Genova: aeroporto isolato e dieci anni a crescita zero


goafan

Utente Registrato
L´aeroporto isolato rischia la retrocessione
Un bus all´ora, stazione ferroviaria lontana: le compagnie aree scelgono altri scali


I progetti che hanno consentito di fermare l´arrivo dello stadio parlano di una funicolare per Erzelli

Perché una compagnia low cost, che offre ai suoi clienti biglietti al costo di 25-30 euro, dovrebbe puntare su un aeroporto da cui si arriva in centro soprattutto in taxi? Provare per credere. Una corsa dal "Colombo" a De Ferrari, se va bene, non costa mai meno di venti euro e se si punta a levante si può anche raddoppiare. In teoria si può prendere il treno fino a Principe o Brignole, costo del biglietto un euro e venti centesimi, ma la fermata più vicina è quella di Cornigliano. A piedi, con un bagaglio leggero, ci vuole minimo un quarto d´ora. E il bus? Il "Volabus" passa una volta all´ora e costa quattro euro. Prezzo abbordabile, ma attese eccessive. A meno che non si disponga di un´auto propria, non resta che il taxi.
Prima di indagare sulle cause della crisi del "Colombo" bisognerebbe riflettere sul suo paradossale isolamento dalla città. "Paradossale" perché in Italia non c´è aeroporto che sia così vicino al centro come quello di Genova. Quando i vertici dell´aeroporto vanno a bussare alle porte delle compagnie aeree (e in questi ultimi due anni non si contano i viaggi e gli incontri del direttore generale Paolo Sirigu), si sentono sempre rispondere la stessa cosa: l´aeroporto è isolato, lontano, non ci sono le infrastrutture necessarie per collegarlo con la città. E poi mancano una regia corale del territorio, pronto a sostenere i voli e a governare l´accoglienza dei passeggeri, e il sostegno economico. Paradigmatica l´ultima operazione tentata dall´aeroporto: l´aggancio di Ryanair, che pure è una delle compagnie più vicine al Colombo, per indurla a collocare a Genova la sua base per sedici collegamenti (dieci internazionali, sei domestici). Una rivoluzione epocale. L´apice delle speranze è coincisa (casualmente?) con i giorni caldi dello stadio, con la proposta della cittadella dello sport nelle aree dell´aviazione civile dell´aeroporto. Come è andata è finire, è cosa nota: nell´ordine, lo stadio a Sestri è stato bocciato e Ryanair ha detto no, grazie, pur continuando a scommettere sullo scalo genovese. Troppo poche le certezze per tentare un´avventura di questo tipo e troppo scarso il sostegno economico ai collegamenti. Se ne parlerà la prossima volta, magari quando saranno completati i piani di risistemazione dell´area che prevedono un grande parcheggio, più corse di bus, un tapis roulant che arriva fino alla nuova stazione ferroviaria di Sestri-Aeroporto, perfino una funicolare per salire fino agli Erzelli. Finisse veramente così, il "Colombo" potrebbe riprendere a sognare. Ma bisogna correre, anzi volare. Perché gli altri non stanno fermi e perché il "Colombo" da dieci anni veleggia attorno al milione, milione e centomila passeggeri. Numero mediocre, perché vale la ventesima posizione italiana, e pericoloso, perché sotto il milione si retrocede ad aeroporto regionale. Ma che si possa scendere ancora, oggettivamente, ci credono in pochi.
(mas. m.)


