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ALITALIA/ Sapevate del costoso salvataggio di AirOne?
Ugo Arrigo lunedì 26 gennaio 2009


A due settimane dal decollo della nuova Alitalia è ancora più evidente l’esatta natura dell’operazione che è stata condotta negli ultimi mesi del 2008: il salvataggio di AirOne, realizzato grazie alla crisi della vecchia Alitalia e alla generosità (obbligata) del contribuente italiano.

Che si sia trattato di un’operazione in favore di AirOne è dimostrato in particolare da due aspetti fondamentali. In primo luogo gli azionisti di Cai, sulla base del piano industriale inizialmente predisposto da Banca Intesa, avevano per obiettivo di costituire una compagnia più piccola di un 20% rispetto alla vecchia Alitalia; la nuova azienda vola infatti con 148 aeromobili mentre la vecchia compagnia di bandiera utilizzava a fine 2007 185 velivoli adibiti al trasporto passeggeri. Che necessità aveva Cai di comperarsi anche AirOne? Non gli bastava acquisire dal commissario straordinario l’80% degli asset e del personale della vecchia azienda?

Nella realtà la scelta di prendersi solo il 50% della vecchia Alitalia per acquisire anche il 100% di AirOne ha comportato per i soci di Cai alcuni benefici e non pochi oneri. Dal lato dei benefici occorre considerare sostanzialmente due fattori: la possibilità di disporre da subito attraverso AirOne di aerei più moderni e meno costosi, per consumi e manutenzioni, di quelli più anziani ed economicamente obsoleti di Alitalia; il vantaggio derivante dal riportare in monopolio molte rotte del mercato domestico tra cui la fondamentale Linate-Fiumicino. Dal lato degli oneri vi sono tuttavia fattori non trascurabili: acquisire dal commissario di Alitalia aerei in più e rinunciare all’acquisto di AirOne avrebbe comportato oneri aggiuntivi limitati, una frazione microscopica dell’alto prezzo riconosciuto a Carlo Toto per la cessione della sua compagnia, che è l’aspetto di maggior rilievo dal lato negativo della bilancia per i soci di Cai.

Al posto degli aerei acquisiti da AirOne la Cai avrebbe potuto subentrare in un maggior numero di contratti di leasing della vecchia Alitalia per transitare in seguito a contratti di leasing su modelli più idonei. Qualora non sufficienti avrebbe potuto acquisire con un esborso limitato la proprietà di qualche aereo in più di Alitalia, operazione certamente conveniente grazie ai prezzi di fine stagione praticati dal commissario.

Certo sarebbe rimasta la concorrenza di AirOne sulle rotte domestiche ma essa non si è mai rivelata particolarmente insidiosa per Alitalia, tanto che il vecchio vettore di bandiera riusciva a riempire molto di più gli aerei sui cieli nazionali e questo nonostante praticasse tariffe non proprio da vettore low cost; con politiche tariffarie più aggressive la nuova Alitalia sarebbe riuscita a mettere alle corde AirOne.

I soci di Cai, invece, hanno preferito comperarsi anche AirOne per poter chiudere una frazione più grande della vecchia Alitalia. E’ come se, andando a trovare un vecchio amico, ci sentissimo dire da lui: ‘Sai, ho deciso di comprare la villetta a schiera che confina con la mia’. Verrebbe spontaneo chiedergli: ‘Pensi di ampliare la tua grazie a questo acquisto?’. Rimarremmo infine un po’ stupiti se ci rispondesse: ‘Non, in realtà desidero rimpicciolirla; infatti, dopo aver acquisito la nuova demolirò metà di quella preesistente’. Lo stupore sarebbe destinato a crescere se scoprissimo che la villetta nuova è stata acquistata ad un prezzo al metro molto più alto di quello relativo alla casa che si intende abbattere parzialmente. La Cai ha fatto un’operazione di questo genere: per poter comprare a caro prezzo AirOne ha chiuso metà di Alitalia, comperata a basso prezzo dal commissario straordinario. E chiudendo metà di Alitalia ha estromesso molto personale e generato molti oneri per la collettività.

Arriviamo in questo modo al secondo aspetto chiave dell’operazione che è l’alto prezzo riconosciuto a Toto per la cessione: 790 milioni di euro, dei quali 300 pronta cassa (mentre la parte per cassa concordata per la vecchia Alitalia è stata oggetto di ampio differimento temporale) e 490 attraverso trasferimento di debiti. Poiché nel 2007 AirOne ha realizzato ricavi aeronautici per soli 680 milioni di euro e il gruppo AP Holding, di cui fa parte, ricavi complessivi per 785 milioni, la valutazione d’azienda in sede di cessione è stata superiore al 100% dei ricavi, un valore record di cui non si ricordano precedenti nella storia dell'aviazione mondiale.

