Levaldigi quasi salvo, trovati 1,4 milioni di euro
Venerdì assemblea dei soci - Ossigeno sino a dicembre
I soci non vogliono che l’aeroporto di Levaldigi chiuda. L’hanno ribadito ieri mattina in un incontro a Torino. Presenti gli assessori regionali Barbara Bonino e Elena Maccanti, quello provinciale Roberto Russo, il presidente della Camera di commercio Ferruccio Dardanello, il presidente dello scalo Guido Botto e l’amministratore delegato Gian Pietro Pepino.
Si è parlato di finanziamenti, in vista dell’assemblea degli azionisti di venerdì, chiamata a decidere se proseguire l’attività dell’aeroporto, intervenendo con 1,4 milioni di euro indispensabili, oppure decretarne lo «stop». La Regione, che ha ceduto le quote a Finpiemonte Partecipazioni, ha confermato la disponibilità a investire - pare 300 mila euro, poi successivamente altri 150 mila -, che manterrebbe come «dote» anche se Geac venisse acquisita da Sagat, cioè Caselle.
La Camera di commercio, unico socio ad aver finora pagato, farà ancora la sua parte. «Sono fiducioso in una soluzione positiva - dice il presidente Ferruccio Dardanello - e non ho dubbi sull’importanza delle infrastrutture per dare ossigeno al territorio. E ho delega per informare che anche la Fondazione Crc sarà al nostro fianco».
La Provincia ha ribadito di non poter investire, ma l’assessore ai Trasporti Roberto Russo sottolinea: «L'assemblea di venerdì prenderà atto che i soci, a iniziare dalla Regione, hanno deciso di far proseguire l’attività della Geac, con l’obiettivo in tempi brevi di arrivare al sistema aeroportuale piemontese. Non possiamo investire, ma ci siamo prodigati a promuovere una serie di incontri per sollecitare le categorie produttive e i loro presidenti a essere attenti e sensibili». Anche Confindustria starebbe valutando la possibilità di intervenire economicamente. «Siamo ottimisti», è il commento dell'ad Pepino. Il presidente Guido Botto (nella foto): «Sono ottimista che si riesca a mantenere in efficienza lo sviluppo dell’aeroporto. C’è una presa di posizione sempre più netta di forze economiche e istituzioni».
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