Domenica scadono i termini per la presentazione delle offerte per l´advisor. Le ragioni di un declino
Colombo, dieci anni a crescita zero l´ultima carta è la privatizzazione


MASSIMO MINELLA
Guardatela dal cielo e dal mare, questa crisi che si è abbattuta su Genova. Troverete tanti punti in comune e una curiosa coincidenza: nell´anno in cui tutti hanno lasciato sul terreno soldi e traffici, Genova ha perso scivolando ai livelli di dieci anni prima. Del porto, si è detto: per ritrovare quel milione e mezzo di container, bisogna tornare al 2000. Stesso ragionamento per l´aeroporto: cresciuto di settantamila passeggeri dal 2000 a oggi, da quando cioè tutta l´Italia dei cieli valeva poco più di 90 milioni di passeggeri contro i 130 attuali. Per arrossire, però, bisogna scendere nel confronto con gli scali concorrenti. Sempre nel 2000, Genova se la giocava, testa a testa, con Orio al Serio e Pisa, sopra il "Colombo" di sole 150mila unità. E guardava dall´alto Ciampino (sotto di 200mila unità), Alghero (meno 400mila) e Brindisi (meno 450mila). Bene, oggi, partendo dal fondo, Brindisi tallona l´aeroporto di Genova, Alghero l´ha addirittura scavalcato (un milione e mezzo di passeggeri nel 2009) e di Ciampino, Pisa e Bergamo si sono perse le tracce (Pisa ha superato i 4 milioni, Ciampino sfiora i 5, Bergamo è oltre i 7). Perché? Perché la sesta città italiana e il primo porto valgono, dal punto di vista aeroportuale, lo 0,84 per cento del traffico complessivo? Perché, si potrebbe aggiungere, questo aeroporto continua a non decollare? Infinite volte si è risposto sulle cause dell´insostenibile leggerezza del "Colombo" che, numeri alla mano, nessuno può contestare. Ma a molti sfugge che l´aeroporto è sostanzialmente una infrastruttura che è disposizione delle persone e delle merci e che la sua crescita è il frutto di un´azione corale, politica e di marketing, che coinvolge tutti i soggetti operativi sul territorio. Senza il sostegno economico ai voli "low cost", senza adeguati collegamenti via treno e bus con la città, si è destinati all´insuccesso. Così è stato in passato e così sarà anche in futuro. Non basta certo lanciare nuove destinazioni per far aumentare i passeggeri. Il volo parte, il coefficiente di riempimento è modesto e poi, puntualmente, il collegamento viene cancellato. Non si può negare che i vertici del "Colombo", in questi anni, non abbiano tentato nuove destinazioni, sempre puntualmente naufragate. Sicuramente bisogna fare i conti con un bacino d´utenza che non è immenso e, a dirla tutta, non è nemmeno regionale visto che spesso le "ali" se ne vanno (Spezia verso Pisa, Imperia verso Nizza). Nel tempo si è poi eroso quello zoccolo duro di clienti rappresentato dalle aziende pubbliche. Aggiungiamo a questo una popolazione sempre più anziana e, sempre meno propensa a volare e i conti (in rosso) cominciano a tornare. Ma non è tutto. In passato, quando le prime compagnie "low cost" cominciavano a guardare anche all´Italia, Genova restò ai margini. Ora tenta di recuperare il terreno perduto, come confermano le nuove destinazioni (Roma, Malta, Bari, Cagliari). Non basta. Ci vuole di più. Ci vuole un "socio di mestiere" che sappia prendere il comando dello scalo e creare le condizioni affinché Genova venga "scelta" come destinazione. E´ la volontà dell´azionista di maggioranza, l´authority, che sta cercando un advisor che l´aiuti a scegliere il soggetto giusto. La città mette in campo eccellenze di primissimo piano, la bellezza del suo territorio, le crociere, il turismo. Si tratta solo di volerle cogliere.


Per rilanciare i traffici ora la scommessa è sui voli "low cost"

Provare a rialzare la testa partendo dal basso, inteso come voli a basso costo, "low cost". Per il nuovo volo Genova-Malta, operativo dal 4 maggio, la tariffa promozionale di Air Malta è di 79 euro (a/r, tasse incluse). Questo volo a tariffe low cost si affiancherà agli altri già avviati dall´aeroporto di Genova in questi ultimi mesi: il Ryanair per Bari (partito il 15 gennaio, tariffa minima 26 euro) Cagliari (tariffe a partire da 27 euro) Londra Stansted (tariffe da 28 euro). Il vettore irlandese, inoltre, dal 5 maggio inaugurerà anche un collegamento bisettimanale per Trapani, con tariffe a partire da 56 euro tasse incluse. Da Genova è possibile volare a prezzi low cost anche su Roma. Il vettore Blu-Express collega infatti la capitale dal lunedì al venerdì con due voli giornalieri e con un volo alla domenica, applicando tariffe, pubblicate sul sito del vettore, a partire da 60 euro andata e ritorno, tasse e spese di prenotazione incluse.

