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Ritorno al passato....
Peretola, nei progetti di Benetton una nuova pista parallela alla Mare
Repubblica — 03 agosto 2003
Benetton studia una nuova pista parallela all' autostrada. Il giorno dopo la firma della privatizzazione, la cordata privata che sta per entrare nella cabina di pilotaggio dell' Amerigo Vespucci annuncia che una nuova fase di sviluppo dello scalo sta per cominciare. «Non c' è ancora una decisione ma non escludiamo l' idea di una pista parallela», dice Fabio Battaggia, amministratore delegato della Sagat, la società di gestione dello scalo torinese che ha come capofila proprio il gruppo Benetton e che, assieme a Imi-San Paolo e a Tecnoholding (la cordata delle Camere di Commercio) ha appena acquistato il 29 per cento di Peretola, diventando così il socio di riferimento dello scalo. Battaggia, avete pagato 11 euro per azione: affare vantaggioso? «Non direi vantaggioso, non è l' aggettivo più appropriato. Rispetto alla media di altre transazioni simili siamo su valori molto alti rispetto ad altri aeroporti che in questo periodo hanno ceduto quote. Per gli aeroporti quotati in borsa, 11 euro è un prezzo superiore alla media. Direi che alla fine abbiamo fatto un accordo equilibrato». Che tipo di alleanza state progettando tra Torino e Firenze? «Puntiamo su un progetto di network fra aeroporti regionali. Il nostro obiettivo è di creare un' aggregazione per affrontare il mercato europeo e per ricavarne delle sinergie, delle economie di scala. In questo modo si riducono i costi e anche i viaggiatori potranno beneficiare di un minor costo delle tariffe». Il vostro piano industriale prevede 170 milioni di euro d' investimento: contate di realizzare di una nuova pista? «E' ancora prematuro dirlo. L' attuale struttura è sicuramente carente rispetto alla potenzialità del territorio e rispetto alla domanda turistica. Potrebbe essere realizzato un potenziamento, studiando la possibilità di un prolungamento dell' attuale pista, oppure quella di una nuova pista dal momento che la pista attuale non è adeguata». E dunque la pista parallela all' A1? «La pista deve essere rifatta, abbiamo fatto delle stime sulla base della nostra esperienza maturata». Lo sviluppo di Peretola però dovrà tener conto delle compatibilità ambientali. Come saprà il documento ministeriale che dà il via libera alla bretella di rullaggio prevede il trasferimento di 40 abitanti e impianti di condizionamento. «Non conosciamo ancora bene quel documento ma non credo che quelle prescrizioni potranno risolvere il problema. Sono misure di mitigazione ma il vero impatto si misura su altre cose, sulla traiettoria di decollo e di atterraggio degli aerei e sul tipo di vettori». Lo scalo di Peretola ha raggiunto come punta massima circa 1 milione e mezzo di passeggeri. Pensate di incrementare ancora? «Superare questa soglia, con l' attuale struttura, è difficile. Tutto è legato alla questione della pista, perché gli aerei diventano sempre meno inquinanti e necessitano di piste più lunghe. Vogliamo risolvere definitivamente la questione infrastrutturale in 5-6 anni». Intende dire che intendete potenziare lo scalo entro il 2010? «Vorremmo che nel 2010 la nuova soluzione fosse realizzata. Se troviamo la soluzione siamo disposti ad investire fino a 170 milioni». (m.v.) - MASSIMO VANNI
Una nuova pista di 3.100 metri con bretella di rullaggio
Repubblica — 03 settembre 2004 pagina 2 sezione: FIRENZE
