alta quota


Citazione:Messaggio inserito da marcogiov

Il problema non è il prezzo, ma le condizioni accessorie, cioè i conti da fare con il sindacato, la sede del cosiddetto hub. Ci sarebbe anche la questione Linate, ma nessuno ha più speranze. Il prezzo dipende da quelle condizioni, su cui il Governo non si è espresso e dalla reazione sindacale. Se le condizioni fossero ragonevoli gli acquirenti non mancherebbero.

è un cane che si morde la coda: il tesoro, per ora, non pone condizioni, sta generico, per paura che vada tutto deserto dall'altra parte l'interesse a partecipare o no è strettamente legato al prezzo di cessione! il tesoro non dicendo il valore che attribuirebbe all'azienda porta i potenziali interessati a non fare i conti seriamente... oggi sono attivi banche d'affari e fondi mentre restano un pò dormienti i piani industriali e gl'imprenditori (per quest'ultimi stanno circolando nomi che alla fin della fiera non sono presentabili per gestire una società di dimensioni e complessità come quelle di alitalia... risultano poco credibili i piani di reverse take over che le piccole realtà italiane stanno facendo girare)
 
una prova? incollo qua il post di billypaul

air one parteciperebbe da sola con intesa che gli presta il minimo per partecipare... come direbbero a roma ma ndò vanno??? l'opa con cosa la fanno? scambiando le opzioni sui 320? mi dai azioni e io in cambio ti cedo debiti futuri per acquisto aerei?


Messaggero 14/01/2007
MILANO - Air One è pronta. La compagnia abruzzese di Carlo Toto - secondo quanto risulta a Il Messaggero - vuole presentare la manifestazione d’interesse per Alitalia. E farlo da sola. Salvo poi pensare, nella fase 2, di dar vita ad una cordata con altri. Opzione prevista dallo stesso bando del Tesoro. Ma come farà Toto con la sua Air One a presentarsi ai nastri di partenza della gara Alitalia se a livello di gruppo Toto spa, non ha i requisiti patrimoniali minimi - 100 milioni di patrimonio netto - richiesti dal bando? Grazie al sostegno finanziario di Intesa Sanpaolo. Che starebbe valutando l’ipotesi di concedere al gruppo un finanziamento massimo di 150 milioni a una newco di proprietà del gruppo Toto. I soldi andrebbero alla Toto spa, che possiede il 99,7% di Air One. E sarebbero utilizzati dalla stessa per ricapitalizzare il vettore e consentirne l’accesso alla gara. Intesa Sanpaolo starebbe studiando attentamente il dossier facendo analisi e verifiche anche con l’aiuto di Borghesi Colombo & Associati, advisor di Toto. Starebbe emergendo che a livello consolidato, valido ai fini dei requisiti minimi, il gruppo non avrebbe quanto basta. In ogni caso se dovesse aprire il rubinetto, la Superbanca chiederebbe in cambio ampie garanzie. Che potrebbero voler dire pegno su azioni Air One, ad esempio. Ma anche, per tutelarsi dal rischio, fidejussioni o pegni su altri beni della Toto spa, gruppo che opera nel settore delle costruzioni generali. Mentre Toto e Intesa Sanpaolo studiano l’operazione anche gli altri pretendenti cercano di attrezzarsi al meglio in vista della gara. Si alza il velo sui fondi internazionali che avrebbero chiesto a Mario Resca di allestire una cordata. Il manager, presidente di Mc Donald’s Italia e risanatore di aziende, si starebbe muovendo su indicazione di Blackstone - noto in Italia per avere di recente messo le mani su Gardaland - e del fondo di private equity californiano Oaktree. Che nel nostro paese nel novembre 2005 ha comprato dall’Arena Holding i gelati Roncadin. Anche il fondo americano Tpg, guidato in Italia da Davide Croff, ex a.d. di Bnl, chiamato a raccolta da Rothschild appare sempre più concretamente interessato alla partita. Tanto che, per i primi giorni della prossima settimana, avrebbe già programmato un incontro con gli advisor del Tesoro (Merrill Lynch e lo studio Chiomenti) per chiedere chiarimenti sul bando di gara. Come rivela la disponibilità di M&C concordata due giorni fa coi soci, alcuni pretendenti potrebbero rinviare alla fase 2 la ricerca di alleanze. Come il bando stesso consente. Intanto a meno di una settimana dallo sciopero di 24 ore dei dipendenti di Alitalia, senza garanzia dei servizi minimi, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Ugl, Sult e Unione piloti tornano a chiamare in causa l’esecutivo e il mondo della politica sulla vertenza Alitalia. Lo fanno con una lettera inviata, due sere fa, al premier Romano Prodi, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Enrico Letta, ai vicepremier Massimo D’Alema e Francesco Rutelli e ai ministri interessati. Ma anche ai presidenti di Senato e Camera, Franco Marini e Fausto Bertinotti, e ai segretari dei partiti. Serve, scrivono i sindacati, un intervento del governo per scongiurare «quella che rischia di divenire una giornata devastante sotto ogni punto di vista e con forti preoccupazioni sulla gestione dell’ordine pubblico». Un blocco di tutte le attività che gli stessi sindacati definiscono «un atto di esasperazione straordinaria», ma inevitabile. Perchè nonostante le reiterate richieste di incontro «ad oggi ci viene negata la possibilità di comprendere cosa sta accadendo e quali siano le intenzioni reali del governo sul futuro del gruppo Alitalia».