La Repubblica - Genova

CIAO
_goa
 
Interrogazione sul servizio di de-icing dell'aeroporto genovese "Cristoforo Colombo"

Roma, Italia - Presentata dall'onorevole Antonio Razzi dell'Italia dei valori

"Per sapere - premesso che: nell'aeroporto di Genova si verificano sovente notevoli disagi ai passeggeri, e punte particolarmente critiche si sono registrate nei giorni di dicembre 2009; nei casi specifici avvenuti negli ultimi mesi del 2009, la responsabilità viene attribuita alle condizioni meteorologiche avverse; la società di gestione Cristoforo Colombo avrebbe comprato a suo tempo un mezzo per il de-icing di cui vi sarebbero solo due prototipi nel mondo; in conseguenza di questo limitato numero di macchine sarebbe difficile recuperare i pezzi di ricambio e provvedere alla riparazione; il responsabile ufficio competente dell'Enac ha già dato indicazioni alla società di gestione dell'aeroporto Cristoforo Colombo di comprare un altro mezzo di serie il cui costo è orientativamente di euro 350.000; da parecchie settimane (come da «notam emesso») antecedenti ai fatti in questione il mezzo per il de-icing sarebbe stata fuori uso; a causa di ciò nei giorni di dicembre 2009 sono stati cancellati molti voli; sono stati arrecati notevoli danni, per diversi milioni di euro, a vari soggetti come alle compagnie aeree che sono state costrette a cancellare molti voli, ai passeggeri nei vari aeroporti in Italia e all'estero, alle attività produttive, oltre all'immagine per il paese; varie compagnie hanno subito il blocco dei propri aeromobili rimasti intrappolati per queste cause nello scalo genovese. La sola Ryanair avrebbe sofferto il blocco di cinque se non più aeromobili; in realtà alla base dei forti disguidi e danni ai passeggeri e all'economia vi sarebbero criticità di gestione; la società di gestione Cristoforo Colombo avrebbe richiesto e ottenuto in prestito un mezzo «de-icing» dalla società di gestione dell'aeroporto di Villanova d'Albenga poi non utilizzato per incompatibilità, operando tipi di aeromobili diversi sui due aeroporti; la società di gestione in pratica sarebbe responsabile della propria certificazione, mentre all'Enac resterebbe solo il compito di verifica «formale» dei processi; ai tecnici responsabili in loco la società di gestione non avrebbe comunicato con tempestività le proprie decisioni; inoltre l'ufficio stampa dello scalo genovese comunica: «siamo stati certificati da Enac nel 2005, certificazione che ci è stata poi rinnovata, e abbiamo ottenuto da Enac la concessione fino al 2027. Segno evidente che funzioniamo bene» -: se il Governo non intenda verificare, per quanto di competenza, l'opportunità di concedere i nuovi diritti, quantificabili in non meno di euro 1.500.000, 2.000.000 (unmilionecinquecentomila/duemilioni) annui a carico dei passeggeri, a favore anche del bilancio della società Aeroporto Cristoforo Colombo Spa; se sia vero che il massimo della sanzione comminabile alla società Aeroportuale di Genova da parte di Enac sarebbe di euro 2000 (duemila); se sia vero che esiste un vuoto normativo che impedisce la revoca della concessione o altro tipo di sanzione che possa ritenersi incisiva; quali iniziative intenda assumere il Governo per il tramite degli uffici competenti; se e quali iniziative, l'Enac possa adottare, facendosi parte attiva con iniziative ispettive e di indagine; quale sia la reale situazione verificatasi al Cristoforo Colombo nella limitazione del diritto della mobilità". (4-05872) (Avionews) 27-Gen-2010 18:39
 
Mi sembra un' esagerazione, le compagnie mettono i voli dove c' è traffico ed evidentemente da/per GOA non ce n' è abbastanza, indipendentemente da bus e ferrovia.

