Ho subito qualche conseguenza della chiusura temporanea dell’aeroporto di Capodichino. Niente di particolarmente importante: circa due ore di attesa in una piazzola di sosta a Malpensa (volo AP 2127 operato da Alitalia, A320 I-BIKG).
Ma non è questo quello che voglio dire. Voglio invece esprimere un sincero apprezzamento per il comandante del volo, che non ha mai mancato di fornire informazioni costanti e puntuali sulla situazione e sulla sua evoluzione.
Non solo. Mentre eravamo in attesa della partenza, con le porte chiuse, si è preoccupato di autorizzare i passeggeri ad usare i cellulari per avvertire del ritardo chi era in attesa. E alla fine, all’arrivo a Napoli, ha detto più o meno: “E’ ancora il comandante che parla. Volevo salutarvi e ringraziarvi per la vostra pazienza”.
L’ho già detto scendendo dall’aereo, pregando la capo cabina di riferirlo, e lo ripeto qui: grazie, comandante, per la sua cortesia e la sua professionalità.
Aggiungo una nota. In una delle sue comunicazioni, il comandante ha definito la vicenda “grottesca”. Questo perché, a quanto si è capito, le comunicazioni fra Eurocontrol, Napoli e Malpensa erano, ad un certo punto, contraddittorie.
Prima (ci è stato detto), Bruxelles ha parlato di un’ora di ritardo; poi, dopo venti minuti, avrebbe concesso a Malpensa di autorizzare la partenza e l’aereo ha avviato i motori, ma subito dopo, Napoli ha smentito la riapertura del traffico, e i motori sono stati spenti. Dopo un’ora e cinquanta minuti, la definitiva autorizzazione.
Dal cockpit si avvertiva abbastanza chiaramente un certo grado di sconforto.
Poi, una volta a Capodichino, ci si è messo anche l’handling. Ma questa è un’altra storia.