Poche settimane prima Cai aveva concordato col Commissario straordinario l'acquisto della parte 'buona' di Alitalia, azienda che nel 2007 aveva fatturato 4,75 miliardi di euro (al netto di ricavi non ripetibili), per 1,052 miliardi, corrispondenti solo al 22% dei ricavi. Tale valutazione è stata certificata come 'di mercato' da tre prestigiosi advisor europei: Banca Leonardo per il Ministero dello Sviluppo Economico, Banca Rotschild per il Commissario straordinario e il Monitoring Trustee designato dalla Commissione Europea.

Nel settembre scorso Brussels Airlines, che ha fatturato nel 2007 circa 920 milioni di euro, più di AirOne, è stata acquisita da Lufthansa sulla base di una valutazione massima di soli 400 milioni (fair value), pari al 43% dei ricavi; in maniera analoga il prezzo offerto da Lufthansa per l'acquisto di Austrian Airlines corrisponde ad una valutazione dell'azienda pari al 47% dei suoi ricavi.

Prendendo come criterio di valutazione il valore medio di questi due casi, pari al 45% dei ricavi, e applicandolo alla vecchia Alitalia e a AirOne arriviamo a valutare la prima 2,14 miliardi di euro, che si riducono tuttavia a 1,8 se escludiamo gli asset non acquisiti da Cai, e la seconda non oltre 350 milioni di euro.

A questo punto abbiamo anche una stima del ‘regalo’ che il contribuente italiano, azionista di controllo della vecchia Alitalia ha fatto a Cai (ma non per sua scelta): si tratta di 750 milioni di euro (1,8 - 1,052 miliardi). Questo, tuttavia, è solo il regalo monetario al quale dobbiamo aggiungere il regalo in natura consistente nel ripristinato monopolio sulle rotte nazionali. Abbiamo, infine, anche una stima della parte del regalo ricevuto dal contribuente che Cai ha girato a Toto acquisendo AirOne: ben 440 milioni di euro (790 - 350 milioni). Il prezzo complessivo pagato per AirOne, inoltre, ha la stessa dimensione dei debiti finanziari di AP Holding.

A questo punto lascio al lettore la valutazione se l’intera operazione sia servita a salvare Alitalia o a salvare AirOne, permettendole di rientrare dall’elevato debito.
 
come sempre articoli faziosi e pieni di inesattezze scritto da chi non ha basi non solo aeronautiche, ma pure finanziarie.
 
come sempre articoli faziosi e pieni di inesattezze scritto da chi non ha basi non solo aeronautiche, ma pure finanziarie.
può essere, ma sono anche pensieri che può fare l'uomo comune, l'italiano che non è appassionato, utente o meno di voli commerciali.
Noi facciamo la vivisezione al capello, ma se tutta la manfrina era per salvare AZ e riportarla in auge, cosa c'entrava AP? Ci siamo già detti e dati le risposte ed hanno anche un senso.
Meno ne ha per il cosiddetto "uomo della strada".
A quel punto un gruppo di imprenditori scalava un'altra montagna in cordata e si comperava solo AP...: aerei più nuovi, una compagnia relativamente "più sana", sicuramente meno compromessa rispetto a AZ, certamente meno litigiosa al suo interno...
Solo che...avessi fatto parte di quella cordata, prima di muovere un solo passo, avrei controllato 10 volte la corda, verificato con attenzione i moschettoni, tolto i chiodi da dentro gli scarponi.....:)
 
Il principale motivo della coppia AZ/AP è la market share domestica oltre il 50% dal giorno uno con garantite delle rendite in monopolio per molti mesi (o forse anni).

Solo questa ragione giustifica l'intera operazione.

Pensa la cordata che risparmiava 300 milioni per l'acquisto di AP e questa, oltre ad avere una market share maggiore della nuova AZ sul domestico, si legava ancora di più a LH.

Quindi l'intera operazione deve essere vista anche sotto una più ampia visione commerciale/strategica.
 
Roma, 26 gennaio 2009

CIGS Air One Air One Cityliner

Fonti autorevoli ed attendibili hanno riportato alla nostra attenzione che il progetto della società CAI-ALITALIA per ciò che attiene il nostro medio prossimo futuro sarà quello di proclamare lo stato di crisi di Air One, con lo scopo di porre i dipendenti di Air One ed Air One Cityliner in CASSA INTEGRAZIONE.

Il fine sarebbe duplice ed in entrambi i casi conveniente per la nuova realtà aeronautica.