Il traffico di GOA è essenzialmente verso Roma e gli hub europei, il resto non si riempie, pare.
 
Il resto non si riempie perchè non si prova neanche a riempirlo.
Come già detto Genova e più in generale la Regione Liguria devono insistere convinte nella transizione dal secondario pesante che ha caratterizzato la propria economia sino agli anni 80\90 verso una crescita convinta e decisa del terziario.
Voli nuovi da soli così come "cattedrali nel deserto" non hanno senso, lo avrebbe di più una crescita globale del tessuto turistico (offerta ricettiva, promozione, infrastrutture, aumento dell'appeal).
Qualcosa si è fatto negli ultimi anni dalle Colombiadi in poi, e penso all'acquario, alle mostre al Ducale,alla riqualificazione di parte del centro storico, ma tanto si deve fare.
Sono convinto che le potenzialità di Genova e della Riviera, anche raffrontate a tante realtà Europee che invece "tirano" alla grande, siano ancora ampissime e inespresse.
Lo stesso di conseguenza vale per GOA.
Dve crescere il traffico verso GOA più che da GOA.
 
Dve crescere il traffico verso GOA più che da GOA.
A parole è facile, in pratica è molto diffcile. Nei decenni passati la Liguria ha preferito mangiare l' uovo subito, anziché far crescere la gallina. Il turismo è basato sulle case di proprietà dei padani, che non arrivano in aereo.

L' offerta standard ha rapporti qualità/prezzo improponibili e la Liguria è una costellazione di paesi turistici che ai turisti che non vengono dalla Padania non interessano, fatta eccezione per Portofino, Cinqueterre e poco altro. Mission Impossible.
 
Non faccio il pianificatore di linee urbane di autobus ma:

- se c'è la stazione Trenitalia a Cornigliano (dista 1300m dal terminal di GOA)
- se ci sono bus urbani da/per Principe/Brignole che transitano in stazione Cornigliano

è fattibile,

- deviare una/due linee urbane suddette per 1300m+1300m di strada e portarle in aeroporto
- garantire regionali frequenti a Cornigliano

L'immagine è di una banalità inaudita. 1.300m di strada per unire GOA alla ferrovia non mi sembra un ostacolo alpino!

genovacornigliano.jpg
 
A Luton c' è una navetta fra stazione e aeroporto, a Orly idem con il RER.
 
quello sketch è stata l'unica vera promozione turistica della nostra regione negli ultimi 10 anni... :D

@chiello
Il problema è che a Genova chi dovrebbe occuparsi di queste cose preferisce farsi costruire da Fincantieri la famosa chiatta galleggiante col tetto dipinto di rosso (con un fichissimo effetto di riflessione rosa per via della luce del sole), battezzarla Urban Lab, riempirla di 10 pseudo architetti e urbanisti, invitare 3 amici di fama mondiale (Bohigas, Rogers e Amanda Burden) di Renzo Piano a mangiare un gelato e discutere dietro ad un tavolo di come Genova nel giro di pochi anni diventerà la città Europea del futuro...

...e poi ieri sera mentre andavo a cena alla Marina di Sestri per poco non mettevo sotto un povero disgraziato appena sbarcato al Colombo che, con trolley al seguito, si faceva quei 1300 metri che tu hai evidenziato scarpinando ai margini del cavalcavia stradale...per raggiungere il più vicino angolo di civiltà che è il quartiere di Cornigliano.
 
