AZ è, ancora, una società (semi)pubblica. Questo significa che i/il Governo ha fatto una scelta, ed il Governo è eletto dal popolo.
Anche le Ferrovie sono pubbliche. Ci sono ancora tanti Paesi che preferiscono gestire in proprio le infrastrutture di base, considerandole strategiche: ci si può anche perdere nell'immediato, ma nel meccanismo generale ci si può guadagnare.
Ad esempio, se volessimo fare di Ferrovie un'azienda in attivo, dovremmo alzare le tariffe al triplo, sopprimere centinaia di tratte, licenziare un sacco di gente, fare un bagno di sangue sociale: però avremmo le FS in attivo, con decine di migliaia di pendolari che non possono più recarsi al lavoro: l'operazione è riuscita, il paziente è morto.
Non voglio giustificare nessuno, ma solo capire. Per risanare i conti dello Stato, potremmo chiudere ministeri e licenziare milioni di persone. Trichet felice, gli italiani meno.
Il "nord" ad esempio protesta perché se AZ va via da mxp il sistema industriale lombardo sarebbe danneggiato per una quindicina di miliardi di euro: vuol dire che se AZ continua a perdere, il nord prosegue a guadagnare. Separare le cose non si può.
AZ potrebbe funzionare meglio,e certamente non è detto che debba sempre lavorare in rosso.
Adesso siamo tutti osannando il Dio Mercato. Ci sono delle attività che è meglio tenere in caa, ce ne sono delle altre che sono monopoli od oligopoli naturali, per le quali il mercato è finto, e non ci si può fare niente.
Stupisce che certe cose le dica Repubblica, che gode di cospicui finanziamenti statali, e che una linea editoriale di sinistra critichi lo Stato come redistributore di reddito, perché questo succede con AZ, Ferrovie, ministeri eccetera.
So che queste mie parole sono abbondantemente criticabili. Però voglio dire che guardare solo alle cifre ed agli slogan, senza avere il quadro generale, non serve.