NIENTE più arrangiamenti intorno all' esistente, né qualche metro da attaccare all' attuale pista di Peretola, né bretelle di rullaggio da costruire come prevede il master plan dell' aeroporto, ma come adesso Adf (la società dello scalo) giudica infattibile dopo le prescrizioni del ministero contro cui peraltro ha fatto ricorso. Si volta pagina. Si punta a rifare tutto. A cominciare da una nuova pista più o meno parallela all' autostrada e giudicata l' unica possibilità di rendere il Vespucci sicuro ed efficiente: più lunga di quella esistente, con relativa bretella di rullaggio e altrettanto relativi spostamenti di terminal, piazzali di sosta e hangar. Adf, in cui sono entrati i privati, Benetton compreso, che hanno acquistato il 29% delle azioni ed espresso l' amministratore delegato Fabio Battaggia, ha in tasca un progetto nuovo di zecca. Era stato illustrato al consiglio di amministrazione il 29 luglio scorso, ma solo ieri è stato presentato agli amministratori, spiazzati all' idea di dare addio al vecchio master plan dopo averci costruito intorno i piani urbanistici della zona. Alla fine l' incontro, il primo tra Adf e amministrazioni da quando in aprile il nuovo consiglio di amministrazione si era insediato, si è concluso con un comunicato dell' aeroporto. Spiega come si sia deciso, «allo scopo di definire la soluzione maggiormente idonea alla pianificazione strategica del territorio» che Adf debba presentare «più ipotesi progettuali di sviluppo dell' aeroporto». Ne sì, ne no. Più no che sì. Proviamo a cercare altre soluzioni. Ma vediamo qual è l' ipotesi che il presidente e l' amministratore delegato di Adf, Michele Legnaioli e Fabio Battaggia, hanno ieri presentato all' assessore ai trasporti in Regione, Riccardo Conti, il vicepresidente della Provincia Andrea Barducci, gli assessori all' urbanistica e al bilancio in Palazzo Vecchio, Gianni Biagi e Tea Albini, i sindaci di Campi, Sesto e Calenzano, Fiorella Alunni, Gianni Gianassi e Giuseppe Carovani. Si tratta di eliminare la pista attuale nord-sud e costruirne una nuova, est-ovest, parallela all' autostrada Firenze-mare, o quasi. Quattro le ipotesi: due di piste parallele all' A11, una più vicina e l' altra più lontana. E altre due di piste leggermente inclinate a nord: o verso la Calvana, o verso Prato. La lunghezza resterebbe in ogni caso la stessa. Di 2.400-2,780 metri realmente utili: che è la stessa pista ma 2.400 sono i metri utilizzabili in atterraggio e 2.780 al decollo. Alla fine, con le fasce di sicurezza, saranno circa 3.150 metri. La bretella di rullaggio è prevista tra la pista e l' autostrada o, volendo, tra la pista e il monte ma l' ipotesi favorita è la prima. Per lo spostamento di terminal e aree di sosta esistono almeno sei tavole con diverse combinazioni con il terminal, per esempio, a nord o a sud, a destra o a sinistra della pista, ma più probabilmente in cima, dalla parte di Firenze. Adf assicura che i vincoli per il termovalorizzatore saranno uguali a quelli per la pista attuale. Perché questa rivoluzione? Perché, ha spiegato Adf, aggiustare l' aeroporto esistente non lo renderebbe sicuro ed efficiente, quando basta un po' di vento per dirottare i nuovi airbus. Inoltre, perché la nuova pista, si dice, allontanerebbe inquinamento acustico e atmosferico da Peretola, Quaracchi, Brozzi e Firenze. Perché il bacino di utenza tra Firenze e Pisa è di 7 milioni di passeggeri mentre adesso Peretola ne accoglie 1.400.000 e Pisa 1.900.000. Perché è stato calcolato che il 50,6% di quanti vengono a Firenze, usando l' aereo per giungere in Italia, non atterranno né a Peretola né a Pisa. Le cifre, è il ragionamento, rendono urgente un adeguamento dei due scali e una loro sinergia. Anzi, si calcola che nel 2020 resteranno comunque 3 milioni di passeggeri a terra e si dovrà ricorrere a un terzo scalo, a Grosseto o Siena. Infine, lo sviluppo: è la stessa concessione data dal ministero a Peretola che pone come condizione che lo scalo si sviluppi. - ILARIA CIUTI