Aeroporto in crisi, cinque in gara per il salvataggio
Pronti Razero, Benetton e Eurnekian. Aponte prepara l´offerta, Odone in lista d´attesa


Dopodomani scadono i termini per la presentazione delle offerte per l´advisor
Entro fine anno si punta a concludere l´operazione di vendita delle quote


MASSIMO MINELLA
Probabilmente sono le "potenzialità" a interessare. Perché tutto questo affanno per partecipare alla privatizzazione del ventesimo aeroporto italiano, quello di Genova, non si spiega facilmente. Eppure. Eppure alla porta dell´authority, azionista di maggioranza del "Colombo", hanno bussato in tantissimi in queste ultime settimane. Sia quelli pronti ad affiancare l´authority, che vuol vendere il suo sessanta per cento di azioni, sia quelli disponibili a comprarsi il capitale. Unico l´argomento, la privatizzazione dell´aeroporto, individuato ormai come la sola possibilità di far decollare il vecchio "Colombo", ancorato dalla metà degli anni Novanta attorno al milione di passeggeri.
Ma andiamo per gradi. Dopodomani scadono i termini per presentare l´offerta per diventare "advisor" dell´authority nella scelta del nuovo socio privati. Si corre, insomma, per diventare i consulenti di palazzo San Giorgio nel raccogliere le manifestazioni d´interesse, selezionare le offerte e scegliere il vincitore. Compito delicato, e ben retribuito, per cui si sono fatti avanti più di dieci soggetti, società di consulenza e banche d´affari molto conosciute in ambito finanziario. Deciso l´advisor, è ragionevole pensare che a primavera possa partire la raccolta delle offerte. E qui i nomi dei possibili candidati si sprecano, anche "interni" al capitale sociale. Al momento, il primo e più serio candidato all´acquisto del sessanta per cento messo in vendita dall´authority è la compagnia armatoriale Msc, che fa capo a Gianluigi Aponte. Già oggi la compagnia contribuisce ai traffici del "Colombo" con il venti per cento della quota dei voli charter. I passeggeri che, soprattutto dal Nord Europa, arrivano a Genova per imbarcarsi sulle navi della Msc, rappresentano il più concreto punto di partenza per formulare l´offerta di acquisto. Msc ha scelto Genova come "home port" delle sue navi e garantisce alla Stazione Marittima poco meno di mezzo milione di passeggeri. La sinergia aereo-nave può fare del "Colombo" uno scalo competitivo che può legittimamente ambire a una sensibile crescita dei suoi traffici. Altrettanto interessante potrebbe però essere l´offerta che, una volta scattata la gara, potrebbe formulare il gruppo imprenditoriale che fa capo a Giuseppe Razero, attuale proprietario delle aree su cui sta nascendo il parco scientifico e tecnologico "Leonardo", sulla collina degli Erzelli, e del porticciolo turistico di Sestri Ponente. Di fatto, già oggi Razero "accerchia" l´aeroporto dal mare e dalla collina e presto potrebbe avere un nuovo collegamento a fune dagli Erzelli al piazzale del Colombo. Della partita sarà quasi sicuramente l´imprenditore argentino Eduardo Eurnekian, che già all´epoca della presidenza di Giovanni Novi era pronto a sottoscrivere una quota azionaria della società aeroportuale.
Capitolo a parte meritano poi gli azionisti interni al capitale del "Colombo". La società, infatti, è al sessanta per cento dell´authority, mentre il rimanente 40 è suddiviso fra la Camera di Commercio di Genova (25% delle azioni) e gli Aeroporti di Roma (15%). Da poche settimane è cambiata la governance di Adr, con un ruolo di guida da parte della famiglia Benetton. Gemina, infatti, la holding che controlla Adr, ha come azionista di riferimento (29,35%) Investimenti Infrastrutture, il cui socio unico è diventato a fine anno Sintonia, la holding della famiglia Benetton. E proprio i Benetton avrebbero recentemente manifestato la volontà di capire meglio i termini della gara del "Colombo", prima di procedere con la dismissione della propria quota. Discorso analogo per la Camera di Commercio. Il presidente Paolo Cesare Odone ha stretto con il leader dell´authority Luigi Merlo un patto per affidare all´advisor il compito di esplorare ogni possibile strada per una vera privatizzazione. Ben venga, insomma, il "socio di mestiere" tanto ambito. Ma attenzione, ha lasciato a più riprese intendere Odone, prossimo alla riconferma alla guida della Camera (e sarebbe il terzo mandato). L´ente di via Garibaldi non è disponibile a una "svendita" del Colombo e, di fronte a quotazioni non particolarmente brillanti, scenderebbe in campo in prima persona per comprare il pacchetto tanto ambito. Diavolo di un Odone.

