Aeroporto di Treviso : concessione 40ennale a SAVE


Caos aeroporto Canova di Treviso: bocciato il piano di ampliamento

Monta sia la protesta di Save e Aertre che quella dei cittadini. Maggio, assessore a Pederobba: "Se il Canova chiude noi penalizzati"

TREVISO - Bocciato il piano di sviluppo dell'aeroporto Canova di Treviso. La commissione giudicatrice "Via" ha infatti giudicato il progetto di ampliamento come non rispondente ai criteri previsti per situazioni di questa tipologia, creando non poco malumore sia all'interno di Save, ente di controllo aeroportuale, sia tra i dipendenti di Aertre che gestisce lo scalo trevigiano.

Da un lato monta la protesta dei residenti e dei comitati di ambientalisti e cittadini che richiedono garanzie per la sicurezza, la tranquillità degli abitanti e l'ambiente nei pressi dell'aeroporto, oltre che per l'inquinamento, dall'altro lato invece Enrico Marchi, presidente Save, che potrebbe anche dimettersi dalla sua carica nel momento in cui non si trovasse una soluzione. Secondo infatti gli studi della società, lo scalo di Treviso andrebbe ampliato per permettere l'arrivo di oltre 16.300 voli l'anno (massimo attualmente consentito, n.d.r.), per rientrare anche degli investimenti effettuati in passato e permettere la creazione di nuovi posti di lavoro senza inoltre dover lasciare a casa i dipendenti a contratto determinato che lavorano allo scalo e le oltre 200 persone che operano nei pressi del Canova, come baristi, tassisti e albergatori. La soluzione, minacciata da Marchi stesso, potrebbe essere anche quella di dirottare diversi voli al Marco Polo di Venezia, causando forti perdite per lo scalo di Treviso, ma fatto che permetterebbe di mantenere il posto di lavoro di molti dipendenti.


La situazione dell’aeroporto è comunque una questione che fa sentire tutto il suo peso anche in provincia e non è un caso che molti amministratori anche relativamente distanti dalla sede del Canova si mobilitino. A farlo è anche l’assessore Fabio Maggio di Pederobba, area Forza Italia: “Da mesi leggiamo di un dialogo oramai al palo tra Save e il Comune di Treviso, ma mi pare si manchi di considerare anche il punto di vista dei tanti comuni della provincia il cui indotto turistico e industriale dipende anche in buona parte dal Canova” dice Maggio “se in questi anni di crisi un po’ di sviluppo c’è stato lo si deve ad un infrastruttura come l’aeroporto che ha permesso, con un collegamento diretto ed efficace, alle nostre imprese di raggiungere i circuiti internazionali.” Difende dunque la scelta dell’ampliamento e si schiera sul fronte di Save con Enrico Marchi che ha attaccato frontalmente il comitato e chi a suo dire blocca lo sviluppo del territorio. “Marchi ha ragione” sostiene Maggio “quando sento parlare di mediazioni mi viene la pelle d’oca, perché malgrado la nobiltà degli intenti in Italia siamo abituati a vedere le mediazioni come sinonimo di fallimenti e lungaggini amministrative e su questa questione, oggi più che mai, non ci possiamo permettere un fallimento, ne risentirebbe l’intera provincia.”

“Nei prossimi giorni” aggiunge “sono intenzionato a chiedere un incontro ai vertici di Save, sulla discussione non può decidere solo Treviso e non possono essere trascurati gli interessi di una zona, come la Pedemontana, che vanta aree industriali molto sviluppate (solo a Pederobba ci sono diverse aziende a vocazione internazionale che occupano oltre cento addetti ciascuna) e per cui l’aeroporto è un’infrastruttura cruciale.”

http://www.trevisotoday.it/cronaca/aeroporto-canova-bocciato-ampliamento-ottobre-2014.html

 
Chissà come mai i giornali locali non dicono mai come stanno le cose davvero...
Un piano è stato bocciato (La commissione non ha nemmeno mai fatto ispezioni in loco, figuriamoci come ha potuto giudicare...) ma un altro è gia stato presentato.
Finalmente dopo qualche anno la strada comincia ad essere in leggera discesa, non in salita.
Proprio ieri, tra l'altro, c'è stato un primo incontro con tutte le parti coinvolte (Marchi ben presente e partecipe!) in cui si sono messi diversi puntini sulle i ...
 
Articolo della settimana scorsa:

Aeroporto Treviso, scintille tra Manildo e Marchi

Scintille questa mattina fra il sindaco di Treviso Giovanni Manildo e il presidente di Save Enrico Marchi durante una tavola rotonda promossa da Confcommercio e dedicata alle ricadute socioeconomiche dell’aeroporto “Antonio Canova”. Dopo che il politico si era detto favorevole alla crescita dello scalo purché nell’ambito della sostenibilità ambientale, il presidente dell’ente aeroportuale ha sbottato: «Anche per me deve essere sostenibile ma a a 360 gradi, e cioè anche sotto il profilo economico, non essendo possibile continuare a lungo, come Save, a ripianare le perdite di Aer Tre», cioè la società controllata che gestisce il Canova. «Un amministratore è una persona che assume scelte che gli amministrati non hanno il coraggio di prendere – ha sottolineato ancora Marchi – e non un soggetto che cerca di accontentare un po’ tutti».

