La notizia relativa al futuro della Sogas e, quindi, dell’aeroporto di Reggio, è questa.
Ma, tutto sommato, non è nemmeno la peggiore, visto che il partner privato in predicato per acquisire il 35% delle quote della società di gestione dello scalo è pronto a lasciare il tavolo delle trattative ed a ritirare l’offerta alla luce del quadro economico della Sogas.
Come triste consuetudine delle cose calabresi anche in questo caso si fa fatica a pervenire ad un quadro preciso dell’esposizione debitoria, ma le ultime stime danno il “buco” assai vicino ai 20 milioni complessivi.
Intanto un certo numero di dipendenti legati a società come Consulta (che si occupa del servizio check-in non Cai) ed Omega (entrata come ditta di pulizie e poi “allargatasi” ai servizi aeroportuali con competenza alle attività di handling) non percepiscono lo stipendio da Gennaio e la situazione è sul punto di diventare esplosiva.
La palla, sul piano amministrativo, è (da tempo, ormai) nelle mani dell’Ente provinciale di Reggio Calabria, detentore del 58% delle quote; adesso –se Miro Radici confermerà l’intenzione di lasciare – il pasticcio è completo. L’allarme rosso è già scattato, le sirene urlano da tempo, ma qualcuno non le sente, o fa finta o non sa cosa fare.
Intanto lo scalo di Lamezia macina records su records. E Reggio rischia di indossare i gradi di “città metropolitana” e di perdere l’aeroporto…
(www.strill.it)
Ma, tutto sommato, non è nemmeno la peggiore, visto che il partner privato in predicato per acquisire il 35% delle quote della società di gestione dello scalo è pronto a lasciare il tavolo delle trattative ed a ritirare l’offerta alla luce del quadro economico della Sogas.
Come triste consuetudine delle cose calabresi anche in questo caso si fa fatica a pervenire ad un quadro preciso dell’esposizione debitoria, ma le ultime stime danno il “buco” assai vicino ai 20 milioni complessivi.
Intanto un certo numero di dipendenti legati a società come Consulta (che si occupa del servizio check-in non Cai) ed Omega (entrata come ditta di pulizie e poi “allargatasi” ai servizi aeroportuali con competenza alle attività di handling) non percepiscono lo stipendio da Gennaio e la situazione è sul punto di diventare esplosiva.
La palla, sul piano amministrativo, è (da tempo, ormai) nelle mani dell’Ente provinciale di Reggio Calabria, detentore del 58% delle quote; adesso –se Miro Radici confermerà l’intenzione di lasciare – il pasticcio è completo. L’allarme rosso è già scattato, le sirene urlano da tempo, ma qualcuno non le sente, o fa finta o non sa cosa fare.
Intanto lo scalo di Lamezia macina records su records. E Reggio rischia di indossare i gradi di “città metropolitana” e di perdere l’aeroporto…
(www.strill.it)