Molgora (Presidente Provincia di Brescia) assicura: Il D'Annunzio vicino al rilancio


ora la dico grossa...

ma dato che l'avevo detta anni fa qui sul forum la ripeto.
Secondo me i servizi pubblici essenziali ( sanità, trasporti,sicurezza,viabilità ecc ecc.)
DEVONO essere nazionalizzati.. in cuxo tutte le società private, e concessionari, se io devo andare da palermo a verona,ci devo andare ad un costo equo e che tenga conto che io , STATO, consento ad altri enti di guadagnare..
se poi qualcuno vuole investire, ben venga con una società privata..
 
Dal Giornale di BS do Oggi, la paura che fa VBS in relazione ai prossimi 10 anni è tanta che si muove pure Bergamo!!

D’Annunzio, Bergamo pronta ad investire
Il presidente della Provincia, Pirovano: «Essenziale fare squadra»
Aereo pronto al decollo sulla pista del D’Annunzio:<BR>anche la Provincia di Bergamo è pronta a investire
Aereo pronto al decollo sulla pista del D’Annunzio:
anche la Provincia di Bergamo è pronta a investire
nBergamo chiama Brescia. E punta a fare squadra per garantire futuro al D’Annunzio, potenziale volano anche per l’economia della vicina provincia. Uno scalo, il cui sviluppo - non se ne fa mistero in terra orobica - potrebbe penalizzare il più che decollato Orio al Serio. In ogni caso, il presidente della Provincia di Bergamo, Ettore Pirovano, manifesta la sua disponibilità non solo alla creazione di una «holding per gestire il futuro», ma anche a investirvi.
Orio al Serio e Montichiari
Una storia non nuova, quella dell’interesse orobico per il D’Annunzio, che affonda le radici in un’antica lettera d’intenti inviata da Sacbo alla D’Annunzio e in un più recente studio commissionato alla Kpmg nel 2007. Ma ora, non è una società di gestione a prospettare alleanze, bensì la Provincia che, pur parte della compagine societaria di Sacbo, è espressione politica di un territorio. Territorio forte di una realtà quale quella di Orio, isola felice anche in un momento nero per l’aviazione civile. Riprova ne è una relazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, presentata ieri, in cui si ribadisce come a fronte di una caduta del 13% degli scali nazionali, «Orio ha visto crescere i propri passeggeri», tanto da prevedere per il 2009 «un numero di clienti sostanzialmente identico a quello del 2008». Stesso trend positivo registra dopo un inizio d’anno disastroso anche Malpensa. A sostenere il traffico di entrambi, conferma il Ministero, sono le compagnie low-cost: Ryanair e Easy Jet. Situazione opposta, quella in cui versa Montichiari: il Brescia-Roma sospeso, il Brescia-Crotone fermo per manutenzione dell’unica macchina di Italiatour e due voli Ryanair (Londra e Cagliari) che garantiscono un po’ di ossigeno. È saltato anche l’annunciato Brescia-Bratislava-Amristar, destinato a collegare il D’Annunzio con il Punjab (India): la compagnia AirSlovakia, infatti, non ha avuto riscontro alle prospettate richieste di alcuni tour operator indiani. E se certo diversi progetti bollono in pentola, al momento lo scalo non può dirsi affollato. Semmai vanta indubbie potenzialità di crescita.
Di qui l’interesse di Bergamo per Montichiari: certo datato, ma ora rinnovato da una figura istituzionale quale il presidente della Provincia Ettore Pirovano: «Sono convinto che è essenziale che per un aeroporto così importante si faccia squadra e che anche Bergamo, il cui scalo potrebbe essere penalizzato dallo sviluppo del D’Annunzio, possa entrare con Brescia e Verona, nella speranza che Verona comprenda che ciò è vitale. Altrimenti il rischio è che si apra una gara a livello europeo e arrivino grandi realtà come lo Charles De Gaulle di Parigi. Per noi sarebbe una grossa perdita».
Pirovano: «Basta localismi»
Ecco quindi quella che Pirovano definisce una «richiesta di fare squadra, abbandonando i localismi. Bergamo non pretende alcuna egemonia - sottolinea il parlamentare leghista che guida da giugno la Provincia orobica - ma non vuole neppure restare tagliata fuori». Tanto che il presidente si dice disposto a investire, in prima battuta, fondi della Provincia: «Ritengo che gli Enti pubblici non debbano investire soldi in aziende se non in una fase iniziale, quando questo consente di avviare accordi. Del resto, so che vi è un interesse anche da parte del Comune di Milano». La modalità immaginata da Pirovano per «fare squadra» è la creazione di una «holding per gestire il futuro».
Quanto agli aspetti economici, non nasconde di non avere ancora un’idea esatta dell’entità degli investimenti. Ma conferma gli avvenuti contatti col presidente del Broletto, come lui leghista e parlamentare: «Con Molgora ci conosciamo bene e ci vediamo spesso. Abbiamo parlato di Montichiari. Non di cifre, ma della volontà di entrambi di esserci in un’operazione tanto importante».
Quel super-hub Milano-Verona
Nelle parole di Pirovano si colgono diversi punti di contatto (l’ipotesi di una holding, l’idea di fare squadra, l’interesse di Milano) che rievocano quel progetto che da alcuni mesi resta sullo sfondo - e neppure troppo - della partita D’Annunzio. L’ipotesi cioè di dar vita a un super-hub del Sud Europa basato sull’alleanza di quattro superfici: Malpensa (per gli intercontinentali), Linate (city airport di Milano), Brescia (cargo e voli passeggeri per le esigenze locali) e Verona (con un traffico non dissimile da quello attuale). Ipotesi sulla quale Sea Aeroporti milanesi (partecipata dallo stesso Comune di Milano), Catullo e D’Annunzio si confrontano da mesi.
Che ora in questa operazione si apra uno spazio anche per Orio, è dunque sospetto più che legittimo. Non solo. Che si stia vivendo una fase delicatissima di cui proprio il Broletto sia la «cabina di regia» è altrettanto verosimile. Conferma indiretta ne viene, dall’assoluto riserbo sull’argomento mantenuto tanto dal presidente Daniele Molgora, quanto dai vertici di Giunta. E i tempi dovrebbero essere brevi. Poche settimane.
 