In primo luogo avrebbero degli indubbi sgravi fiscali con conseguente abbassamento dei costi (abbiamo visto tutti quale attenzione CAI ponga nella gestione economico-amministrativa a tutto discapito dei diritti dei lavoratori).

In secondo luogo poi potrebbero gestire le riassunzioni e l’accettazione del nuovo contratto in tutta autonomia e libertà; il tutto a discapito di quanto da noi acquisito in termini di normativa di impiego e di impianto economico, durante tutti gli anni di persistenza in Air One.

La notizia al momento ha una valenza solo ufficiosa, ma quando sarà confermata e resa ufficiale, genererà risvolti CATASTROFICI per tutta la NOSTRA CATEGORIA!!!

In tal senso va sottolineato che le RSA UP ed ANPAC hanno sottoscritto un accordo con Air One dove richiedevano un’apertura di un tavolo di confronto con CAI alla presenza dei soli Rappresentanti di Categoria Air One, evitando il coinvolgimento di sindacalisti non facenti parte di Air One stessa.

Questo confronto si era reso necessario proprio per aprire un canale informativo e di confronto ufficiale onde poter far chiarezza sul nostro immediato futuro.

Tale accordo accettato in un primo momento, veniva di fatto disconosciuto da CAI poiché le sigle confederali hanno opposto un netto rifiuto alla presenza al tavolo Air One – CAI, delle RSA UP ed ANPAC Air One.

Così facendo i Piloti Air One verrebbero rappresentati da sigle confederali che rappresentano una minima parte della popolazione intera del PNT AP !!!!

Punto Primo: La Cassa Integrazione ha una durata complessiva di 7 anni (composta da: 4 anni di CIGS + 3 di MOBILITA’. Durante gli anni di CIGS, c’è possibilità di reintegro, per noi ipotesi abbastanza remota, mentre negli anni di Mobilità non c’è alcuna possibilità di reintegro, essendo quest’ultima destinata ad accompagnare il lavoratore al termine della sua prestazione impiegatizia.

Inoltre, la CIGS di 7 anni, parte come conteggio da ottobre 2008, viene quindi calcolata non da quando il Singolo è posto in CIGS + 7 anni, bensì da quando il singolo vi è posto fino ad ottobre 2012 per ciò che concerne la CIGS e fino a Ottobre 2015 in Mobilità.

Punto secondo: La lista CIGS nella quale verranno inseriti i Piloti AirOne ed AirOne Cityliner è unica per tutto il Gruppo CAI (come da accordi sottoscritti dai sindacati confederali “FIT CISL in primis”), e si avvale come parametro unico della data di assunzione nelle rispettive Compagnie. I Piloti del Gruppo AirOne, con la propria anzianità di compagnia, finirebbero inevitabilmente in fondo alla lista CIGS con le dovute conseguenze che tutti voi potete ben immaginare, in merito alle possibilità di reintegro!!!

Le RSA di ANPAC e di UNIONE PILOTI sono attive per scongiurare un simile disastro Vi esortiamo, oggi come non mai, a sostenere con tutto il vostro supporto le azioni che, congiuntamente, verranno intraprese dalle nostra RSA.

PER IL NOSTRO ED IL VOSTRO FUTURO RSA ANPAC - UNIONE PILOTI AIRONE
 
Ma come fanno a mettere in stato di crisi Airone, che è appena stata acquisita da CAI con capitali freschi?

A me sembra fantascienza...
 
Ma come mai sto Arrigo è così avvelenato con Toto? Non gli ha dato la Welcome Card e ora scrive questi articoletti da barsport? :D

Pare che Arrigo sia stato stato investito da un aereo quando era piccolo... questo spiega il viscerale odio verso l'aviazione civile italiana e tutti i suoi protagonisti...:D:D:D:D
 
Roma, 26 gennaio 2009

CIGS Air One Air One Cityliner

Mi vien veramente difficile da credere ad una CIGS per i dipendenti AP.
L'acquisto "dovrebbe" essere avenuto in regime di continuità secondo principi legali, ma siamo in Italia tutto può essere.

Ma la cosa fondamentale è che CAI non si può permettere di avere ancora altri dipendenti infelici in azienda oltre a quelli di Alitalia.
Dichiarare la CIGS per i dipendenti AirOne significa far crollare tutta la baracca costruita così sapientemente in questi ultimi mesi (i passeggeri già avvelenati con AZ lo saranno ancor di più se ci si aggiunge AP) e Colaninno non mi sembra così stupido...
 
