Alitalia: nel 2005 perdita in forte calo a 167 Mln


malpensante

Bannato
6 Novembre 2005
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bel paese là dove 'l sì suona
ROMA (Reuters) - Alitalia ha chiuso il 2005 con una perdita di 167 milioni in caduta rispetto agli 812 milioni del 2004 grazie al deconsolidamento di Alitalia service avvenuto a maggio del 2005.

Lo rende noto un comunciato della società.

Lo scorso anno i ricavi sono ammontati a 4,797 miliardi di euro in crescita dal 2004 quando furono di 4,075 miliardi.

Il 49% di Alitalia service è stato ceduto a Fintecna nel maggio del 2005 . A questa società è stato anche dato in prestito il 2% dei diritti di voto per assicurarle la gestione e garantire alla compagnia aerea la possibilità di deconsolidare la società dal bilancio di Alitalia.
 
E' perfettamente il linea con quanto si aspettavano analisti e mercato.
Risultato operativo quasi in pareggio: un ottimo risultato.
 
Citazione:Messaggio inserito da Boeing747
L'auspicio è che ai numerelli e alle chiacchiere seguano i fatti, cioé un piano di investimenti intelligenti degli 800 milioni in cassa.

Marco

Ma non era 1 miliardo di euro? 200 milioni sono già stati "bruciati"?
 
Riporto dall'altro post:

Messaggio inserito da airblue

Da Repubblica.it

Alitalia in ritardo sul piano
ma il rosso cala a 167 milioni

ROMA - I dubbi sul futuro e un leggero discostamento dagli obiettivi del piano di risanamento "offuscano" i conti Alitalia relativi al 2005 che peraltro mostrano un deciso miglioramento su molti indicatori: la perdite d'esercizio è ridotta a 167 milioni di euro contro il rosso da 858 milioni del 2004; i ricavi netti sono pari a 4799 milioni (11,6% sul 2004); il costo del lavoro è sceso del 31% a 982 milioni e il risultato operativo è stato negativo per soli 47 milioni di euro. Le note positive non sono solo di carattere finanziario, ma anche industriale: crescita dell'offerta del 9,1% ed aumento dei passeggeri ancora più alto (+9,5% se si considera l'unità di misura delle tonnellate/chilometro e +7,8% se si considera il numero assoluto: 23,9 milioni di passeggeri).

Ma prima di poter parlare di "uscita dall'emergenza" bisogna chiarire che il confronto tra l'Alitalia del 2004 e quella del 2005 non è così agevole visti i numerosi cambiamenti, sia in positivo che in negativo, che hanno caratterizzato la società. Soprattutto la divisione del vecchio gruppo in due società: Az Fly e Az Servizi con la seconda, in cui sono raggruppate le attività di terra, dal 10 novembre decosolindata dal bilancio per la presenza di Fintecna nel capitale.

L'effetto più evidente è la riduzione della forza lavoro di 9401 unità (molte confluite proprio in Az service, mentre la riduzione effettiva rispetto al 2005 è di 2819 persone). Ma non è solo il nuovo perimetro societario a creare problemi di confrontabilità, pesa anche l'utilizzo dei nuovi criteri contabili Ias.

Per facilitare la comprensione la società ha fornito delle valutazioni rispetto al piano industriale: "A livello di valore della produzione pro forma (4346 milioni di euro) sono stati generati circa 56 milioni di euro in meno rispetto alla previsione principalmente a causa di di una minore attività sviluppata sul network rispetto alle previsioni soprattutto nell'ultimo trimestre - spiega Alitalia nel suo comunicato- Il risultato operativo pro forma è stato inferiore a quello previsto di circa 81 milioni, mentre il risultato netto (-153 milioni) è stato inferiori di soli 12 milioni".

Tra le note dolenti il costo del carburante che ha comportato maggiori oneri per 233 milioni. La compagnia parla espressamente di "una decisa inversione di tendenza nei confronti del recente passato" ma è presto per dire se nel 2006 riuscirà a sfruttare e consolidare il buon trend del 2005. Il cda presieduto da Giancarlo Cimoli si riunirà di nuovo il 10 marzo per quantificare l'effetto sui conti dei giorni di blocco patiti a metà gennaio a causa delle rimostranze sindacali. Ed il clima della relazioni industriali rimane molto teso, costituendo un'incognita rispetto alle possibilità di risanamento di Alitalia.

Oggi al ministero delle Attività produttive il ministro Claudio Scajola e il titolare del Welfare Roberto Maroni tenteranno di mediare tra l'azienda e i lavoratori (in preparazione all'incontro ieri Cimoli è stato ricevuto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta). I sindacati hanno chiesto chiarimenti su Az service e su alcuni nodi gestionali (contestano anche alcune affermazioni sul bilancio Alitalia) fino ad una richiesta sulle prospettiva di alleanza estere.