Aeroporto di Genova: lavoratori contro la privatizzazione, rischio sciopero


goafan

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AEROPORTO GENOVA: LAVORATORI IN REGIONE CONTRO PRIVATIZZAZIONE

(AGI) - Genova, 8 feb. - Sono pronti allo sciopero i lavoratori dell'aeroporto Cristoforo Colombo di Genova contro la privatizzazione dello scalo. L'attuale socio di maggioranza, l'Autorita' Portuale, che detiene il 60 per cento delle quote, intende aprire un bando di gara per l'alienazione delle proprie azioni. Nella seduta del Comitato portuale di martedi' scorso si e' proceduto con un rinvio tecnico su richiesta del Comune di Genova. Questa mattina, durante la seduta del Consiglio regionale, una delegazione di lavoratori dello scalo ha incontrato i capigruppo e l'assessore al lavoro Enrico Vesco.
Giacomo Santoro, segretario generale della Filt Cgil Genova, ha rimarcato il ruolo di "servizio pubblico" dell'aeroporto Colombo, chiedendo un impegno politico da parte della Regione per risolvere il problema ed evitare la privatizzazione. "Senza contare - ha sottolineato Santoro - che laddove si e' proceduto con la privatizzazione, le condizioni dei lavoratori sono peggiorate". Anche secondo Antonio Merlino, della Rsu dell'aeroporto, il Cristoforo Colombo "e' un bene del territorio. Per questo sono gia' state aperte le procedure sindacali che possono portare allo sciopero contro tutti quelli che non avranno fatto nulla per evitare la privatizzazione".
L'assessore Vesco, pur definendo "frettolosa" la scelta dell'Autorita' Portuale, ha ribadito che la Regione non ha le risorse per acquistare il 60 per cento delle quote dell'aeroporto. Vesco ha anche sottolineato il rischio occupazionale perche' nel bando di gara non sarebbe prevista alcuna clausola di tutela degli attuali dipendenti. Al termine della riunione, l'Assemblea ha approvato un ordine del giorno, proposto da Maruska Piredda dell'Idv, con cui il Consiglio chiede di ascoltare la Giunta regionale, il presidente dell'Autorita' portuale e gli altri soggetti coinvolti, "prima dell'approvazione della delibera sul piano di ristrutturazione, con l'obiettivo di poter vagliare le migliori soluzioni possibili per rilanciare lo scalo genovese". I tempi sono pero' molto stretti perche' la prossima riunione del Comitato Portuale e' prevista lunedi': all'ordine del giorno c'e' la votazione e, con ogni probabilita', approvazione, della delibera che da' il via alla gara per la vendita delle azioni in mano all'Autorita' Portuale. (AGI)

CIAO
_goa
 
Fra i dipendenti dell'aereoporto di Genova credo sino a uno o due anni fa Vi fossero ancora dei lavoratori distaccati del porto , che guadagnavano circa due volte e mezzo lo stipendio di un dipendente normale.
Uno di essi , un mio amico, è andato in pensione a Masone ad anni 51 ( cinquantuno).
La coalizzazione fra i dipendenti è molto forte ed il pericolo di doversi trovare a lavorare sul serio li unirà come il bostik!
 
AEROPORTO, LAVORATORI: "RESTI PUBBLICO"
www.primocanale.it/viewvideo.php?id=37428

"non esiste l'equazione privato uguale rilancio" :D

CIAO
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In effetti, in tutti questi anni di pubblico, il Cristoforo Colombo ha avuto uno sviluppo pauroso neh....

Fra i dipendenti dell'aereoporto di Genova credo sino a uno o due anni fa Vi fossero ancora dei lavoratori distaccati del porto , che guadagnavano circa due volte e mezzo lo stipendio di un dipendente normale.
Uno di essi , un mio amico, è andato in pensione a Masone ad anni 51 ( cinquantuno).
La coalizzazione fra i dipendenti è molto forte ed il pericolo di doversi trovare a lavorare sul serio li unirà come il bostik!

Centrato in pieno. Se di recente non è cambiato qualcosa l'Aeroporto di Genova è ancora un feudo riservato a pochi eletti.
 
aereoporto di genova
colombo, modifica
per il bando di gara


Vincolare maggiormente il privato che vincerà la gara ad attuare il piano di rilancio industriale e a riconoscere un ruolo agli enti locali del territorio. Il bando per la privatizzazione dell’aeroporto di Genova sta per essere arricchito da modifiche, precisazioni e chiarimenti. Un pacchetto di novità che l’Autorità portuale definisce «piccoli dettagli» ma che gli enti locali chiamano «correzioni sostanziali». Di fatto il bando che sarà portato in Comitato portuale lunedì prossimo sarà diverso dalla prima versione.

