. Alitalia, pressing finale su Delta Vertice con Fs e Atlantia
Alitalia, pressing finale su Delta Vertice con Fs e Atlantia
Venti milioni di euro in più. Uno sforzo minimo per un colosso come Delta. Il governo (e i soci italiani) spingono per il 15%, ma non sembrano aver trovato grandi sponde. La compagnia Usa avrebbe accettato di ritoccare al 12% la propria partecipazione nella società che rilancerà Alitalia, investendo così 120 milioni. Quel 2% in più rispetto a quanto preventivato inizialmente consentirebbe a Ferrovie dello Stato ed Atlantia di detenere il 36,5% della cordata (365 milioni di investimento per ciascuna). Al ministero del Tesoro resta l’altro 15%, per effetto della conversione di 150 milioni del prestito-ponte in capitale.
È questo lo schema societario che dovrebbe risultare al termine di mesi di trattative febbrili sull’asse Roma-Atlanta. Per la verità non un grande risultato per la compagine italiana perché l’impegno di Delta sembra irrisorio. Un «chip» per evitare che Alitalia transiti verso Lufthansa, entrando nel capitale al minimo sindacale senza la garanzia di dover crescere nel tempo sul modello Aeromexico, dove Delta adesso detiene il 49%.
La costituzione di patti parasociali per far pesare di più questa quota — magari scegliendo anche il capoazienda (che Delta pretende sia un manager già esperto di trasporto aereo) — ha trovato i soci italiani molto restii. Spalleggiati anche dal governo, con il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli, che a questo punto ritiene necessario che l’uomo al timone della nuova Alitalia lo esprima l’esecutivo tra una serie di nomi di standing internazionale.
Al netto dei profili restano i dubbi sul piano industriale. Filtra la preoccupazione tra i soci italiani sul progetto che sembra di breve respiro. Rischia di tenere in piedi la compagnia per qualche anno e poco più. Sulla falsariga di quello che successe con Etihad, che però entrò nella compagine sociale col 49%. La differenza la fa l’ernorme potere negoziale degli americani, che hanno un network di partecipazioni e di rotte sterminato, il pivot globale dell’alleanza SkyTeam e connessioni con China Eastern (con quote incrociate in Air France-Klm) che le permette di essere coperta con la Cina e l’Oriente.
Due fonti rilevano che basterebbe uno sforzo aggiuntivo sul Nord America da parte di Delta. Su cui stanno puntando i piedi gli “operativi” di Atlantia, la holding dei Benetton che controlla gli aeroporti di Roma. Dal fronte Usa nei giorni scorsi serpeggiava il malumore per il muro contro muro con Atlantia sulla joint venture Blue Skies, che vede Alitalia non allo stesso rango di Air France-Klm. Un comportamento tattico per far saltare il banco a pochi giorni dal termine per l’offerta vincolante (15 ottobre). La sensazione è che si troverà una quadra. Il rischio è che permetta alla compagnia di galleggiare solo qualche anno.
https://www.corriere.it/economia/aziende/19_ottobre_02/alitalia-pressing-delta-vertice-fs-atlantia-3be6655c-e537-11e9-b924-6943fd13a6fb.shtml