Aeroporto Verdi, cronaca di una morte annunciata?


goafan

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Aeroporto Verdi, cronaca di una morte annunciata?

Presidente dimissionario, austriaci a rischio fuga e flop del Parma – Roma, tanti forse troppi segnali che vanno in una unica direzione.Se le parole del sindacio in consiglio hanno un senso, significa che per la prima volta si prevede come probabile l’abbandono della società che ha già speso venti milioni di euro per l’acquisto del 67% di Sogeap, e che probabilmente sta solo cercando la strada per uscirsene con il minimo danno.
di Antonio Bertoncini
Cosa succede all’Aeroporto Verdi? I segnali di fumo che filtrano dalle dichiarazioni ufficiali non lasciano presagire nulla di buono. Basta metterli insieme e il puzzle si fa inquietante.
Ottobre 2008: gli austriaci della Meinl formalizzano il cambio di rotta, cacciano gli amministratori che avevano fatto l’affare dell’acquisto del 67% di Sogeap e annunciano la rivoluzione nei vertici societari (puntualmente avvenuta).
Novembre 2008: il volo Parma – Roma è una delle prime vittime della crisi Alitalia; prima ancora di insediarsi, la CAI chiude baracca e burattini senza alcuna considerazione verso gli incauti passeggeri che si sono trovati sballottati fra Bologna e Milano;
Dicembre 2008: arriva (anzi torna) Air Alps, che garantisce il collegamento fra Parma e Fiumicino; la notizia in sé è lusinghiera, ma pare che i risultati non siano dei più rosei.
Dicembre 2008: il presidente di Sogeap Giovanni Sebastiani viene iscritto al registro degli indagati insieme a tutti gli ex manager di Alitalia, riceve la formale solidarietà degli amministratori che lo hanno nominato ai vertici del Verdi, ma intraprende una nuova iniziativa nel settore e dopo pochi giorni preannuncia le sue probabili dimissioni da Sogeap, ritenendo esaurito il suo compito con l’ingresso dei privati nella società. Per la società, già scossa per l’incertezza sul nuovo padrone d’O ltralpe, il colpo è decisamente duro, anche perché Sebastiani è il presidio della parte pubblica e soprattutto è stato l’autore del piano industriale di rilancio dell’aeroporto parmigiano, avendo ottenuto risultati tangibili già nel corso del 2008. Nessuno commenta. A fine gennaio si saprà se il presidente resta o meno, comunque in un ruolo non determinante per lo sviluppo del Verdi.
Gennaio 2009: per iniziativa del capogruppo PD Giorgio Pagliari, in Consiglio comunale si discute della questione. La risposta del sindaco è tutt’altro che tranquillizzante: per il 2009 vengono confermati investimenti pari a sette milioni e mezzo di euro, ma “per l’aeroporto di Parma – ha detto il sindaco – è in corso un a riflessione con una possibile riconsiderazione della presenza nell’azionariato della Sogeap da parte del fondo austriaco che ha acquistato la maggioranza delle azioni nello scorso anno e che ha registrato un avvicendamento totale nei vertici societari”.

Se le parole hanno un senso, significa che per la prima volta si prevede come probabile l’abbandono della società che ha già speso venti milioni di euro per l’acquisto del 67% di Sogeap, e che probabilmente sta solo cercando la strada per uscirsene con il minimo danno.
Ma c’è di più: Vignali ha anche detto che il volo Parma – Roma “ dopo la sospensione e la riattivazione è in stato di evidente sofferenza a causa dei problemi che ha vissuto Alitalia”. Se questi sono i segnali, altro che milione di passeggeri! L’Aeroporto “ Giuseppe Verdi” rischia di tornare nel tunnel del “bello e impossibile” al quale sembrava destinato prima della parziale privatizzazione. Se alle oscure vicende societarie si aggiunge che la concorrenza è agguerritissima, che tutti gli altri (ben più robusti) sgomitano per sopravvivere, che l’aeroporto parmigiano si trova a navigare in questa tempesta senza guida e senza un piano industriale, si ha la percezione di quanto sia alto il rischio che il “Verdi” possa finire per diventare la prima vittima del fragile castello di carta infrastrutturale parmigiano.

