[TR] Ich bin ein Berliner!


I-CRIS

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9 Dicembre 2008
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Torino, TRN
Una sera dei primi di novembre del 1989 un bambino stava giocando con alcuni Lego sul tappeto dell’appartamento torinese in cui viveva con la mamma, mentre lei guardava strane immagini alla televisione. Quelle immagini facevano vedere tante persone che si affollavano nei pressi di un muro, saltandovi sopra, picconandolo e aprendone varchi.
Il bambino venne preso in braccio e messo a sedere sulle gambe della mamma che, indicandogli il televisore, gli diceva “Guarda, figlio mio, questa è la storia!”. Al bambino, in realtà, non importava nulla o quasi di quanto la televisione stesse trasmettendo in quel momento, ma rimase a vedere perché la mamma lo forzava a guardare.

Quel bambino ero io, e quelle immagini mi sono rimaste in mente da allora, ricordo la scena con mia madre che piangeva di gioia, lei che nel 1968 aveva messo piede in Germania Ovest per lavorare, lei che aveva sempre amato il popolo tedesco, che aveva passato in macchina tutta la DDR andando a Berlino Ovest sperando che nulla capitasse di strano, perché il visto di transito non dava tutta questa tranquillità, che aveva preso l’aereo da Tempelhof per tornare su Francoforte e vedeva il Muro dall’alto dividere le famiglie e gli amici.

Per questi motivi, il 13 gennaio di quest’anno ho prenotato due posti per Berlino, per rivivere, a vent’anni di distanza, quella stessa scena di libertà ritrovata e di fratellanza che fu l’inizio della fine del “secolo breve” di Eric J. Hobsbawm, e – lo dico subito – vedere mia madre (oggi sarei io a prenderla sulle mie gambe) con le lacrime agli occhi mentre passa sotto la Porta di Brandeburgo, resterà un ricordo indelebile.

Berlino è diventata, in 3 giorni, per me il centro del mondo, il centro del mio essere “cittadino d’Europa” e non temo di essere stucchevole ripetendo quello che disse Kennedy il 26 giugno del 1963 di fronte alla stessa Porta di Brandeburgo, simbolo di divisione e unione ritrovata:

Two thousand years ago -- Two thousand years ago, the proudest boast was "civis Romanus sum." Today, in the world of freedom, the proudest boast is "Ich bin ein Berliner."


Dopo la premessa, veniamo a noi e al viaggio, i cui operative sono i seguenti:

08/11 TRN-MUC LH4031 ATR72 06.50-08.15
08/11 MUC-TXL LH216 A320 09.15-10.25
11/11 TXL-MUC LH223 A321 13.05-14.15
11/11 MUC-TRN LH4026 ATR72 14.45-16.20


Abbiamo scelto di partire da Caselle per una serie di valide ragioni, tra cui la comodità di orari e di soluzioni possibili, il servizio LH/EN ed il prezzo, tutto sommato molto accettabile per una major, 130 euro a cranio.


Svegliando il buon Fabrizio (che si sacrificò a venire a prendermi a Varese al mio ritorno dalla Thailandia) ad ore antelucane, ci presentiamo in aeroporto alle 6 con il check in già effettuato. Le macchinette non mi consegnano le carte d’imbarco e vado al banco drop off dove in pochi secondi ci consegnano tutto. Viaggiamo col solo bagaglio a mano, che gran comodità. Il varco è pressoché deserto, tutto procede tranquillamente, a parte l’ispezione degli stivali di mia madre. Non ci sarebbe nulla di male, senonchè la “gentilissima” guardia non le permette di sedersi per togliersi gli stivali (già è difficile per una persona normale, mia madre zoppica vistosamente a causa di una caduta qualche giorno prima) e quanto le chiedo una sedia per aiutarla, lei mi risponde di stare attento a come parlo! Evito la replica, accontentandomi delle facce sdegnate degli altri passeggeri in attesa del controllo di sicurezza, e augurando alla “gentilissima” signorina di non avere mai problemi di deambulazione.

Andiamo verso il Gate 11, l’imbarco è quasi aperto e faccio due foto all’aerostazione che lentamente si sta risvegliando.


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Dopo pochi minuti si apre l’imbarco e andiamo verso il nostro frullino parcheggiato ai remoti.


