmente brevi. La scelta dell’alleato dovrebbe avvenire comunque dopo la ricapitalizzazione da 1 miliardo di Cai, quindi si spera per ottobre. Tra i soci c’è chi tifa per Lufthansa (Colaninno e Ligresti) perchè i tedeschi ”rivitalizzerebbero” Malpensa. E chi (Intesa e Benetton) invece spinge per Air France. Anche se i francesi potrebbero essere tentati di stornare su Parigi i flussi turistici intercontinentali. E’ meno probabile che lo facciano i tedeschi.


a me risulta che la flotta AF sia composta da 256 aerei 276 e BA 233......:sconfortato:
LR AF ne ha 99, LH 105 e BA 120......(fonte wiki anche se nn so quanto possa essere attendibile :D)
 
Questo è parlare alla travaglio/grillo (solo che tu del loro fatturato non sei incassatore, ma pagante).

Sarà araba, dici.
Magari come "la cordata che non c'è", vero?

E poi glielo raccontavi tu, ai sindacati Az, che si vendeva, ma a pezzetti; e che quindi terra e manutenzione finivano, al completo, senza neanche bisogno di separarle, sotto ad un ponte?

Per non dire poi che gli arabi non degnarono Az di uno sguardo, nemmeno ai tempi del grande privatizzatore-nonno alla ricerca dell'acquirente straniero.

Torna sulla terra per favore.

Ogni persona che porta fatti (come appunto travaglio) è un idiota in cerca di notorietà.
Poi pagatore di cosa scusa? IO non compro libri di tavaglio e non sono mai andato ad uno spettacolo di Grillo, leggo e mi informo tramite internet proprio perchè i tg e l'informazione è monotematica a pensiero unico.
Poi aggiungo che lo spezzettare AZ era gia stato accettato dai sindacati quando è stata divisa in Fly e Servizi, cosa accettata tra l'altro oggi (quindi non sei molto informato) nel considerare fuori la manutenzione pesante (storico fiore all'occhiello di AZ) e atitech
 
@CBM206
Magari come "la cordata che non c'è", vero?


E poi alla cordata che fa da arbitro e giocatore, piena di figli di...che cordata è.
Banca Leonardo decide il prezzo che vale AZ (e dentro c'è colaninno, ligresti aponte) che poi acquisteranno Alitalia, Benetton deciderà quanto far pagare di tasse aeroportuali a se stesso( e viceversa) ma dai non ti senti preso per il c.
 
Ogni persona che porta fatti (come appunto travaglio) è un idiota in cerca di notorietà.
Travaglio, non è una novità, porta sì (a volte) fatti, ma solo quella metà che gli conviene.



Poi aggiungo che lo spezzettare AZ era gia stato accettato dai sindacati quando è stata divisa in Fly e Servizi, cosa accettata tra l'altro oggi (quindi non sei molto informato) nel considerare fuori la manutenzione pesante (storico fiore all'occhiello di AZ) e atitech
Poco informato sei tu.
Una cosa è spezzettamento con ammortizzatori compensazione recuperi etc;
ben altra faccenda l'asta secca, dove chi viene comprato ok, e il resto nel cestino.
 
@CBM206
Benetton deciderà quanto far pagare di tasse aeroportuali a se stesso( e viceversa) ma dai non ti senti preso per il c.

E qual'è il problema?
Benetton, se vende a se' stesso, che si paghi di più o di meno, non fa alcuna differenza.
Da una parte sborsa meno, ma dall'altra incassa meno.

Lassa sta' gli arruffapopolo da piazza, dammi retta ;)
Piuttosto, non ti senti preso per .... la cordata dal compare di piazza del Travaglio?
 
Ora, campanilismo a parte, mi pare evidente che in termini industriali l'alleanza migliore sia quella con LH.
LH, come sappiamo, investira' molto su MXP, indistintamente dal fatto che CAI si allei con loro o con AF. Se a quelle destinazioni e a quegli aeromobili si aggiungono quelli di LH, si potrebbe avere un hub di tutto rispetto.
Al contrario, AF non metterebbe alcuna risorsa su FCO, semmai tenderebbe a togliere qualche frequenza per favorire CDG.
Questo a livello industriale.
A livello finanziario non ho alcun dato, ma penso che ci siano differenze minime, viste le dimensioni e la solidita' delle due aziende.
 