La Repubblica - Genova

CIAO
_goa
 
Aeroporto in crisi, cinque in gara per il salvataggio
Pronti Razero, Benetton e Eurnekian. Aponte prepara l´offerta, Odone in lista d´attesa


Dopodomani scadono i termini per la presentazione delle offerte per l´advisor
Entro fine anno si punta a concludere l´operazione di vendita delle quote


MASSIMO MINELLA
Probabilmente sono le "potenzialità" a interessare. Perché tutto questo affanno per partecipare alla privatizzazione del ventesimo aeroporto italiano, quello di Genova, non si spiega facilmente. Eppure. Eppure alla porta dell´authority, azionista di maggioranza del "Colombo", hanno bussato in tantissimi in queste ultime settimane. Sia quelli pronti ad affiancare l´authority, che vuol vendere il suo sessanta per cento di azioni, sia quelli disponibili a comprarsi il capitale. Unico l´argomento, la privatizzazione dell´aeroporto, individuato ormai come la sola possibilità di far decollare il vecchio "Colombo", ancorato dalla metà degli anni Novanta attorno al milione di passeggeri.
Ma andiamo per gradi. Dopodomani scadono i termini per presentare l´offerta per diventare "advisor" dell´authority nella scelta del nuovo socio privati. Si corre, insomma, per diventare i consulenti di palazzo San Giorgio nel raccogliere le manifestazioni d´interesse, selezionare le offerte e scegliere il vincitore. Compito delicato, e ben retribuito, per cui si sono fatti avanti più di dieci soggetti, società di consulenza e banche d´affari molto conosciute in ambito finanziario. Deciso l´advisor, è ragionevole pensare che a primavera possa partire la raccolta delle offerte. E qui i nomi dei possibili candidati si sprecano, anche "interni" al capitale sociale. Al momento, il primo e più serio candidato all´acquisto del sessanta per cento messo in vendita dall´authority è la compagnia armatoriale Msc, che fa capo a Gianluigi Aponte. Già oggi la compagnia contribuisce ai traffici del "Colombo" con il venti per cento della quota dei voli charter. I passeggeri che, soprattutto dal Nord Europa, arrivano a Genova per imbarcarsi sulle navi della Msc, rappresentano il più concreto punto di partenza per formulare l´offerta di acquisto. Msc ha scelto Genova come "home port" delle sue navi e garantisce alla Stazione Marittima poco meno di mezzo milione di passeggeri. La sinergia aereo-nave può fare del "Colombo" uno scalo competitivo che può legittimamente ambire a una sensibile crescita dei suoi traffici. Altrettanto interessante potrebbe però essere l´offerta che, una volta scattata la gara, potrebbe formulare il gruppo imprenditoriale che fa capo a Giuseppe Razero, attuale proprietario delle aree su cui sta nascendo il parco scientifico e tecnologico "Leonardo", sulla collina degli Erzelli, e del porticciolo turistico di Sestri Ponente. Di fatto, già oggi Razero "accerchia" l´aeroporto dal mare e dalla collina e presto potrebbe avere un nuovo collegamento a fune dagli Erzelli al piazzale del Colombo. Della partita sarà quasi sicuramente l´imprenditore argentino Eduardo Eurnekian, che già all´epoca della presidenza di Giovanni Novi era pronto a sottoscrivere una quota azionaria della società aeroportuale.
Capitolo a parte meritano poi gli azionisti interni al capitale del "Colombo". La società, infatti, è al sessanta per cento dell´authority, mentre il rimanente 40 è suddiviso fra la Camera di Commercio di Genova (25% delle azioni) e gli Aeroporti di Roma (15%). Da poche settimane è cambiata la governance di Adr, con un ruolo di guida da parte della famiglia Benetton. Gemina, infatti, la holding che controlla Adr, ha come azionista di riferimento (29,35%) Investimenti Infrastrutture, il cui socio unico è diventato a fine anno Sintonia, la holding della famiglia Benetton. E proprio i Benetton avrebbero recentemente manifestato la volontà di capire meglio i termini della gara del "Colombo", prima di procedere con la dismissione della propria quota. Discorso analogo per la Camera di Commercio. Il presidente Paolo Cesare Odone ha stretto con il leader dell´authority Luigi Merlo un patto per affidare all´advisor il compito di esplorare ogni possibile strada per una vera privatizzazione. Ben venga, insomma, il "socio di mestiere" tanto ambito. Ma attenzione, ha lasciato a più riprese intendere Odone, prossimo alla riconferma alla guida della Camera (e sarebbe il terzo mandato). L´ente di via Garibaldi non è disponibile a una "svendita" del Colombo e, di fronte a quotazioni non particolarmente brillanti, scenderebbe in campo in prima persona per comprare il pacchetto tanto ambito. Diavolo di un Odone.

