[TR] Cile + Ecuador parte 2
Visto che sono a casa con l’influenza faccio finalmente la seconda parte del TR:
Questa era la prima:
http://www.aviazionecivile.com/vb/showthread.php?t=102518
Dopo il Geyser del Tatio bisogna ritornare verso Calama per cercare di raggiungere in serata Iquque. Le scelte sono due.O scegliere una strada sulla carta piu’ breve ma piena di incognite in quanto sconosciuta o ritornare fino a San Pedro dalla strada gia’ nota e da li’ puntare verso Calama. Alla fine optiamo per la seconda che sebbene piu’ lunga e disastrata non ci espone a nuove sorprese.
Possiamo cosi’ ammirare alcuni paesaggi cha pochi giorni prima non avevamo potuto vedere a causa della tarda ora:
A calama non ci fermiamo neppure e riprendiamo la Panamericana verso Iquique.Anche qui la desolazione e’ totale a parte villaggi di minatori abbandonati da decenni ed alcuni vecchi cimiteri che sorgono all’apparenza nel nulla piu’ totale:
Ad un posto di dogana (credo per il passaggio di provincia) speriamo di trovare un distributore che non c’e’ ( o piu’probabilmente ci dimentichiamo di cercare) e quindi proseguiamo con la speranza di trovarne uno poco dopo.La speranza e’ mal riposta:senza quasi accorgerci ci ritroviamo con la macchina in riserva in pieno deserto con la notte incombente .Percorriamo quasi 100 KM con la riserva lampeggiante viaggiando col climatizzatore spento ad 80 all’ora e quando ormai eravamo quasi rassegnati a doverci fermare con l’auto a secco appare come per magia un piccolo villaggio di poche case e ben piu’ importante , un distributore.
Percorriamo gli ultimi chilometri versi Iquiqe molto piu’ a cuor leggero e ci fermiamo pure ad osservare altri mezzi decisamente sovradimensionati che operano nelle miniere:
Anche ad Iquique ci arriviamo di notte:la citta’ appare all’improvviso dietro una curva e sorprendentemente si trova parecchie centinaia di metri piu’ in basso.Si scende tramite una strada tutta curve abbastanza pericolosa che ad un certo punto passa dietro ad una duna di sabbia di proporzioni immense che divide la citta’ dalle montagne retrostanti .
Iquique e’ molto diversa da Antofagasta: ci sono albergi moderni ha una piazza ben curata ed una spiaggia che occupa buona parte del lungomare:insomma una citta’ fatta per accogliere un buon numero di turisti in alta stagione.In questo periodo in spiaggia c’era poca gente piu’ alcuni surfisti temerari e qualche appassionato di parapendio che si lanciava dalle montagne e dopo aver attraversato in volo la citta’ atterrava sulla spiaggia:
Facciamo qualche foto anche all’imbrunire in centro ed al mare:
Sarebbe stato belle spingersi piu’ a nord fino ad Arica ed il parco Lauca ma ad Antofagasta ci aspetta un aereo per tornare a Santiago, percio’ ci incamminiamo ,questa volta seguendo la costa,che offre paesaggi un po’ piu’ vari:
Arriviamo agevolmente in giornata e prima di entrare in citta’ ci soffermiamo a vedere questo faraglione che si chiama “la portada” ed e’ l’attrazione principale nei dintorni di Antofagasta che non offre molto di piu’:
Una curiosita’: questa foto ha un ‘inquadratura quasi identica a quella del minuto 0.38 di quest’ultimo spot della Vodafone:
http://www.youtube.com/watch?v=zYR1oft7sDs
…ovviamente la bambina non c’era.
In realta’ quasi tutto lo spot e’ girato da quelle parti.