di Giulia Leoni
 
Il Tesoro deve barcamenarsi nell' eterno problema: per vendere bisogna consentire che si risani, per risanare bisogna litigare col sindacato, se il sindacato tiene duro fa scappare i compratori.
Finché nessuno del Governo si alza e dice a Mauro Rossi, capo della Filt Cgil, che affermazioni come "Sarà uno sciopero devastante che corre il rischio di avere conseguenze per l'ordine pubblico" sono minacce che portano alla galera, tutto resta ambiguo.
La CGIL dovrebbe, credo, avere ancora avere qualche rapporto con i DS. Fassino avrebbe dovuto chiamare prima Rossi e dirgli che l' alternativa è il fallimento, quindi di non rompere... Ma se Berlusconi ha dato centinaia di milioni nel 2005 per non far chiudere AZ, chi crede che sarà la sinistra a lasciar licenziare? Nessuno... e le chiacchiere continuano.

I potenziali acquirenti sono quelli che sperano di comprare AZ a poco perché c' è il problema sindacale, sono convinti che poi sapranno obbligare il Governo a lasciare che il sindacato venga schiacciato (altrimenti chiudo...), dopodiché venderanno ad Air France. Facile, no? Se Passera mi dà i soldi ci provo anch' io.

Ci sono due cose certe:
  • Per risanare bisogna tagliare, ma il Governo non lo vuole fare direttamente
  • Vendere senza aver tagliato vuol dire regalare Alitalia a chi avrà il coraggio di fare quello che lo Stato padrone non vuole fare. Peccato perché l' Alitalia è in parte anche mia e regalandola lo Stato spreca i soldi di tutti gli Italiani, per permettere ai politici di non prendersi responsabilità.
 
Non vorrei dire una corbelleria ma il Governo non ha fissato un prezzo per due motivi:
- l'azione è quotata e va fatta l'OPA, l'offerta non si potrà discostare molto del valore di mercato dell'azione
- togliersi dalle mani la castagna bollente "non ha prezzo" :D (*)

(*) Mi aspetto un mercato delle vacche (trade off in inglese) tra paletti su occupazione, nazionalità e rotte contro prezzo di cessione; incassando una quasiasi cifra maggiore di zero il governo può salvare la faccia. Vedere ultima puntata del caso Swissair/Swiss.
 
Citazione:Messaggio inserito da concorde
air one parteciperebbe da sola con intesa che gli presta il minimo per partecipare... come direbbero a roma ma ndò vanno??? l'opa con cosa la fanno? scambiando le opzioni sui 320? mi dai azioni e io in cambio ti cedo debiti futuri per acquisto aerei?
Arriverebbero altri soldi da Intesa-SanPaolo o da altre vie. Certo ci vogliono tanti soldi, ma l' obiettivo finale resta evidentemente la vendita a Air France, quindi in 24 mesi tutto si deve risolvere. Se il tempo è breve basta la cassa di AZ. Se tutto deve finire ad AF non è difficile ipotizzare una bella dilazione di pagamento per gli Airbus di Toto, soprattutto se facesse altri ordini per sostituire gli MD80. Insomma i soldi si trovano, basta passare il cerino in tempo.

Per interessare davvero il compratore finale è meglio avere una quota di mercato molto alta in Italia, alta come quella che AF ha in Francia.... e nel frattempo ci vuole qualcuno cha sappia almeno vagamente gestire una linea aerea. Certo, noi sappiamo che AirOne non ha il management adatto, ma al Governo credete che se ne accorgano?
 
Citazione:Messaggio inserito da FlyIce
- l'azione è quotata e va fatta l'OPA, l'offerta non si potrà discostare molto del valore di mercato dell'azione
Non sono d' accordo. Eurofly è passata di mano ad un prezzo molto inferiore a quello di Borsa.

