Alitalia: tra Atlantia, Delta, CdP e FS, siamo alla resa dei conti


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Questo è un commento molto superficiale. Ci sono migliaia di persone che ogni giorno si danno da fare per far decollare ed atterrare oltre 100 aerei. Tra l'altro con una puntualità riconosciuta. Quindi l'automatismo per cui un dipendente LH guadagna lo stipendio, e un dipendente AZ prende lo stipendio non lo trovo corretto.

Io ho interpretato quel commento come un riferimento al fatto che la società non produce utili da tempo immemorabile e non si vede come possa produrne. Perdere mezzo milione o un milione di euro al giorno non è un successo, come non lo è fallire tre volte in dieci anni. La puntualità interessa molto meno.
 
Questo è un commento molto superficiale. Ci sono migliaia di persone che ogni giorno si danno da fare per far decollare ed atterrare oltre 100 aerei. Tra l'altro con una puntualità riconosciuta. Quindi l'automatismo per cui un dipendente LH guadagna lo stipendio, e un dipendente AZ prende lo stipendio non lo trovo corretto.

Non ho mai detto che TUTTI i dipendenti AZ si limitino a prendere uno stipendio, ma spero tu riconosca che ci sono ANCHE dipendenti che lo stipendi non se lo guadagnano
 
Penso che in ogni azienda del mondo esistano dipendenti che lo stipendio non se lo guadagnano..
 
ROMA – “Il dossier Alitalia si chiude lunedì”. Così, secondo quanto si apprende, il vicepremier Luigi Di Maio a fine giornata parlando con i suoi al Ministero dello Sviluppo economico. (LaPresse)
 
Mi vengono in mente sindacalisti che alzano un buon terzo dello stipendio con i permessi sindacali... Parlo con cognizione di causa.
 
penso che buona parte dei naviganti di Az lo stipendio se lo guadagnino , per quel che concerne qulli a terra..... allora e’ un’altro discorso.
 
Bisogna separare il giudizio sui lavoratori e sull'azienda.

I lavoratori possono essere al 100% instancabili e di altissima professionalità. Non lo so perché volo molto poco con AZ e non conosco alcun dipendente o ex-dipendente tranne figure pubbliche come Daniela Martani e Giulia Lupo. Tuttavia, l'azienda non è produttiva e non può stare sul mercato. Mantenercela a colpi di sussidi pubblici non è né equo né efficiente.

L'ottima notizia è che, alla luce delle loro straordinarie qualifiche, i lavoratori troveranno prestissimo ricollocazione. Lo stesso accade continuamente nel mondo, lo si è visto ad esempio con Air Berlin. Chiaro che eventuali resistenze alla ricollocazione potrebbero far pensare in merito alle effettive qualifiche.
 
Bisogna separare il giudizio sui lavoratori e sull'azienda.

I lavoratori possono essere al 100% instancabili e di altissima professionalità. Non lo so perché volo molto poco con AZ e non conosco alcun dipendente o ex-dipendente tranne figure pubbliche come Daniela Martani e Giulia Lupo. Tuttavia, l'azienda non è produttiva e non può stare sul mercato. Mantenercela a colpi di sussidi pubblici non è né equo né efficiente.

L'ottima notizia è che, alla luce delle loro straordinarie qualifiche, i lavoratori troveranno prestissimo ricollocazione. Lo stesso accade continuamente nel mondo, lo si è visto ad esempio con Air Berlin. Chiaro che eventuali resistenze alla ricollocazione potrebbero far pensare in merito alle effettive qualifiche.

E' esattamente questo il punto: deve essere assolutamente eradicato il concetto che i dipendenti AZ - buoni o cattivi che siano, questo non importa in questa sede - debbano essere oggetto di salvataggio perenne, di trattamento diverso rispetto al resto dei lavoratori. La statalizzazione deve essere chiamata con il suo nome che, facendone lo spelling come si farebbe nelle migliori sezioni della Lega, è VE-RGOG-NA.

E chi parla di interesse nazionale, con riferimento ad AZ, è o un mentecatto o un mentitore. Tertium non datur.
 
Penso che in ogni azienda del mondo esistano dipendenti che lo stipendio non se lo guadagnano..