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Volo: Lufthansa/Air Dolomiti – LH4031 del 08/11/2009
Torino Caselle (TRN/LIMF) – München Franz Josef Strauss (MUC/EDDM)
Aeromobile: ATR72-500 I-ADLT – Seat: 18A
LF: 40% circa, con 2 pax in C(su 12 posti disponibili)
Scheduled: 06.50 – 08.15
Block to block: 06.49 (Gate 11 – Stand 504 ) – 08.12 (Stand 310)
In air: 06.56 (RWY 36) – 08.07 (RWY 08R)


Il volo è tutt’altro che pieno, mia madre si sposta nella fila davanti alla mia per poter tenere più facilmente la gamba allungata, la porta viene chiusa e durante la dimostrazione di sicurezza cominciamo a rullare verso la testata 36. La rincorsa è piuttosto lunga, stacchiamo al Charlie e siamo quasi subito in mezzo alle nuvole.


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Una volta stabilizzati comincia il servizio di bordo, sul solito standard EN, molto valido. Nella confezione rossa oggi c’è una brioche Bauli, molto buona, anche se un po’ troppo fredda, a cui accompagno il caffè – bevibile – ed il succo di mela.


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Il volo procede sereno, mancano i punti di riferimento visto lo strato di nuvole sotto di noi. Le hostess spariscono dalla circolazione e le sento parlare nel galley posteriore ad un volume un po’ troppo alto: fossimo su AZ si sprecherebbero i commenti malevoli, mi sento di assolverle come assolvo i dipendenti AZ che parlano tra loro una volta completato il servizio. Passano comunque a fare qualche giro di controllo, anche se nessuno le disturba mai, i passeggeri sono per la maggior parte assonnati, ed io non faccio difetto.


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Ci stiamo avvicinando a Monaco, il CPT informa che c’è nebbia con temperatura di 2°C, le AAVV passano a controllare che tutto sia a posto in cabina e poco dopo tocchiamo sulla 08L di MUC dopo un’ora e undici minuti di volo. Ci fermiamo allo stand 308, in mezzo agli altri frullini provenienti dal Centro-Nord Italia. Ci sono anche altri ospiti che fotografo mentre stiamo andando al parcheggio.


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Lo scalo è di un’ora, per fortuna di mia madre non c’è da camminare molto, così lei va subito al gate ed io passo in lounge a prenderle un Pocket Coffee, oltre ad alcuni giornali in aggiunta a quelli disponibili nelle sale d’imbarco. C’è chi prende già la birra, è troppo anche per me, almeno oggi resisterò fino a pranzo.


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Vado verso l’imbarco e noto che ci sono 4 overbooking, di domenica mattina (anche se la richiesta per Berlino è fisiologicamente alta), mi stupisco, non so se sia normale.


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Volo: Lufthansa – LH216 del 08/11/2009
München Franz Josef Strauss (MUC/EDDM) – Berlin Tegel (TXL/EDDT)
Aeromobile: Airbus A320 D-AIQK – Seat: 9A
LF: full, 4 pax in overbooking
Scheduled: 09.15 – 10.25
Block to block: 09.17 (Gate G32 ) – 10.15 (Gate 11)
In air: 09.28 (RWY 08L) – 10.12 (RWY 08L)


Fatto sta che imbarchiamo sul 320, ho scelto i posti a sinistra sperando di atterrare per pista 26 e vedere un po’ di città (anticipo subito che atterreremo giustamente per 08L), l’aereo è, come detto, strapieno in ogni ordine di posto.
Mentre siamo ancora parcheggiati e durante il taxi fotografo un po’ della fauna presente in questa domenica mattina in Baviera.


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Decolliamo potenti e siamo subito sopra le nuvole. Salendo verso nord, queste si diradano un po’ e riesco a fare qualche foto al paesaggio sottostante, tra cui spiccano gli impianti eolici. Becco un paio di aeroporti, funzionanti o dismessi, chiedo aiuto nell’identificarli.


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Dopo poco più di mezzora dal decollo, già il CPT annuncia l’inizio della discesa verso la capitale. Gira e rigira siamo in finale per la 08L, dove atterriamo puntuali, attraversando la 08R e andando a parcheggiare al gate 11. in piazzale ci sono diversi AB e LH, un QR e il DL diretto nella Grande Mela. Willkommen nach Berlin!!!


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Usciamo subito dall’aeroporto e facciamo al volo l’abbonamento ai mezzi pubblici, saltiamo sul TXL che ci porterà fino ad Alexander Platz e da lì poi andremo in albergo (scopriremo poi che il capolinea del TXL in Prenzlauer Berg sarebbe stato ancora più comodo), Ibis Berlin Mitte.