Dal Giornale di BS do Oggi dal Mitico Gallinari, assiduo lettore qui:

D’Annunzio, la pace è ad un passo
Incontri e confronti serrati tra Provincia, ABeM, società di gestione per l’intesa sul futuro dell’aeroporto E da Verona alcune voci confermano che anche la Catullo è pronta a riconoscere l’autonomia bresciana
L’ingresso dell’aeroporto D’Annunzio: è prossima l’intesa sull’asse Brescia-Verona per il suo sviluppo
L’ingresso dell’aeroporto D’Annunzio: è prossima l’intesa sull’asse Brescia-Verona per il suo sviluppo
Pace fatta. O quasi. Tra bresciani e bresciani, e al contempo tra le due sponde del Garda. Dopo una lunga stagione di tensioni e di prospettive contrastanti - o quantomeno non collimanti, per usare un eufemismo - sul futuro dell’aeroporto D’Annunzio di Montichiari, sarebbe imminente un accordo che riconoscerebbe autonomia alla società di gestione dello scalo e al contempo aprirebbe ad un’alleanza destinata a porre la porta del cielo bresciano al centro di uno scenario aeroportuale ben più ampio, di respiro lombardo-veneto.
Quegli incontri al vertice
Sulla vicenda, al momento, non è possibile che raccogliere qualche indiscrezione e far quadrare elementi che provengono da ambienti diversi, visto che tutti gli attori della delicata partita mantengono al riguardo il più stretto riserbo. Non è tuttavia passata inosservata negli ultimi giorni in Broletto la presenza di diversi interlocutori della vicenda monteclarense, dovuta ad una serie di incontri che hanno portato a quella che si prospetta come una nuova intesa sui destini del D’Annunzio. I vertici della Provincia, il presidente Daniele Molgora in primis e l’assessore della partita, Giorgio Bontempi - il Broletto è di fatto divenuto la cabina di regia dell’intera trattativa - si sono infatti confrontati più volte anche con Giancarlo Dallera e Franco Bettoni, referenti di ABeM - la società creata da Aib e Camera di Commercio e candidata alla concessione del D’Annunzio - come pure con il presidente della D’Annunzio Spa, Vigilio Bettinsoli, per restare agli ambienti bresciani. Tuttavia, l’attenzione che in queste ultime settimane la stampa locale scaligera ha dedicato al nodo Catullo-D’Annunzio lascia pensare che anche sul fronte veronese molto si sia mosso. E conferme seppure indirette si hanno proprio in questo senso.
I punti dell’intesa
Quali siano i punti esatti dell’accordo che sarebbe stato raggiunto tra Broletto, ABeM e l’altra sponda del Garda, non è dato sapere nel dettaglio. Ma, stando alle indiscrezioni trapelate, l’intesa ruota attorno a due elementi principali. Da un lato, Verona sarebbe pronta a riconoscere piena autonomia al D’Annunzio, tanto in termini operativi quanto societari. Il che presumibilmente prevede una cessione di quote azionarie o una «divisione» a livello societario nelle forme che gli «sherpa» tecnici dovranno definire. Ai veronesi di certo, Brescia dovrà riconoscere una contropartita economica, a ripagare in sostanza quanto sin qui investito dalla Catullo per l’avviamento e il mantenimento dell’aeroporto bresciano. Proprio su questo fronte verosimilmente troverebbero soddisfazione gli interessi e il desiderio di contribuire allo sviluppo dello scalo di ABeM e dell’imprenditoria bresciana, che potrebbero fornire un contributo, in termini finanziari, determinante per il prosieguo della partita. Il tutto a fronte, verosimilmente, del ritiro di quel famoso ricorso al Tar sulla annosa questione della concessione della gestione del D’Annunzio. Nodo che resta forse l’ultimo da definire nel quadro del nuovo capitolo di questa storia.
Lo sviluppo del super-hub
Alla Catullo, come detto, sarebbe richiesto il riconoscimento di destini distinti per i due aeroporti, passo indispensabile, paradossalmente, per costruire un futuro comune. In altri termini, la pacificazione sull’asse Brescia-Verona, previa probabilmente la sottoscrizione di un’intesa che sancisca la non-concorrenza dei due scali (nella forma forse di un patto di sindacato) infatti, è presupposto indispensabile allo sviluppo di quello scenario che da mesi è sulle scrivanie di un numero sempre più ampio di interlocutori, del settore e politici. Quel progetto di un super-hub che conterebbe dalle quattro alle cinque superfici: Malpensa, Linate, Brescia e Verona, le quattro previste dal progetto iniziale. Al quale si lega ora anche la probabile inclusione di Orio al Serio, dopo le recenti aperture del presidente della Provincia di Bergamo, Ettore Pirovano.