Repubblica
Peretola, nei progetti di Benetton una nuova pista parallela alla Mare
Repubblica — 03 agosto 2003
Benetton studia una nuova pista parallela all' autostrada. Il giorno dopo la firma della privatizzazione, la cordata privata che sta per entrare nella cabina di pilotaggio dell' Amerigo Vespucci annuncia che una nuova fase di sviluppo dello scalo sta per cominciare. «Non c' è ancora una decisione ma non escludiamo l' idea di una pista parallela», dice Fabio Battaggia, amministratore delegato della Sagat, la società di gestione dello scalo torinese che ha come capofila proprio il gruppo Benetton e che, assieme a Imi-San Paolo e a Tecnoholding (la cordata delle Camere di Commercio) ha appena acquistato il 29 per cento di Peretola, diventando così il socio di riferimento dello scalo. Battaggia, avete pagato 11 euro per azione: affare vantaggioso? «Non direi vantaggioso, non è l' aggettivo più appropriato. Rispetto alla media di altre transazioni simili siamo su valori molto alti rispetto ad altri aeroporti che in questo periodo hanno ceduto quote. Per gli aeroporti quotati in borsa, 11 euro è un prezzo superiore alla media. Direi che alla fine abbiamo fatto un accordo equilibrato». Che tipo di alleanza state progettando tra Torino e Firenze? «Puntiamo su un progetto di network fra aeroporti regionali. Il nostro obiettivo è di creare un' aggregazione per affrontare il mercato europeo e per ricavarne delle sinergie, delle economie di scala. In questo modo si riducono i costi e anche i viaggiatori potranno beneficiare di un minor costo delle tariffe». Il vostro piano industriale prevede 170 milioni di euro d' investimento: contate di realizzare di una nuova pista? «E' ancora prematuro dirlo. L' attuale struttura è sicuramente carente rispetto alla potenzialità del territorio e rispetto alla domanda turistica. Potrebbe essere realizzato un potenziamento, studiando la possibilità di un prolungamento dell' attuale pista, oppure quella di una nuova pista dal momento che la pista attuale non è adeguata». E dunque la pista parallela all' A1? «La pista deve essere rifatta, abbiamo fatto delle stime sulla base della nostra esperienza maturata». Lo sviluppo di Peretola però dovrà tener conto delle compatibilità ambientali. Come saprà il documento ministeriale che dà il via libera alla bretella di rullaggio prevede il trasferimento di 40 abitanti e impianti di condizionamento. «Non conosciamo ancora bene quel documento ma non credo che quelle prescrizioni potranno risolvere il problema. Sono misure di mitigazione ma il vero impatto si misura su altre cose, sulla traiettoria di decollo e di atterraggio degli aerei e sul tipo di vettori». Lo scalo di Peretola ha raggiunto come punta massima circa 1 milione e mezzo di passeggeri. Pensate di incrementare ancora? «Superare questa soglia, con l' attuale struttura, è difficile. Tutto è legato alla questione della pista, perché gli aerei diventano sempre meno inquinanti e necessitano di piste più lunghe. Vogliamo risolvere definitivamente la questione infrastrutturale in 5-6 anni». Intende dire che intendete potenziare lo scalo entro il 2010? «Vorremmo che nel 2010 la nuova soluzione fosse realizzata. Se troviamo la soluzione siamo disposti ad investire fino a 170 milioni». (m.v.) - MASSIMO VANNI
Una nuova pista di 3.100 metri con bretella di rullaggio
Repubblica — 03 settembre 2004 pagina 2 sezione: FIRENZE