Vi lascio alcune istantanee di questa meravigliosa città, ripresa nei giorni del ricordo della libertà ritrovata.


La sede della Commissione Europea e una Trabi


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La Porta di Brandeburgo e dintorni, e pure by night!


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Il Reichstag


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Alexander Platz


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Il famoso “domino”


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Marienkirche e la torre della televisione


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Berliner Dom con vista notturna della torre della televisione (pioveva ed ero senza cavalletto)


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East Side Gallery


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Il 9 novembre ricorre anche l’anniversario della Notte dei Cristalli del 1938 ed ecco un murales provocatorio.


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Ponte su Warschauer Straße


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Un ICE in transito vicino alla Ostbahnhof.


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Lo spettacolo della Hauptbanhof


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Checkpoint Charlie, con due foto dello stesso punto, a 20 anni di distanza


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Berlino dista un solo passo


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L’ultimo pezzo di muro originale ancora in piedi


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Il “Trabi Safari”, giro della città sulle Trabant originali


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Un discorso a parte meritano la sera del 9 novembre ed il mio pomeriggio successivo.
Lunedì 9 novembre eravamo ovviamente in piazza, bagnati fradici nonostante gli ombrelli. Eravamo nel viale che dalla porta di Brandeburgo porta a Potzdamer Platz, abbiamo seguito gran parte della serata davanti ad un maxischermo, è stato a dir poco emozionante: Walesa, Gorbaciov, Kohl, Genscher, gli artefici di ieri ed i custodi di oggi, con i discorsi di Sarkozy, Hillary Clinton, Medvedev e della Cancelliera Angela Merkel, cresciuta a Berlino Est.
Ecco alcune foto.


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E la meritata cena!


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Martedì 10 trascino mamma a Platz der Luftbrücke, che ad alcuni (pochi) non dirà niente, ma a lei e a tanti che hanno vissuto Berlino Ovest ed il ponte aereo del 1948-49 diceva molto:


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Entriamo, diamo un’occhiata, ci informiamo sulla visita guidata, poi andiamo verso Potzdamer. Torno da solo nel pomeriggio alla visita guidata dell’aeroporto di Tempelhof, con inizio alle 16.
Che dire del Zentralflughafen Tempelhof? Molta storia dell’aeroporto può essere trovata qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Aeroporto_di_Berlino-Tempelhof
Mi limito a lasciare le foto, ricordando la visita solo in tedesco, per un costo di 12 Euro. Personalmente non la consiglio, e mi duole dirlo, mi aspettavo qualcosa di diverso, di vedere l’aeroporto nella vera accezione del viaggio, le sale d’imbarco, il piazzale, mentre siamo finiti a vedere i bunker antiatomici e le sale adibite dagli americani a ritrovo dei soldati distaccati a Berlino: tutto molto interessante in sé, ma non quello che desideravo.


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Friedrichstraße


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Ultima cena berlinese


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Mercoledì 11 torniamo in Italia, la mia visita a Berlino è stata la prima di molte future, ho trovato una splendida città, con una grande storia ma proiettata nel fututo, mentalmente giovane e relativamente economica per essere una capitale europea.

Lascio con un’ultima foto ad alcuni dei simboli di Berlino.


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Prendiamo nuovamente il TXL per andare a Tegel, c’è un po’ di traffico e in cinquanta minuti arriviamo a destinazione. Il Terminal A non permette grandi passeggiate, quasi ogni gate ha il proprio controllo di sicurezza, le lounge LH sono al piano superiore e vado lì prima di prendere l’aereo per Monaco, mentre mamma va direttamente al’uscita d’imbarco.


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Esco dalla lounge, passo il varco e poco dopo, alle 12.23, arriva il nostro A321 che ci porterà in Baviera.

La saletta d’imbarco è piena.


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Volo: Lufthansa – LH223 del 11/11/2009
Berlin Tegel (TXL/EDDT) – München Franz Josef Strauss (MUC/EDDM)
Aeromobile: Airbus A321 D-AIRH – Seat: 12F
LF: 95%, full in C
Scheduled: 13.05 – 14.15
Block to block: 13.10 (Gate A11 ) – 14.09 (Gate G10)
In air: 13.20 (RWY 26L) – 14.07 (RWY 26R)


L’imbarco è leggermente ritardato, e la ragione di tutto questo è seduta al posto 3F. Ho letto di esimi forumisti che hanno volato con diverse celebrità negli anni, credo di poter entrare a pieno diritto in classifica. Mi scuso per la foto, sfocata e mossa, che ho provato a ritoccare (le pubblico entrambe, ringrazio se qualcuno mi aiuterà a far vedere meglio il viso del signore calvo), ma credo che si capisca di chi sto parlando.