Il presidente di Save ha quindi sollecitato sia Manildo sia il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, «ad assumersi responsabilità rispetto ai temi della viabilità attorno all’aeroporto perchè – ha spiegato – non sono temi che toccano ad Aer Tre. Tutti in Veneto parlano di fare squadra, intanto le banche non sono riuscite a fare rete e solo adesso si parla di sistema autostradale. Ma l’unico riuscito a fare sistema – ha concluso Marchi – sono stato io con gli aeroporti».

Secondo lo studio della Confcommercio l’aeroporto “Antonio Canova” di Treviso genera direttamente o indirettamente 200 milioni di euro di fatturato l’anno e 2 mila posti di lavoro, 440 dei quali diretti. Durante il 2013 ha generato flussi di traffico perquasi 2,2 milioni di passeggeri, è frequentato per il 57% da viaggiatori che si muovono per turismo, per il 13% da lavoratori e per un 30% da soggetti che usano le compagnie low cost per motivi “sociali”, cioè per mantenere relazioni fra parenti e conoscenti oppure (si stima attorno al 10%) per poter utilizzare le strutture sanitarie del Veneto. Si tratta, in questo caso, quasi esclusivamente di traffico nazionale proveniente dal Sud e dalle Isole.

http://vvox.it/2014/11/19/aeroporto-treviso-scintille-manildo-marchi/
 
Lo studio dell'università boccia l'aeroporto Canova

«Lì non dovrebbe stare»: il corso universitario di urbanistica studia le alternative. L’idea: spostare i voli civili a Istrana

Non dovrebbe stare lì.
Anche lo Iuav ora “sposta” l’aeroporto Canova: la tutela dell’ambiente e lo sviluppo commerciale dello scalo trevigiano sono due concetti incompatibili. La soluzione ideale? Trasferire i voli civili a Istrana e mandare in “pensione” l’aeroporto militare.


La questione, ieri, è stata al centro di un dibattito pubblico nato dalla presentazione del libro “Ripensando il paesaggio aeroportuale di Treviso, strategie progettuali per il futuro”. L’autrice è Laura Cipriani, docente dello Iuav, Istituto universitario di architettura di Venezia. Un’opera nata con gli studenti del corso di urbanistica e maturata in un anno di lezioni, per cercare di applicare le teorie e le ricerche sulla salvaguardia del paesaggio a un caso concreto, quello dell’aeroporto di Treviso appunto, in questo caso. «Non proponiamo un progetto, ma un metodo di lavoro partecipato», sottolinea l’autrice. Un caso di studio, dunque, non un’opera “schierata”. Ciò non impedisce all’autrice, però, di essersi fatta un’idea ben precisa: «L’aeroporto di Treviso è dove non dovrebbe essere. Vanno prese delle decisioni. Potendo, andrebbe spostato. Se non si può, va messo in discussione e ripensato il progetto di investire ancora».

Per i “nemici” storici dell’aeroporto si tratta di una sponda accademica da cavalcare, se non proprio sfruttare. Romeo Scarpa, presidente di Italia Nostra Treviso, tira in ballo il “dominus” dell’aeroporto, Enrico Marchi, presidente della veneziana Save che a cascata controlla AerTre, la società di gestione del Canova: «Il concetto di aeroporto sostenibile, visto dove si trova, è una contraddizione in termini», dice Scarpa, «Non vogliamo fare gli estremisti, diciamo solo che bisognerebbe quantomeno accontentarsi di ciò che si ha. Marchi, invece, continua a inseguire piani di crescita ulteriori, parla di “punti di pareggio” da raggiungere. Se lui fa utili, però, se li intasca, non li distribuisce sul territorio. È un imprenditore, è giusto che faccia i suoi interessi, ma sappia che ci sono dei costi, che vanno trovati dei compromessi».

Per esempio? Riduzione del numero di voli? «Sì, non possiamo cedere al ricatto se Marchi dice: o aumenta il numero di voli o ce ne andiamo. Se decide di andarsene è una scelta sua, come di chi delocalizza per trovare costi minori. Noi cerchiamo ragionevolezza». E a livello di mitigazione dell’impatto ambientale? «Le linee di drenaggio delle acque dalle piste sono state rifatte nel 2011, è un passo avanti. Noi da tempo chiediamo anche un monitoraggio sull’inquinamento acustico. Solo un monitoraggio, oerò indipendente, che dica come stanno le cose».


http://tribunatreviso.gelocal.it/tr...iversita-boccia-l-aeroporto-canova-1.10496471