Certamente ma se l'azienda guadagna e si regge da sola si può accettare, se è tenuta costantemente in vita dal contribuente il discorso è ben diverso.

Ciao
Massimo
 
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Anticipazioni dal Sole 24 Ore del Piano che si sta approntando per New AZ. Anche il Messaggero riporta passaggi simili:

Si chiudono linee e se ne aprono altre….

Leggete:

Punta ad un utile operativo da raggiungere nel 2022, con una flotta più piccola ma che volerebbe di più e a costi inferiori. E, dal 1° gennaio 2020, un aumento di capitale da 700 milioni di euro: sono le prime indiscrezioni del piano industriale della nuova Alitalia targato Ferrovie dello Stato-Delta Air Lines e anticipato oggi in esclusiva da Il Sole 24 Ore. Piano comunque passibile di modifiche dall’atteso quarto partner, ancora da individuare.

I numeri parlano di una flotta composta nel gennaio 2020 da 102 aeromobili, 15 in meno rispetto agli attuali 117; parco macchine che successivamente salirebbe a 109 nel 2023, di cui 25 velivoli destinati al lungo raggio. «Sono previsti esuberi nel personale di terra in sede, staff e commerciale pari a 740 dipendenti a tempo pieno. Numero che potrebbe aumentare se i tagli includessero anche contratti part time». Il risparmio stimato nelle intenzioni del piano sarebbe di «14 milioni, -19% rispetto al costo nel 2018». Per quel che riguarda il personale di volo sono previsti «aumenti di produttività e riduzioni di voci di stipendio. Per i piloti una riduzione della remunerazione da 138.000 euro l’anno a 131.000 (-5%), che sommata ai recuperi di produttività porterebbe a un risparmio dell’11%. Nel caso degli assistenti di voli il risparmio complessivo sarebbe nell’ordine del 10%. Ci sarebbe anche una riduzione del numero di assistenti di volo da 11 a 10 sui B777.

Il network vedrà un focus «su mercati con minore concorrenza delle low cost» e l’uscita «da tutte le rotte non profittevoli e non strategiche». C’è la conferma di Fiumicino quale hub per il lungo raggio mentre Milano Linate si concentrerà su «clientela prevalentemente business ad alto valore». Dallo scalo cittadino verrebbero aperte nuove rotte per Stoccolma, Copenhagen, Helsinki, Lisbona, Vienna mentre è prevista la cancellazione «di quelle rotte altamente non profittevoli»: Ginevra, Lussemburgo, Pescara, Reggio Calabria, Trieste. Taglio di 15 destinazioni sul corto raggio e a Fiumicino chiuderebbero Malaga, Casablanca, Dusseldorf, Kiev, Marsiglia, Tolosa, Valencia Teheran.

Nuove rotte in apertura Bergamo (quella per Roma aperta per la prossima chiusura di Linate diventerà permanente): Dubrovnik, Bucarest, Spalanto, Vienna, Zagabria. Saranno invece sostituti con treni ad alta velocità di Fs i voli per Roma da Pisa, Firenze, Napoli a far data dal «2022».

Sul long haul è prevista la cancellazione di 5 rotte da Roma per Johannesburg, Delhi, L’avana, Santiago del Cile; da Malpensa per Male. Per contro apriranno sempre da Fiumicino la rotta per San Francisco (estiva), Washington (annuale) e Shanghai. Viene ipotizzato un anche un potenziale aumento di capacità «negli anni con l’introduzione di 2 velivoli al 2023».

Dal 1 gennaio 2020 escono 15 Embraer 175 e due A330 (da 14 a 12) dell’unico B777-200. Nel 2023 ci saranno 11 A330 e 14 B777. Sul corto aumentano gli A319 che da 22 nel 2018 passano a 24 nel 2020 e 29 nel 2023. Tutti gli aeromobili voleranno un maggior numero di ore.

Sarò rafforzata la collaborazione con i partner «SkyTeam e Delta per potenziare le rotte strategiche di lungo raggio», quindi con Aeromexico, Westjet e Gol ed è previsto il ripristino di una joint venture sul medio raggio europeo con Air France e Klm.
 
