Detto questo, i cinesi sono pieni di partecipazioni in aziende europee e non mi sembra si sia alla macelleria sociale ed economica. Possiedono aeroporti, squadre di calcio, case automobilistiche (Daimler Mercedes ha come maggiore azionista i cinesi) e così via.
Per me sono pari ai tedeschi, agli americani, ai francesi e così via.
I cinesi non fanno macelleria sociale o economica, e il fatto che tu li citi indica che non hai presente quale sia il problema di cui si sta parlando.
Non è l'investimento in sé il problema. Il problema è cosa consegue da quell'investimento.
Quando Nissan apre una fabbrica in Inghilterra o quando Hitachi si compra Ansaldo Ferroviaria, esporta capitale e ricerca profitto. A volte va bene, a volte va male, ma non modifica l'assetto delle relazioni internazionali tra due paesi, a parte quando Salvini fa il cretino con Macron perché deve far vedere che ce l'ha duro (i vecchi insegnamenti non si scordano mai).
Quando un'azienda cinese fa lo stesso, non esporta capitale né ricerca profitto (non che faccia schifo, se succede, vedi Volvo). Innanzitutto, esporta influenza politica (per esempio, facendo indebitare lo Sri Lanka, hanno comprato il porto principale del paese, che è a poche centiania di km dalle coste indiane. Credo che tutti sappiamo quali siano le ralazioni sino-indiane) in quanto gli investimenti all'estero sono soggetti ad autorizzazione - non è che Jack Ma domattina si sveglia e investe 3 miliardi di dollari in start-up americane.
Secondariamente, re-importa a casa sua know-how tecnologico per chiudere il gap che ha nei confronti dei competitor, e fa la stessa cosa quando chiede che le aziende straniere compartecipino le proprie, a casa sua.
Terzo, l'investimento diventa una leva per bloccare quelle attività (per lo più politiche) che mina l'autorità, interna ed esterna, e lo spazio d'azione del partito comunista cinese (e, per estensione, del paese stesso), che di fatto detta il controllo della vita sociale, individuale e collettiva, all'interno della PRC. Un esempio a caso, tra i centinaia: la Grecia ha bloccato in sede UE una dichiarazione sulla violazione dei diritti umani contro la Cina che era stata sottoscritta da tutti gli altri paesi e per cui serviva l'unanimità. Germania, Francia e Regno Unito, che vedono tutti investimenti cinesi, hanno una riserva di potere politico ed economico per ignorare pressioni esterne; la Grecia, che dipende dal capitale cinese in percentuale più significativa rispetto ad altri paesi, diventa quindi uno strumento di influenza esterna all'interno dell'UE, cosa cui sarà soggetta anche l'Italia per l'intrinseca vulnerabilità del nostro tessuro socio-economico (soldi subito e maledetti, e chissenefotte del resto). Il problema, sollevato in un recente editoriale mi pare sulla Stampa, inquadra bene il dilemma italiano: dato che siamo un stato imbelle che non è in grado di attrarre capitale estero per problemi tutti nostri, come sempre cerchiamo la scorciatoia e ci andiamo a impelagare in una forma di schiavutù politica con la Cina - né più né meno che l'esplosione del debito pubblico degli anni '80 in sostituzione delle riforme che avremmo dovuto fare.
Quarto, gli investimenti cinesi all'estero non sono socialmente responsabili, o lo sono meno di quelli di altri paesi, non potendo avere il paese una cultura di responsabilità sociale (essendo una dittatura). Credi davvero che la neo-colonizzazione economica dell'Africa sia fatta con spirito umanitario? È possibilmente pure peggio del colonialismo europei di tre secoli fa, con tutte le aggravanti del caso.
Infine, ricordo che tutti i colossi cinesi, con l'eccezione di quelli nati nel campo strettamente digitale (non dell'informatica) nascono da ex monopoli e pertanto la ricchezza che hanno prodotto in alcune persone - tante, visto il numero di aziende e la vastità del mercato locale - è assai similare a quella che ha prodotto gli oligarchi russi; persone ancorate o legate alla struttura politica che li ha generati, non per merito personale ma per fedeltà e affidabilità, e che sguazzano nell'assenza di controlli o nel poter controllare i controllori.
Aggiungiamo a tutto ciò la tipica avidità occidentale che pur di fare un euro di fatturato in più, si infila gli stuzzicadenti negli occhi, ed ecco che abbiamo quel disastro che sono le relazioni politico-economiche tra Cina e il resto del mondo, che a loro volta esacerbano le problematiche economiche degli stadi primari dell'economia, i settori basici che hanno bassa reddittività ma alta manodopera, e fanno nascere i piccoli Trump, i piccoli Salvini, i piccoli Orban. C'è da chiedersi perché con l'India non sia accaduto...
Ciò detto, a livello individuale, tutti i miei colleghi cinesi (in Cina) con cui lavoro abitualmente sono piuttosto smart e mi ci trovo bene, con alcuni sono anche parecchio amico e ci vediamo sempre volentieri. La maggior parte non ha l'anello al naso, almeno quelli nati prima del boom digitale, la nuova generazione è ormai brainwashed. Il problema vero sta al vertice e nel primo terzo della piramide, che è quello che di fatto controlla e comanda il paese.
DaV