Al vecchio Caravelle AZ in Veneto si chiede di pagare l'IMU


nicolap

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10 Novembre 2005
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Roma
Ne avevamo già parlato in passato, ma era difficile credere che si sarebbe arrivati al ridicolo.

http://www.corriere.it/cronache/13_...no_8ce17f74-1de6-11e3-a7f1-b3455c27218c.shtml

L'uomo che ha messo un aereo nella villa. E ora ci paga l'Imu sopra
Ha comprato un velivolo Alitalia per farne una gelateria. Ma non ha mai ottenuto i permessi dalla Asl


FONTANAFREDDA (Pordenone) - Era il giugno del 1981, Giovanni Spadolini stava formando il nuovo governo, la lira precipitava sui mercati internazionali e la signora Amelia, moglie dell’impresario Rino De Marco, tirava il suo primo urlo: «Rinooo! L’è massa gross!».
UN ENORME GIOCATTOLO-Troppo grosso per il giardino, per il paese, per tutto. Quel giorno il creativo signor Rino era infatti tornato a casa con una sorpresa più ingombrante del solito: un aereo di linea dell'Alitalia. Proprio così, un Caravelle da 105 posti ancora perfettamente funzionante. Lui vedeva realizzarsi il sogno di una vita, lei del sogno notava soprattutto le dimensioni: 31 metri di lunghezza, 9 di altezza, 40 tonnellate di peso. Gigantesco. De Marco lo piazzò nel suo giardino di Fontanafredda, fra i campi di mais della pianura pordenonese ai piedi del Piancavallo, e lì rimase per sempre, imponente e tricolore come un enorme giocattolo. La cronaca dell’epoca si ferma alla bizzarra idea di De Marco, che allora aveva 44 anni, due figli e del velivolo avrebbe voluto fare un ristorante o una gelateria da collegare a una casetta in calcestruzzo che in parte ha costruito.

L'IDEA IMPRENDITORIALE-La cronaca di oggi racconta invece un altro fatto curioso: sul terreno che rese edificabile per l’aereo, il settantaseienne imprenditore, titolare negli anni ruggenti di quattro imprese edilizie per 200 dipendenti, ci paga l’Imu: «Adesso l’Imu, prima l’Ici, una volta la Bucalossi. Tutto per l’aereo. Quest’anno mi sembra mille euro, ma di queste cose sa tutto Amelia. Ameliaaa!». La signora esce cupa dalla cucina: «Lassa star, Rino, lassa star che mi dà fastidio… 1208 euro». E richiude. De Marco è più loquace della moglie e mentre parla ti mostra i progetti e le cartelle delle imposte, partendo dall’anno 1983: «Guarda qua: trentun milioni di lire al Comune di Fontanafredda come tassa di costruzione.Io dico, capirei se ci fosse il ristorante ma è tutto fermo da trent’anni, eh».

TRASPORTO ECCEZIONALE- Fra l’acquisto e l’ultimo balzello c’è dunque la tormentata storia del signor Rino, del suo Caravelle e di un sogno rimasto tale. Una storia grottesca, buona per un film dei fratelli Coen. A partire dall’odissea del primo giorno. «Ho dovuto smontare le ali e la coda e svuotarlo altrimenti i due camion dei trasporti eccezionali non me lo portavano dalle Officine Aeronavali di Tessera (Venezia, ndr) a qui». Cento chilometri evitando autostrade e ponti. Ma c’è stato comunque il problema dell’altezza della fusoliera: «Hanno dovuto staccare e rimettere i fili della luce in dieci paesi perché non ci passava». Costi?«L’aereo l’ho pagato 25 milioni di lire, le prime, perché poi ne ho spesi più di cento per smontarlo, trasportarlo, rimontarlo e fissarlo a terra». Apre un lucchetto, scioglie una catena ed eccola, dunque, l'opera incompiuta:

PERMESSI NEGATI-«Dovevano venire 94 posti originali a sedere, schiena con schiena, montacarichi di collegamento con le cucine a terra, piano sotterraneo alto 4 metri, lì doveva esserci la grotta dell’enoteca, lì i bagni, lì l’ingresso da sotto». Usciamo: «E li' volevo mettere due aerei piccoli, due caccia, già fermati per 15 milioni. Gli aerei sono la mia passione sa», elenca energico con l’entusiasmo di un bambino, portandoci a vedere questo gigante che un tempo solcava i cieli di mezzo mondo, dall’Italia al Sudafrica agli Emirati Arabi, e che ora giace vuoto e arrugginito sul suo giardino. «Avevo tutti i permessi, Comune, pompieri… poi sono arrivati quelli dell’Usl e si sono impuntati sul discorso della scarsa aerazione dei locali, ma guarda lì se non c’era aria: finestroni. Non c’è stato niente da fare, brutto demonio».