StartMagazine

https://www.startmag.it/smartcity/a...l-piano-ferrovie-delta-e-le-ultime-incognite/



Gruppo Atlantia disposto a entrare in Italia. Aumento di capitale da 700 milioni di euro il primo gennaio 2020 secondo il piano Ferrovie-Delta.

Sono queste le due novità sul dossier Alitalia. Ecco tutti i dettagli.

Alla fine anche Atlantia. il gruppo controllato da Benetton, entra in partita e a quattro giorni dalla scadenza del 15 luglio per presentare le offerte vincolanti per Alitalia, ha deciso di approfondire il piano della compagnia, facendo preludere ad una sua discesa in campo a tutti gli effetti per il rilancio del vettore nazionale.

“Atlantia comunica che il Cda della società preso atto dell’interesse della società controllata Aeroporti di Roma per una compagnia di bandiera competitiva e generatrice di traffico, ha dato mandato al Ceo Giovanni Castellucci di approfondire la sostenibilità ed efficacia del piano industriale relativo ad Alitalia”, afferma il gruppo in una nota, specificando che riferirà in una prossima riunione per “le opportune valutazioni”.

Nel frattempo il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha detto che confida di poter “rispettare” il termine e “tutto il Governo è proteso verso una soluzione che sia di mercato e industriale”. Il quarto socio dovrà mettere almeno 300 milioni, pari a circa il 40% del capitale, per completare la cordata Fs-Mef-Delta e far decollare la Newco. Sembrano definitivamente tramontate le aspirazioni dell’imprenditore colombiano German Efromovich e del presidente della Lazio Claudio Lotito, a cui Delta avrebbe chiesto come garanzia, secondo indiscrezioni, addirittura la stessa squadra di calcio.

Atlantia potrebbe entrare in Alitalia da sola oppure con il gruppo Toto, ancora in partita, e con una quota paritaria. Sulla holding dei Benetton è quindi definitivamente caduto il veto del M5S. Dopo che ieri il vicepremier Luigi di Maio aveva detto che su Atlantia non c’erano pregiudizi, oggi altri due esponenti di punta del movimento gli hanno fatto eco.

“Il coinvolgimento di Atlantia in Alitalia non può e non deve intrecciarsi con quella del Ponte Morandi”, ha detto durante il Question Time al Senato il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Il ministro ha anzi puntualizzato che occorre “procedere con la risoluzione unilaterale” della concessione e ciò non comporterebbe nemmeno un indennizzo ad Atlantia. Infatti “l’articolo 9-bis della Convenzione, secondo la relazione degli esperti, è nullo perché, rispetto ai motivi della risoluzione anticipata, non distingue tra quelli imputabili al concedente, quelli legati all’interesse pubblico e quelli connessi all’inadempimento del concessionario, distinzione che invece è contemplata nel Codice dei contratti”, ha spiegato Toninelli. Poi “quella clausola è eccentrica rispetto al sistema della responsabilità contrattuale e manifestamente nulla sotto vari profili, inoltre garantisce a una delle parti una condizione di sostanziale immunità e privilegio”, ha aggiunto il ministro, sottolineando che “l’articolo 1229 del codice civile sanziona con la nullità qualunque patto che escluda o limiti la responsabilità del debitore per dolo o colpa grave”. E i giuristi del gruppo di lavoro chiamati ad esprimersi sulla responsabilità di Autostrade nel crollo del ponte Morandi hanno giudicato l’inadempimento “di particolare gravità” e “definitivo”, ha ribadito nell’aula del Senato Toninelli.

Emergono nel frattempo altri dettagli – svelati oggi dal Sole 24 Ore – sul piano messo a punto da Ferrovie-Mef-Delta: aumento di capitale agli inizi del 2020; i risultati rimarrebbero in rosso fino al 2021; raggiunto l’utile operativo (Ebit) nel 2022 con 53,9 milioni e nel 2023 con 134 milioni, rispetto ai -340 milioni del 2018.

Queste le previsioni dei conti della «Nuova Alitalia», secondo il «Piano Industriale definitivo» elaborato da Ferrovie dello Stato con il partner Delta Air Lines, il «Progetto Az». Un documento confidenziale, pubblicato oggi da Il Sole 24 Ore, «soggetto a modifiche da parte di altro partner industriale», il quarto socio che non c’è ancora.

