(al)italia paese bananero


caffettiera

Utente Registrato
7 Novembre 2005
3,139
0
0
.
altro che con zapatero paese bananero (come dico i miei amici catalani), il paese delle banane siamo noi; aeronauticamente parlando, poi, non abbiamo nulla da invidiare alle nazioni del centro africa...

entro il 2012 tutta la regolamentazione aeronautica per i vettori aerei e per gli aeroporti sarà esclusivamente e totalmente materia dell'unione europea, dell'EASA (progettisti, manutentori e costruttori lo è già), lasciando alle autorità dei singoli stati solo l'implementazione e il controllo della normativa (EU-ops). l'EASA trovandosi oggi di-fronte a regolamentazioni sostanzialmente diverse tra stato e stato ha deciso, anche se discutibilmente, di iniziare in anticipo ad emanare una normativa che inizi ad assicurare un minimo di standardizzazione. tra queste ve n'è una che riguarda piloti e in particolar modo assistenti di volo.

cosa dice questa norma? a partire dal 16 luglio entrano in vigore le FTL europee (i tempi di lavoro) dei naviganti, orari uguali per tutta europa, lasciando alle singole autorità la regolamentazione solo delle eccedenze rispetto ai tempi stabiliti dall'EASA; l'UE ha fissato i tempi massimi con il mino degli equipaggi lasciando ai singoli stati le deroghe su questi tempi e le conseguenti modalità di rinforzo dell'equipaggio. fin qui nessun problema. dove diventiamo un paese di banane? lo diventiamo nella normativa che riguarda i certificati (e non più i brevetti o gl'attestati come oggi) degli assistenti di volo. l'EASA ha stabilito che questi certificati possono essere rilasciati dai singoli vettori abilitati dall'autorità a tenere i corsi di formazione, e ad essere idonei a mettere in piedi una commissione di valutazione a fine corso delle capacità dei singoli candidati. ai corsi per assistente di volo possono partecipare coloro che superano una visita medica, che prevede determinati requisiti psicofisici, visite mediche che possono essere svolte da tutti gl'isitituti, anche privati, riconosciuti idonei dall'autorità.

iniziano le comiche, comiche ovviamente determinate dal duo alitalia-sindacati.

1) qual'è la lingua aeronautica? l'inglese! l'EASA suggerisce di dotarsi di manuali in inglese, di tenere i corsi in inglese, insomma di parlare nella lingua aeronauticamente universale, permettendo così a tutti i cittadini europei di trovare lavoro in tutta europa! cosa vorrebbero fare invece il duo alitalia-sindacati? i manuali di az solo in italiano, i corsi solo in italiano, si parla solo italiano, così da tagliarci fuori da tutto il resto d'europa! moglie e buoi dei paesi tuoi! un italiano può andare dalla vostra amata air france, si fa il suo corso in inglese o quantomeno su studia su manuali in inglese, mentre in francese da noi non può far nulla perchè trova solo manuali e corsi in italiano!

2) gl'attestati come abbiamo detto li può rilasciare il vettore aereo. da noi no signore! dal 16 luglio, a onor del vero, abbiamo fatto un passo in avanti perchè l'esame non verrà più fatto dall'enac ma direttamente dal vettore ma contemporaneamente ne abbiamo fatto anche mezzo indietro perchè il vettore deve comunque mandare tutte le scartoffie del corso e i risultati degli esami all'enac che proseguirà comunque a rilasciare i brevetti... siamo gl'unici in europa...


