Weekend a Parici con nostri amici teteschi di Lùft-hànza.
Partenza venerdì pomeriggio. Si imbarcherà ai remoti, dai gates più a sud, raggiungibili dopo aver attraversato la giungla dei negozi. Scartata la nuova SEA al sat. A, optiamo per la tradizionale lounge LH, ma la Senator è completamente piena, ripieghiamo sulla più grande e per altro quasi identica Business lounge. Il paragone con le vecchie CFA Alitalia di MXP è impetoso. Il sandwich con prosciutto affumicato e senape vince l' Oscar 2009 nella categoria Worldwide Lounge Sandwich.
Al momento del boarding scoppia un nubifragio, maledico la carenza di finger e il progettista del T1. Perdo per poco il primo bus, arriva il secondo, del nuovo stile al risparmio senza cabina di guida doppia. L' autista prova a parcheggiarlo in retromarcia, ma desiste perché sotto lo scroscio non vede assolutamente nulla. Non c' è tettoia, come almeno si è provveduto nei nuovi gates a nord (terzo terzo), letteralmente diluvia e ci si inzuppa anche nei pochissimi metri che ci separano dalla porta del mezzo. Chiudiamo i piccoli vasistas, dai quali entra acqua a volontà, quando arriviamo all' aereo il primo bus non ha ancora terminato di scaricare i pax. Ci sarebbero due scale, ma la seconda non ha la tettoia e non viene usata, ringrazio dio che questo venerdì non sono su easyJet, che usa solo scale scoperte. Finalmente è il nostro turno, mi fiondo per primo sulla scaletta correndo, varco la soglia del 319, sul pavimento ci sono degli stracci a mo' di zerbino, ma non veniamo obbligati a mettere le pattine
A borto si respira buona aria ti pei tempi antati, ti istitutrice tetesca. Aereo praticamente pieno, la girlfriend finisce in fondo all' aereo e tiene il muso, il giorno prima invece era rimasta molto ben impressionata da un LHR-MXP fatto in Business. Ho un trolley leggermente più grande del prescritto, 25 cm di spessore anziché 20, nessuno l' ha misurato naturalmente, ma mi accorgo che i vecchi 319 LH hanno appunto vecchie cappelliere, devo mettere il trolley "per il largo", dove prende più posto. Nei nuovi 320 AZ e AP invece sta regolarmente "per il lungo".
Continua il diluvio, i movimenti sono bloccati, il comantante fa ripetuti annunci, in cui cerca di tranquillizzare i passeggeri che a CDG avranno un volo in coincidenza. Non pensavo che CDG T1 venisse usato come micro hub Star. L' aereo è praticamente pieno, quasi 60 minuti di ritardo in partenza, 45 minuti all' arrivo. Volo uneventful, con pitch abbondante, somministrazione gratuita di focaccia farcita, bevande e persino the o caffè, sembra di aver riportato indietro di anni le lancette dell' orologio. Le A/V, ma vien voglia di chiamarle hostess come ai bei tempi, non sono state ferme un attimo.
Il T1 di CDG è una vera schifezza, se non siete appassionati di fantascienza e non avete imparato a leggere su Urania, nel qual caso invece vi sentirete un novello Proust con la madeleine in bocca. Cemento a vista che è il marchio di CDG, il "design" ricorda SVO, GIG e MSQ, ma in più ha lunghi e insensati tapis roulants e il comodo mini-metro automatico che porta all' ancor più squallido T3, dove c' è la stazione del RER.
Purtroppo, per il solito sciopero francese o altro motivo, gli orari sono saltati e non ci sono treni diretti per Gare du Nord. Ci accomodiamo sul lento omnibus, per fortuna ci sono tanti altri passeggeri, perché dopo qualche fermata sale sul nostro vagone una ventina di "abbronzati", come direbbe Silvio Presidente, che ci circonda risvegliandoci da un viaggio troppo noioso. D' un tratto siamo come dentro un videoclip gangsta rap, sarà carino da vedere, ma antipatico da vivere. Comincia il primo bulletto, poi il secondo (direi 1,90), il terzo provoca facendo a me commenti poco eleganti sulla girl, in inglese approssimativo. Senza batter ciglio lo mando platealmente a ca*are in francese, pronto a scaraventargli il trolley nei denti. Lo stronzetto desiste e il gruppo scende finalmente a St. Denis-Stade de France, immagino per la partita Francia-Far Oer.
Anche lasciando perdere la rara e sgradevole coincidenza con la partita, NON PRENDETE MAI L' OMNIBUS DA/PER CDG. Tra l' altro ora l' altra opzione non è più un treno che fa meno fermate, ma uno che le salta tutte fino a Gare du Nord e in 28 minuti finalmente offre una parvenza di servizio decente.
