Fenosu, finalmente il Fokker decolla
E' il primo volo di linea dopo 20 anni
Dopo vent’anni di polemiche è decollato in perfetto orario alle 9.40 di giovedì il primo volo di linea che ha portato nove passeggeri dall’aeroporto di Oristano-Fenosu a Brescia, con scalo a Fiumicino
di Giampaolo Meloni
ORISTANO. Si vola. Senza bollicine. Niente brindisi e champagne. Neppure minerale gassata. Solo naturale, a bordo. Ma si vola. Con nove passeggeri a bordo del Fokker 50 della Denim Air olandese e il manager dello studio Rimini che ha curato e sbloccato le procedure burocratiche fino all’atto di nascita certificato dell’aeoporto commerciale di Oristano. Partenza puntuale alle 9.40 rientro da Brescia con scalo Fiumicino alle 20 in punto. Nessun cin cin. È il primo volo di linea. Con un carico di speranze e di incertezze.
Dopo vent’anni di polemiche, controversie e scaramucce, sui cerimoniali si può soprassedere. Intanto, si vola e questo conta. Tra i pochi passeggeri c’è forse più ottimismo di quanto esprimano gli organizzatori di flyoristano.com, il logo al quale è affidato il messaggio commerciale di questi collegamenti con Brescia, aeroporto di Montichiari. Qui, al terminal arrivi c’è soltanto il presidente della società aeroportuale Vigilio Bettinsoli, ad accogliere il cronista che scrive e il manager dello studio Rimini.
Gli altri passeggeri hanno fatto scalo a Fiumicino. Alcuni risaliranno al rientro. Al decollo sono entusiasti. Il biglietto numero 1 se lo è aggiudicato Michele Capone, un ragazzo che studia all’università di Roma: "Ho preso questo volo per la coincidenza con l’impegno che già avevo". Oltremodo felice è Tinì Manca, nota per il suo impegno nell’associazione di volontariato Lavos: "Spero proprio che si riesca a fare sempre meglio".
Davide Di Felice, è un giovane: "Viaggio di frequente per lavoro, ho colto l’occasione". Andrea Contini è un giovanissimo osservatore sportivo che ha preso il volo per la coincidenza con un precedente impegno: "Che emozione decollare da Fenosu, un grande traguardo per Oristano dopo tante fatiche". Francesco Sale, anche lui giovanissimo, ha voluto "provare l’ebbrezza per contraddire gli scettici e dire che l’aeroporto serve alla città e al territorio per costruire sviluppo". Così la vedono anche Giuseppe Cappai e Maria Pannunzio, titolari di una società di servizi noleggio caravan: "Vado spesso a Modena per lavoro, questa linea ci dà un grande vantaggio di tempo e organizzazione. Dobbiamo essere tutti fiduciosi e cercare di farla crescere il meglio possibile".
Le apettative che il progetto possa consilidarsi sono più forti delle possibilità concrete al momento disponibili. Certo, il successo dei primi giorni sarà importante per il futuro. Ma gli aerei non volano con la speranza. Ci vogliono i denari e la certezza di un bacino di traffico sufficiente per assicurarne l’a ttività. Il pacchetto acquisito dalla Sogeaor costa all’incirca trecentomila euro al mese (la compagnia Denim Air dà aereo, manutenzione, equipaggio, assicurazione): il calcolo esatto va fatto sulle ore di volo. Il costo gestionale di un anno con i voli non a pieno carico ma almeno 25 passeggeri a ogni imbarco, è stato stimato sostenibile fino a un 'rosso' di circa 600mila euro. Il punto è: chi li paga? La soluzione, ha delineato Rimini nel suo progetto, è che il cinquanta per cento possa arrivare da introiti pubblicitari (marchi sull’aereo e così via), il resto o con la continuità territoriale (quindi rendendo i costi più accessibili per i potenziali passeggeri) oppure con un intervento finanziario diretto della Regione (magari attraverso la Sfirs).
Pur con il migliore ottimismo, allo stato delle cose lo scenario non è dei migliori. Anzi, è in agguato anche l’ipotesi che al 20 settembre si chiudano i battenti. La prima ragione è che in condizioni meteo non favorevoli, non si potrà decollare nè atterrare. Ora si vola a vista, quindi in condizioni perfette di visibilità. Altrimenti è necessario installare tutti i sistemi per il volo strumentale: ma su questo, dice Rimini, occorre prima l’a utorizzazione, quindi bandire una gara per l’acquisto e l’i nstallazione. "Se non lo facciamo entro agosto, sarà impossibile andare avanti". E per farlo entro agosto, è necessario decidere entro metà giugno, periodo in cui scade l’incarico alla società Rimini.
Infine, ma non ultimo dei problemi, c’è il budget. Per crescere occorre sviluppare l’aereoporto. L’ipotesi è di allungare la pista a 1800 metri fra cinque anni: "Non possiamo aspettare tanto, facciamo al più presto un primo intervento sui 1500 (ora sono 1199) per poter ospitare i Fokker 100 e collegarci anche con l’estero". E gli organici, dirigenti e personale di servizio? Mancano tutti: quattordici unità, almeno.
(La Nuova)
CIAO
_goa