3) le visite mediche le possono fare tutti gl'istituti abilitati. da noi nosignore le visite mediche le possono fare solo gl'IML (istituti medico legale) dell'aeronautica militare che notoriamente fanno le visite mediche come l'accademia, dove controllano i brufoli sui glutei, peccato poi che a bordo ci sono comunque alcolizzati, drogati, ex infartuati, diabetici ecc ecc... chi lo sa come mai... la mia amata BA ha provato a risolvere il problema degli alcolizzati mandando i naviganti a fare visite a sorpresa nei suoi istituti da noi lo si sa ma nulla si può fare...


tralascio le pressioni che stanno facendo il duo alitalia-sindacati sulla regolamentazione dei posti di riposo perchè mi vien talmente da ridere che non riesco neppure a scrivere. da noi, in italia, stiamo studiando le tende fonoassorbenti per isolare il rumore dei posti di riposo con il resto della cabina... oppure stiamo discutendo la distanza in metri che devono avere le poltrone di riposo dal resto della cabina sempre per isolarsi dal rumore... siamo un paese delle banane; ciò per la scemenza sindacale ma anche, non nascondiamocelo, per la scemenza di alcuni vettori, perchè se da una parte si pretendono le tende fono assorbenti e centimetri di distanza dall'altra parte (alcuni vettori) vorrebbero far lavorare i naviganti H24 riposando in piedi come i cavalli...
 
Sara anche un paese bananiero ma per me che son stato in 85 paesi rimane il posto piu bello che abbia mai visto e goduto.
Forse al estero si capishe veramente quanto tanto viene da quell paese stretto nel mediterranio
Love Italy. I'm glad to be 25% from that land
P.S Minghia mi sento come fossi in parlamento. Scusate fuori uscita ma me manca il bel paese
 
Sara anche un paese bananiero ma per me che son stato in 85 paesi rimane il posto piu bello che abbia mai visto e goduto.
Forse al estero si capishe veramente quanto tano viene da quell paese stretto nel mediterranio
Love Italy. I'm glad to be 25% from that land
P.S Minghia mi sento come fossi in parlamento. Scusate fuori uscita ma me manca il bel paese

Sara' pure bello, ma qua in italia si fa tutto pur di non avanzare....abbiamo il parlamento piu' "vecchio" in Europa, regolamenti che risalgono all'800, abbiamo leggi che sono ancora piu' vecchie, direttive europee non approvate perche' chi c'è o c'era al governo non erano di loro gradimento. La giustizia italiana e' lenta, la polizia italiana e' la piu' povera, i progetti italiani sono fra i piu' lunghi da operare e realizzare, i concorsi in italia sono "strani", siamo il paese in europa che utilizza meno i finanziamenti europei ecc...
E non facciamo nulla per cambiare.. Comunque per il mondo aereo purtroppo facciamo banane e fichi..
 
Questo è falso, in AF corsi e manuali sono in francese, lingua che è OBBLIGATORIO conoscere per partecipare alle selzioni da pilota AF.
I tedeschi sono più generosi ed in compagnie come Lufthansa o Tyrolean danno un certo lasso di tempo entro il quale COMUNQUE, occorre diventare fluente nel loro ostico idioma.
In par condicio qualunque francese/tedesco che conosca l'italiano può venire da noi, anzi in certi periodi è stato assunto personale che l'italiano non lo conosceva, ricordo gli olandesi di una decina di anni fa.
Io personalmente conosco due francesi che fanno l'assistente di volo in AZ, credo ce ne siano di più, assieme ad un numero imprecisato (piuttosto alto) di persone delle più svariate nazionalità, alcune con un italiano assai approssimativo ancora oggi, dopo anni di permanenza nel belpaese.
Non parliamo poi di altre compagnie italiane, dove l'essere straniero pare sia un titolo di preferenza.
La difesa del lavoro e della dignità degli italiani e della loro lingua, così come fanno nei paesi di lingua tedesca (LH) o francese (AF) mi sembra una cosa sacrosanta.
Certo molti italiani preferiscono da sempre porgere le terga a chi proviene da oltralpe, spesso fornendo anche la vaselina.


E' vero, in AirOne sono tantissimi i piloti e comandanti stranieri...di qualsiasi nazionalità...e molti di loro sanno dire a malapena "buonJourno"...ma per gli equipaggi di condotta si può consentire...diverso è per l'equipaggio di cabina che l'italiano lo deve padroneggiare per poter interfacciarsi con i passeggeri.
Il discorso della salvaguardia dell'idioma italico può valere per la Compagnia di Bandiera...diverso è per le compagnie private.
 