Secondo fonti confidenziali del Sole, Atlantia lo avrebbe considerato troppo a favore di Delta (obiezione fatta anche da German Efromovich) e di Air France. Inoltre la società dei Benetton giudicherebbe insufficienti i tagli nell’handling a Fiumicino.

La Nuova Alitalia dal primo gennaio 2020 avrebbe 102 aerei, 15 in meno rispetto agli attuali 117. La flotta dovrebbe risalire un po’ fino a 109 aerei nel 2023. I jet di lungo raggio, oggi sono 26, scenderebbero a 23 l’anno prossimo e risalirebbero fino a 25 nel 2023.

Nel progetto alternativo presentato da Lufthansa le attività di Alitalia sarebbero state acquisite con 74 aerei, meno di quanto prevedono Fs-Delta.
Il piano riguarda il periodo 2020-2023, «assumendo (…) un 2019 inerziale rispetto alla chiusura 2018» dei conti Alitalia. Sono previsti esuberi nel personale di terra della sede, staff e commerciale pari 740 dipendenti a tempo pieno (detti anche «fte»). Potrebbe esserci un maggior numero di uscite se i tagli toccassero anche contratti part time, fanno notare fonti sindacali.

Gli esuberi sono indicati in 560 «fte» tra «cigs a zero ore + cigs minima» («il minimo valore di cigs utilizzato nel mese di picco»), 60 «fte» «per ottimizzazione presidio commerciale in geografie coperte dal partner», cioè Delta, 120 «fte» «per sinergie con Fs». Il risparmio annuo previsto da questi tagli è di 14 milioni, -19% rispetto al costo nel 2018. Secondo fonti sindacali, calcolando le retribuzioni medie, l’impatto di questi tagli sarebbe sottostimato.

Nel personale di volo sono previsti aumenti di produttività (i riposi mensili ridotti da 10 a 9 per piloti e assistenti di volo) e riduzioni di voci di stipendio, in particolare l’indennità di volo. Per i piloti c’è un obiettivo di riduzione della «remunerazione» da 138mila euro l’anno a 131mila (-5%), che sommata ai recuperi di produttività darebbe un risparmio dell’11 per cento. Per gli assistenti di volo si indica una riduzione della «remunerazione» da 51mila a 48mila euro l’anno (-5,8%), che sommata ai recuperi di produttività porterebbe a risparmi del 10% rispetto al 2018. Si prevede anche una riduzione dell’equipaggio da 11 a 10 assistenti di volo sui Boeing 777.

Fiumicino si conferma l’«hub» per i voli a lungo raggio. Milano Linate verrebbe orientato su «clientela prevalentemente business ad alto valore». Da Linate previste nuove rotte per Stoccolma, Copenaghen, Helsinki, Lisbona, Vienna e la «razionalizzazione» (cioè soppressione) delle «rotte altamente non profittevoli»: Ginevra, Lussemburgo, Pescara, Reggio Calabria, Trieste. Nel corto raggio da altri scali è prevista una riduzione netta di 15 destinazioni.

Fiumicino si conferma l’«hub» per i voli a lungo raggio. Milano Linate verrebbe orientato su «clientela prevalentemente business ad alto valore». Da Linate previste nuove rotte per Stoccolma, Copenaghen, Helsinki, Lisbona, Vienna e la «razionalizzazione» (cioè soppressione) delle «rotte altamente non profittevoli»: Ginevra, Lussemburgo, Pescara, Reggio Calabria, Trieste. Nel corto raggio da altri scali è prevista una riduzione netta di 15 destinazioni.
 
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Anticipazioni dal Sole 24 Ore del Piano che si sta approntando per New AZ. Anche il Messaggero riporta passaggi simili:

Si chiudono linee e se ne aprono altre….

Leggete:

Punta ad un utile operativo da raggiungere nel 2022, con una flotta più piccola ma che volerebbe di più e a costi inferiori. E, dal 1° gennaio 2020, un aumento di capitale da 700 milioni di euro: sono le prime indiscrezioni del piano industriale della nuova Alitalia targato Ferrovie dello Stato-Delta Air Lines e anticipato oggi in esclusiva da Il Sole 24 Ore. Piano comunque passibile di modifiche dall’atteso quarto partner, ancora da individuare.

