Suvvia, chiudiamo bene la settimana, le locandine fuori dalle edicole stamani sono piene di questi titoloni. Che dire, oggi devo andare in aeroporto e vi confesso che non mi sento per niente sicuro, con queste "traiettore in parallelo" non si mai... Mi consola sapere che nessuno è ricorso alle cure mediche ma mi resta un dubbio: Lufthansa è un vettore "moderno"?
Saluti, Dino
Da "la Nazione" online, rinomato quotidiano fiorentino.
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Paura a Peretola
Atterraggio sbagliato
e la pista non basta
'Jumbolino' della Lufthansa arriva troppo lungo. Le cause: vento in coda e forse la velocità del velivolo era eccessiva
Firenze, 20 febbraio 2010 - ATTIMI di tensione, nel tardo pomeriggio di ieri, per i passeggeri del volo LH4064, proveniente da Francoforte, partito alle 16.40 dal città-centro finanziario tra i più importanti d’Europa, in arrivo alle 17.55.
Il vettore — un Avro jet da una sessantina di posti — ha ridotto l’inclinazione della traiettoria e dopo aver abbassato gradualmente velocità e quota, ormai in parallelo, ha toccato la soglia pista. Ma d’improvviso il pilota del ’jumbolino’ ha ritirato su la cloche e l’aereo si è rialzato in quota, ritirando i carrelli. Una manovra che, in gergo tecnico, va sotto il nome di ‘riattaccata’.
Ed è in questi istanti — che di per se stessi sono a più alto fattore di rischio insieme al decollo — che alcuni passeggeri hanno avuto paura, come da successive dichiarazioni. Qualcuno ha temuto il rischio di un crash. Il vettore della compagnia tedesca ha sorvolato i dintorni del ‘Vespucci’ per alcuni minuti, una decina, poi ha rieseguito la manovra ed è atterrato senza ulteriori problemi intorno alle 18.06. E nessun passeggero è ha avuto bisogno di ricorrere a cure mediche nel pronto soccorso dell’aeroporto.
"C’E’ STATA molta apprensione, paura, la netta, forte sensazione che nonostante la perfetta aderenza, l’aereo fosse arrivato lungo e che la pista non fosse sufficientemente lunga per garantire il perfetto atterraggio» ha affermato un passeggero, un giovane imprenditore pratese di ritorno da un viaggio di lavoro. «Sono abituato a viaggiare, ogni anno mi imbarco anche su voli transcontinentali, per cui ho fatto l’abitudine a ogni tipo di contrattempo. Però questa volta è stata una sensazione davvero sgradevole, anche perché conosco le caratteristiche del ‘Vespucci’, della pista, del suo sviluppo e dislocamento».Dopo la fase di avvicinamento alla pista (che nei vettori più moderni è adesso gestita dal computer di bordo) l’atterraggio deve essere comunque effettuato in maniera manuale.
VELOCITA’ di atterraggio eccessiva dopo un avvicinamento non perfetto? Questa è stata l’impressione avvertita e descritta da alcuni passeggeri.
Assolutamente no, invece, secondo fonti interne allo scalo fiorentino che hanno sinteticamente spiegato, in relazione alla causa dello spiacevole contrattempo, di «un po’ di vento in coda, che ha reso necessaria la manovra, per evitare complicazioni, ma poi l’aereo è atterrato regolarmente». Una conferma in tal senso anche da Polaria, il distaccamento di polizia interno allo scalo.
Alcuni anni (1997) fa un aeroplano della «Air Littoral» ebbe un problema di atterraggio e solo l’abilità del pilota, che mori, scongiurò una possibile tragedia e cioè che il vettore invadesse l’autostrada. Quattro anni fa invece il pilota di un piccolo aereo da turismo, un quadriposto Trinidad Tb21 si dimenticò di aprire il carrello: l’aereo atterrò di «pancia» finendo la corsa in fondo alla pista di Peretola.
g.sp.
Saluti, Dino
Da "la Nazione" online, rinomato quotidiano fiorentino.
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Paura a Peretola
Atterraggio sbagliato
e la pista non basta
'Jumbolino' della Lufthansa arriva troppo lungo. Le cause: vento in coda e forse la velocità del velivolo era eccessiva
Firenze, 20 febbraio 2010 - ATTIMI di tensione, nel tardo pomeriggio di ieri, per i passeggeri del volo LH4064, proveniente da Francoforte, partito alle 16.40 dal città-centro finanziario tra i più importanti d’Europa, in arrivo alle 17.55.
Il vettore — un Avro jet da una sessantina di posti — ha ridotto l’inclinazione della traiettoria e dopo aver abbassato gradualmente velocità e quota, ormai in parallelo, ha toccato la soglia pista. Ma d’improvviso il pilota del ’jumbolino’ ha ritirato su la cloche e l’aereo si è rialzato in quota, ritirando i carrelli. Una manovra che, in gergo tecnico, va sotto il nome di ‘riattaccata’.
Ed è in questi istanti — che di per se stessi sono a più alto fattore di rischio insieme al decollo — che alcuni passeggeri hanno avuto paura, come da successive dichiarazioni. Qualcuno ha temuto il rischio di un crash. Il vettore della compagnia tedesca ha sorvolato i dintorni del ‘Vespucci’ per alcuni minuti, una decina, poi ha rieseguito la manovra ed è atterrato senza ulteriori problemi intorno alle 18.06. E nessun passeggero è ha avuto bisogno di ricorrere a cure mediche nel pronto soccorso dell’aeroporto.
"C’E’ STATA molta apprensione, paura, la netta, forte sensazione che nonostante la perfetta aderenza, l’aereo fosse arrivato lungo e che la pista non fosse sufficientemente lunga per garantire il perfetto atterraggio» ha affermato un passeggero, un giovane imprenditore pratese di ritorno da un viaggio di lavoro. «Sono abituato a viaggiare, ogni anno mi imbarco anche su voli transcontinentali, per cui ho fatto l’abitudine a ogni tipo di contrattempo. Però questa volta è stata una sensazione davvero sgradevole, anche perché conosco le caratteristiche del ‘Vespucci’, della pista, del suo sviluppo e dislocamento».Dopo la fase di avvicinamento alla pista (che nei vettori più moderni è adesso gestita dal computer di bordo) l’atterraggio deve essere comunque effettuato in maniera manuale.
VELOCITA’ di atterraggio eccessiva dopo un avvicinamento non perfetto? Questa è stata l’impressione avvertita e descritta da alcuni passeggeri.
Assolutamente no, invece, secondo fonti interne allo scalo fiorentino che hanno sinteticamente spiegato, in relazione alla causa dello spiacevole contrattempo, di «un po’ di vento in coda, che ha reso necessaria la manovra, per evitare complicazioni, ma poi l’aereo è atterrato regolarmente». Una conferma in tal senso anche da Polaria, il distaccamento di polizia interno allo scalo.
Alcuni anni (1997) fa un aeroplano della «Air Littoral» ebbe un problema di atterraggio e solo l’abilità del pilota, che mori, scongiurò una possibile tragedia e cioè che il vettore invadesse l’autostrada. Quattro anni fa invece il pilota di un piccolo aereo da turismo, un quadriposto Trinidad Tb21 si dimenticò di aprire il carrello: l’aereo atterrò di «pancia» finendo la corsa in fondo alla pista di Peretola.
g.sp.