Negati alla compagnia low cost tre dei sei voli su Roma. I consumatori: «Pronti a batterci contro chi ostacola la concorrenza»
ANGELO CONTI
TORINO
http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200901articoli/9326girata.asp

Guerra degli slot anche a Caselle. La compagnia low cost Blu Express che garantisce sei collegamenti quotidiani con Roma Fiumicino potrebbe dover tagliare a metà l'offerta dei voli a partire dal 30 marzo. Le sue richieste di slot sulla Capitale non sono state tutte accolte: Enac ed Assoclaearence, gli organismi che controllano la concessione dei voli in Italia, ne hanno bloccato alcune, proponendo in alternativi orari impossibili (come partenze pochi minuti dopo le 6). Blu Express ha così al momento messo in vendita, dal 30 marzo, solo tre voli.

La "guerra" già in atto su Linate, dove la compagnia low cost Air Italy sta lottando contro la nuova Alitalia per mantenere i suoi collegamenti verso Roma, sembra dunque estendersi anche a Torino. L’oggetto del contendere sono gli slot. Per slot si intende una finestra di tempo entro la quale un aeromobile ha il permesso di decollo. Di norma dura un quarto d’ora: comincia 5 minuti prima dell’orario ufficiale e termina 10 minuti dopo. Una volta scaduto lo slot per complicazioni nelle procedure di partenza (meteo, tecniche, operative), la compagnia aerea deve chiedere un nuovo orario di partenza con ritardi anche di molte decine di minuti.

Gli slot sono assegnati da Assoclearance, organismo partecipato al 50% dalle compagnie aeree ed al 50% dagli aeroporti. Nell’attribuzione deve tenere conto delle "capacità" dei singoli scali. Torino Caselle è ben situata perché è quarta in Italia, con un massimo di 27 movimenti ogni ora e 2500 passeggeri in partenza più 2500 passeggeri in arrivo, sempre ogni ora. Meglio di Torino possono fare solo Fiumicino (90 movimenti), Malpensa (70 movimenti) e Venezia (30 movimenti).

Nella pratica Torino non ha, stante l'ampia disponibilità dello scalo, particolari limitazioni per la propria attività, ma problemi possono invece sorgere su Roma, che è hub intercontinentale quindi sottoposto a notevole traffico nelle ore di punta. Inoltre le compagnie che già detengono slot orari possono conservarle anche l'anno successivo nella misura dell'80%. E la nuova Alitalia disponeva di un numero di slot elevatissimo. Ovvio che, in questo particolare momento, stia cercando di conservare tutti quelli più redditizi, anche dove ha diminuito i voli. E la Torino-Roma (quasi 1 milione di passeggeri l’anno) è la seconda rotta italiana per redditività dopo la Milano Linate-Roma.

Cosa accadrà? Blu Express scalpita perché i tempi sono stretti, infatti è bene mettere in vendita i voli almeno due mesi prima. Mentre Assoclearance ha preso tempo. E’ scesa in campo anche l’Associazione Fly Torino, il cui presidente Valentino Magazzù fa sapere: «Ci impegniamo a vigilare, riservandoci di ricorrere in tutte le sedi opportune, affinché le compagnie low cost siano messe in condizione di continuare a offrire il loro servizio tra Torino e Roma (e su tutte le altre tratte) in maniera ottimale, in modo da garantire una valida alternativa tariffaria al prodotto offerto da "Alitalia-Compagnia Aerea Italiana spa", che su Torino opera con aeromobili ed equipaggi dell'acquisita AirOne».
Qualcuno si attende da Comune, Provincia e Regione (fra l’altro comproprietari dell’aeroporto di Caselle), un deciso intervento.
 
Il principale motivo della coppia AZ/AP è la market share domestica oltre il 50% dal giorno uno con garantite delle rendite in monopolio per molti mesi (o forse anni).

Solo questa ragione giustifica l'intera operazione.

Pensa la cordata che risparmiava 300 milioni per l'acquisto di AP e questa, oltre ad avere una market share maggiore della nuova AZ sul domestico, si legava ancora di più a LH.

