Per chi vuole leggere anche i commenti:
http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=41130&ordine=desc#commenti
CORTINA (7 gennaio) - Un aeroporto per Cortina. Più che un’idea, è l’obiettivo che l’onorevole Daniela Santanchè si ripropone di raggiungere. In vacanza nella "perla" delle Dolomiti, di cui è affezionata ospite da una ventina d’anni, la leader del "Movimento per l’Italia" si accinge dunque a una battaglia non facile, ma che affronta con il deciso piglio che le è consueto.
Parte da una considerazione che dovrebbe dare la spinta al suo progetto: «Cortina ha un’importanza tale come polo turistico a livello internazionale per cui deve assolutamente munirsi di una struttura aeroportuale. Basti solo dire che, rimanendone priva, non è in grado di essere veramente competitiva con una Sankt Moritz. Per questo motivo va concepito un chiaro disegno da collocare nell’agenda politica».
Sbaglierebbe chi pensa a una semplice intenzione buttata lì sul futuro della conca ampezzana. Santanchè si sta infatti già attivando per i necessari contatti. «A giorni - preannuncia - ne parlerò con il sottosegretario Brambilla. E vorrei che anche il sindaco si facesse carico della questione».
Ma Franceschi, interpellato sulle concrete possibilità di mettere le ali al progetto, mette subito le mani avanti. «Ritengo che prima di procedere su una simile strada sia necessario ricercare la condivisione con la comunità locale. È importante che l’onorevole Santanchè venga a parlarne, ma noi su tale argomento abbiamo brutti ricordi e serve una riflessione, analizzando pro e contro».
Ciò a cui allude il primo cittadino è ben presente nella memoria locale. Un aeroporto a Cortina, realizzato dalla società Aeralpi, con principale azionista il conte Cesare Acquarone, c’era. Fu inaugurato nel 1962, con voli regolari fino al ’68. Alla morte di Acquarone, in quello stesso anno, rimase inutilizzato fino al 1975. L’attività riprese e un servizio di linea andò a collegare Cortina a Bolzano, Venezia e Milano. Un incidente, causato da forti raffiche di vento in fase di decollo, determinò nel giugno 1976 lo schianto al momento del decollo di un Cessna 206 privato. Perirono tutte e sei le persone a bordo. Fu l’ultimo volo e la fine dell’aeroporto.
Ultimamente imprenditori privati stranieri, attraverso Arturo Bauce, pilota di Borca, si erano fatti avanti con la proposta di finanziare un nuovo centro aeroportuale. In cambio la richiesta di ottenere il permesso di costruire un albergo a 5 stelle. Andò subito tutto a monte. Ora ci riprova Daniela Santanchè. E a quanto preannuncia non intende mollare, pronta anche ad una crociata per persuadere contrari e indecisi. «Cortina è un posto unico - spiega l’onorevole - e bravi sono stati i sindaci che si sono succeduti nel preservare le bellezze naturali. Eppoi per fortuna c’è il presidio delle storiche Regole».
Eppure questa splendida località dolomitica veneta vuol cambiare regione. «Sono contrarissima», sbotta. «Le motivazioni sono ispirate alla mera convenienza economica. Nulla di ideale».
Ma gli Schuetzen, i pellegrinaggi a Innsbruck, la fedeltà alla patria tirolese durata secoli, dove li mettiamo? Risponde con una battuta: «Anche Torino un tempo era capitale. Allora pure i piemontesi dovrebbero avanzare rivendicazioni. Per carità, sono anacronistici. E non la spunteranno con le loro rivendicazioni».
In alternativa?
«Imparare ad essere prima di tutto italiani, al di sopra di ogni ideologia e nostalgia. È la linea di partenza per cimentarsi col futuro».
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CORTINA (7 gennaio) - Un aeroporto per Cortina. Più che un’idea, è l’obiettivo che l’onorevole Daniela Santanchè si ripropone di raggiungere. In vacanza nella "perla" delle Dolomiti, di cui è affezionata ospite da una ventina d’anni, la leader del "Movimento per l’Italia" si accinge dunque a una battaglia non facile, ma che affronta con il deciso piglio che le è consueto.
Parte da una considerazione che dovrebbe dare la spinta al suo progetto: «Cortina ha un’importanza tale come polo turistico a livello internazionale per cui deve assolutamente munirsi di una struttura aeroportuale. Basti solo dire che, rimanendone priva, non è in grado di essere veramente competitiva con una Sankt Moritz. Per questo motivo va concepito un chiaro disegno da collocare nell’agenda politica».
Sbaglierebbe chi pensa a una semplice intenzione buttata lì sul futuro della conca ampezzana. Santanchè si sta infatti già attivando per i necessari contatti. «A giorni - preannuncia - ne parlerò con il sottosegretario Brambilla. E vorrei che anche il sindaco si facesse carico della questione».
Ma Franceschi, interpellato sulle concrete possibilità di mettere le ali al progetto, mette subito le mani avanti. «Ritengo che prima di procedere su una simile strada sia necessario ricercare la condivisione con la comunità locale. È importante che l’onorevole Santanchè venga a parlarne, ma noi su tale argomento abbiamo brutti ricordi e serve una riflessione, analizzando pro e contro».
Ciò a cui allude il primo cittadino è ben presente nella memoria locale. Un aeroporto a Cortina, realizzato dalla società Aeralpi, con principale azionista il conte Cesare Acquarone, c’era. Fu inaugurato nel 1962, con voli regolari fino al ’68. Alla morte di Acquarone, in quello stesso anno, rimase inutilizzato fino al 1975. L’attività riprese e un servizio di linea andò a collegare Cortina a Bolzano, Venezia e Milano. Un incidente, causato da forti raffiche di vento in fase di decollo, determinò nel giugno 1976 lo schianto al momento del decollo di un Cessna 206 privato. Perirono tutte e sei le persone a bordo. Fu l’ultimo volo e la fine dell’aeroporto.
Ultimamente imprenditori privati stranieri, attraverso Arturo Bauce, pilota di Borca, si erano fatti avanti con la proposta di finanziare un nuovo centro aeroportuale. In cambio la richiesta di ottenere il permesso di costruire un albergo a 5 stelle. Andò subito tutto a monte. Ora ci riprova Daniela Santanchè. E a quanto preannuncia non intende mollare, pronta anche ad una crociata per persuadere contrari e indecisi. «Cortina è un posto unico - spiega l’onorevole - e bravi sono stati i sindaci che si sono succeduti nel preservare le bellezze naturali. Eppoi per fortuna c’è il presidio delle storiche Regole».
Eppure questa splendida località dolomitica veneta vuol cambiare regione. «Sono contrarissima», sbotta. «Le motivazioni sono ispirate alla mera convenienza economica. Nulla di ideale».
Ma gli Schuetzen, i pellegrinaggi a Innsbruck, la fedeltà alla patria tirolese durata secoli, dove li mettiamo? Risponde con una battuta: «Anche Torino un tempo era capitale. Allora pure i piemontesi dovrebbero avanzare rivendicazioni. Per carità, sono anacronistici. E non la spunteranno con le loro rivendicazioni».
In alternativa?
«Imparare ad essere prima di tutto italiani, al di sopra di ogni ideologia e nostalgia. È la linea di partenza per cimentarsi col futuro».