Addio Lufthansa Italia, in Italia le attività solo con Air Dolomiti e Lufthansa


bisogna salvare il made italy.....anche se non vedo nessuno capace di farlo e soprattutto senza salvaguardare i propri interessi......fora da i ball sti crucchi!fora da i ball easy e ryan.....E con questo non ho detto che non mi dispiace per i colleghi che ci lavorano....sottolineo!!Non creamo polemiche....e' un mio pensiero!
 
L'aumento delle frequenze verso la Germania ad opera di EN, vuol dire un'espansione (flotta e personale) di quest'ultima o si riuscirà a realizzare anche lasciando le cose così come sono?
 
Non mi risulta.

è un problema tuo, e di quelli che pensano solamente che LH sia scesa in Italia per la LIN-FCO.
ed è talemente una ca**ata che bastava le sarebbe bastato comprarsi Airone per dare un senso al vostro sragionamento.
La chiusura di Linate nel 2016 (comunque tardi) è stata promessa all'inizio dell'avventura LHI.
 
bisogna salvare il made italy.....anche se non vedo nessuno capace di farlo e soprattutto senza salvaguardare i propri interessi......fora da i ball sti crucchi!fora da i ball easy e ryan.....E con questo non ho detto che non mi dispiace per i colleghi che ci lavorano....sottolineo!!Non creamo polemiche....e' un mio pensiero!

Più Myair per tutti!
Più Alpi Eagles per tutti!
Più Volareweb per tutti!
Più Alitalia per tutti!
Più Meridiana per tutti!

Vogliamo estendere il concetto?
Più Cirio per tutti!
 
L'aumento delle frequenze verso la Germania ad opera di EN, vuol dire un'espansione (flotta e personale) di quest'ultima o si riuscirà a realizzare anche lasciando le cose così come sono?

Me lo sono chiesto anch'io. Se prevedono (come fanno in modo entusiastico - solo su questo punto - nel comunicato) una crescita a due cifre su MUC, come fanno, visto che non è prevista l'espansione della flotta EN? Visto, poi, che i 319 se ne tornano in Germania...
 
Se il modello del made in Italy da salvare è quello dei vettori aerei italiani passati e presenti allora preferisco il made in Dublino - che personalmente odio- tutta la vita.
 
Non ne sarei così sicuro. L' inqulino di Palazzo Chigi ha una nota propensione alla promessa.
Molto meno al mantenimento della stessa!;)
Per chiudere LIN serve un voto del parlamento nazionale e credo che siccome a parte una piccola minoranza di illuminati, tutti vogliono volare da LIN, la possibilità che si riesca a raccattare una maggioranza vuoi omogenea vuoi eterogenea per approvare il provvedimento di chiusura, credo sia pari esattamente a zero.
In LH non potevano non saperlo e attraverso EN conoscevano benissimo gli usi e costumi italici. Non credo che i crucchi siano sbarcati in Italia fiduciosi in una promessa della nostra affidabilissima classe politica in merito alla chiusura di un aeroporto 7 anni più avanti.
Il grosso dei problemi è sempre stato in Germania, dove chi remava contro LHI (e secondo me erano tanti), ha "concesso" alla fine che venisse sì fatta la nuova compagnia a MXP, ma con paletti tali da condannarla all'insuccesso.
Se avessero voluto fare sul serio, mettendo i LR in discreto numero e federandoli bene dal nord Italia, la storia sarebbe stata un'altra, anche con LIN spalancato.
 
Se il modello del made in Italy da salvare è quello dei vettori aerei italiani passati e presenti allora preferisco il made in Dublino - che personalmente odio- tutta la vita.

Personalmente era nell'aria la chiusura, ma da quello che so era/e' inserito in un altro progetto.
In ogni caso a mio avviso l'errore di Lufthansa e' stato quello di mettere un brand straniero, oltre al fatto dell'Italiano medio che e' "ignorante" , anche il fatto che hanno messo la loro faccia non permetteva altri ritardi o brutte figure..
 