Sull' OPA poi c' è un dilemma, se andrà applicata la normativa italiana o la nuova UE, che non tiene conto del prezzo di Borsa, ma solo di quello a cui passa di mano il pacchetto di controllo.

E poi non sempre chi lancia l' OPA si vede consegnare le azioni. Troppo lungo da spiegare, ma capita che il prezzo dell' OPA obbligatoria risulti essere inferiore a quello di Borsa e tutti si tengano le azioni.
 
Capisco quello che intendi. Non mi aspetto che nessuno sano di mente offra qualcosa di vicino al valore attuale dell'azione, piuttosto qualcosa nei pressi dei minimi storici, anche se il mercato attualemnte è molto su di giri sull'argomento.

In un settimanale "popolare" nella colonna del mercato azionario c'era, prima tra quelle da acquiastare, proprio AZ !!!
"C'è da farci un buon 20%" diceva l'"esperto" ... chissà se qualcuno ci ha creduto. Vorrebbe dire che l'azione AZ torna ai massimi storici.
 
sig Marcogiov vorrei ricordarle che le aziende in Italia vanno bene o male non certo per la sindacalizzazione .E' una azienda con una proprietà debole che si ritroverà sempre con una sbilanciata e inattuale presenza sindacalizia e questo hainoi è il caso Alitalia .
Quindi se Alitalia viene mantenuta in vita con uno scellerato accanimento terapeutico(cioè rifinanziata continuamente con soldi pubblici) non è certo colpa dei sindacati , bensì della proprietà .Io la penso così .

E comunque da cittadino e quindi da azionista di seconda mano senza voto dico ,che almeno sulla mia quota ,son disposto viste le esperienze passate , a regalarla e a non guadagnarci neanche un euro purchè non mi venga restituita .
Poi se qualcuno ci farà pure i soldi meglio per lui .

saluti
 
Citazione:Messaggio inserito da marcogiov

Citazione:Messaggio inserito da concorde
air one parteciperebbe da sola con intesa che gli presta il minimo per partecipare... come direbbero a roma ma ndò vanno??? l'opa con cosa la fanno? scambiando le opzioni sui 320? mi dai azioni e io in cambio ti cedo debiti futuri per acquisto aerei?
Arriverebbero altri soldi da Intesa-SanPaolo o da altre vie. Certo ci vogliono tanti soldi, ma l' obiettivo finale resta evidentemente la vendita a Air France, quindi in 24 mesi tutto si deve risolvere. Se il tempo è breve basta la cassa di AZ. Se tutto deve finire ad AF non è difficile ipotizzare una bella dilazione di pagamento per gli Airbus di Toto, soprattutto se facesse altri ordini per sostituire gli MD80. Insomma i soldi si trovano, basta passare il cerino in tempo.

Per interessare davvero il compratore finale è meglio avere una quota di mercato molto alta in Italia, alta come quella che AF ha in Francia.... e nel frattempo ci vuole qualcuno cha sappia almeno vagamente gestire una linea aerea. Certo, noi sappiamo che AirOne non ha il management adatto, ma al Governo credete che se ne accorgano?

nessuno vuol vendere ad air france (ma nessuno vuol tirar fuori quattrini, neppure toto che propone cambio merce! mi sa tanto che oggi si trova solo gente al limite disposta a metter soldi in azienda e non a pagare lo stato per una società cotta!). i francesi è da aprile 2006 che ripetono la stessa musica: via alcuni aerei di lungo, via qualche aereo di corto, hub a fco e lasciar in vita linate. perchè dovrebbero cambiare idea oggi?

vediamo come andrà il 29 (che torno a dire mi sbaglierò ma si presenteranno in molti, tanto è senza impegno)...
 
Citazione:Messaggio inserito da Luca Cordero
Quindi se Alitalia viene mantenuta in vita con uno scellerato accanimento terapeutico(cioè rifinanziata continuamente con soldi pubblici) non è certo colpa dei sindacati , bensì della proprietà .Io la penso così.
Certo, ma la colpa è della proprietà "di seconda mano", cioè dei cittadini, che non sono disposti a lasciare che il Governo (non questo, anche i precedenti) usi il bisturi.
La ristrutturazione di un' azienda pubblica deve sempre essere fatta rispettando il taboo della "tutela dei posti di lavoro", che poi non comprende mai i posti dei precari, vera underclass italiana. Tutta ruota intorno all' adorazione del "posto fisso", costi quel che costi.

Bel Paese dove la sinistra pretende il posto fisso e la destra risponde con la pretesa di evadere impunemente il fisco, i piani regolatori...