Sara' pure bello, ma qua in italia si fa tutto pur di non avanzare....abbiamo il parlamento piu' "vecchio" in Europa, regolamenti che risalgono all'800, abbiamo leggi che sono ancora piu' vecchie, direttive europee non approvate perche' chi c'è o c'era al governo non erano di loro gradimento. La giustizia italiana e' lenta, la polizia italiana e' la piu' povera, i progetti italiani sono fra i piu' lunghi da operare e realizzare, i concorsi in italia sono "strani", siamo il paese in europa che utilizza meno i finanziamenti europei ecc...
E non facciamo nulla per cambiare.. Comunque per il mondo aereo purtroppo facciamo banane e fichi..

.... e infatti siamo sempre stati gli ultimi dei primi. Adesso siamo gli ultimi degli ultimi!:(
 
...diverso è per l'equipaggio di cabina che l'italiano lo deve padroneggiare per poter interfacciarsi con i passeggeri.
Il discorso della salvaguardia dell'idioma italico può valere per la Compagnia di Bandiera...diverso è per le compagnie private.

Ottimo e condivisibile!
Come la mettiamo allora con quegli equipaggi di voli italiani (=prodotti da compagnie italiane e realizzati da compagnie straniere) che provengono da fuori de inostri confini e - risulterebbe - non parlano la lingua di Dante?
Il discorso comprende anche i voli domestici in genere (non ho riferimenti a fatti specifici, ma vanno comunque incusi, a maggior ragione perchè voli nazionali) e i vari charters gestiti da TO nazionali. Vero che chi sta andando all'estero sa di dover affrontre un problema linguistico. Ma un conto è cercare di ordinare una birra in una lingua ostica o sconosciuta, un conto è il comprendere le istruzioni verbali da parte degli AAVV in caso di necessità. Credo ci fosse una normativa in proposito (almeno un membro dell'equipaggo fluente in italiano?): è una norma attesa?
 
altro che con zapatero paese bananero (come dico i miei amici catalani), il paese delle banane siamo noi; aeronauticamente parlando, poi, non abbiamo nulla da invidiare alle nazioni del centro africa...
...

E' in parte inevitabile metterla in politica, perchè comunque gli indirizzi normativi e regolamentari arrivano sempre e comunque dalla politica che governa (e anche da quella che non governa). Cui spetta il compito di far avanzare il Paese.
Un po' di legislature fà (qui non ci distinguiamo dai paesi delle banane...anche loro spesso dai leaders mutevoli con golpettini vari) qualcuno evidenziò che 3 "i" dovevano rappresentare lo sviluppo e obiettivo prossimo futuro del Paese:

  1. Internet (abito a 25km dal centro di una grossa città italiana ed ancora aspetto l'ADSL)
  2. Inglese = il cammino è ancora lungo. spesso la comunicazione con lo straniero avviene urlando 4 parole inglesi storpiate, perchè si sa che se uno non capisce è perchè è sordo, non perchè ciò che viene detto non è comprensibile. I miei ricordi qualche volo con compagnie (a) italiane (a) mi riportano a frasi biascicate in qualche modo per la serie "va beh...devo dirlo in inglese, facciamo finta che...)"
  3. I.... confesso..non ricordo. Forse Informazione? Se quella, li c'è quasi riuscito...:)
...:)))
 
Ottimo e condivisibile!
Come la mettiamo allora con quegli equipaggi di voli italiani (=prodotti da compagnie italiane e realizzati da compagnie straniere) che provengono da fuori de inostri confini e - risulterebbe - non parlano la lingua di Dante?
Il discorso comprende anche i voli domestici in genere (non ho riferimenti a fatti specifici, ma vanno comunque incusi, a maggior ragione perchè voli nazionali) e i vari charters gestiti da TO nazionali. Vero che chi sta andando all'estero sa di dover affrontre un problema linguistico. Ma un conto è cercare di ordinare una birra in una lingua ostica o sconosciuta, un conto è il comprendere le istruzioni verbali da parte degli AAVV in caso di necessità. Credo ci fosse una normativa in proposito (almeno un membro dell'equipaggo fluente in italiano?): è una norma attesa?