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Le porte vengono chiuse e parte l’annuncio di sicurezza, in inglese, tedesco e russo, dal momento che a bordo (parole del CPT) abbiamo anche degli ospiti russi! :D


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Andiamo in testata 26L, come mi aveva preannunciato il CPT all’ingresso nell’aereo, prima che mamma mi facesse notare il celebre signore del 3F, il decollo è potente e, prima di entrare nelle nuvole, vedo un incendio proprio sul sentiero di salita.


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Ci lasciamo sotto le nuvole e non si vedrà nulla fino al corto finale su Monaco. Il cielo azzurro è però splendido, e ancor più piacevole mentre mi gusto un ottimo succo di mela.


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Dopo una quarantina di minuti dal decollo gli AAVV passano a controllare le cinture di sicurezza, dato che la discesa è già ampiamente cominciata, torniamo sotto le nuvole e tocchiamo la pista bavarese dopo un’ora dal decollo.


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Salutiamo Gorby che va via scortato.


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La coincidenza è brevissima, appena 30’: cerco disperatamente una buca dove imbucare le cartoline ma pare che per questioni di sicurezza non ci siano buche dopo i varchi: strano, dato che vendono cartoline e francobolli! Per fortuna una gentile signorina in divisa LH si offre di imbucarle lei al termine del suo turno andando a casa.

L’imbarco dei voli EN per l’Italia è al piano inferiore, siamo già in final call, il bus sta già aspettando, un tizio prima di noi chiede (in italiano) di potersi imbarcare senza dover aspettare il volo successivo ma viene rimbalzato e noi saliamo sul bus che ci porta ai remoti.


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Volo: Lufthansa/Air Dolomiti – LH4026 del 11/11/2009
München Franz Josef Strauss (MUC/EDDM) – Torino Caselle (TRN/LIMF)
Aeromobile: ATR72-500 I-ADLK – Seat: 18A
LF: 70% circa, con 6 pax in C(su 12 posti disponibili)
Scheduled: 14.45 – 16.20
Block to block: 14.51 (Gate G65 – Stand 308 ) – 16.13 (Stand 503)
In air: 14.58 (RWY 26L) – 16.08 (RWY 36)


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Lasciati i trolley sul carrettino sotto la scaletta, saliamo a bordo, siamo più che all’andata, tutti in coincidenza, 3 persone in C. chiuse le porte andiamo a decollare per 26L e dopo una bella virata a sinistra procediamo verso sud in direzione dell’Italia.


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Passiamo sulle montagne svizzere mentre è in corso il servizio di bordo, un’altra brioche, sempre buona ma sempre troppo fredda per i miei gusti. Nel frattempo guardo fuori ed il panorama è splendido.


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Una volta passate le alpi sopra il bergamasco procediamo verso ovest. Da lontano intravedo Linate (foto con scarsi risultati, si intravede l'Idroscalo) mentre passiamo bene sopra Malpensa, Cameri ed uno svincolo della A4.


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Saluggia (VC)


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Passiamo al traverso di Superga, lasciandola sulla destra e tagliando sul centro di Torino (purtroppo il controsole non aiuta).


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Gran Madre e il Po


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Piazza Vittorio Veneto


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Mole Antonelliana


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Piazza Castello


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L’aeroporto di Torino Aeritalia (LIMA)


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Caselle downtown


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Tocchiamo sulla 36 di Mike Foxtrot alle 16.13 e andiamo a parcheggiare ai remoti, attendendo qualche minuto i servizi aeroportuali, visto l’anticipato arrivo.


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Entrando in aerostazione, ecco una novità per me, in vista dei nuovi voli AZ che permetteranno i transiti per TRN.


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E la nuova uscita, migliore della precedente, che ci porta al trenino con destinazione casa.


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That’s all folks, appuntamento a Shanghai (LH TRN-FRA-PVG-MUC-TRN) per un giro di lavoro, partenza il 29 novembre e ritorno sabato 18 dicembre.

Commenti, critiche e sfanculamenti di malpensante :D sono ben accetti!
 