Al momento i fatti dicono questo. Abbiamo cercato conferme e soprattutto smentite. Non sono arrivate né le une né le altre. Brutto segno. Ma restiamo in fiduciosa attesa.

La Repubblica - Parma

(22 gennaio 2009)

CIAO
_goa
 
L'uscita di Sebastiani è certa e la fregatura per gli austriaci servita.
Si è cosi:

Aeroporto, Sebastiani addio
"Il mio compito finisce qui"


Il presidente di Sogeap, società che gestisce il Verdi, entro la fine di gennaio con la sua Ellemme Group perfezionerà l'acquisto di Livingstone da gruppo Ventaglio. "E' tempo di rilanciare la mia attività imprenditoriale"dice l'ex manager Alitalia. E adesso sul futuro dell'aeroporto si aprono nuovi scenari
di Francesco Nani
"E' stato bello, ma il mio compito finisce qua". Parola di Giovanni Sebastiani, presidente di Sogeap. L'ex manager di Alitalia e Meridiana, tra i fondatori di Air One, è pronto a decollare dal "Verdi", per "riprendere in mano e curare un'attività imprenditoriale che proprio per l'impegno a Parma avevo tralasciato". Si tratta della società Ellemme Group che entro la fine di gennaio dovrebbe perfezionare l'acquisizione dal gruppo I Viaggi del Ventaglio la compagnia charter Livingston. In particolare, l'operazione consisterà nella cessione della proprietà ma nella contestuale firma di contratti che assicurino il trasporto dei passeggeri del Ventaglio per i prossimi 3 anni.

Livingston fattura 300 milioni e trasporta 1,2 milioni di passeggeri con sei aerei (tre di lungo e tre di corto raggio). Le ultime valutazioni la stimavano circa 50 milioni. La Ellemme Group di Sebastiani (in foto, da La Stampa) ha già versato al gruppo I Viaggi del Ventaglio 1,5 milioni di euro, a titolo di acconto sul prezzo di cessione del gruppo Livingstone e la chiusura dell'accordo è stata fissata al prossimo 30 gennaio. "L'aeroporto di Parma ha un potenziale di sviluppo importante e non pesa più unicamente sui soci pubblici. Questo mi era stato chiesto nel momento in cui mi venne affidato l'incarico in Sogeap. Un mandato che ho portato a termine, per cui il mio ruolo nella governance si è fatto marginale", spiega Sebastiani, in carica alla guida di Sogeap, eletto nel cda prima dal Comune e poi riconfermato dall'Upi, dal 2007.

Dopo pochi mesi dal suo insediamento, nel maggio 2008, ecco sbarcare a Parma gli austrici della Meinl International Airport con i capitali necessari a rilanciare lo scalo: il piano industriale prevede investimenti complessivamente pari a 290 milioni di euro circa lungo l’intera durata del piano, 20 anni; 100 milioni circa nel periodo 2008 – 2012 e 190 circa nel periodo 2013 – 2018. Mentre 20 milioni sono già entrati nelle casse dell'aeroporto versati da Meinl per avere la maggioranza (il 67%) di Sogeap. A scanso di equivoci, considerati i recenti stravolgiomenti interni al consiglio di amministrazione decisi dalla stessa società austriaca, Sebastiani precisa che alla base della sua scelta non ci sono divergenze con il nuovo partner privato, e ancor meno la volontà di mollare perchè i programmi sono cambiati: "Meinl, al pari dei soci pubblici, tutti al corrente della mia possibile partenza, mi hanno espressamente chiesto di restare alla presidenza. Per questo li ringrazio e devo ammettere che in questi mesi mi sono molto affezionato anche alla città ma, ribadisco, il compito affidatomi è ormai concluso". Parole che lasciano spazio a pochi dubbi, seppure l'ex manager di Alitalia si faccia prudente: "Cambiare attività rientra nelle ipotesi della vita, ma non è detto che accada domani o che accadrà". La parola definitiva entro il 30 gennaio ma Comune e gli altri soci di Sogeap (Meinl, Provincia, Upi e Camera di Commercio) si preparino a rimettere mano alla governance del "Verdi". Il mandato di Sebastiani, al pari degli altri 10 componenti del cda (7 targati Meinl, uno a testa per Upi, Camera di Commercio, Provincia e Comune) ha scadenza 30 aprile 2011. (02 gennaio 2009)