Ci stanno lavorando i legali e i tecnici degli enti locali e dell’Authority: sarà un fine settimana in affanno. «Si tratta di integrazioni di dettaglio emerse anche nel corso del confronto avuto nel Comitato portuale della scorsa settimana. - spiega Luigi Merlo, presidente dell’Autorità portuale, l’attuale socio di maggioranza (60%) che cede la quota sul mercato - Variazioni minime. Tutto sarà pronto per il Comitato portuale di lunedì prossimo». L’azionista di riferimento, insomma, non sembra intenzionato a perdere altro tempo. Ne sono consapevoli i sindacati che questa mattina parteciperanno alle commissioni consiliari straordinarie convocate in Comune e in Regione e che in quella sede chiederanno la sospensione della delibera e l’avvio di un tavolo tecnico capace di trovare soluzioni alternative all’ingresso dei privati.

Non ci sono «ostative all’ingresso di un privato che voglia investire nello scalo genovese - dicono i segretari di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - ma la maggioranza deve restare pubblica». Per bloccare Merlo e lo sbarco dei privati al “Colombo” i lavoratori annunciano lo stato di agitazione e confermano manifestazioni e presidi in occasione del Comitato portuale di lunedì.In realtà, ciò che pare delinearsi all’orizzonte è un via libera all’operazione, ancorché in salsa più vincolante per il privato che arriverà.

Il Secolo XIX

CIAO
_goa
 
il commento
al “colombo” serve
un socio di mestiere


Due dati, meglio di altri, possono aiutare a capire che cosa si sta muovendo attorno al riassetto societario dell’aeroporto di Genova, nei giorni in cui favorevoli e contrari all’ingresso dei privati sono tornati a contrapporsi con irragionevole vigore. Il primo: la gara che l’Autorità portuale sta definendo per cedere la sua ingombrante quota del 60% non è un capriccio di Luigi Merlo, ma un obbligo di legge. A voler essere pignoli, quella dell’Autorità portuale è addirittura una scelta tardiva. Il secondo è un dato numerico: dal 1° gennaio al 31 dicembre dello scorso anno l’aeroporto di Genova ha movimentato poco meno di 1 milione e 300mila passeggeri. Centomila in meno rispetto ad Alghero, trecentomila rispetto a Brindisi, seicentomila rispetto a Lamezia Terme. E il raffronto diventa impietoso se ci si sposta su città come Pisa (dove sono transitati 4 milioni di passeggeri), Bari (3 milioni e 400mila), Bergamo (7 milioni e 677mila).

Se sul primo dato non sono consentite obiezioni - eccezion fatta per il mero divertissement ideologico, ammesso che serva a qualcosa - sul secondo è bene che le parti in causa escano definitivamente allo scoperto. C’è qualcuno seriamente convinto che le cose vadano bene così, che i traffici a Genova non possano crescere, che in fin dei conti in meno di due ore di macchina si possono raggiungere aeroporti “veri” come Pisa e Malpensa? È una posizione legittima, a patto che si abbia il coraggio di esporla onestamente: non c’è mica da vergognarsi, a essere conservatori.

Ma siccome pare di capire che in città nessuno, o quasi, si entusiasmi di fronte ai modesti risultati del “Cristoforo Colombo”, non resta che studiare la strada migliore per risollevarne le sorti. Che non significa, sia ben chiaro, affidarne la gestione al primo soggetto privato che si presenta. Perché proprio qui sta l’equivoco. Cedere il 60% dell’aeroporto della sesta città italiana è un’operazione seria, che non ammette speculazioni. Né politiche né tantomeno economiche.

È opinione diffusa che rilanciare il “Colombo”, e con esso la città e buona parte della regione, non sarà mai possibile senza la presenza al suo interno di un socio di mestiere. Ovvero di un soggetto già collaudato, capace di intuire le potenzialità dell’aeroporto, capirne la vocazione, portare a Genova nuove compagnie. Non si tratta di svendere un’infrastruttura e chi ci lavora, come i pessimisti di professione fanno intendere, ma di favorire l’ingresso di un socio interessato a investire sulla Liguria, obbligandolo ad assumere impegni concreti in termini di occupazione, traffici, aperture di nuove linee. Ma lasciandolo poi libero di operare, senza le assillanti posizioni strumentali che la politica sa assumere. Peraltro, non sta scritto da nessuna parte che questo ipotetico gestore possa pretendere il 100% delle quote. Così si procede in un paese serio.

Parlare di aeroporto in mano pubblica «senza se e senza ma» non aiuta nessuno, se non qualche assessore a caccia di facili consensi fra chi teme di perdere il lavoro. Le forme di tutela per i dipendenti del “Colombo” esistono: basta esercitarle, e Merlo pare intenzionato a farlo. Dubitare è legittimo, vigilare altrettanto. Fomentare allarmismi decisamente meno.