Il ritorno appunto inizia col RER diretto, poi la ristampa della carta d' imbarco, perché il check-in via cellulare ha prodotto uno scarabocchio incomprensibile, indi coda nello scomodissimo bugigattolo dove sono confinati i controlli di sicurezza per LH e linee aeree socie. All' ingresso della lounge Senator ci propongono l' upgrade in Business, naturalmente accettiamo più che volentieri. Lounge buona anche per il goloso, ma mi trattengo per lasciare spazio alla cena a bordo. Si parla spesso di standard, giovedì la girlfriend aveva avuto un pranzo coi fiocchi sulla LHR-MXP di LH Italia volata in Business, con tanto di menu stampato come se fosse un volo intercontinentale. Ieri invece niente di trascendentale, insalata di gamberetti e fagiolini con un buon dolce al caffé. Stesso piatto per tutti davanti, quindi o eravamo tutti upgrade (l' aereo era pieno) e hanno offerto una via di mezzo o nelle varie tratte il servizio è parecchio diverso. Sedile centrale naturalmente bloccato, poggiabraccia spostati per allargare i sedili e quando si sta comodi il tempo vola, senza che me ne accorgessi eravamo già in discesa.
Per fortuna si va al finger, pernacchia a chi dice che ai remoti si risparmia tempo. Il viaggiatore time sensitive, che si presume possa essere interessato a viaggiare davanti, al finger in un attimo è fuori, senza aspettare il resto dei pax e senza perdere tempo col bus.
Passiamo alla cassa APCOA vicino agli autonoleggi, per sfruttare lo sconto del 25% sul parcheggio della tessera SEA Club della girlfriend, mostro pure la mia nuova SEAMI e chiedo se sia data automaticamente ai possessori di SEA Card. L' addetta ci spiega che c' è una tessera apposita che le riunisce, che ha notato che non lo sa nessuno, perché nessuno lo spiega e chi rilascia la SEAMI non è preparato bene. Tra l' altro chi ha la SEAMI, per avere lo sconto sul parcheggio (credo 5%) non deve fare altro che infilare la tessera, anziché ritirare il biglietto, all' entrata del parcheggio, e reinfilarla al posto del biglietto al momento del pagamento. Mi sembra un' idea comoda e intelligente.
P.S. Ho dimenticato di dire che la purser del ritorno parlava un ottimo italiano, senza ombra di accento tetesco. Non era mai successo.
Partenza venerdì pomeriggio. Si imbarcherà ai remoti, dai gates più a sud, raggiungibili dopo aver attraversato la giungla dei negozi. Scartata la nuova SEA al sat. A, optiamo per la tradizionale lounge LH, ma la Senator è completamente piena, ripieghiamo sulla più grande e per altro quasi identica Business lounge. Il paragone con le vecchie CFA Alitalia di MXP è impetoso. Il sandwich con prosciutto affumicato e senape vince l' Oscar 2009 nella categoria Worldwide Lounge Sandwich.
Al momento del boarding scoppia un nubifragio, maledico la carenza di finger e il progettista del T1. Perdo per poco il primo bus, arriva il secondo, del nuovo stile al risparmio senza cabina di guida doppia. L' autista prova a parcheggiarlo in retromarcia, ma desiste perché sotto lo scroscio non vede assolutamente nulla. Non c' è tettoia, come almeno si è provveduto nei nuovi gates a nord (terzo terzo), letteralmente diluvia e ci si inzuppa anche nei pochissimi metri che ci separano dalla porta del mezzo. Chiudiamo i piccoli vasistas, dai quali entra acqua a volontà, quando arriviamo all' aereo il primo bus non ha ancora terminato di scaricare i pax. Ci sarebbero due scale, ma la seconda non ha la tettoia e non viene usata, ringrazio dio che questo venerdì non sono su easyJet, che usa solo scale scoperte. Finalmente è il nostro turno, mi fiondo per primo sulla scaletta correndo, varco la soglia del 319, sul pavimento ci sono degli stracci a mo' di zerbino, ma non veniamo obbligati a mettere le pattine

A borto si respira buona aria ti pei tempi antati, ti istitutrice tetesca. Aereo praticamente pieno, la girlfriend finisce in fondo all' aereo e tiene il muso, il giorno prima invece era rimasta molto ben impressionata da un LHR-MXP fatto in Business. Ho un trolley leggermente più grande del prescritto, 25 cm di spessore anziché 20, nessuno l' ha misurato naturalmente, ma mi accorgo che i vecchi 319 LH hanno appunto vecchie cappelliere, devo mettere il trolley "per il largo", dove prende più posto. Nei nuovi 320 AZ e AP invece sta regolarmente "per il lungo".