Ultima modifica:
Comincio subito :D

Ich bin ein Berliner è la famosa frase pronunciata da JFK nella Berlino divisa dal Muro. Ma avrebbe fatto meglio a dire Ich bin Berliner, perché Ich bin ein Berliner vuol dire piuttosto Sono un Berliner, dove Berliner significa quello che a Vienna e Milano si chiama krapfen e a Rimini bombolone.
 
Molto bello e mai banale, Chris, complimenti!

Spettacolare la Hauptbahnhof, e molto interessanti le foto in discesa + avvicinamento a Torino. C'è poi questa foto, che potrebbe servirmi per ripassare Meteo :D

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Comincio subito :D

Ich bin ein Berliner è la famosa frase pronunciata da JFK nella Berlino divisa dal Muro. Ma avrebbe fatto meglio a dire Ich bin Berliner, perché Ich bin ein Berliner vuol dire piuttosto Sono un Berliner, dove Berliner significa quello che a Vienna e Milano si chiama krapfen e a Rimini bombolone.

Evviva, comincio a sfancularmi con malpensante!!!! :D

Spiace confutare, la mia grammatica tedesca non regge, ma quella di mia madre e quella di wikipedia sì: http://it.wikipedia.org/wiki/Ich_bin_ein_Berliner :cool:

Una leggenda metropolitana afferma che Kennedy fece un errore grammaticale imbarazzante dicendo "Ich bin ein Berliner" anziché "Ich bin Berliner", dichiarandosi quindi non un cittadino di Berlino, bensì un krapfen:

« Kennedy avrebbe dovuto dire "Ich bin Berliner" per intendere "Io sono una persona di Berlino". Con l'aggiunta dell'articolo indeterminativo un, la sua dichiarazione implicò che lui fosse un berlinese inanimato, cioè "Io sono un krapfen". A questa frase seguì una forte risata. »


La leggenda deriva dal fatto che, in alcune parti della Germania, Berliner designa in effetti dei "bomboloni" del tutto simili a quelli che in Germania meridionale e Austria vengono chiamati "Krapfen".

La leggenda può essere confutata per diversi motivi:

Pur esistendo a Berlino un dolce del genere krapfen, in città e nelle regioni circostanti quest'ultimo è conosciuto solo col nome di Pfannkuchen. Il nome "Berliner" è diffuso in alcune zone della Germania settentrionale, in cui il nome originario Berliner Pfannkuchen (Pfannkuchen di Berlino) è stato accorciato in Berliner. Tuttavia negli anni sessanta il termine Berliner inteso come dolce sarebbe suonato strano alle orecchie dei berlinesi.

Non c'è alcun errore grammaticale nell'affermazione di Kennedy; l'articolo indeterminativo non ne cambia il significato. In tedesco per esprimere la provenienza è anzi più comune dire "Ich bin ein Brandenburger" (io sono un brandeburghese), piuttosto che "Ich bin Brandenburger" (io sono brandeburghese), pur essendo ambedue le forme corrette. L'articolo "ein" può essere usato come enfasi: implica "proprio uno tra molti". Poiché Kennedy sottolineò "ein", secondo il linguista Jürgen Eichhoff [1] è "non solo corretto, ma l'unico e solo modo corretto di esprimere in tedesco quello che il Presidente voleva dire".

La leggenda è comunque nota principalmente nel mondo anglosassone ed abbastanza sconosciuta in Germania, dove il discorso di Kennedy è considerato una pietra miliare nella storia post-bellica.
 
Complimenti, molto bello!

Come te, dato che nel 1989 anch'io ero ancora un bambino, non mi sono voluto perdere i festeggiamenti del ventennale. Il 9 novembre scorso ero in Potsdamer Platz, e condivido al 100% le tue impressioni :) Grande emozione, a tratti avevo proprio i brividi, e bellissime le pedine del domino, ce n'erano alcune davvero creative.
 
Evviva, comincio a sfancularmi con malpensante!!!! :D

Spiace confutare, la mia grammatica tedesca non regge, ma quella di mia madre e quella di wikipedia sì: http://it.wikipedia.org/wiki/Ich_bin_ein_Berliner :cool:

Una leggenda metropolitana afferma che Kennedy fece un errore grammaticale imbarazzante dicendo "Ich bin ein Berliner" anziché "Ich bin Berliner", dichiarandosi quindi non un cittadino di Berlino, bensì un krapfen:

« Kennedy avrebbe dovuto dire "Ich bin Berliner" per intendere "Io sono una persona di Berlino". Con l'aggiunta dell'articolo indeterminativo un, la sua dichiarazione implicò che lui fosse un berlinese inanimato, cioè "Io sono un krapfen". A questa frase seguì una forte risata. »


La leggenda deriva dal fatto che, in alcune parti della Germania, Berliner designa in effetti dei "bomboloni" del tutto simili a quelli che in Germania meridionale e Austria vengono chiamati "Krapfen".

