una prova? incollo qua il post di billypaul
air one parteciperebbe da sola con intesa che gli presta il minimo per partecipare... come direbbero a roma ma ndò vanno??? l'opa con cosa la fanno? scambiando le opzioni sui 320? mi dai azioni e io in cambio ti cedo debiti futuri per acquisto aerei?
Messaggero 14/01/2007
MILANO - Air One è pronta. La compagnia abruzzese di Carlo Toto - secondo quanto risulta a Il Messaggero - vuole presentare la manifestazione d’interesse per Alitalia. E farlo da sola. Salvo poi pensare, nella fase 2, di dar vita ad una cordata con altri. Opzione prevista dallo stesso bando del Tesoro. Ma come farà Toto con la sua Air One a presentarsi ai nastri di partenza della gara Alitalia se a livello di gruppo Toto spa, non ha i requisiti patrimoniali minimi - 100 milioni di patrimonio netto - richiesti dal bando? Grazie al sostegno finanziario di Intesa Sanpaolo. Che starebbe valutando l’ipotesi di concedere al gruppo un finanziamento massimo di 150 milioni a una newco di proprietà del gruppo Toto. I soldi andrebbero alla Toto spa, che possiede il 99,7% di Air One. E sarebbero utilizzati dalla stessa per ricapitalizzare il vettore e consentirne l’accesso alla gara. Intesa Sanpaolo starebbe studiando attentamente il dossier facendo analisi e verifiche anche con l’aiuto di Borghesi Colombo & Associati, advisor di Toto. Starebbe emergendo che a livello consolidato, valido ai fini dei requisiti minimi, il gruppo non avrebbe quanto basta. In ogni caso se dovesse aprire il rubinetto, la Superbanca chiederebbe in cambio ampie garanzie. Che potrebbero voler dire pegno su azioni Air One, ad esempio. Ma anche, per tutelarsi dal rischio, fidejussioni o pegni su altri beni della Toto spa, gruppo che opera nel settore delle costruzioni generali. Mentre Toto e Intesa Sanpaolo studiano l’operazione anche gli altri pretendenti cercano di attrezzarsi al meglio in vista della gara. Si alza il velo sui fondi internazionali che avrebbero chiesto a Mario Resca di allestire una cordata. Il manager, presidente di Mc Donald’s Italia e risanatore di aziende, si starebbe muovendo su indicazione di Blackstone - noto in Italia per avere di recente messo le mani su Gardaland - e del fondo di private equity californiano Oaktree. Che nel nostro paese nel novembre 2005 ha comprato dall’Arena Holding i gelati Roncadin. Anche il fondo americano Tpg, guidato in Italia da Davide Croff, ex a.d. di Bnl, chiamato a raccolta da Rothschild appare sempre più concretamente interessato alla partita. Tanto che, per i primi giorni della prossima settimana, avrebbe già programmato un incontro con gli advisor del Tesoro (Merrill Lynch e lo studio Chiomenti) per chiedere chiarimenti sul bando di gara. Come rivela la disponibilità di M&C concordata due giorni fa coi soci, alcuni pretendenti potrebbero rinviare alla fase 2 la ricerca di alleanze. Come il bando stesso consente. Intanto a meno di una settimana dallo sciopero di 24 ore dei dipendenti di Alitalia, senza garanzia dei servizi minimi, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Ugl, Sult e Unione piloti tornano a chiamare in causa l’esecutivo e il mondo della politica sulla vertenza Alitalia. Lo fanno con una lettera inviata, due sere fa, al premier Romano Prodi, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Enrico Letta, ai vicepremier Massimo D’Alema e Francesco Rutelli e ai ministri interessati. Ma anche ai presidenti di Senato e Camera, Franco Marini e Fausto Bertinotti, e ai segretari dei partiti. Serve, scrivono i sindacati, un intervento del governo per scongiurare «quella che rischia di divenire una giornata devastante sotto ogni punto di vista e con forti preoccupazioni sulla gestione dell’ordine pubblico». Un blocco di tutte le attività che gli stessi sindacati definiscono «un atto di esasperazione straordinaria», ma inevitabile. Perchè nonostante le reiterate richieste di incontro «ad oggi ci viene negata la possibilità di comprendere cosa sta accadendo e quali siano le intenzioni reali del governo sul futuro del gruppo Alitalia».
di Giulia Leoni