ALITALIA: LA LUNGA NOTTE DEI PILOTI PER L'INTESA TOTALE
(AGI) - Roma, 26 set. - Notte decisiva per le sorti del gruppo Alitalia:
mentre i leader sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl sono riuniti con il
sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, prosegue la
riunione fiume tra la Cai e le associazioni professionali dei piloti per
aggiungere le firme di Anpac e Up all'accordo gia' firmato dalle quattro
confederazioni e dall'Anpav. La convocazione dei leader sindacali,
Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Renata Polverini,
sembra sia stata necessaria per valutare le modifiche che sarebbero state
messe sul tavolo del negoziato tra la Compagnia Aerea Italiana e le due
associazioni professionali dei piloti. Nonostante lo stretto riserbo della
trattativa iniziata alle 11,30 di stamane quando i presidenti delle due
associazioni, Fabio Berti e Massimo Notaro, hanno varcato il portone di
Palazzo Chigi, sembra che l'avvicinamento delle posizioni tra piloti e Cai
non goda del consenso delle confederazioni
che hanno gia' firmato l'intesa.
D'altronde il consenso dei leader confederali sulle modifiche e
integrazioni al piano, emerse nel corso del confronto con i piloti, sembra
essere una condizione ineludibile per arrivare alla soluzione finale. I
segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl sono attualmente riuniti nella
stanza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta,
insieme al presidente di Cai, Roberto Colaninno. Le associazioni
professionali dei piloti invece stanno incontrando l'amministratore unico
della Cai, Rocco Sabelli. L'Anpav e il resto delle delegazioni di categoria
sono nell'anticamera della sala verde in attesa. Il confronto con Avia e
Sdl e' stato invece rinviato a lunedi', lasciando Palazzo Chigi i due
sindacati hanno fatto sapere che sono stati fatti passi in avanti ma serve
ancora del tempo. (AGI) Lda/Ila 26 SET 08
 
ALITALIA: COSSIGA, BERTI (ANPAC) È UN GRANDE SINDACALISTA (ANSA) - ROMA, 26
SET - «Ho conosciuto Lama, ho conosciuto Storti, ho conosciuto Carniti,
Benvenuto e Trentin ma mi sembra che su di loro si stacchi di una spanna il
presidente dell'Anpac, il comandante Fabio Berti». Lo afferma il presidente
emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, a proposito del leader del
maggiore sindacato dei piloti Alitalia. «Io non sono un industriale, nè un
finanziere, nè un imprenditore piccolo, medio o grande. Ma sono un
politico - aggiunge Cossiga - e credo che la tattica dei piloti è quella di
guerra alla Sun Tzu. Sono certo che cercheranno di ottenere il massimo, alla
fine firmeranno comunque. Lasceranno che la Cai si avvii, che faccia qualche
accordo con un vettore straniero, quindi piazzeranno uno sciopero generale
senza limiti per conquistare quello che non hanno ottenuto ora e, allora,
otterranno anche di più». Cossiga, quindi, ricorda le sue esperienze
passate: «Quando ero giovane sia come ministro della Funzione Pubblica, sia
in modo molto più pesante, come presidente del Consiglio, ho gestito molte
trattative sindacali. Le più dure di tutte erano quelle con l'Anm, sempre
affamata di soldi. Le altre erano con una categoria molto più ragionevole
come quella dei metalmeccanici che con l'inflazione galoppante trattavano
per finire la settimana e non il mese. Ho conosciuto bene tantissimi
sindacalisti - conclude - ma Berti li stacca tutti».(ANSA).



ROMA - Non è ancora chiaro cosa hanno ottenuto. Di sicuro dopo un mese di guerriglia, hanno spazzato via ultimatum, scadenze e aut aut. Si sono messi seduti al tavolo, come volevano, e hanno riaperto il dossier, esattamente nei punti che avevano segnato con la penna rossa. Quelli a cui piloti e assistenti di volo dicono di non poter rinunciare, questione di dignità e sicurezza.

La trattativa su Alitalia è riaperta. Trattano piloti e assistenti di volo, il governo tiene aperto il tavolo a oltranza, i sindacati confederali, che hanno già firmato l'accordo ma senza piloti e hostess non sono in grado di far volare gli aerei, tornano a vedere le carte. Per la prima volta dopo un mese scompaiono "No", muri e barricate. E si ragiona. Senza pistole puntate alle tempie e senza ricatti sul ritiro delle licenze di volo. "Ci sono passi avanti ma servono ragionevolezza e senso di responsabilità" si raccomanda Berlusconi in Umbria a fare in fanghi causa sciatica. Per la prima volta, parlando di Alitalia, rinuncia al piglio barricadero.

Probabilmente ci vorrà ancora tutto il week end per trovare la quadra di un piano industriale che Cai considera non modificabile ma i cui ostacoli principali (numero aerei, equipaggi e rappresentanza sindacale) sono forse aggiustabili. "Ci rivediamo lunedì" dicono intorno alle 18 lasciando palazzo Chigi Divietri (Avia) e Tomaselli (Sdl), sigle che hanno in carico l'80 per cento di hostess e steward. "Le distanze ci sono ancora ma sono stati fatti passi avanti" spiegano "con realismo" da non confondere con l'ottimismo.