Allo stesso modo, nessuno può vietare alla Camera di commercio di restare nella compagine azionaria dell’aeroporto o, addirittura, di esercitare il diritto di prelazione, arrivando al controllo totale del “Colombo”. Ma anche in questo caso va fatta chiarezza. La Camera di commercio pensa di essere in grado di gestire da sola l’aeroporto (sul modello di quanto accade a Nizza: ma le differenze fra il modello italiano e quello francese sono tali da rendere risibile il paragone ), oppure conosce già il nome di un potenziale socio di mestiere a cui affidarsi? La terza opzione, quella attendista («Per il momento compriamo, poi vediamo cosa fare»), non vorremmo neppure prenderla in considerazione. Perché significherebbe rinunciare a fare crescere l’aeroporto. A quel punto, sarebbe più giusto dirlo chiaramente. Oggi, senza perdere altro tempo.

FRANCESCO FERRARI
Il Secolo XIX

CIAO
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Fra i dipendenti dell'aereoporto di Genova credo sino a uno o due anni fa Vi fossero ancora dei lavoratori distaccati del porto , che guadagnavano circa due volte e mezzo lo stipendio di un dipendente normale.
Uno di essi , un mio amico, è andato in pensione a Masone ad anni 51 ( cinquantuno).
La coalizzazione fra i dipendenti è molto forte ed il pericolo di doversi trovare a lavorare sul serio li unirà come il bostik!

beh il leitmotiv delle assuzioni nel pubblico in italia è questo!
 
Genova, privatizzazione aeroporto Vincenzi: “Un partner di mestiere è indispensabile”

Genova. “Penso che l’aeroporto di Genova debba svilupparsi perché così come é non può sostenere il rilancio della città. Credo che un nuovo partner di mestiere che abbia intenzione di rilanciare l’aeroporto Cristoforo Colombo, investendo, sia un passaggio indispensabile”, ha affermato oggi la Sindaco Vincenzi, a margine della firma del protocollo d’intesa Genova-Nizza e dopo la manifestazione di questa mattina dei lavoratori dello scalo genovese a Palazzo Tursi.

“Penso che gli enti locali, il Comune, la Provincia e la Regione, non debbano perdere il controllo di quanto nei prossimi anni dovrà avvenire nell’aeroporto di Genova – ha proseguito – gli Enti locali dovrebbero essere chiamati a indicare alcune linee strategiche, i soci e i partner dovrebbero confrontarsi con le scelte verso cui si muove il territorio. E’ necessario portare avanti le modifiche urgenti nella proposta di bando di privatizzazione – ha aggiunto Vincenzi – Di creare nuovi lavoratori precari all’aeroporto non ne abbiamo bisogno. Un partner di mestiere, non serve a mandare casa un po’ di gente, deve essere un’occasione per migliorare la qualità del lavoro”.

genova24.it

CIAO
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il commento
al “colombo” serve
un socio di mestiere


Due dati, meglio di altri, possono aiutare a capire che cosa si sta muovendo attorno al riassetto societario dell’aeroporto di Genova, nei giorni in cui favorevoli e contrari all’ingresso dei privati sono tornati a contrapporsi con irragionevole vigore. Il primo: la gara che l’Autorità portuale sta definendo per cedere la sua ingombrante quota del 60% non è un capriccio di Luigi Merlo, ma un obbligo di legge. A voler essere pignoli, quella dell’Autorità portuale è addirittura una scelta tardiva. Il secondo è un dato numerico: dal 1° gennaio al 31 dicembre dello scorso anno l’aeroporto di Genova ha movimentato poco meno di 1 milione e 300mila passeggeri. Centomila in meno rispetto ad Alghero, trecentomila rispetto a Brindisi, seicentomila rispetto a Lamezia Terme. E il raffronto diventa impietoso se ci si sposta su città come Pisa (dove sono transitati 4 milioni di passeggeri), Bari (3 milioni e 400mila), Bergamo (7 milioni e 677mila).

Senza voler discutere del merito della privatizzazione, questo articolo mi lascia perplesso: ma davvero vogliamo imputare all'aeroporto la scarsa crescita rispetto ad altri scali? Domanda sciocca: la gente va a Parigi perchpè c'è la Tour Eiffel o perchè c'è CDG? L'aeroporto è uno strumento a servizio del territorio: assurdo imputargli scarse perdormance, così come è assurdo pensare che un partner di mestiere possa rivoluzionare le cose senza investimenti DEL territorio. 30 milioni per il 60% delle azioni... chi comprasse dovrebbe contare su un profitto di almeno 2 milioni/anno per rendere l'investimento interessante (termine narturale per rientrare il 2027, quando scade la concessione ENAC). Mah.....