Ieri chiedevo di Cattaneo, oggi mi ha risposto :)
Incredibile come tutti coloro che mollano MXP poi vengano presi a pesci in faccia o snobbati.



Lufthansa vola via, ma Malpensa non cambia rotta
di Maria Sorbi

Aveva piazzato i suoi primi uffici a Malpensa nel 2009. Ed ora, dopo meno di due anni, Lufthansa lascia l’aeroporto. La compagnia tedesca, su cui lo scalo lombardo aveva puntato il tutto e per tutto per riscattarsi dopo la botta ricevuta da Alitalia, molla il colpo. «Questo però non significa la morte di Malpensa» sostengono i vertici di Sea, la società che gestisce l’aeroporto. Lo scalo del Varesotto insomma non si rassegna e non rinuncia al sogno di diventare un hub internazionale a pieno titolo. Certo, ci vorrà un po’ per ammortizzare il colpo e per riorganizzare le rotte. Ma in aeroporto assicurano: nessuna destinazione rimarrà scoperta. Lufthansa infatti lavorava su tante rotte comuni ad altre compagnia aeree: dalle capitali europee, per prime Parigi e Barcellona, alle città italiane. Fra le tratte più frequentate quelle per Praga, Londra, Napoli, Parigi e Palermo.
Insomma, la brutta sorpresa non è paragonabile all’abbandono di Alitalia. Con il trasloco a Fiumicino della compagnia di bandiera tricolore, Malpensa aveva perso oltre 10 milioni di passeggeri. Invece con la chiusura della «filiale» di Lufthansa si perderanno sì e no un milione di passeggeri che, con tutta probabilità, saranno riassorbiti dai servizi delle altre compagnie. Il danno quindi è più della compagnia che dello scalo. «Forse Lufthansa - commentano alla Sea - non ha fatto bene i conti e ha puntato troppo sulle destinazioni a medio raggio, non riuscendo a competere con le compagnie low cost». In sostanza, il gruppo tedesco non ce l’ha fatta a tenere il passo di Easy Jet, la compagnia economica che ha messo radici a Malpensa.
«Malpensa continua a crescere - commenta l’assessore lombardo alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo - e se non è morta con l’uscita di Alitalia, non morirà certo per il cambio di strategia di Lufthansa che fa meno del 10%. Dispiace constatare come la scelta di Lufthansa Italia di competere sulle rotte europee anziché di investire sui collegamenti a lungo raggio che noi abbiamo più volte richiesto, non si sia dimostrata vincente alla prova dei fatti. Ma sono sicuro che il nostro aeroporto una volta di più saprà trovare il modo per trarsi d'impaccio». Secondo Dario Balotta, responsabile dei trasporti di Legambiente e da sempre attento all’evoluzione dell’aeroporto, l’abbandono di Lufthansa è solo l’inizio di un processo di declino. «È sintomatico - sostiene anche Dario Balotta, - di un fallimento delle prospettive e delle strategie. In questi anni abbiamo sentito tante parole ma visto pochi fatti». Più cauti i sindacati. Nino Cortorillo (Cgil) sostiene che «se siamo stati in grado di far fronte al de hubbing di Alitalia, sapremo gestire anche questo mini abbandono». Tuttavia sprona ad «affrontare i veri problemi, a cominciare dai voli e dagli aeroporti, e a lasciar perdere polemiche fasulle come quelle sui pericoli che può portare una moschea».

il Giornale.it
 
I motivi della chiusura di Lufthansa Italia
24/05/2011

"Non siamo riusciti a trasferire il successo dei marchi Lufthansa e Air Dolomiti su Lh Italia". Sintetizza così la decisione di porre fine all'avventura milanese Carsten Spohr, membro del consiglio esecutivo di Lufthansa e responsabile del business passeggeri. "Noi puntiamo molto sulla qualità - aggiunge Spohr -, ma non siamo riusciti a intercettare il traffico business, cioè quello che più ci interessava, che preferisce utilizzare lo scalo di Linate". Sul fronte dei dipendenti è previsto il riassorbimento all'interno dell'azienda: "Cercheremo di ricollocare quante più persone possibile delle 154 che lavorano per Lh Italia, a cui oggi abbiamo comunicato la notizia: quest'anno abbiamo intenzione di assumere 4mila persone, di cui 250 piloti, quindi c'è posto per tutti", ha ribadito Spohr

