L'Europa chiede di liberalizzare le tariffe aeroportuali
di Antonio Bordoni
Entro il marzo 2011 dovrebbe essere varata una nuova direttiva comunitaria sulla trasparenza delle tariffe aeroportuali. Secondo quanto dichiarato da Rodrigo Vila De Benavent, capo della divisione aeroporti e infrastrutture della Commissione Europea, il momento di criticità attraversato dagli scali dovuto al calo del numero dei passeggeri rende improcrastinabile un intervento chiarificatore su come gli aeroporti tariffano le aerolinee e su come ripartiscono i costi, facendo prevalere su tutto il concetto della trasparenza. Cercando di scendere nel dettaglio, De Benavent non ha voluto sbilanciarsi troppo quasi per non scontentare le due parti in campo: "Non credo che le nuove norme significheranno tariffe aeroportuali più alte. Attualmente alcune aerolinee pagano troppo, altre troppo poco."
In effetti le norme che fissano il modo di determinare le tariffe aeroportuali già ci sono, come d’altra parte ha ricordato lo stesso funzionario, ma una nuova normativa potrebbe aumentare la trasparenza nella loro determinazione. La direttiva dovrebbe però dovrebbe spingersi oltre questi obiettivi fino a trattare la delicata questione degli sconti praticati dagli aeroporti alle aerolinee.
Secondo quanto anticipato da De Benavent, l’intervento tende a far luce sui tagli di tariffe aeroportuali attuati per favorire l’entrata di nuove aerolinee ricorrendo all’ausilio di fondi pubblici, una pratica questa assai diffusa fra gli aeroporti regionali europei.
Secondo i regolatori di Bruxelles la "folle corsa" verso gli aiuti di stato che servono a coprire gli sconti fatti alle aerolinee deve cessare in quanto essa produce effetti deleteri al sistema. Più volte è stato denunciato a vari livelli che ogni sconto praticato alle low cost ricorrendo a fondi pubblici non significa altro che riversare sul cittadino il relativo costo: in pratica quello che si risparmia su una tariffa viene recuperato tramite altre imposizioni locali.
La direttiva dovrebbe riallineare tutti gli utenti degli aeroporti agli stessi livelli senza favoritismi per questo o quel vettore «sebbene una certa modulazione delle tariffe possa essere attuata in base a considerazioni di carattere ecologico-ambientale». Dovrebbe quindi cessare anche la possibilità di stabilire - De Benavent ha citato gli esempi di Lisbona e Bruxelles - particolari criteri di tariffazione in base al cosiddetto "volume-rebate", ossia al volume di traffico assicurato da una aerolinea. Quello della Commissione Europea è dunque un intervento a tutto campo che indica come a Bruxelles si intenda cercare di mettere ordine nel settore.
Tra monopolio e rigidità: un equilibrio difficile
In merito a questi problemi e alla impostazione loro data, alcune considerazioni ci sembrano essenziali.
Gli aeroporti hanno il connotato di monopolio naturale. Ciò significa che l’utente dell’aeroporto, (cioè la compagnia aerea) risulta già penalizzata in partenza. Il prendere atto di un tale status basterebbe da solo a pretendere la massima apertura di trasparenza nelle modalità di tariffazione dei gestori nei confronti dei vettori. Ed invece - come ha ammesso De Benavent- le attuali norme richiedono interventi atti ad assicurare ulteriore chiarezza.
Val la pena di ribadire un concetto più volte espresso ma che evidentemente tarda a venir recepito. L’utente delle aerolinee può oggi scegliere fra più vettori e più tariffe grazie ad una deregulation messa in atto contro il cartello tariffario un tempo vigente dei vettori e della loro associazione imprenditoriale IATA. Dal momento che la compagnia aerea è strettamente dipendente dal settore aeroportuale e da esso non può prescindere, aver attuato la deregulation dei cieli senza contemporaneamente aver avviato una rigorosa deregulation del mondo aeroportuale, o meglio dire del suo aspetto di regolamenti e di tariffe, è stato un errore imperdonabile le cui conseguenze si sono riversate, e tuttora si riversano, sui bilanci delle compagnie.
