Rutelli e D’Alema la vogliono cinese (ma i cinesi no), Prodi spinge KLM-Air France che punta a un prezzo più basso
Tutti divisi sul destino di Alitalia: compratori, governo e azienda
Roma. E’ una storia di spaccature quella di Alitalia e dell’alleato internazionale. Ogni giorno politici, manager, sindacalisti, economisti propongono un nuovo possibile partner per l’ex compagnia di bandiera. Sulla decisione da prendere a breve, visto il perdurare della crisi della compagnia anche con l’ultima trimestrale in rosso, nessuno dei giocatori della partita si mostra compatto al proprio interno. Il primo attore è il governo. Qui la partita è tutta politica tanto che il tecnico Tommaso Padoa-Schioppa, azionista principale dell’azienda con il 49,9 per cento detenuto dal suo ministero dell’Economia, è stato completamente esautorato. Il presidente del Consiglio Romano Prodi rimane persuaso che la strada da seguire per Alitalia sia quella della sinergia con Air France-Klm. Soluzione però sgradita ai due vicepremier Francesco Rutelli e Massimo D’Alema che rilanciano l’ipotesi dell’alleanza con una compagnia orientale. Contrari ad andare verso Parigi sono anche il titolare dei Trasporti Alessandro Bianchi e il viceministro diessino Cesare de Piccoli. Per il responsabile delle Finanze, Vincenzo Visco l’obiettivo va spostato sul terreno nazionale e la fusione si deve fare con l’Air One di Carlo Toto, mentre per il sottosegretario della Margherita, Andrea Annunziata il nome giusto è quello della compagnia di Dubai, Emirates.
Il secondo giocatore della partita è l’azienda. Sebbene non abbia mai nascosto la poca simpatia nei confronti di Jean Cyril Spinetta, numero uno di Air France-KIm, Giancarlo Cimoli continua a ritenere la prospettiva franco-olandese quella più concreta. I francesi sono malvisti anche dalla maggior parte dei dirigenti Alitalia che temono di perdere potere in uno scenario di annessione. Da sottoporre al governo c’è aperto anche un dossier cinese. I manager Alitalia hanno preso contatti con quelli di Air China, ma la risposta ricevuta su una ipotesi di fusione è stata una richiesta di ulteriore tempo per approfondire lo studio. Alitalia però ha fretta e, tradotto dalle liturgie orientali, la risposta cinese equivale ad un “no, grazie”. Da un punto di vista industriale non c’è interesse (i volumi di traffico Italia-Cina sono marginali), ma sia Alitalia sia Air China sarebbero pronti ad eseguire ordini politici in tal senso.
Divisi anche i sindacati. I potenti piloti dell’Anpac, sponsor di Cimoli, restano convinti della scelta francese. Più perplessa l’altra sigla dei comandanti, l’Unione piloti che vorrebbe spostare l’alleanza verso la spagnola Iberia o, in secondordine, la tedesca Lufthansa. Per il Sult, sindacato di base molto forte tra hostess e steward, l’accordo con Parigi sarebbe una doppia sconfitta, per la compagnia e per il paese, mentre sarebbe preferibile legarsi a compagnie “che hanno soldi e petrolio ma non il brand” come Emirates.
In ultimo, spaccature si registrano anche in casa del principale indiziato come partner industriale, Air France-Klm. Il presidente Jean Cyril Spinetta vuole aggregare anche Alitalia e rafforzare così la posizione di leadership in Europa. Quello italiano resta un mercato appetibile per la campagna dei cieli che la vede contrapposta a Lufthansa e British Airways. Il presidente francese ha però ribadito che questo si potrà attuare solo con un’Alitalia risanata. Trattandosi di un obiettivo poco verosimile, in realtà da Parigi cercano di abbassare le richieste italiane. Ma il vero scoglio per Spinetta è rappresentato dagli alleati olandesi, che guardano con fastidio al nuovo ingresso. Questione di vecchie ruggini. Alitalia e Klm alla fine degli anni Novanta avevano costituito la prima vera alleanza europea, poi l’accordo si ruppe nel 2000 e gli olandesi furono condannati da un arbitrato internazionale a pagare una penale di 181 milioni di euro, che li ha portati sull’orlo del fallimento.
L’elemento comune in tutti e quattro i fronti è che la voce più importante di ognuno (Prodi, Cimoli, Anpac, Spinetta) gioca a favore dell’ingresso di Alitalia nell’azienda Air France-Klm, Restano da convincere i cespugli delle singole minoranze.
Tratto da Il Foglio del 16-11-06