TTG
 
Il commento del direttore di TTG Italia

Arrivederci

Un breve riassunto delle puntate precedenti. Alitalia decide di lasciare Malpensa e la Sea dichiara che il progetto di espansione dello scalo non risentirà di questo abbandono. Poco tempo dopo arriva Lufthansa e crea un vettore dedicato al mercato italiano con tanto di livrea, conferenze stampa in pista e atterraggio a Mxp anche del presidente Mayrhuber. Gli uomini Sea sprizzano gioia e stappano champagne, perchè con Lh si cambia la storia. Ora i tedeschi, piegati dal caro fuel e da load factor sotto il 50 per cento, salutano Malpensa e si apprestano a cancellare la livrea dalle carlinghe. La Sea incassa l'uscita di scena e sostiene che non ci saranno pesanti ripercussioni sull'aeroporto. Alla prossima.
 
Lufthansa Italia chiude le operazioni
24/05/2011

"Per Lufthansa non è stata una decisione facile, né presa all'improvviso". Tocca a Carsten Spohr, membro del consiglio esecutivo di Lufthansa e responsabile del business passeggeri, dare l'annuncio dell'uscita di scena del brand Lufthansa Italia. Uno stop che sarà operativo dal 29 ottobre, con l'avvio dell'orario invernale, e sarà seguito da una maggiore presenza di Lh e Air Dolomiti. Spiega il ceo Christoph Franz: "Operare sotto i brand Lufthansa e Air Dolomiti ci darà una presenza più chiara sul mercato italiano. Quando lanciammo Lh Italia, tre anni fa, coprimmo un buco che si era creato a Malpensa con l'uscita di scena di Alitalia".


Uno scenario di mercato non favorevole

L'avvio dell'operazione è stato positivao, ma la situazione del mercato non ha consentito di viaggiare all'insegna dei margini: "La risposta del mercato era stata eccellente - conferma Franz -, tuttavia il calo delle tariffe in Europa e l'alta competizione non è stato possibile creare un network profittevole con un brand differente".


I programmi per il futuro

Chiusa la partita Lh Italia, si guarda immediatamente al futuro, che prevede più aeromobili targati Lh e Air Dolomiti che raggiungeranno le destinazioni passando per gli hub di Monaco e Francoforte, pur con una riduzione dei voli da e per Malpensa. "Attualmente su Mxp abbiamo 25 voli giornalieri operati da Lh Italia e 25 operati come Lh e Air Dolomiti, per un totale di 50 - ha spiegato Spohr -: dopo il 29 ottobre rimarranno i voli targati Lh e Air Dolomiti, a cui se ne aggiungeranno altri 5". I nove aeromobili A319 del gruppo, attualmente in uso a Mxp dal vettore, verranno schierati altrove all'interno del gruppo a partire dal prossimo orario invernale.


Rapporti solidi con la Sea

Il board di Lh ha già informato della propria decisione il Governo Italiano e i vertici di Sea: "Con Bonomi abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto - evidenzia Spohr - e ci siamo trovati d'accordo sulla strategia a medio termine da adottare in futuro anche sugli scali di Linate e Verona", ha detto Spohr.