PROBLEMI DI AREAZIONE-All’Usl di allora, oggi Azienda sanitaria locale, il disco rosso arrivò da un tecnico della prevenzione, Franca Pusiol, ancora lì dopo trent’anni: «De Marco non la racconta giusta. Le cose andarono così: il Comune mi chiese un parere e fu negativo perché secondo me la struttura non era adeguata per essere adibita a pubblico esercizio. Non c’entra l’aerazione, il problema era l’aereo, che fra l’altro non aveva nemmeno l'ancoraggio a terra. De Marco si è però arreso subito. Se avesse ripresentato la domanda magari gli avremmo dato un parere diverso e invece ha mollato». Lui, un combattente che alterna ardore a delusione, non ci sta: «Io non ho mollato un bel niente. Non c’era verso, dai… lasciamo perdere, mmmh, meglio se non dico altro». Comunque sia, l’ha risolta così: «Ho fermato subito i lavori e ho portato a casa plancia, installazioni della carlinga, sedili… anche perché me li stavano rubando». È finito tutto accatastato nel garage della sua bella villetta familiare, dignitosa ma non abbastanza grande da ospitare un simile ammasso di cose. Ci sono sedili infilati ovunque. La strumentazione della cabina di pilotaggio spunta in mezzo alla taverna, «nel bagno di sopra ho messo le macchinette di aspirazione, ho roba dappertutto». Praticamente trent’anni fa ha traslocato il Caravelle nella sua abitazione. Dove la signora Amelia cerca di trattenersi: «Basta con quell’aereo, Rino, bastaaa».

15 settembre 2013 | 11:48
Corriere della Sera
 
il suo primo urlo: «Rinooo! L’è massa gross!».

:super:

battute a parte, e' veramente una cosa vergognosa... siamo la patria della fantasia e dell' ingegno... che vengono puntualmente frustrati dalla burocrazia e dalle stronzate tipo quest' ultima dell' IMU da pagarci sopra... (e da pagare pure su roulottes/case mobili nei campeggi)
 
Più che altro è un paese che ha giurato guerra al liberismo e alla libera imprenditoria. Tutto è soffocato da una burocrazia asfittica, e da un generale modo di pensare l'imprenditoria come nemica del popolo.
 
Più che altro è un paese che ha giurato guerra al liberismo e alla libera imprenditoria. Tutto è soffocato da una burocrazia asfittica, e da un generale modo di pensare l'imprenditoria come nemica del popolo.

La cosa ridicola è che si è fatto la guerra al liberismo e alla libera imprenditoria non per qualche teoria socialista o bolscevica ma per l'incapacità di garantire a tutti le stesse opportunità imprenditoriali, imbrigliando l'economia del paese in una serie di legami tra consorterie varie
 
Se davvero fosse stato espresso in questo modo, la parte più drammatica sarebbe il commento della ASL... "..sopì e' arreso subito..."

Come come si e' arreso subito... Cosa dobbiamo essere pronti a combattere per vedere riconosciuti i diritti dell'ovvietà'?
Siamo forse in guerra contro le istituzione stesse del nostro stato? A quanto pare per loro stessa ammissione sembra di si?
Mi sembra un approccio sistematico alla " Catone il censore" ... "Forse se avesse ripresentato la pratica.. Avremmo rivisto la pratica ma lui ha mollato" Allucinante.....


Veramente veramente veramente negativo, pollice verso.
 
Qualcuno l'ha mai visto? :) Un giorno sono passato a dare un'occhiata e ho fatto qualche foto... Fa veramente tristezza vedere lo stato in cui è ridotto ormai :(
 
Dovrebbe informarsi come ha risolto i problemi il titolare del ristorante a Villamarzana tra Rovigo e Verona, dove si può mangiare dentro ad un Tupolev 134 e ad un DC-6...

Potrebbe trattarsi semplicemente dell'ennesimo caso di "federalismo" nell'applicazione della legge, non è raro che normative non chiare (la larga maggioranza...) siano applicate in modo diverso da uffici diversi, spesso con risultati opposti per il cittadino!
 
A me di tutta questa vicenda fa solo tristezza vedere un pezzo da museo marcire in un prato. Tanto vale donarlo (volandia?) e farla finita.