La Repubblica - Genova

CIAO
_goa

Scusate, ma leggo un diretto coinvolgimento dell'imprenditore argentino Eurnekian, già a suo tempo "consigliere" durante il tentativo di ricapitalizzazione e quindi nel fallimento del Volare Group S.p.A. (2003-2004). Ma non sarebbe meglio considerare in modo più oculato, evitando di guardare solo al portafoglio, chi intende partecipare in così delicate operazioni?
 
Scusate, ma leggo un diretto coinvolgimento dell'imprenditore argentino Eurnekian, già a suo tempo "consigliere" durante il tentativo di ricapitalizzazione e quindi nel fallimento del Volare Group S.p.A. (2003-2004). Ma non sarebbe meglio considerare in modo più oculato, evitando di guardare solo al portafoglio, chi intende partecipare in così delicate operazioni?
Credo che in quel caso avesse avuto più il ruolo del pollo da spennare che non altro, parte dei soldi "bruciati" erano proprio suoi. E' uno dei principali azionisiti di Aeropuertos Argentina 2000 che gestisce 33 aeroporti nel paese, sicuramente si presenta come socio di mestiere e non per speculazioni finanziarie o altro.

CIAO
_goa
 
Credo che Msc possa rappresentare l'acquirente ideale per GOA per tutti i discorsi gia' fatti in precedenza che non sto a ripetere ovviamente,con una ripartizione di quote che possa dargli la maggioranza per poter decidere ma allo stesso tempo mantenendo una presenza "garantista"(decisamente minoritaria)degli organi pubblici, per il resto non vedo competenza specifica e reale interesse nelle soluzioni "interne" prospettate ne tantomeno su altri soggetti citati ..
Mi risultava anche che Aeroporto di Zurigo fosse interessato....
 
Non faccio il pianificatore di linee urbane di autobus ma:

- se c'è la stazione Trenitalia a Cornigliano (dista 1300m dal terminal di GOA)
- se ci sono bus urbani da/per Principe/Brignole che transitano in stazione Cornigliano

è fattibile,

- deviare una/due linee urbane suddette per 1300m+1300m di strada e portarle in aeroporto
- garantire regionali frequenti a Cornigliano

L'immagine è di una banalità inaudita. 1.300m di strada per unire GOA alla ferrovia non mi sembra un ostacolo alpino!

genovacornigliano.jpg

Lo farei da entrambe le stazioni come nel progetto ! ;)