TTG
 
Lufthansa: "Nessuna ripercussione sulla quotazione in Borsa di Sea"
Ne è convinto il management tedesco che rilancia: "In Italia cresceremo di oltre il 10%"


Con l’addio di Lufthansa Italia, i riflettori sono puntati sul futuro di Sea. “Abbiamo sempre avuto un rapporto solido – ribadisce Carsten Spohr, membro del Cda del gruppo tedesco -. E in quest’occasione ci siamo trovati d’accordo su una strategia d’insieme che vede legate Malpensa, Linate e Verona. E non credo neanche che la nostra decisione interferirà con l’annunciata quotazione in Borsa di Sea”. Sta di fatto, tuttavia, che con la fine delle operazioni di Lufthansa Italia i voli da Malpensa saranno quasi dimezzati con l’addio dei 25 collegamenti giornalieri finora operati dalla divisione italiana. Ma il gruppo assicura invece incrementi in futuro. “Sposteremo 8 velivoli in Germania ed uno tra Londra e hub tedeschi. Ma arriveranno nuove frequenze sulla Germania e più presenza di Air Dolomiti. Dall’Italia intendiamo comunque crescere di oltre il 10%", ribadisce il manager.
GV


Spohr: "Lufthansa Italia non all'altezza delle aspettative"
Lh Classic ed Air Dolomiti fatturano dieci volte tanto. "Il nostro tipo di clientela preferisce Linate"


Da ottobre Malpensa non sarà più l’hub italiano di Lufthansa, ma il gruppo assicura “L’Italia rimane strategica per noi: è il primo Paese in Europa – dopo la Germania – ed il secondo nel mondo, dopo gli Usa”, ha ricordato Carsten Spohr, membro del board esecutivo, ieri a Milano insieme ad una nutrita rappresentanza del management tedesco. Compresi Michael Kraus e Thomas Eggert. Il primo ceo di Air Dolomiti ma ora anche a capo della “divisione Italia”. Il secondo neo direttore generale del vettore per l’Italia. Interesse sì, ma cambia totalmente la strategia. Abbandonata l’idea del network di destinazioni europee, ora il focus sarà sull’incremento del traffico feeder per gli hub tedeschi.
“Lufthansa Italia non si è dimostrata all’altezza delle nostre aspettative – ha ammesso Spohr – e questo per vari motivi. Innanzitutto, non siamo riusciti, forse anche per carenza di comunicazione e advertising, a trasferirle il successo dei brand Lufthansa Classic ed Air Dolomiti, che insieme ancora fatturano dieci volte tanto Lufthansa Italia. In secondo luogo, noi ci rivolgiamo ad una clientela corporate o comunque interessata alla qualità e spesa conseguente. E questi passeggeri preferiscono volare da Linate”.
La domanda dunque è d’obbligo: Le cose sarebbero andate diversamente se Lufthansa Italia avesse potuto volare da Linate? “Lo scalo è comunque troppo piccolo – spiega il manager, ma ammette – certo, se fossimo riusciti a competere sullo stesso livello con Alitalia, forse… ma è chiaro che Linate avvantaggi quest’ultima”.
GV
 
«Forse Lufthansa - commentano alla Sea - non ha fatto bene i conti e ha puntato troppo sulle destinazioni a medio raggio, non riuscendo a competere con le compagnie low cost». In sostanza, il gruppo tedesco non ce l’ha fatta a tenere il passo di Easy Jet, la compagnia economica che ha messo radici a Malpensa.

Forse Lufthansa non ha fatto bene i conti??? Qui rasentiamo il ridicolo.
Ma poi la strategia non doveva essere condivisa tra SEA e LH??

«Malpensa continua a crescere - commenta l’assessore lombardo alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo - e se non è morta con l’uscita di Alitalia, non morirà certo per il cambio di strategia di Lufthansa che fa meno del 10%. Dispiace constatare come la scelta di Lufthansa Italia di competere sulle rotte europee anziché di investire sui collegamenti a lungo raggio che noi abbiamo più volte richiesto, non si sia dimostrata vincente alla prova dei fatti. Ma sono sicuro che il nostro aeroporto una volta di più saprà trovare il modo per trarsi d'impaccio


Che faccia di tolla. Un uomo intelligente che si piega biecamente alle logiche della peggior politica. Fuori questa gente dalla Lombardia.