L’indomani torniamo a Santiago con l’ormai nota Sky :
…dove ci accoglie una giornata uggiosa:
Nei due giorni successivi il tempo migliora e c’e’il tempo di tentare ancora un po’ di spotting e visitare il centro:
Questo e’ il palazzo della Moneda , sede del governo cileno:
Questa fontana l’ho scattata a mano libera col tele….pregi del 70-200 VR:
Prima di abbandonare il Cile posto alcune immagini dei piatti locali, anche se non tutti propriamente cileni comunque “della zona”:
Empanadas di queso con carne e con pollo (pranzo economico):
3 tipi di chevice:
insalata di salmone e Avocado:
un paio di antipasti di pesce:
L’Asado (credo il migliore che abbia mai mangiato):
Torta ai tres leches (o dos leches non ricordo):
Questi ultimi due non sono nemmeno sudamericani visto che sono di TGI Friday’s ma li posto lo stesso perche’ hanno un bell’aspetto:
A questo punto la vacanza prevede uno spostamento in Ecuador che viene effettuato con un volo LAN Peru’ via Lima:L’aeromobile e’ un A319 e la prima parte della prima tratta e’ piu’ o meno la stessa gia’ percorsa due volte in su e in giu’ negli ultimi 10 giorni solo che adesso c’e’ un pezzo aggiuntivo:il tempo di volo e’ se non ricordo male poco meno di 4 ore.
All’aeroporto di Lima il tempo e’ schifido caratterizzato da foschia e assenza totale di sole.Poco male: tanto tutto il ben di Dio (spotteristicamente parlando) che c’era sul piazzale non avremmo potuto fotografarlo lo stesso.
La tratta Lima-Quito e’ sempre con A319 ma piu’ breve: un paio d’ore:
Gia’ ero preparato ma posso dire che l’avvicinamento a Quito e’un’esperienza:ad un certo punto l’aereo punta verso il basso con un rateo di discesa da far quasi puntare i piedi , dopodiche’ inizia una specie di spitale tra le montagne e si ristabilizza solo in finale uscendo da una virata a sinistra che , vista dall’esterno sembra sfiorare una collina.
L’aeroporto ha una sola pista nord-sud ed e’ praticamente in pieno centro circondato da case.Comunque sia tutto va bene ed arriviamo intorno alle 3 del pomeriggio. Al terminal ci aspetta Ugo (Uvic sul forum) che e’arrivato alla mattina con KLM e che e’ colui che originariamente aveva proposto i 5 giorni in Ecuador.Lo scopo principale era sicuramente quello di vedere e fare spotting all’aeroporto di UIO prima che chiudesse:infatti l’anno prossimo dovrebbe diventare operativo quello nuovo che e’ costruito all’esterno della valle in cui sorge la citta’: dico “dovrebbe” perche’ sembra ancora molto indietro coi lavori ed i collegamenti sono inesistenti.
Ci mettiamo subito all’opera per sfruttare la bella giornata ma , al pomeriggio. Con le piste usate in quel modo le possibilita’ di fare qualcosa sono quasi nulle percio cerchiamo qualche inquadratura piu’ alternativa:
Il mattino seguente il tempo e’ sempre bello e riusciamo ad ottenete qualcosa di piu’ sebbene con qualche acrobazia che poi scopriremo inutile visto che i proprietari della casa a fianco successivamente ci faranno entrare molto gentilmente offrendoci una postazione piu’ comoda:
Ovviamente troviamo anche il tempo di visitare Quito che immaginavo piu’ brutta.In particolare merita la citta’ vecchia che si trova a sud del centro:
Anche qui si possono raggiungere dei punti con visuale panoramica a 360 gradi:
Il terzo giorno ci dirigiamo qualche centinaio di chilometri verso nord con destinazione Alausi che e
il punto di partenza della “Nariz del Diablo”.I paesaggi fuori dal centro abitato sono molto diversi da quelli cileni:
La Nariz del diablo e’ un percorso ferroviario pazzesco che porta a Sibambe che si trova in fondo ad una gola e strettissima che ha impedito ai progettisti di creare tornanti nell’ultima parte

ercio’ l’unica soluzione possibile e’stata quella di realizzare una serie di zig zag lungo la parete da percorrere una volta in avanti ed una volta in retro con degli scambi azionati volta per volta manualmente.