Altra osservazione che va fatta è che (pur prendendo atto che deve terminare la farsa di aeroporti che richiamano sulle loro piste aerolinee con bandi di gara i cui contributi alla fine non possono non ricadere sui contribuenti) gli aeroporti devono essere liberi di praticare le tariffe senza vincoli e norme che ne stabiliscano i limiti, così come le aerolinee oggi sono libere di praticare le tariffe a loro più congeniali a partire da quella a livello zero.
Non si capisce sinceramente la ragione del differente trattamento attuato: da una parte aerolinee ultralibere nella determinazione delle loro tariffe, dall’altra aeroporti che godono direttamente o indirettamente dell’aiuto delle autorità pubbliche per vendere il proprio prodotto.
Fra i vettori la deregulation, pur con tutti i suoi aspetti negativi, ha portato ad una salutare selezione della specie. Come si può sperare che lo stesso avvenga con gli aeroporti, se questi oltre ad essere monopoli naturali continuano a godere di norme che fissano tasse aeroportuali a loro favore in modo inderogabile e con normative che tendono ad appiattire, anziché sollecitare, la loro già scarsa concorrenzialità?
La poca trasparenza è senz’altro uno degli aspetti che meritano attenzione ma contemporaneamente bisogna evitare di ingessare ancor più le tariffe aeroportuali legando la loro applicazione a rigide normative. I gestori piuttosto dovrebbero rimanere liberi di ricorrere a pratiche di mercato da loro autonomamente decise così come, lo ripetiamo, oggi vi sono vettori che vogliono vendere a zero euro la loro tariffa aerea.
http://www.dedalonews.it/it/index.p...ede-di-liberalizzare-le-tariffe-aeroportuali/
Sarebbe ora...
di Antonio Bordoni
Entro il marzo 2011 dovrebbe essere varata una nuova direttiva comunitaria sulla trasparenza delle tariffe aeroportuali. Secondo quanto dichiarato da Rodrigo Vila De Benavent, capo della divisione aeroporti e infrastrutture della Commissione Europea, il momento di criticità attraversato dagli scali dovuto al calo del numero dei passeggeri rende improcrastinabile un intervento chiarificatore su come gli aeroporti tariffano le aerolinee e su come ripartiscono i costi, facendo prevalere su tutto il concetto della trasparenza. Cercando di scendere nel dettaglio, De Benavent non ha voluto sbilanciarsi troppo quasi per non scontentare le due parti in campo: "Non credo che le nuove norme significheranno tariffe aeroportuali più alte. Attualmente alcune aerolinee pagano troppo, altre troppo poco."
In effetti le norme che fissano il modo di determinare le tariffe aeroportuali già ci sono, come d’altra parte ha ricordato lo stesso funzionario, ma una nuova normativa potrebbe aumentare la trasparenza nella loro determinazione. La direttiva dovrebbe però dovrebbe spingersi oltre questi obiettivi fino a trattare la delicata questione degli sconti praticati dagli aeroporti alle aerolinee.
Secondo quanto anticipato da De Benavent, l’intervento tende a far luce sui tagli di tariffe aeroportuali attuati per favorire l’entrata di nuove aerolinee ricorrendo all’ausilio di fondi pubblici, una pratica questa assai diffusa fra gli aeroporti regionali europei.
Secondo i regolatori di Bruxelles la "folle corsa" verso gli aiuti di stato che servono a coprire gli sconti fatti alle aerolinee deve cessare in quanto essa produce effetti deleteri al sistema. Più volte è stato denunciato a vari livelli che ogni sconto praticato alle low cost ricorrendo a fondi pubblici non significa altro che riversare sul cittadino il relativo costo: in pratica quello che si risparmia su una tariffa viene recuperato tramite altre imposizioni locali.