I numeri parlano di una flotta composta nel gennaio 2020 da 102 aeromobili, 15 in meno rispetto agli attuali 117; parco macchine che successivamente salirebbe a 109 nel 2023, di cui 25 velivoli destinati al lungo raggio. «Sono previsti esuberi nel personale di terra in sede, staff e commerciale pari a 740 dipendenti a tempo pieno. Numero che potrebbe aumentare se i tagli includessero anche contratti part time». Il risparmio stimato nelle intenzioni del piano sarebbe di «14 milioni, -19% rispetto al costo nel 2018». Per quel che riguarda il personale di volo sono previsti «aumenti di produttività e riduzioni di voci di stipendio. Per i piloti una riduzione della remunerazione da 138.000 euro l’anno a 131.000 (-5%), che sommata ai recuperi di produttività porterebbe a un risparmio dell’11%. Nel caso degli assistenti di voli il risparmio complessivo sarebbe nell’ordine del 10%. Ci sarebbe anche una riduzione del numero di assistenti di volo da 11 a 10 sui B777.

Il network vedrà un focus «su mercati con minore concorrenza delle low cost» e l’uscita «da tutte le rotte non profittevoli e non strategiche». C’è la conferma di Fiumicino quale hub per il lungo raggio mentre Milano Linate si concentrerà su «clientela prevalentemente business ad alto valore». Dallo scalo cittadino verrebbero aperte nuove rotte per Stoccolma, Copenhagen, Helsinki, Lisbona, Vienna mentre è prevista la cancellazione «di quelle rotte altamente non profittevoli»: Ginevra, Lussemburgo, Pescara, Reggio Calabria, Trieste. Taglio di 15 destinazioni sul corto raggio e a Fiumicino chiuderebbero Malaga, Casablanca, Dusseldorf, Kiev, Marsiglia, Tolosa, Valencia Teheran.

Nuove rotte in apertura Bergamo (quella per Roma aperta per la prossima chiusura di Linate diventerà permanente): Dubrovnik, Bucarest, Spalanto, Vienna, Zagabria. Saranno invece sostituti con treni ad alta velocità di Fs i voli per Roma da Pisa, Firenze, Napoli a far data dal «2022».

Sul long haul è prevista la cancellazione di 5 rotte da Roma per Johannesburg, Delhi, L’avana, Santiago del Cile; da Malpensa per Male. Per contro apriranno sempre da Fiumicino la rotta per San Francisco (estiva), Washington (annuale) e Shanghai. Viene ipotizzato un anche un potenziale aumento di capacità «negli anni con l’introduzione di 2 velivoli al 2023».

Dal 1 gennaio 2020 escono 15 Embraer 175 e due A330 (da 14 a 12) dell’unico B777-200. Nel 2023 ci saranno 11 A330 e 14 B777. Sul corto aumentano gli A319 che da 22 nel 2018 passano a 24 nel 2020 e 29 nel 2023. Tutti gli aeromobili voleranno un maggior numero di ore.

Sarò rafforzata la collaborazione con i partner «SkyTeam e Delta per potenziare le rotte strategiche di lungo raggio», quindi con Aeromexico, Westjet e Gol ed è previsto il ripristino di una joint venture sul medio raggio europeo con Air France e Klm.


Quindi col senno di poi il piano Ball BOCCIATO dai dipendenti era nettamente migliore in termini di investimento e tutela dei posti di lavoro. Complimentoni !!!
 
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Fiumicino si conferma l’«hub» per i voli a lungo raggio. Milano Linate verrebbe orientato su «clientela prevalentemente business ad alto valore». Da Linate previste nuove rotte per Stoccolma, Copenaghen, Helsinki, Lisbona, Vienna e la «razionalizzazione» (cioè soppressione) delle «rotte altamente non profittevoli»: Ginevra, Lussemburgo, Pescara, Reggio Calabria, Trieste. Nel corto raggio da altri scali è prevista una riduzione netta di 15 destinazioni.