Parlo per esperienza personale: AirOne si è servita per certi periodi di Compagnie in ACMI Turche (Pegasus), Ceche (TravelService), Rumene (JetTrainAir), Polacche (WEA), Danesi (DanishAirTransport) e tante altre...e almeno 1 responsabile di cabina Italiano ed AirOne era sempre presente.
 
NO ESISTONO PIU' LE COMPAGNIE DI BANDIERA ......BASTA CON QUESTA BUFALA

alitalia deve essere una compagnia come tutte le altre , competitiva, privata, se ce la fa' bene se no chiudere please
 
Ottimo e condivisibile!
Come la mettiamo allora con quegli equipaggi di voli italiani (=prodotti da compagnie italiane e realizzati da compagnie straniere) che provengono da fuori de inostri confini e - risulterebbe - non parlano la lingua di Dante?
Il discorso comprende anche i voli domestici in genere (non ho riferimenti a fatti specifici, ma vanno comunque incusi, a maggior ragione perchè voli nazionali) e i vari charters gestiti da TO nazionali. Vero che chi sta andando all'estero sa di dover affrontre un problema linguistico. Ma un conto è cercare di ordinare una birra in una lingua ostica o sconosciuta, un conto è il comprendere le istruzioni verbali da parte degli AAVV in caso di necessità. Credo ci fosse una normativa in proposito (almeno un membro dell'equipaggo fluente in italiano?): è una norma attesa?
in Italia si applica il "regolamento per l'uso della lingua italiana a bordo degli AA/MM che operano sul territorio italiano" che prevede tra le altre cose..."ai fini della sicurezza e con i princìpi comunitari"... per i voli destinati agli utenti italiani la presenza di personale in grado di parlare la nostra lingua. Nel caso di AA/MM noleggiati per esigenze operative immediate (tipo short notice) è accettabile che il vettore operativo assicuri a bordo la presenza di un interprete chiaramente non identificabile come A/V. Che io sappia al momento almeno nel mio "orticello" a Venezia ciò viene osservato.
 
La terza "I" era "Impresa". Praticamente inutile per vivere serenamente e al passo con gli altri Paesi, a meno di non voler diventare imprenditori.

grazie per la precisazione..:))

se gli altri termini erano un po' "vuoti" (al di là dell'essere uno slogan...) la "I" di Impresa era un sottovuoto!
Cosa volesse dire in termini concreti e non pubblicitari..?
Mettere l'impresa al top delle priorità? mah... tutto sarebbe alquanto opinabile..ma ci si avventura in discorsi decisamente OT e comunque "I"nutili (in parte):)
 
ohps! volendo fare un ultra condensato non ho specificato che ciò riguarda:
-i voli di cabotaggio effettuati da vettori comunitari con AA/MM propri o in wet lease noleggiati da compagnie comunitarie o extracomunitarie.
-voli effettuati da vettori titolari di licenza di esercizio Enac verso qualunque destinazione con AA/MM propri o in wet lease da compagnie comunitarie/extracomunitarie
-voli da/per l'Italia effettuati in code-sharing in cui il vettore operativo è comunitario/extra ed il vettore commerciale è italiano
-voli charter originanti dall'Italia operati indifferentemente da vettori comunitari o meno.
-voli di linea operati da/per l'Italia qualora l'uso della lingua italiana è previsto dalle normative di settore
 
in Italia si applica il "regolamento per l'uso della lingua italiana a bordo degli AA/MM che operano sul territorio italiano" che prevede tra le altre cose..."ai fini della sicurezza e con i princìpi comunitari"... per i voli destinati agli utenti italiani la presenza di personale in grado di parlare la nostra lingua. Nel caso di AA/MM noleggiati per esigenze operative immediate (tipo short notice) è accettabile che il vettore operativo assicuri a bordo la presenza di un interprete chiaramente non identificabile come A/V. Che io sappia al momento almeno nel mio "orticello" a Venezia ciò viene osservato.
Buone notizie, quindi:))
grazie

logicamente le mie domande non erano polemiche, forse solo un po' provocatorie, ma più che altro per capire, al di là dei comunicati, se la realtà segue le regole!
 