La leggenda può essere confutata per diversi motivi:

Pur esistendo a Berlino un dolce del genere krapfen, in città e nelle regioni circostanti quest'ultimo è conosciuto solo col nome di Pfannkuchen. Il nome "Berliner" è diffuso in alcune zone della Germania settentrionale, in cui il nome originario Berliner Pfannkuchen (Pfannkuchen di Berlino) è stato accorciato in Berliner. Tuttavia negli anni sessanta il termine Berliner inteso come dolce sarebbe suonato strano alle orecchie dei berlinesi.

Non c'è alcun errore grammaticale nell'affermazione di Kennedy; l'articolo indeterminativo non ne cambia il significato. In tedesco per esprimere la provenienza è anzi più comune dire "Ich bin ein Brandenburger" (io sono un brandeburghese), piuttosto che "Ich bin Brandenburger" (io sono brandeburghese), pur essendo ambedue le forme corrette. L'articolo "ein" può essere usato come enfasi: implica "proprio uno tra molti". Poiché Kennedy sottolineò "ein", secondo il linguista Jürgen Eichhoff [1] è "non solo corretto, ma l'unico e solo modo corretto di esprimere in tedesco quello che il Presidente voleva dire".

La leggenda è comunque nota principalmente nel mondo anglosassone ed abbastanza sconosciuta in Germania, dove il discorso di Kennedy è considerato una pietra miliare nella storia post-bellica.

hai ragione........anche se dire "Ich bin ein Hamburger" è un po' come chiedere in un ristorante inglese "Can I become a beef-steak?"
 
bello davvero! anche io ero un ragazzino all'epoca...mi ricordo tutto molto bene, che emozione...!
Prima o poi vado a Berlino.
E' una bella soddisfazione portare in viaggio i propri genitori, i miei non hanno girato molto fuori dall'Italia, ma quando mi è capitato di portarli in giro la loro espressione è stata impagabile.
 
Bellissimo report, grazie :)
ma per PVG che fai, andata su 744 e ritorno su 346?

Grande invidia per chi è riuscito ad andare su per i festeggiamenti, ricordo anch' io le immagini alla TV di quei giorni, e ogni volta che vado a Berlino quando passo per le zone del muro mi scende la lacrima...
 
Bel TR e bella come sempre Berlino. Tra qualche mese ci torno.
Peccato che ormai non si possa più arrivare al mitico Templehof...
 
Complimenti, un racconto davvero suggestivo di questo viaggio a Berlino nel ventennale della caduta del muro!
 
Bellissimo e molto suggestivo! Il racconto iniziale poteva anche essere riferito a me bastava che fosse novembre 1991, visto che quando è caduto il muro io avevo 9 mesi e i Lego sul pavimento della mia casa torinese non gli usavo ancora! ;)
Per il resto molto interessate, ho finalmente scoperto che cos'è il Trabant Safari! ;)
Il resto mi ha rifrenscato molto ricordi della vacanza a Berlino un anno fa! :)
 
Che spettacolo, due anni fa sono stato a berlino nella classica gita di 5° superiore e mi è piaciuta veramente molto come città, e sicuramente ci tornerò.
Non sei salito sulla cupola del Reichstag?
 
Cerco di dirottare il thread...

Qualcuno oltre a me ha visto il Muro prima dell' 89?
Attraversato il Checkpoint Charlie con la propria auto, sopportando i controlli paranoici (tastavano i sedili della Uno per vedere che non ci fosse una persona nascosta al posto dell' imbottitura, mi hanno fatto togliere e mettere gli occhiali almeno trenta volte etc.)
Oltre al muro che divideva le due parti di Berlino c' era quello che divideva Berlino Ovest dal resto della DDR, c' erano le aree di servizio separate per occidentali e orientali sulle autostrade e altre amenità.


Complimenti al TR, però caspita mancano TUTTE le cose che mi piacciono di Berlino: musei, musica e altro. Ti serve almeno un' altra puntata.