La direttiva dovrebbe riallineare tutti gli utenti degli aeroporti agli stessi livelli senza favoritismi per questo o quel vettore «sebbene una certa modulazione delle tariffe possa essere attuata in base a considerazioni di carattere ecologico-ambientale». Dovrebbe quindi cessare anche la possibilità di stabilire - De Benavent ha citato gli esempi di Lisbona e Bruxelles - particolari criteri di tariffazione in base al cosiddetto "volume-rebate", ossia al volume di traffico assicurato da una aerolinea. Quello della Commissione Europea è dunque un intervento a tutto campo che indica come a Bruxelles si intenda cercare di mettere ordine nel settore.
Tra monopolio e rigidità: un equilibrio difficile
In merito a questi problemi e alla impostazione loro data, alcune considerazioni ci sembrano essenziali.
Gli aeroporti hanno il connotato di monopolio naturale. Ciò significa che l’utente dell’aeroporto, (cioè la compagnia aerea) risulta già penalizzata in partenza. Il prendere atto di un tale status basterebbe da solo a pretendere la massima apertura di trasparenza nelle modalità di tariffazione dei gestori nei confronti dei vettori. Ed invece - come ha ammesso De Benavent- le attuali norme richiedono interventi atti ad assicurare ulteriore chiarezza.
Val la pena di ribadire un concetto più volte espresso ma che evidentemente tarda a venir recepito. L’utente delle aerolinee può oggi scegliere fra più vettori e più tariffe grazie ad una deregulation messa in atto contro il cartello tariffario un tempo vigente dei vettori e della loro associazione imprenditoriale IATA. Dal momento che la compagnia aerea è strettamente dipendente dal settore aeroportuale e da esso non può prescindere, aver attuato la deregulation dei cieli senza contemporaneamente aver avviato una rigorosa deregulation del mondo aeroportuale, o meglio dire del suo aspetto di regolamenti e di tariffe, è stato un errore imperdonabile le cui conseguenze si sono riversate, e tuttora si riversano, sui bilanci delle compagnie.
Altra osservazione che va fatta è che (pur prendendo atto che deve terminare la farsa di aeroporti che richiamano sulle loro piste aerolinee con bandi di gara i cui contributi alla fine non possono non ricadere sui contribuenti) gli aeroporti devono essere liberi di praticare le tariffe senza vincoli e norme che ne stabiliscano i limiti, così come le aerolinee oggi sono libere di praticare le tariffe a loro più congeniali a partire da quella a livello zero.
Non si capisce sinceramente la ragione del differente trattamento attuato: da una parte aerolinee ultralibere nella determinazione delle loro tariffe, dall’altra aeroporti che godono direttamente o indirettamente dell’aiuto delle autorità pubbliche per vendere il proprio prodotto.
Fra i vettori la deregulation, pur con tutti i suoi aspetti negativi, ha portato ad una salutare selezione della specie. Come si può sperare che lo stesso avvenga con gli aeroporti, se questi oltre ad essere monopoli naturali continuano a godere di norme che fissano tasse aeroportuali a loro favore in modo inderogabile e con normative che tendono ad appiattire, anziché sollecitare, la loro già scarsa concorrenzialità?
La poca trasparenza è senz’altro uno degli aspetti che meritano attenzione ma contemporaneamente bisogna evitare di ingessare ancor più le tariffe aeroportuali legando la loro applicazione a rigide normative. I gestori piuttosto dovrebbero rimanere liberi di ricorrere a pratiche di mercato da loro autonomamente decise così come, lo ripetiamo, oggi vi sono vettori che vogliono vendere a zero euro la loro tariffa aerea.
http://www.dedalonews.it/it/index.p...ede-di-liberalizzare-le-tariffe-aeroportuali/
Sarebbe ora...