A levaldigi sistemati su brandine per 42 bielorussi


Marcopoli0

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23 Marzo 2006
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Torino, Piemonte.
IL CASO.SISTEMATI SU BRANDINE NELLA SALA RIUNIONI Per 42 bimbi bielorussi ''nanna'' in aeroporto Ospiti di Levaldigi, dopo la mancata partenza da Malpensa
L'hanno vissuta come una sorta di avventura. Qualcosa di simile a un campeggio improvvisato. I quarantadue bambini bielorussi che hanno passato la notte di sabato nell'aeroporto di LEVALDIGI hanno fatto capolino dalle brandine, ieri mattina, con i visini assonnati, ma per nulla preoccupati: la mancata partenza da Malpensa, il trasferimento in pullman a Cuneo e la sistemazione di fortuna non hanno spento i loro sorrisi. I ragazzini - ospiti per un mese in famiglie del Nord Italia - sarebbero dovuti rientrare in patria sabato, decollando dallo scalo milanese. E', pero', sorto un problema che ha bloccato il viaggio e indotto gli organizzatori a contattare l'aeroporto di LEVALDIGI, dove era gia' in programma, per le 9,30 di ieri, il collegamento di ritorno in patria dei bambini accolti nelle case dei cuneesi. Sembra che, per un disguido, l'aereo dalla Malpensa non fosse abbastanza capiente per il numero di passeggeri: una questione di registrazione da parte della compagnia di bandiera di Minsk, la «Belavia». Lo staff dell'aeroporto Cuneo LEVALDIGI si e' mobilitato e in un paio d'ore - il tempo del trasferimento in bus dei piccoli passeggeri - si e' trovato pronto a fronteggiare l'emergenza e ad allestire tutti i posti letto. In collaborazione con la Croce Rossa, le quarantadue brandine sono state sistemate al secondo piano dell'aerostazione, dove ci sono le sale per le riunioni. E i bimbi, stanchi ma tranquilli, si sono addormentati «vegliati» dagli accompagnatori e dal personale dello scalo. In piedi poco dopo l'alba, perche' le ampie vetrate dei saloni hanno «dato la sveglia» in netto anticipo rispetto all'orario di partenza, i ragazzini hanno fatto colazione e sono via via scesi nella hall, per il check-in e l'imbarco. «Li abbiamo fatti ripartire tutti in giornata, su due voli da Cuneo - conferma Monica Quargnali, vicepresidente del comitato di Torino del Forum per i diritti dei bambini di Cernobyl Piemonte 1 - e tutto e' andato per il meglio. Ci siamo rivolti subito a LEVALDIGI perche' c'era gia' un viaggio programmato in mattinata». «La macchina organizzativa ha funzionato bene - dice Gian Pietro Pepino, amministratore delegato della Geac, societa' di gestione dello scalo -. Di solito siamo aperti fino a mezzanotte, ma in questo periodo di chiusura notturno di Caselle per lavori, rimaniamo disponibili per voli umanitari anche tutta la notte. Bastano due ore di preavviso».
 
Per quel che ho avuto modo di vedere di persona, CUF è un aeroporto dove si fanno in quattro per venire incontro alle esigenze dei passeggeri (ed avendo quasi esclusivamente voli etnici spesso è un impresa non da poco), anche andando oltre le competenze di una normale società di gestione. Questo episodio ne è la riprova, bravi!