Continua il diluvio, i movimenti sono bloccati, il comantante fa ripetuti annunci, in cui cerca di tranquillizzare i passeggeri che a CDG avranno un volo in coincidenza. Non pensavo che CDG T1 venisse usato come micro hub Star. L' aereo è praticamente pieno, quasi 60 minuti di ritardo in partenza, 45 minuti all' arrivo. Volo uneventful, con pitch abbondante, somministrazione gratuita di focaccia farcita, bevande e persino the o caffè, sembra di aver riportato indietro di anni le lancette dell' orologio. Le A/V, ma vien voglia di chiamarle hostess come ai bei tempi, non sono state ferme un attimo.
Il T1 di CDG è una vera schifezza, se non siete appassionati di fantascienza e non avete imparato a leggere su Urania, nel qual caso invece vi sentirete un novello Proust con la madeleine in bocca. Cemento a vista che è il marchio di CDG, il "design" ricorda SVO, GIG e MSQ, ma in più ha lunghi e insensati tapis roulants e il comodo mini-metro automatico che porta all' ancor più squallido T3, dove c' è la stazione del RER.
Purtroppo, per il solito sciopero francese o altro motivo, gli orari sono saltati e non ci sono treni diretti per Gare du Nord. Ci accomodiamo sul lento omnibus, per fortuna ci sono tanti altri passeggeri, perché dopo qualche fermata sale sul nostro vagone una ventina di "abbronzati", come direbbe Silvio Presidente, che ci circonda risvegliandoci da un viaggio troppo noioso. D' un tratto siamo come dentro un videoclip gangsta rap, sarà carino da vedere, ma antipatico da vivere. Comincia il primo bulletto, poi il secondo (direi 1,90), il terzo provoca facendo a me commenti poco eleganti sulla girl, in inglese approssimativo. Senza batter ciglio lo mando platealmente a ca*are in francese, pronto a scaraventargli il trolley nei denti. Lo stronzetto desiste e il gruppo scende finalmente a St. Denis-Stade de France, immagino per la partita Francia-Far Oer.
Anche lasciando perdere la rara e sgradevole coincidenza con la partita, NON PRENDETE MAI L' OMNIBUS DA/PER CDG. Tra l' altro ora l' altra opzione non è più un treno che fa meno fermate, ma uno che le salta tutte fino a Gare du Nord e in 28 minuti finalmente offre una parvenza di servizio decente.
Il ritorno appunto inizia col RER diretto, poi la ristampa della carta d' imbarco, perché il check-in via cellulare ha prodotto uno scarabocchio incomprensibile, indi coda nello scomodissimo bugigattolo dove sono confinati i controlli di sicurezza per LH e linee aeree socie. All' ingresso della lounge Senator ci propongono l' upgrade in Business, naturalmente accettiamo più che volentieri. Lounge buona anche per il goloso, ma mi trattengo per lasciare spazio alla cena a bordo. Si parla spesso di standard, giovedì la girlfriend aveva avuto un pranzo coi fiocchi sulla LHR-MXP di LH Italia volata in Business, con tanto di menu stampato come se fosse un volo intercontinentale. Ieri invece niente di trascendentale, insalata di gamberetti e fagiolini con un buon dolce al caffé. Stesso piatto per tutti davanti, quindi o eravamo tutti upgrade (l' aereo era pieno) e hanno offerto una via di mezzo o nelle varie tratte il servizio è parecchio diverso. Sedile centrale naturalmente bloccato, poggiabraccia spostati per allargare i sedili e quando si sta comodi il tempo vola, senza che me ne accorgessi eravamo già in discesa.
Per fortuna si va al finger, pernacchia a chi dice che ai remoti si risparmia tempo. Il viaggiatore time sensitive, che si presume possa essere interessato a viaggiare davanti, al finger in un attimo è fuori, senza aspettare il resto dei pax e senza perdere tempo col bus.
Passiamo alla cassa APCOA vicino agli autonoleggi, per sfruttare lo sconto del 25% sul parcheggio della tessera SEA Club della girlfriend, mostro pure la mia nuova SEAMI e chiedo se sia data automaticamente ai possessori di SEA Card. L' addetta ci spiega che c' è una tessera apposita che le riunisce, che ha notato che non lo sa nessuno, perché nessuno lo spiega e chi rilascia la SEAMI non è preparato bene. Tra l' altro chi ha la SEAMI, per avere lo sconto sul parcheggio (credo 5%) non deve fare altro che infilare la tessera, anziché ritirare il biglietto, all' entrata del parcheggio, e reinfilarla al posto del biglietto al momento del pagamento. Mi sembra un' idea comoda e intelligente.
P.S. Ho dimenticato di dire che la purser del ritorno parlava un ottimo italiano, senza ombra di accento tetesco. Non era mai successo.
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