1) qual'è la lingua aeronautica? l'inglese! l'EASA suggerisce di dotarsi di manuali in inglese, di tenere i corsi in inglese, insomma di parlare nella lingua aeronauticamente universale, permettendo così a tutti i cittadini europei di trovare lavoro in tutta europa! cosa vorrebbero fare invece il duo alitalia-sindacati? i manuali di az solo in italiano, i corsi solo in italiano, si parla solo italiano, così da tagliarci fuori da tutto il resto d'europa! moglie e buoi dei paesi tuoi! un italiano può andare dalla vostra amata air france, si fa il suo corso in inglese o quantomeno su studia su manuali in inglese, mentre in francese da noi non può far nulla perchè trova solo manuali e corsi in italiano!


sei sicuro di quello che scrivi?
personalmente conconcordo sul fatto che il General Basic sia in italiano! questo manuale non è altro che un manuale di "diritto" cioè di regole da rispettare, e per quanto uno possa conoscere bene l'inglese, quello che facciamo noi è una interpretazione di ciò che è scritto in inglese.
Sai bene che quel manuale è pieno di "se, ma nel caso di, in cui semmai, e, a etc etc", e ti posso assicurare che a volte succede che uno dica qui sembra che dica così mentre un altro dice tutto l'opposto.

secondo punto. se te vai in Francia non basta sapere l'inglese ma devi sapere soprattutto il francese; hai mai volato in Francia? Se hai la sfortuna di essere l'unico traffico "straniero" ti sorbisci tutte le comunicazioni in Francese, quindi io non ho la minima idea di cosa stia succedendo intorno a me! quindi vedi anche i cugini francese hanno i loro vizi.

terzo punto. con questa storia dell'inglese in Italia ci ritroviamo con moltissimi colleghi che non sanno nemmeno una parola di italiano dopo moooooolti anni che sono in italia.
il miei aeroplani hanno le marche che iniziano per "I" che significa "ITALIA" ed io pretendo di parlare in italiano, poi se il briefing lo vuoi in inglese te lo faccio!

ma tanto questo è il paese delle marionette, dove ci si sente italiani nelle finali di calcio :(
nazionalisti noi? ahahahahah
 
Ultima modifica:
tutto condivisibile, ci mancherebbe altro che uno non sappia l'italiano, dovrebbero assumere solo italiani che sappiano quantomeno l'italiano base (soggetto, verbo e complemento... e possibilmente coniugazione verbale corretta)... resta pur sempre valido che la lingua aeronautica universale (e anche del business) è l'inglese non vedo quindi quali problemi (o meglio so quali sono*) ci possono essere se tutto ciò fosse in inglese (corsi e manuali)... ammetto di aver sbagliato il paragone coi francesi, mi avete confermato, e sempre più convinto, che paragonarsi ai francesi è folle se non come giustificazione per i nostri mali! li sento anch'io i francesi che appena varcano il confine cambiano lingua, cosi come lo fanno gli spagnoli (non escludo neppure che qualche pilota catalano parli con il CTR e la TWR di BCN in catalano) resta sempre valido che la lingua ufficiale è l'inglese! è sicuro secondo voi sentire i francesi e gli spagnoli che per aria parlano la loro lingua?


* ps: il problema non è di alta filosofia; la verità è molto più banale ed è che qui l'italiano lo si vuol salvaguardare per due ragioni:
a) molti sanno l'inglese a spanne (sanno solo quello aeronautico e poche parole oltre)
b) imponendo ovunque l'italiano si tutela il nostro orticello
 
comunque io non faccio testo... sono esagerato! ho sempre invidiato i padri che parlano in inglese ai figli perchè la madre è americana o inglese... ho sempre invidiato chi salta da una lingua ad un'altra senza problemi... ho visto persone fare domande alla fidanzata in italiano e lei rispondere in inglese e l'altro rispondere ancora in italiano...

non faccio testo! viva l'italiano! ... e ovviamente evviva i nostri somari (io ho cugini che non sanno manco le tabelline)