Quindi l'intera operazione deve essere vista anche sotto una più ampia visione commerciale/strategica.

questo sì...tutto per favorire il mercato (il loro)..:))
 
comunicato ANPAC

Roma, 26 gennaio 2009 CIGS Air One Air One Cityliner Fonti autorevoli ed attendibili hanno riportato alla nostra attenzione che il progetto della società CAI-ALITALIA per ciò che attiene il nostro medio prossimo futuro sarà quello di proclamare lo stato di crisi di Air One, con lo scopo di porre i dipendenti di Air One ed Air One Cityliner in CASSA INTEGRAZIONE. Il fine sarebbe duplice ed in entrambi i casi conveniente per la nuova realtà aeronautica. In primo luogo avrebbero degli indubbi sgravi fiscali con conseguente abbassamento dei costi (abbiamo visto tutti quale attenzione CAI ponga nella gestione economico-amministrativa a tutto discapito dei diritti dei lavoratori). In secondo luogo poi potrebbero gestire le riassunzioni e l’accettazione del nuovo contratto in tutta autonomia e libertà; il tutto a discapito di quanto da noi acquisito in termini di normativa di impiego e di impianto economico, durante tutti gli anni di persistenza in Air One. La notizia al momento ha una valenza solo ufficiosa, ma quando sarà confermata e resa ufficiale, genererà risvolti CATASTROFICI per tutta la NOSTRA CATEGORIA!!! In tal senso va sottolineato che le RSA UP ed ANPAC hanno sottoscritto un accordo con Air One dove richiedevano un’apertura di un tavolo di confronto con CAI alla presenza dei soli Rappresentanti di Categoria Air One, evitando il coinvolgimento di sindacalisti non facenti parte di Air One stessa. Questo confronto si era reso necessario proprio per aprire un canale informativo e di confronto ufficiale onde poter far chiarezza sul nostro immediato futuro. Tale accordo accettato in un primo momento, veniva di fatto disconosciuto da CAI poiché le sigle confederali hanno opposto un netto rifiuto alla presenza al tavolo Air One – CAI, delle RSA UP ed ANPAC Air One. Così facendo i Piloti Air One verrebbero rappresentati da sigle confederali che rappresentano una minima parte della popolazione intera del PNT AP !!!! Punto Primo: La Cassa Integrazione ha una durata complessiva di 7 anni (composta da: 4 anni di CIGS + 3 di MOBILITA’. Durante gli anni di CIGS, c’è possibilità di reintegro, per noi ipotesi abbastanza remota, mentre negli anni di Mobilità non c’è alcuna possibilità di reintegro, essendo quest’ultima destinata ad accompagnare il lavoratore al termine della sua prestazione impiegatizia. Inoltre, la CIGS di 7 anni, parte come conteggio da ottobre 2008, viene quindi calcolata non da quando il Singolo è posto in CIGS + 7 anni, bensì da quando il singolo vi è posto fino ad ottobre 2012 per ciò che concerne la CIGS e fino a Ottobre 2015 in Mobilità. Punto secondo: La lista CIGS nella quale verranno inseriti i Piloti AirOne ed AirOne Cityliner è unica per tutto il Gruppo CAI (come da accordi sottoscritti dai sindacati confederali “FIT CISL in primis”), e si avvale come parametro unico della data di assunzione nelle rispettive Compagnie. I Piloti del Gruppo AirOne, con la propria anzianità di compagnia, finirebbero inevitabilmente in fondo alla lista CIGS con le dovute conseguenze che tutti voi potete ben immaginare, in merito alle possibilità di reintegro!!! Le RSA di ANPAC e di UNIONE PILOTI sono attive per scongiurare un simile disastro Vi esortiamo, oggi come non mai, a sostenere con tutto il vostro supporto le azioni che, congiuntamente, verranno intraprese dalle nostra RSA. PER IL NOSTRO ED IL VOSTRO FUTURO RSA ANPAC - UNIONE PILOTI AIRONE
 
Immagino che, presto, per farla breve e rapida seguirà un calendario relativo ai voli che verranno effettuati da AZ e AP nei giorni di sciopero che sicuramente seguiranno...
 
Solo philips ha annunciato oggi 6000 licenziamenti.
non mi stupirebbe che in via camperio avessero fatto male i conti.
In italie l'unico contento e' silvio...e lo credo bene....
 
Ma come fanno a mettere in stato di crisi Airone, che è appena stata acquisita da CAI con capitali freschi?

A me sembra fantascienza...


Cosa centra l'acquisto con la situazione di Air one. I capitali cosidetti freschi sono andati a Toto, non ad Air one. Non è la prima volta che uno acquista una ditta in difficoltà per sanarla, anche con l'aiuto di stato.
 
Cosa centra l'acquisto con la situazione di Air one. I capitali cosidetti freschi sono andati a Toto, non ad Air one. Non è la prima volta che uno acquista una ditta in difficoltà per sanarla, anche con l'aiuto di stato.

gira la ruota gira...
ma perchè proiettano sempre lo stesso film?
 
Non sarebbe ora ??

Sindacato unico dei piloti di linea italiani ?
Noooo, aspettiamo ancora un po' .
Continuamo a giocare a chi c'e l'ha piu' lungo.

Old Crow
 
Stato
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