E via col totorotte...
 
Quindi col senno di poi il piano Ball BOCCIATO dai dipendenti era nettamente migliore in termini di investimento e tutela dei posti di lavoro. Complimentoni !!!

Di quale Piano parli? di quello "prima" o "dopo" la slide col numero di aerei modificato e giustificato da Ball come un "errore da battitura"?....

Dal Sole 24 Ore del 6 marzo 2017:

Unicredit e Intesa non si fidano più di Ball, manager scelto dal numero uno di Etihad, James Hogan, a sua volta dimissionario dal vettore di Abu Dhabi a causa dell'esito disastroso degli investimenti in Europa. Si stima che da qui alla fine dell'anno Alitalia avrebbe bisogno di almeno 600 milioni per coprire l'assorbimento di cassa, ma il fabbisogno arriverebbe a 900 milioni considerando anche gli investimenti per la flotta e per dare esecuzione al piano di Ball. Chiamate a iniettare altri soldi in Alitalia, le banche sollecitano un piano lacrime e sangue con un'accelerazione del taglio di costi. L'unico modo - a loro avviso - per evitare che le perdite aumentino, in quanto è giudicata irrealistica la previsione di Ball di aumentare i ricavi (+42% nel 2019 rispetto al 2016: i ricavi salirebbero da 2.806 a 3.993 milioni).

Nel breve periodo, secondo le banche, si può intervenire solo per tagliare il costo del lavoro, che si aggira sui 600 milioni l'anno. Il taglio dovrebbe essere attuato, oltre che con almeno 2mila esuberi, riducendo gli stipendi del 31% in media. Per i sindacati è una richiesta inaccettabile. Gli esuberi in realtà sarebbero più di 2mila, perché è prevista anche la messa a terra di 20 aerei di medio raggio Airbus 320 o 319: e ogni aereo in meno significherebbe circa 45 esuberi in più. Inoltre non ci sarà il programmato sviluppo di nuove rotte intercontinentali né l'arrivo dei tre jet Boeing 777 per il lungo raggio previsti entro quest'anno: questo sempre per contenere i costi…..

P.S. non e' una polemica nei tuoi confronti, sia ben chiaro.
 
Di quale Piano parli? di quello "prima" o "dopo" la slide col numero di aerei modificato e giustificato da Ball come un "errore da battitura"?....

Dal Sole 24 Ore del 6 marzo 2017:

Unicredit e Intesa non si fidano più di Ball, manager scelto dal numero uno di Etihad, James Hogan, a sua volta dimissionario dal vettore di Abu Dhabi a causa dell'esito disastroso degli investimenti in Europa. Si stima che da qui alla fine dell'anno Alitalia avrebbe bisogno di almeno 600 milioni per coprire l'assorbimento di cassa, ma il fabbisogno arriverebbe a 900 milioni considerando anche gli investimenti per la flotta e per dare esecuzione al piano di Ball. Chiamate a iniettare altri soldi in Alitalia, le banche sollecitano un piano lacrime e sangue con un'accelerazione del taglio di costi. L'unico modo - a loro avviso - per evitare che le perdite aumentino, in quanto è giudicata irrealistica la previsione di Ball di aumentare i ricavi (+42% nel 2019 rispetto al 2016: i ricavi salirebbero da 2.806 a 3.993 milioni).

Nel breve periodo, secondo le banche, si può intervenire solo per tagliare il costo del lavoro, che si aggira sui 600 milioni l'anno. Il taglio dovrebbe essere attuato, oltre che con almeno 2mila esuberi, riducendo gli stipendi del 31% in media. Per i sindacati è una richiesta inaccettabile. Gli esuberi in realtà sarebbero più di 2mila, perché è prevista anche la messa a terra di 20 aerei di medio raggio Airbus 320 o 319: e ogni aereo in meno significherebbe circa 45 esuberi in più. Inoltre non ci sarà il programmato sviluppo di nuove rotte intercontinentali né l'arrivo dei tre jet Boeing 777 per il lungo raggio previsti entro quest'anno: questo sempre per contenere i costi…..
Meglio falliti che in mano a sti banditi!
 
Stato
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