Start-up difficile per le nuove rotte europee di UA

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Vuoi dire che sei sieropositivo, l'hai dichiarato nel modulo, hai presentato i farmaci all'immigration e ti hanno permesso l'ingresso negli Usa?
Se si buon per te, perchè basta fare una minima ricerca internet e ovunque c'è scritto quello che dico.
 
Vuoi dire che sei sieropositivo, l'hai dichiarato nel modulo, hai presentato i farmaci all'immigration e ti hanno permesso l'ingresso negli Usa?
Se si buon per te, perchè basta fare una minima ricerca internet e ovunque c'è scritto quello che dico.

non ho messo in dubbio quello che hai scritto...forse è un pò riduttivo scrivere "malattie infettive".....

ah, dimenticavo, non sono sieropositivo ma non mi risulta che per un "herpes labiale" "rimbalzano" indietro i passeggeri....
 
Appena finito di compilarre l'ESTA.
Per i prossimi due anni non avrò più nessuna procedura da fare se non il solito controllo all'immigration dell'impronta digitale.

Non fanno nessuna foto dell'iride: semplicemente ti scattano una foto in modo da avere in archivio una foto recente perchè spesso quelle che ci sono nel documento non sono recenti.

Mai domande strane, il massimo che mi dicono è welcome...
Non vedo questi problemi. Personalmente lo applicherei anche alle nostre frontiere (per tutti e non solo per gli americani) già da domani!
Meglio controllare le frontiere piuttosto che chiudere entrambi gli occhi per far arrivare forza lavoro da sfruttare in nero o dichiarare l'incapacità dello stato legalizzando le "ronde" dei cittadini...

Mai avuto problemi con TSA. Tolgo solo le scarpe (mai la cintura) metto liquidi e laptop separati dal trollley, metto tutto nelle tasche del giubotto (che tolgo) e nessuno mi ha mai fatto storie.

P.S. concordo che le domande del foglietto verde (meno male che lo hanno abolito) sono idiote...
 
Visto che ho un luogo di nascita piuttosto sui generis, a me all'immigration di Miami hanno chiesto se effettivamente fossi italiano, altrimenti di dirlo subito che tanto lo avrebbero scoperto. :D
Non dirlo a me che sono "sventuratamente" nato negli Emirati Arabi.


vipero ha detto:
io comincerei a rendere un pò di pan per focaccia, come hanno fatto in messico.

Anche se è un po' OT, sono curioso di sapere, cosa han fatto in Messico a tal proposito?
 
non ho messo in dubbio quello che hai scritto...forse è un pò riduttivo scrivere "malattie infettive".....

ah, dimenticavo, non sono sieropositivo ma non mi risulta che per un "herpes labiale" "rimbalzano" indietro i passeggeri....

Non sono io che parlo di malattie infettive in modo generico, è il loro modulino del menga!
Per l'herpes non rimbalzano, per l'HIV si, e te lo stampano pure sul passaporto.
 
Le domande idiote peró danno fastidio. E dove vai, cosa fai, quando torni, quanto stai, perché vai, con chi vai... due mxxxxi!!! In occasione di un volo Canada-USA-Italia il 20 dicembre hanno avuto il coraggio di chiedermi cosa andavo a fare in Italia (avevano il mio passaporto ITALIANO in mano): secondo voi????
Altre domande alla frontiera terrestre: é tua la macchina che stai guidando? Quando l'hai comprata?

E poi: cosa hai comprato durante la permanenza? Perché non hai comprato niente?

A me è capitato spesso di arrivare a FLR da ZRH e trovarmi in fila al controllo passaporti dietro ai passeggeri del volo da Tirana. 5-6 minuti a passeggero: "dove vai, cosa fai, quanto stai, perché vai, con chi vai, ecc?". Andando in Ungheria, prima che entrasse a far parte dell'area Schengen, mi hanno rivolto buona parte di queste stesse domande. Anche Zurigo, stessa cosa. Shanghai e Chennai, esperienze in rima.

Aggiungo che ho due passaporti - uno dei due è USA. Sono tenuto a presentarmi come italiano in tutti i paesi europei, e come americano negli USA. Quando arrivo a New York non mi prendono le impronte digitali ma capita spesso che mi facciano domande simili - da guardia americana a cittadino americano: "were you travelling for pleasure or business? - how long did you stay? - ecc.". Le domande le fanno a tutti.

Le guardie di frontiera americane sono notoriamente poco simpatiche. Però preferisco le loro domande a certi atteggiamenti nostrani di chi ritiene che uno Stato debba disinteressarsi dei propri confini e farsi gli affari propri - salvo poi lamentarsi della presenza di troppi immigrati e dell'aumento della criminalità dovuto alla loro scarsa integrazione.
 