NIENTE più arrangiamenti intorno all' esistente, né qualche metro da attaccare all' attuale pista di Peretola, né bretelle di rullaggio da costruire come prevede il master plan dell' aeroporto, ma come adesso Adf (la società dello scalo) giudica infattibile dopo le prescrizioni del ministero contro cui peraltro ha fatto ricorso. Si volta pagina. Si punta a rifare tutto. A cominciare da una nuova pista più o meno parallela all' autostrada e giudicata l' unica possibilità di rendere il Vespucci sicuro ed efficiente: più lunga di quella esistente, con relativa bretella di rullaggio e altrettanto relativi spostamenti di terminal, piazzali di sosta e hangar. Adf, in cui sono entrati i privati, Benetton compreso, che hanno acquistato il 29% delle azioni ed espresso l' amministratore delegato Fabio Battaggia, ha in tasca un progetto nuovo di zecca. Era stato illustrato al consiglio di amministrazione il 29 luglio scorso, ma solo ieri è stato presentato agli amministratori, spiazzati all' idea di dare addio al vecchio master plan dopo averci costruito intorno i piani urbanistici della zona. Alla fine l' incontro, il primo tra Adf e amministrazioni da quando in aprile il nuovo consiglio di amministrazione si era insediato, si è concluso con un comunicato dell' aeroporto. Spiega come si sia deciso, «allo scopo di definire la soluzione maggiormente idonea alla pianificazione strategica del territorio» che Adf debba presentare «più ipotesi progettuali di sviluppo dell' aeroporto». Ne sì, ne no. Più no che sì. Proviamo a cercare altre soluzioni. Ma vediamo qual è l' ipotesi che il presidente e l' amministratore delegato di Adf, Michele Legnaioli e Fabio Battaggia, hanno ieri presentato all' assessore ai trasporti in Regione, Riccardo Conti, il vicepresidente della Provincia Andrea Barducci, gli assessori all' urbanistica e al bilancio in Palazzo Vecchio, Gianni Biagi e Tea Albini, i sindaci di Campi, Sesto e Calenzano, Fiorella Alunni, Gianni Gianassi e Giuseppe Carovani. Si tratta di eliminare la pista attuale nord-sud e costruirne una nuova, est-ovest, parallela all' autostrada Firenze-mare, o quasi. Quattro le ipotesi: due di piste parallele all' A11, una più vicina e l' altra più lontana. E altre due di piste leggermente inclinate a nord: o verso la Calvana, o verso Prato. La lunghezza resterebbe in ogni caso la stessa. Di 2.400-2,780 metri realmente utili: che è la stessa pista ma 2.400 sono i metri utilizzabili in atterraggio e 2.780 al decollo. Alla fine, con le fasce di sicurezza, saranno circa 3.150 metri. La bretella di rullaggio è prevista tra la pista e l' autostrada o, volendo, tra la pista e il monte ma l' ipotesi favorita è la prima. Per lo spostamento di terminal e aree di sosta esistono almeno sei tavole con diverse combinazioni con il terminal, per esempio, a nord o a sud, a destra o a sinistra della pista, ma più probabilmente in cima, dalla parte di Firenze. Adf assicura che i vincoli per il termovalorizzatore saranno uguali a quelli per la pista attuale. Perché questa rivoluzione? Perché, ha spiegato Adf, aggiustare l' aeroporto esistente non lo renderebbe sicuro ed efficiente, quando basta un po' di vento per dirottare i nuovi airbus. Inoltre, perché la nuova pista, si dice, allontanerebbe inquinamento acustico e atmosferico da Peretola, Quaracchi, Brozzi e Firenze. Perché il bacino di utenza tra Firenze e Pisa è di 7 milioni di passeggeri mentre adesso Peretola ne accoglie 1.400.000 e Pisa 1.900.000. Perché è stato calcolato che il 50,6% di quanti vengono a Firenze, usando l' aereo per giungere in Italia, non atterranno né a Peretola né a Pisa. Le cifre, è il ragionamento, rendono urgente un adeguamento dei due scali e una loro sinergia. Anzi, si calcola che nel 2020 resteranno comunque 3 milioni di passeggeri a terra e si dovrà ricorrere a un terzo scalo, a Grosseto o Siena. Infine, lo sviluppo: è la stessa concessione data dal ministero a Peretola che pone come condizione che lo scalo si sviluppi. - ILARIA CIUTI
Repubblica
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