Se in Aviazione sono un semplice passeggero, nel trattamento dei dati personali sono un pilota collaudatore ;-): è la mia professione.
Oggi ci sono tecnologie FANTASTICHE per identificare le persone e chi ha anche una limitata esperienza in Internet può controllare quante tracce "informatiche" lasciamo ogni giorno.
La sfida per noi è proprio riuscire ad utilizzare queste tecnologie senza intaccare lo privacy degli individui. Forse preferisco ancora una "palpata" sgradevole al fatto di dover dare access ad alcuni dati riservati sulla mia persona, perchè attraverso questi dati si possono avere danni molto più gravi di quelli dello spogliarello semi-completo e del rischio di perdere un volo.
Vi faccio un esempio: vi piacerebbe che venge riscosso un prestito a vostro nome e voi foste lasciati a pagarne le rate? Impossibile? Oppure che la vostra assicurazione sanitaria vi rifiuti come cliente (certo, in problema in Italia non è sentito). No, succede purtroppo più frenquentemente di quanto non si pensi.
Vedo inoltre alcuni problemi nella realizzazione dei tre tunnel. Siamo sicuri che le diciture "normali", "noti" e "pericolosi" non siano discriminanti? Chi decide le categorie? Forse prima della attivazione si dovrebbe cambiare la dicitura: normali, registrati (e chiunque dovrebbe poter registrarsi!!!) e controllo accurato a scelta degli addetti.
Un altro aspetto da coprire sono le differenti sensibilità delle varie nazioni nei rispetto della privacy: i nord-americani stampano il loro reddito personale sui biglietti da visita, i tedeschi inorrdirebbero solo al pensiero.
In conclusione, ottima idea, ma prima di poterla impiegare occorrerà molto tempo, molta diplomazia, molta comunicazione agli utenti. Bisignani ha detto giustamente che non si cercano oggetti, ma persone e tutto quello che riguarda le persone è giustmente molto delicato.
buon lavoro,
Gbaru