Anche se è un po' OT, sono curioso di sapere, cosa han fatto in Messico a tal proposito?
prendono le impronte agli americani.
però con l'inchiostro e senza fazzolettino, dopo ;)

Que viva Mexico!!!!
 
Vorrei precisare che l'immigration americana è presente anche per gli americani stessi che tornano da un soggiorno all'estero. Un filo diversa da quella dei "non us-citizens" ma di certo seria e rigorosa uguale.

Non è quindi questione di qualsivoglia "razzismo" ma di un modo serio di controllare le proprie frontiere, che siate americani o no.

Preferisco 1.000 volte questo sistema a quello dei nostri poliziotti che in arrivo da un volo extra-schengen a volte manco guardano il passaporto oppure lo aprono con fastidio, spesso parlando a distanza dei cacchi propri a voce alta col collega della garitta accanto. Il controllo italiano non è un controllo.

Sorvoliamo anche sul fatto che in uscita il poliziotto italiano è diventato poco più che un esattore fiscale dello stato. L'unica cosa che interessa è la pagina con la marca da bollo...
 
se a te fa piacere dover avere un passaporto speciale, lasciare le impronte digitali, la foto dell'iride dell'occhio, un campione di saliva ed un agente della cia che nel frattempo interroga i parenti a casa, ed essere considerato comunque innanzitutto un terrorista...


io non ho nessun passaporto speciale ma un normale passaporto italiano rilasciato nel 2004, mai lasciato campioni di saliva a nessun agente ed i miei parenti non sono mai stati interrogati
 
Vorrei precisare che l'immigration americana è presente anche per gli americani stessi che tornano da un soggiorno all'estero. Un filo diversa da quella dei "non us-citizens" ma di certo seria e rigorosa uguale.

Non è quindi questione di qualsivoglia "razzismo" ma di un modo serio di controllare le proprie frontiere, che siate americani o no.

Preferisco 1.000 volte questo sistema a quello dei nostri poliziotti che in arrivo da un volo extra-schengen a volte manco guardano il passaporto oppure lo aprono con fastidio, spesso parlando a distanza dei cacchi propri a voce alta col collega della garitta accanto. Il controllo italiano non è un controllo.

Sorvoliamo anche sul fatto che in uscita il poliziotto italiano è diventato poco più che un esattore fiscale dello stato. L'unica cosa che interessa è la pagina con la marca da bollo...

Concordo.
Un episodio eclatante l'ho vissuto io...
di ritorno da un paese extra-schengen in viaggio con un familiare, i passaporti tenuti entrambi nella mia tasca, al momento di presentarli erroneamente li ho scambiati, due file distinte... io ho varcato e superato il controllo e il mio familiare è stato fermato... bella figura ha fatto chi doveva controllare il mio passaporto, con tanto che aveva anche fatto finta di guardarci dentro ....
 
Appena finito di compilarre l'ESTA.
Per i prossimi due anni non avrò più nessuna procedura da fare se non il solito controllo all'immigration dell'impronta digitale.


errato, dovrai compliare il solito modulo anche sull'aereo, l'esta è una cosa aggiuntiva alle normali procedure
 
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Preferisco 1.000 volte questo sistema a quello dei nostri poliziotti che in arrivo da un volo extra-schengen a volte manco guardano il passaporto oppure lo aprono con fastidio, spesso parlando a distanza dei cacchi propri a voce alta col collega della garitta accanto. Il controllo italiano non è un controllo.

Sorvoliamo anche sul fatto che in uscita il poliziotto italiano è diventato poco più che un esattore fiscale dello stato. L'unica cosa che interessa è la pagina con la marca da bollo...
Qui ti sbagli e di grosso perché fai di tutta l'erba un fascio e pensi che quelli daventi non siano dei professionisti.

In partenza da MXP sono stato testimone di questo fatto: il poliziotto davanti a me era "distratto" e parlava con il collega all'interno dello stesso gabbiotto che stava contestando qualcosa circa i documenti del tizio che aveva davanti (un nord-africano).
La discussione serviva a prendere tempo perché i due, scambiandosi un'occhiata, si erano intesi sul fatto che il tizio potesse essere un ricercato di cui avevano già recuperato la foto segnaletica tra quella pila di "cartacce" che c'è dentro ogni gabbiotto.
Sempre con un'occhiata il mio poliziotto ha confermato al collega che il tizio non era quello della foto ed improvvisamente il collega ha smesso di contestare la validità dei documenti del nord-africano.

Se non mi fossi accorto della scheda segnaletica avrei considerato la scena come qualcosa di improvvisato ed invece stavano facendo molto bene il loro lavoro.

Comunque quando vedi migliaia di documenti al giorno, ti basta un'occhiata veloce per capire se il documento è "buono" o no. E' già un primo filtro importante, molto più significativo che sapere se uno entra nel paese per affari o per diletto.