In realta’ il treno vero e proprio viene utilizzato solo in alcune occasioni mentre abitualmente e’ operativo “l’autoferro” cioe’ un pullman adattato a viaggiare sulla ferrovia il quale effettua il sevizio di linea da Riobamba ad Alausi ed il percorso Alausi-Sibambe –Alausi praticamente solo per i turisti:La stazione di Alausi sembra quella di un film western:
Dopo aver atteso un gruppo di turisti francesi partiamo con due ore di ritardo “sullo schedulato”:
Dopo meno di un chilometro l’autoferro e’ costretto ad inchiodare per dare precedenza ad un maiale.Il percorso in alcuni punti e’ impressionante tanto che osservando dal finestrino si vede solo lo strapiombo di centinaia di metri che inizia subito dolo la rotaia e la fiancata del treno sta sospesa nel vuoto, ma la cosa che piu’spaventa e’ lo stato di manutenzione della ferrovia: a volte mancano due/tre traversini consecutivi e quando ci sono mancano i chiodi, le rotaie non sono praticamente mai parallele, il che crea dei continui sballottamenti destra-sinistra:tutto cio’ mi fa chiedere per quale strana ragione non sia mai finito un treno nella scarpata….Purtroppo nessuna delle foto rende l’idea di cio’ che ho descritto:
Comunque anche il nostro treno arriva sano e salvo e possiamo tornare a Quito.
Lungo il ritorno, prendendo una traversa della strada principale ci ritroviamo immersi nell’Ecuador rurale che finora non avevamo ancora apprezzato:
Tutti erano abbastanza incuriositi dalla nostra presenza a dimostrazione del fatto che quella zona non e’ molto battuta dai turisti.
Nonostante cio’ quasi chiunque ci ha sorriso incrociandoci e questa foto e’ quella che lo dimostra meglio:
Il vulcano Chimborazo che spunta dalle nuvole:
L’ultimo giorno e’ dedicato al mercato di Otavalo, il piu’ famoso di tutto l’Ecuador.la zona dei prodotti alimentari e’ la piu’ interessante dal punto di vista fotografico:
Mi piacerebbe poter dire che questo rapace sia riuscito a fotografarlo in liberta’, ma purtroppo si tratta di uno degli esemplari presenti in in un centro appena fuori Otavalo che raccoglie uccelli malandati di vario tipo e li addestra a riconoscere e ritornare dal falconiere.In tal modo vengono fatti esibire per i turisti in modo da raccogliere credo qualche soldo in piu’ per mantenere la struttura..Ugo e’ l’unico che e’ riuscito a fare qualche scatto decente anche di rapaci in volo.
E’ ora di ritornare a casa e posso dire che il ritorno sara una piccola odissea :Ugo parte al mattino prima di noi con l’MD11 della KLM…e devo dire che e’ stata una gran pensata.Noi dopo averlo lasciato al treminal andiamo a fare le ultime foto al consueto spotting point e sul piazzale notiamo subito un a340 dell’Iberia che non dovrebbe essere li’.In effetti al pomeriggio ci presentiamo al check in e dopo una fila di circa 2 ore ed aver visto tutti quelli davanti a noi presentarsi al banco ed andarsene con la valigia scopriamo, senza stupore che il volo del giorno prima si e’ rotto in decollo ed ora stanno cercando di riproteggere i passeggeri:Iberia ha mandato per l’occasione un aereo “mas grande” (cioe’ l’A340-600) ma visto che dopo averne perso gia’ uno a quito non si fidano piu’ lo mandano a Guayaquil.Il problema e’ che quel volo e’ gia’ pieno percio’ l’itinerario e’ questo:veniamo mandati da Quito a Guayaqil con un732 della Icaro, li’ viene organizzato un charter con un’altro 732 dell’Aerogal che ci porta a Panama.A Panama ci attende un’un A340 dell’Iberia che ci porta a Madrid.Ovviamente a Madrid arriviamo in ritardo e perdiamo la coincidenza per MXP.Iberia non ne vuole sapere di darci un’albergo e ci spedisce sull’ultimo volo per Linate dove ci garantiscono ci sara’ un Taxi gratuito per MXP.Arriviamo a Linate alle 9 de sera e sorprendentemente anche i bagagli.Il taxi non c’e’ ma troviamo in piccolo pulmino che aspetta solo noi due e ci porta a MXP senza spese.Arriviamo alle 22 anziche’ alle 18 ma tutto sommato “in giornata”.
E’ tutto