Perché Berlusconi ha salvato Alitalia, no?
pubblicato il 17 novembre 2009 alle 09:25 dallo stesso autore - torna alla home
Seduti ad aspettare in aeroporto, oppure addirittura sequestrati in aereo.Così hanno passato una mezza giornata coloro che ieri hanno avuto la sfortunata idea di volersi spostare volando da Roma a Milano e vicerversa. E a dirlo non sono, per una volta, testimoni inattendibili, di quelli che gli Uffici Stampa possono far passare per visionari. “A Fiumicino assemblee sindacali impediscono ai passeggeri di sbarcare dagli aerei. Sono bloccata dalle 15,30 su un aereo proveniente da Torino e il comandante ci ha informati che non ha la più pallida idea di quanto tempo sarà necessario per l’arrivo della scaletta e del pullman per il trasferimento in aeroporto“, ha detto Margherita Boniver, deputato del Pdl, alle 17,30 di ieri.
Non si sa se il grido d’aiuto dell’onorevole sia stato rispettato. Di certo c’è che anche Roberto Castelli ha voluto dichiarare la propria felicità, stupendoci con un’analisi molto più profonda di quelle che fa di solito: “Le assemblee dei lavoratori di terra di Alitalia indette dalle organizzazioni sindacali stanno bloccando il Paese. Da Roma e da Milano in aereo non si riesce a partire. È inaccettabile che il monopolio di Alitalia provochi disagi di questo tipo“, ha dichiarato il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti. “Se le forze sindacali si permettono di utilizzare così il loro monopolio, a totale svantaggio dei cittadini, mi domando- ha detto Castelli- se non sia il caso di iniziare a pensare a come rivedere questo monopolio“. Ebbravo Castelli. Perché Berlusconi ha salvato Alitalia, no?
In effetti, a Castelli mancava soltanto di ricordare chi è ad aver permesso a Cai, la Compagnia Aerea Italiana di Colaninno, di operare in regime di monopolio. E di far vedere ieri a Fiumicino spettacoli come l’imbarco “a chi arriva prima” nei voli per Linate alle 20 di sera: senza rispettareprenotazioni, priorità, biglietti, si faceva partire chi era più svelto a presentarsi. Mors tua, vita mea: è il duro tran tran di chi opera in regime di monopolio, come ha detto Castelli. I capitani di ventura di Alitalia, soltanto una decina di giorni fa, si bullavano sui giornali per aver chiuso il terzo trimestre con un risultato operativo positivo per 15 milioni di euro. Che ha portato la perdita operativa dall’inizio dell’anno alla bazzecola di 258 milioni. Ad alcuni sfortunati ieri è capitato di trovarsi sul pullmino che trasporta i passeggeri all’aereo, sballottati in giro per le piste perché l’autista non sapeva quale fosse il velivolo giusto dove portarli (e se ci fosse, mormora qualcuno). Eppure il terzo trimestre, quello di luglio, agosto e settembre, tradizionalmente il più positivo anche per la più sfigata delle compagnie aeree, era andato benino, sottolineava Colaninno. Che è andato pure a La 7 per vantarsene, oltre a farlo scrivere su tutti i giornali con toni trionfali. E poco importa che gli stessi passeggeri, sempre ieri (qui vedete qualche foto scattata con il telefonino), ieri abbiano dato il via all’occupazione di uno degli aerei per far rispettare l’ordine dei biglietti acquistati ai furbetti che la compagnia aveva fatto salire senza controllo, soltanto così ottenendo poi da hostess e piloti il rispetto della fila.
Ieri lo sciopero dei lavoratori di Alitalia è partito per il problema del quarto d’ora. Il tempo che vorrebbero le maestranze per raggiungere i luoghi del pranzo, considerato necessario al punto da scioperarci su. Ecco. A quei 15 milioni di risultato operativo positivo, Colaninno aggiunga, come dice Castelli, che su alcune tratte – come la Milano-Roma – Alitalia opera in regime di monopolio di fatto, sancito pure per legge (tanto per stare sicuri). Così si capisce quanto valgono davvero, quei 15 milioni, e quanto vale il genio imprenditoriale che ci sta guidando, a ’sto giro. In attesa di ammettere a mezza bocca il fallimento e chiedere per piacere ad Air France di accollarsi il carrozzone, salvando il salvabile. Perché Berlusconi ha salvato Alitalia, no?
E si potrebbe pure finire qui. Se non fosse che è un peccato. Adn Kronos di ieri: “È in atto da parte di alcune compagnie aeree la pratica elusiva di immatricolare i velivoli in stati europei con una bassa aliquota di tassazione dei redditi societari. E risulterebbe che sia Alitalia sia Cai abbiano immatricolato parecchi aeromobili in Irlanda“, scrive il vicepresidente dei deputati della Lega Nord, Marco Reguzzoni, in una interrogazione indirizzata al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Economia ed al Ministro delle Infrastrutture. Secondo il deputato del Carroccio “tale comportamento sarebbe assai grave, sia perchè si tratterebbe di pratica elusiva poco sostenibile, sia perchè Alitalia è tuttora pubblica, sia perchè Cai ha più volte sbandierato la propria ‘italianità’”. Reguzzoni chiede di sapere “se la pratica elusiva citata in premessa sia effettivamente utilizzata dalle compagnie aeree, e da quali, e se, salvo che il fatto non costituisca reato, il Governo intenda intervenire ai fini di recuperare le somme eluse indebitamente o evase“. Ah, questi imprenditori italiani. Sempre gli stessi. Perché Berlusconi ha salvato Alitalia, no?
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