Se per la definizione della più complessa vicenda legata al consolidamento degli equilibri interni al sistema aeroportuale bresciano-scaligero servirà attendere ancora, il board del D’Annunzio guidato dal bresciano Bettinsoli, insediatosi lo scorso maggio, in questi primi mesi è rimasto tutt’altro che a guardare. Anzi, le trattative in corso per potenziare i collegamenti dello scalo monteclarense, sia sotto il profilo cargo che sul fronte passeggeri, sono molteplici e proseguono a ritmo serrato anche in queste calde settimane di agosto. E se su alcune di esse - «su tutte una che riguarda un importante gruppo italiano, molto interessato al D’Annunzio» - ragioni di opportunità suggeriscono ai vertici della società di gestione aeroportuale di mantenere per il momento il più stretto riserbo, definita è quella relativa ad un collegamento tra Brescia e il Punjab, ricco stato del Nord dell’India, una delle aree più economicamente attive del sub-continente, nel quale non a caso diverse aziende della Leonessa hanno avviato già da anni contatti d’affari rilevanti.
La D’Annunzio ha definito gli ultimi dettagli per un collegamento con l’aeroporto di Amristar, nel Punjab, via Bratislava. La scelta della capitale slovacca quale scalo intermedio - e in quanto tale possibile ulteriore destinazione - è tutt’altro che casuale, visto che a collegare Montichiari con l’aeroporto internazionale Rajasansi, è interessato un vettore slovacco: la Air Slovakia, compagnia aerea nata nel 1993 e di proprietà di una famiglia indiana, che servirà la tratta con un Boeing 757 da 145 posti, secondo quanto ufficializzato dalla stessa Air Slovakia a far data dal 15 settembre. «Si tratta di un servizio concepito prevalentemente per servire un traffico etnico» spiega al riguardo Bettinsoli. E del resto, è noto che nel Bresciano, come pure nelle province limitrofe, risiede un elevato numero di cittadini indiani, molti dei quali provenienti proprio dal Punjab. Attualmente per loro il collegamento più rapido con il Nord Italia impone la trasferta a Nuova Delhi, per un viaggio di 18 ore contro le 8 previste per il Brescia-Amristar via Bratislava. Un tour operator specializzato garantirebbe già la copertura di circa il 70 percento del fattore di carico, mentre il 30 percento restante sarebbe in ogni caso a disposizione di passeggeri e utenti italiani, imprenditori bresciani in primis.
«Lo sforzo teso a far conoscere a livello internazionale il nostro aeroporto sta dando i suoi frutti» commenta Bettinsoli, che conferma come i funzionari della società monteclarense stiano facendo la spola tra Brescia e vari Paesi stranieri, non ultima la Cina, il cui Governo di recente ha avviato con quello italiano le basi di un accordo bilaterale che vedrebbe proprio il D’Annunzio tra gli scali italiani collegati per il cargo con Tianjin, città a Nord di Pechino, dove peraltro sono delocalizzate molte imprese italiane e molte altre straniere che hanno consolidati rapporti commerciali con l’Italia.
La D’Annunzio ha definito gli ultimi dettagli per un collegamento con l’aeroporto di Amristar, nel Punjab, via Bratislava. La scelta della capitale slovacca quale scalo intermedio - e in quanto tale possibile ulteriore destinazione - è tutt’altro che casuale, visto che a collegare Montichiari con l’aeroporto internazionale Rajasansi, è interessato un vettore slovacco: la Air Slovakia, compagnia aerea nata nel 1993 e di proprietà di una famiglia indiana, che servirà la tratta con un Boeing 757 da 145 posti, secondo quanto ufficializzato dalla stessa Air Slovakia a far data dal 15 settembre. «Si tratta di un servizio concepito prevalentemente per servire un traffico etnico» spiega al riguardo Bettinsoli. E del resto, è noto che nel Bresciano, come pure nelle province limitrofe, risiede un elevato numero di cittadini indiani, molti dei quali provenienti proprio dal Punjab. Attualmente per loro il collegamento più rapido con il Nord Italia impone la trasferta a Nuova Delhi, per un viaggio di 18 ore contro le 8 previste per il Brescia-Amristar via Bratislava. Un tour operator specializzato garantirebbe già la copertura di circa il 70 percento del fattore di carico, mentre il 30 percento restante sarebbe in ogni caso a disposizione di passeggeri e utenti italiani, imprenditori bresciani in primis.
«Lo sforzo teso a far conoscere a livello internazionale il nostro aeroporto sta dando i suoi frutti» commenta Bettinsoli, che conferma come i funzionari della società monteclarense stiano facendo la spola tra Brescia e vari Paesi stranieri, non ultima la Cina, il cui Governo di recente ha avviato con quello italiano le basi di un accordo bilaterale che vedrebbe proprio il D’Annunzio tra gli scali italiani collegati per il cargo con Tianjin, città a Nord di Pechino, dove peraltro sono delocalizzate molte imprese italiane e molte altre straniere che hanno consolidati rapporti commerciali con l’Italia.