Dati a Grottaglie i 30 milioni che servivano per allargarsi nello scalo militare di Palese
Il progetto di Aeroporti di Puglia era quella di ristrutturare l’area con hangar nuovi
BARI - La Bari delle infrastrutture si lecca le ferite. Perché i 30 milioni del fondo di sviluppo e coesione destinati all’aeroporto «Karol Wojtyla» non ci sono più. Sono stati «trasferiti» (e già utilizzati) a Grottaglie per finanziare il programma di investimenti legati ai velivoli Apr (droni o aerei a pilotaggio remoto) con relativo siti per i test e la produzione. L’intervento in questione è relativo all’acquisizione dell’area militare adiacente allo scalo barese che aveva già avuto il via libera delle amministrazioni statali e locali preposte. Ma l’operazione è sfumata per la presenza nel perimetro dell’aeroporto militare del Cara (Centro d’accoglienza richiedenti asilo) che ospita mediamente circa mille persone. Una presenza ingombrante non per aspetti di decoro, ma per problemi di sicurezza riferiti alle fasi di decollo e atterraggio. Quindi Adp, la società di gestione degli aeroporti di Puglia, per evitare il disimpegno automatico dei 30 milioni, ha deciso di recuperare i fondi destinandoli all’hub ionico «Marcello Arlotta» che punta alla specializzazione dei poli dell’aeronautica e dell’aerospazio.
Il progetto mai attuato
L’obiettivo di Aeroporti di Puglia era di prendere in carico i suoli (e la pista da 1.480 metri) ristrutturando l’area con hangar per ospitare i mezzi delle forze dell’ordine (carabinieri, polizia, guardia di finanza, vigili del fuoco, protezione civile), per trasferire le attività di aviazione generale (anche l’aero club) e per creare magazzini di stoccaggio merci. La scheda dell’intervento recita così: «Si punta al riutilizzo dello scalo militare a supporto di quello civile mediante l’aggregazione di parte delle aree militari alle aree dell’aeroporto di Bari-Palese in cui trasferire attività non funzionali all’operatività dello scalo civile. L’intervento ha come valore aggiunto il basso livello di impatto ambientale».Tra i punti di forza del progetto c’era la creazione di un ponte di collegamento tra le due piste in modo da attraversare la strada provinciale 204. Anche con aerei. E la scheda prosegue: «Rendere possibile la costruzione di una via di rullaggio sopraelevata di collegamento tra la via di rullaggio esistente e la pista di volo ex militare con le altezze consentite nei limiti dei vincoli aeronautici». Alla base dell’investimento c’era un’intesa firmata nel 2011 dai ministeri della Difesa, dei Trasporti, Enac e Adp per la trasformazione dell’area da militare a civile. Accordo non realizzato e quindi «congelato». Non è bastato neanche il tentativo di spostare il Cara visto che si era ipotizzato l’allestimento di una struttura riservata nei pressi della caserma della Guardia di Finanza. A tal fine erano stati avviati i contatti con i proprietari dei suoli. Ma lo scorso anno il Ministero degli Interni decise di ristrutturare l’attuale Centro d’accoglienza richiedenti asilo mettendo fine alle ambizioni del territorio in materia di trasporti. Ciò che resta è una pista attraversata da mezzi di trasporto e infestata da erbacce. Ciò che poteva essere una fonte di reddito per la cittadinanza (attività aeronautica da diporto) ora è preda dell’usura del tempo. Non solo: fa riflettere il fatto che persi i fondi la richiesta sia stata ripresentata e figura nell’elenco delle opere del Pon rete e trasporti. L’esito dell’istruttoria è atteso per il 2016.
10 novembre 2015
http://corrieredelmezzogiorno.corri...to-60503320-877e-11e5-b16f-562f60a54edb.shtml