Alitalia, il tricolore, e la freccia del Sud


kenadams

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13 Agosto 2007
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NYC
Bella la vignetta di Giannelli sul Corriere della Sera di oggi.

In effetti l'attenzione di certa classe politica e sindacale per la "bandiera" è assai pretestuosa. Nel ventunesimo secolo avere una compagnia di bandiera non significa niente se molti italiani si spostano sempre in traghetto dal continente alla Sardegna, e altri continuano a utilizzare la Freccia del Sud per i loro viaggi Nord-Sud. Il tricolore di Alitalia è servito solo come pretesto per conservare nella "compagnia di bandiera" un ruolo decisivo - e dannoso - della politica.

Alitalia sta fallendo economicamente perché ha mancato la sfida della liberalizzazione del trasporto aereo in Europa: ha cercato, negli ultimi dieci anni, di blindare il proprio mercato anziché accrescerlo - ha lasciato a Ryanair e altre low cost il compito di sviluppare l'aviazione civile nel nostro paese estendendo i vantaggi del trasporto aereo a nuovi consumatori. Easyjet e Ryanair (ma anche Windjet e Meridiana), queste sono le compagnie che hanno contribuito allo sviluppo del trasporto aereo in Italia: sono loro le nostre compagnie di bandiera perché esse hanno raccolto la sfida di questo inizio di secolo per l'aviazione civile italiana. Pensiamo a come renderle migliori, responsabilizziamole (pronto, Enac, Antitrust? Non sarà ora di costringere FR&Co. a rispettare i diritti dei passeggeri?). Poi cediamo AZ a chiunque presenti un piano serio e le offra una seria possibilità di rilancio, al riparo dalla responsabilità di portare il tricolore sulla coda degli aerei in giro per il mondo: AZ non deve trasportare tricolori, deve portare italiani ed europei in giro per il mondo.


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Dal Corriere della Sera del 14-12-2007.
 
Citazione:Messaggio inserito da kenadams
ha lasciato a Ryanair e altre low cost il compito di sviluppare l'aviazione civile nel nostro paese estendendo i vantaggi del trasporto aereo a nuovi consumatori. Easyjet e Ryanair (ma anche Windjet e Meridiana), queste sono le compagnie che hanno contribuito allo sviluppo del trasporto aereo in Italia: sono loro le nostre compagnie di bandiera perché esse hanno raccolto la sfida di questo inizio di secolo per l'aviazione civile italiana.

ma i contributi degli aeroporti si chiamano sfide adesso?
 
Citazione:Messaggio inserito da almetano
ma i contributi degli aeroporti si chiamano sfide adesso?
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Sì: se prima di FR&Co. si andava a Parigi e a Bari in treno, e ora ci si va in aereo perché costa poco, anche i contributi degli aeroporti fanno parte della sfida. Non ho nostalgia per i tempi in cui andare a Parigi in aereo era roba da benestanti. Per la cronaca: anche AZ ha avuto fior di contributi - magari non dagli aeroporti, ma dallo Stato sì. Non mi sembra che siano serviti allo sviluppo del trasporto aereo in Italia (negli ultimi dieci anni).
 
si ma basta per favore con il discorso "etico" e "morale" del portare in giro la gente a poco prezzo: il differenziale del costo della "produzione" con questi mostri anglosassoni a bassa fiscalità (fr, u2) è troppo elevato per dare a questi anche il Nobel

please

diamogli soltanto i normali riconoscimenti strategici di aver individuato un Paese senza alcun futuro certo aviatorio e di averlo conquistato
 
Non sto facendo un discorso etico. L'aviazione civile è un settore dell'economia e io di economia discuto. Il problema è proprio nel fatto che per anni si è voluto conferire un contenuto etico al possesso di una compagnia di bandiera e, per questo, si è accettato qualsiasi prezzo per mantenere in vita un prodotto, AZ, del tutto inefficiente.