Discorso a parte per i piloti "chiusi" dentro palazzo Chigi in una trattativa senza tregua dalle undici di stamani. Da una parte Berti e Notaro, dall'altra Gianni Letta, Colannino e Sabelli. Alle 19 e 30 sono stati richiamati al tavolo anche i segretari generali dei confederali e il commissario Augusto Fantozzi. A questo punto i tavoli si sono sdoppiati: piloti e Sabelli in una stanza; Letta, Colaninno e segretari generali dall'altra. Una cosa è certa: chi ieri alzava le dita in segno di vittoria, ha avuto fretta. Troppa, come è successo spesso in questa storia. L'accordo è vicino. Ma ancora non c'è.

La vittoria di Letta, il mediatore. Al di là di quelli che saranno i contenuti di un accordo ormai considerato inevitabile - e dove comunque gioca un ruolo decisivo il partner straniero - in questa storia sono già chiari vincitori e vinti. Vince, su tutta la linea, Gianni Letta. Come sempre succede nelle sue trattative, il premier tiene aperte due strade: una di mediazione e una decisionista che via via alterna a seconda del tempo che fa e dell'aria che tira. Nel dossier Alitalia-italiana Berlusconi ci ha messo la faccia e la campagna elettorale. In un modo o nell'altro doveva portarla in fondo per non perdere faccia e credibilità. Nella fase uno ci ha provato con il ministro Sacconi coadiuvato da Enac: gli aut aut, gli ultimatum e i penultimatum, le scadenze. Ancora ieri Sacconi diceva alzando le dita in segno di vittoria: "Entro le 20 di stasera i piloti firmeranno". Non hanno firmato alle 20 di ieri (giovedì) e neppure alle 13 di oggi.

E gli ultimatum non ci sono più. E' Gianni Letta, oggi, assente Sacconi, a prendere in mano la situazione. La prima cosa che fa è fermare le lancette dell'orologio. E non dare più ultimatum. Si mette a sedere al tavolo alle dieci di stamani e ci resta fino a notte ascoltando uno per uno tutti i rappresentanti del cosiddetto Fronte del No. Si presume che ci sia stata, via via, qualche pausa ristoro. Ma è un fatto che per la prima volta da assistenti di volo e piloti sono arrivate reazioni positive. Dice Antonio Divietri, responsabile Avia: "Oggi, per la prima volta , si aprono spiragli e si può parlare di trattativa. C'è maggiore disponibilità del governo perchè sono cambiati gli attori, oggi al tavolo c'è Gianni Letta". E dire che stamani Sacconi aveva ripetuto: "Andiamo avanti anche senza i piloti".

I nodi da sciogliere. In generale piloti e steward considerano "sbagliata" la cordata Cai. C'è un presidio quasi fisso davanti a Montecitorio. Arrivano in divisa, con i trolley, e in borghese. "Ma ti pare - dicono al megafono - che finiamo nelle mani di una cordata che alla camera di commercio di Milano risulta essersi costituita nel 1999 come Compagnia abbigliamento italiano e nel 2004 ha cambiato ragione sociale per diventare Compagnia aerea italiana...". A parte criticare l'operazione in sè, "una truffa ai danni di tutti i cittadini e in favore di pochi amici", i punti da sciogliere riguardano il numero dei voli ("troppo pochi per una compagnia che guarda al futuro"), gli esuberi ("equipaggi non sufficienti, richiameranno a cottimo quelli in cassa integraziione"), il contratto unico e la conseguente unica rappresentanza sindacale. "In questo modo - avvisano - vogliono smantellare il sistema sindacale di questo paese, esattamente quello che chiede Confindustria".

Le possibili soluzioni. Bocche cucite per rispetto alla trattativa. Ma la soluzione passerebbe dal partner straniero. Spiega Divietri: "Il piano industriale è scritto sulle tavole di pietra e non è modificabile. Sarà modificato presumibilmente dal partner internazionale, che io ritengo sia Lufthansa. Mi auguro che quello che farà il partner sia funzionale agli interessi degli assistenti di volo". Una garanzia in questa direzione arriverebbe dal fatto che "il partner industriale dovrebbe arrivare subito". E con una quota del 15 per cento che lo metterebbe al pari, e quindi al di sopra visto il know how, di tutti gli altri soci della cordata Cai. Divietri non ha dubbi: "Avere la certezza che al fianco di Alitalia ci sia una grande compagnia del trasporto aereo è un elemento di garanzia per chi in Alitalia resta a lavorare".
 
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