Aeroporti, nuovo scalo in Sicilia?


airblue

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Domenica 15 Febbraio 2009, 13:08
Aeroporti, nuovo scalo in Sicilia?


(ANSA) - PALERMO, 15 FEB - Una societa' cinese, la Hna, holding a cui partecipa per il 28% anche il magnate Soros, vuole costruire un nuovo aeroporto in Sicilia. La struttura, per la quale e' previsto un investimento da 300mln di euro, dovrebbe sorgere a Centuripe (Enna), ed avrebbe una pista lunga 5Km, come quella di Malpensa. Lo riferisce il quotidiano 'La Sicilia', secondo il quale il progetto prevede anche l'allargamento del porto di Augusta (Siracusa) e il collegamento con l'interporto di Catania
 
beh ragazzi, io coi cinesi scherzerei poco.....

non chiedetemi perchè mai hanno interesse a fare un apt lì, ma se lo vogliono fare lo faranno!
 
c'è in effetti una grande articolo a pag 5, di norma verso le 17 si rende disponibile online. L'Ansa riportata racchiude comunque i tratti salienti: non si cita che l'investimento sarebbe cofinanziato in minima parte dalla regione (sarebbe diversamente complicato l'esproprio dei terreni) e che nelle idee dei cinesi, che saranno comunque domani a Catania, lo scalo sarà un HUB (anche se non si dice di chi o di cosa)
 
Uno scalo da 300 voli giornalieri
Fonte La Sicilia

L'aeroporto ipotizzato da cinesi in Sicilia dovrebbe essere di «tipo intercontinentale con funzione di trashipment», cioè come base di trasferimento. Verrebbe realizzato nella Valle del Dittaino in territorio del Comune di Centuripe confinante con la provincia di Catania, ed è l'unica fascia di bassa collina della provincia ennese, ai piedi del capoluogo che la sovrasta con i suoi 931 metri di altezza. Interessante la vicinanza dell'area industriale di Dittaino dove sono previsti ingenti investimenti per 400 milioni. Secondo una stima realizzata all'interno di uno studio di fattibilità refatto dall'Università Kore di Enna, il modello di esercizio dell'aeroporto della Val Dittaino prevede trecento movimenti giornalieri, in decollo e atterraggio, secondo un mix di traffico diurno e notturno.
 