La Repubblica - Parma

CIAO
_goa
 
Ho incontrato Sebastiani pochi giorni fa a FCO e mi disse che il suo compito a Parma era finito con la privatizzazione dell'aeroporto e che stava per cominciare una nuova avventura.Stava andando a LIN:D
 
il piano industriale prevede investimenti complessivamente pari a 290 milioni di euro circa lungo l’intera durata del piano, 20 anni; 100 milioni circa nel periodo 2008 – 2012 e 190 circa nel periodo 2013 – 2018.
Chi sano di mente metterebbe 290 milioni di tasca propria in un aeroporto come PMF?
 
ciao a tutti , il problema dell aeroporto di parma , e che i ruoli piu' importanti della società vengono affidati dai politici locali. non affidano mai il ruolo a personaggi del settore. e ce ne sono di persone sul territorio di parma , capaci di rilanciare l'aeroporto.
ma se non hai un appoggio politico non puoi entrare. e pensare che al contrario di tanti aeroporti il verdi avrebbe grandi possibilita'.
sing.
 
Una domanda concreta: avete idea se la summer 2009 di Air Alps prevede ancora il Parma - ROma e se ci sarà ancora un co-sharing con Alitalia?
 
L' aeroporto di Parma, come tutti i microbi, perde soldi e fatica ad avere voli.
Che noia, sempre la solita storia che non impara nessuno.

Non mi pare che fatica ad avere voli. In pochi anni si sono installate Ryanair, Windjet e BelleAir. D'estate ci sono anche diversi charter.

Questo articolo mi pare tendenzioso : il flop riguarda solo il FCO che, non essendo più in accordo stretto con Alitalia, è evidentemente meno competitivo in fatto di prosecuzioni e miglia.
 
sky , veramente anche se un aeroporto ha diversi voli , ma non ha passeggeri , c'è da
farsi delle domande.
 
sky , veramente anche se un aeroporto ha diversi voli , ma non ha passeggeri , c'è da
farsi delle domande.

Che domande ci sono da fare ? I voli di Ryanair, Windjet, BelleAir, i charter viaggiano con coefficienti di carico soddisfacenti.

Chissenefrega dell'Air Alps, che non ha accordi validi con AZ ora. Peggio per lei. Ma sta avendo problemi quasi ovunque, non solo a PMF.
 
ciao a tutti , il problema dell aeroporto di parma , e che i ruoli piu' importanti della società vengono affidati dai politici locali. non affidano mai il ruolo a personaggi del settore. e ce ne sono di persone sul territorio di parma , capaci di rilanciare l'aeroporto.
ma se non hai un appoggio politico non puoi entrare. e pensare che al contrario di tanti aeroporti il verdi avrebbe grandi possibilita'.
sing.

Ah sì?
E quali?
 
Chiudendo LIN, forse PMF potrebbe avere un suo senso...

L' aeroporto di Parma, come tutti i microbi, perde soldi e fatica ad avere voli.
Che noia, sempre la solita storia che non impara nessuno.

Se Linate venisse chiuso DEFINITIVAMENTE (navetta per FCO compresa), Parma potrebbe avere un senso come aeroporto per tutta la zona diametralmente opposta a Malpensa rispetto a Milano (Milano Sud, Piacenza, Lodi, ecc.) ...anzi, forse potrebbe persino FAVORIRE tale chiusura, rabbonendo i piagnoni del "MXP è troppo lontana, e LIN è troppo comodo" di quella vasta area!

Così invece la vedo dura: male che vada, i parmensi potrebbero chiudere PMF e pretendere come "contropartita" una fermata AV per arrivare a Milano o Bologna in 30 minuti (meglio del Malpensa Express...:D), e da lì poi partire per dove vogliono...

A questo proposito, domandina OT: perchè l'unica fermata AV tra BO e MI è stata prevista a Reggio Emilia, che non è SIMMETRICA come Parma come distanze, e credo anche meno importante come nodo (e indotto) rispetto a PR? :astonished:

Saluti.
 
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