investimenti stranieri
prospettive dall'Oriente

Fonte La Sicilia
Tony Zermo

Arrivano i manager cinesi, stendiamo i tappeti rossi, ma attenti ai facili entusiasmi perché qui la faccenda è talmente grossa da far girare la testa. I cinesi vogliono sbarcare in Europa e si interessano alla Sicilia orientale perché nei loro programmi ci sono un aeroporto intercontinentale, un grande porto e un interporto. La proposta arrivata loro dall'Università Kore di Enna la considerano interessante perché in territorio di Centuripe c'è lo spazio per un grande scalo, vicino ove occorresse c'è anche Fontanarossa, come porto quello di Augusta è ideale per i suoi fondali (da bonificare presto) e poi c'è a legare tutto questo l'interporto di Catania. Inutile aggiungere che la Sicilia non solo è una piattaforma del Mediterraneo, ma è anche un ponte tra l'Europa e il Sud del mondo.
Insomma, l'interesse c'è, e la delegazione che arriverà giovedì nel primo pomeriggio a Catania è composta da sette grandi manager del Gruppo HNA che è una holding con base nell'isola di Haynan: il 49% appartiene al governo di Haynan, il 28,% di Soros (il mitico finanziare americano di origine ungherese) e la rimamente parte è dell'ex compagnia aerea Haynan Airlines, ora incorporata nella Grand China Air. I manager cinesi che staranno a Catania, dove avranno anche incontri con il presidente della Regione, si recheranno in visita a Enna, nella zona di Centuripe e ad Augusta durante i quattro giorni di permanenza. I colloqui si terranno a Catania dove avverrà anche l'incontro con il presidente Lombardo. Formalmente tutta l'operazione è gestita dall'Università di Enna, con la Provincia di Catania, il Comune di Centuripe, la Provincia di Siracusa, l'Autorità portuale di Augusta, l'Interporto di Catania e Sviluppo Italia-Sicilia. E c'è anche il sostegno dell'on. Mirello Crisafulli, uomo forte della politica ennese, e uno dei primi a credere all'iniziativa della Kore.
Quella cinese è una delegazione di altissimo livello capeggiata dall'amministratore delegato di HNA Group, Wang Jian, ed è composta da manager e tecnici di infrastrutture: il direttore del board Tao Xiangdong; il capo della segreteria Tong Fu; il manager del business development Xiao Fei; il presidente della struttura tecnologica He Jntao; il manager dei trasporti Ma Jnping; il manager Yang Limin.
Ma perché la Cina nel vasto panorama europeo ha puntato il dito proprio su Enna? La spiegazione è che il direttore del nostro istituto del commercio estero a Pechino è il funzionario ennese La Spina che in questi mesi si è prodigato per indirizzare l'attenzione della holding di Haynan verso Enna.
I manager cinesi troveranno dei lavori avanzati sul progetto dell'aeroporto con lo studio dei venti e del territorio. Dice il presidente dell'Università ennese, Cataldo Salerno: «Il progetto nasce all'interno della Facoltà di Ingegneria della nostra Università il cui preside è il prof. Giovanni Tesoriere, esperto di porti, aeroporti e ferrovie. L'aeroporto intercontinentale è previsto in territorio di Centuripe con una pista di 5 chilometri come quella di Malpensa, la pista più lunga in Italia. Questo consentirà l'atterraggio e il decollo dei grandi aerei transoceanici. L'investimento previsto sarebbe sui 300 milioni di euro».
Ma è possibile un aeroporto tutto cinese in Italia?
«Loro vorrebbero il 100%, sono abituati così, ma naturalmente si dovrà fare una società mista, anche con l'intervento della Regione, intervento necessario perché altrimenti le procedure di acquisizione dei terreni diventerebbero complicate, per questione di tempi, non di soldi, perché non c'è problema di soldi».
Ma questa holding che consistenza ha?
«Ha parecchie attività differenziate: trasporto aereo, trasporto via nave dei container, ha una quarantina di alberghi ad almeno 5 stelle, dodici aeroporti di proprietà, hanno sette società più piccole le quali a loro volta sono delle piccole holding, una ramificazione classica di tipo occidentale, non bisogna pensare alla Cina come un Paese dove tutto è deciso dal partito a Pechino. In certi settori è più avanti dei Paesi occidentali».
I tempi per l'eventuale accordo quali sarebbero?
«Certamente non sono come i nostri. Del resto il capo della delegazione è cofondatore della holding e quindi non deve tornare a Pechino per decidere».
Insomma, se son rose fioriranno. Lo dicono anche in Cina.
 
Zermo è il giornalista che si occupa sempre di aeroporti, di viaggi, di turismo. Ne spara tante, ogni anno ci ricorda quanto bella sia Malta, di come si possono spendere soldi nei 4 o 5 casinò e di quanto efficiente sia KM (magari gli pagano il viaggio). Viene chiamato spesso a moderare incontri anche di livello: le sue conoscenze in materia sono invece alquanto deficitarie. Per secoli ha sempre parlato di Catania come il terzo scalo d'italia: e VCE?
 
Basta che sia finanziato da privati !

Zermo è il giornalista che si occupa sempre di aeroporti, di viaggi, di turismo. Ne spara tante, ogni anno ci ricorda quanto bella sia Malta, di come si possono spendere soldi nei 4 o 5 casinò e di quanto efficiente sia KM (magari gli pagano il viaggio). Viene chiamato spesso a moderare incontri anche di livello: le sue conoscenze in materia sono invece alquanto deficitarie. Per secoli ha sempre parlato di Catania come il terzo scalo d'italia: e VCE?

Bergamo e Linate ? :D
Però io penso che sia difficile che faranno un aeroporto così tutto cinese ! Poi trecento movimenti sono 150 aerei al giorno non sono pochi ma nemmeno tantissimi per una pista di 4 chilometri ! :morto:
 
e pensare che qui in Toscana si dice che e' troppo anche quello che c'e'!

Pero ' dico una cosa..la Sicilia Ha bisogno di un Aeroporto si ma per sviluppare il Cargo perche' visto la Situazione della A3 direi che e' meglio investire su Aeroporti e Porti!
 
è chiaramente la solita balla, però devo dire che non mi dispiacerebbe se i cinesi venissero qui e costruissero un aeroporto SOLO con i loro soldi, noi non ci perderemmo niente, al massimo 5km di campi coltivati :)