Thread Alitalia/Cai 17-18 dicembre


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Quest'articolo fa iniziare meglio la giornata :D

Piccola nota: A. Cavola, segretario nazionale del SdL, non ha ricevuto la lettera di assunzione in CAI. Questo per far capire che i sindacalisti non hanno una via preferenziale come qualcuno qui dentro ha voluto far credere.
 
Ultima modifica da un moderatore:
Ma le vicende delle famiglia Toto a Pescara non interessano nessuno? Credo che una riflessione sui nostri eroi di CAI vada fatta. Più o meno tutti hanno dato o stanno per dare in termini di condanne, patteggiamenti ed indagati. Una bella compagine, non c'è che dire.
 
Ma le vicende delle famiglia Toto a Pescara non interessano nessuno? Credo che una riflessione sui nostri eroi di CAI vada fatta. Più o meno tutti hanno dato o stanno per dare in termini di condanne, patteggiamenti ed indagati. Una bella compagine, non c'è che dire.

Ecco il moralizzatore di turno...chi in Italia a quei livelli, non è mai stato indagato?
 
Piccola nota: A. Cavola, segretario nazionale del SdL, non ha ricevuto la lettera di assunzione in CAI. Questo per far capire che i sindacalisti non hanno una via preferenziale come qualcuno qui dentro ha voluto far credere.

Credo che si riferissero ai crew di condotta.
 
http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=12801&sez=HOME_INITALIA&npl=&desc_sez=

Ma British rilancia: valutiamo ingresso in Cai

ROMA (17 dicembre) - British Airways (Ba) si rimette in pista per una partnership anche azionaria con la Nuova Alitalia. In vista della decisione finale sulla scelta del partner attesa entro fine anno anche gli inglesi, oltre a Lufthansa (vedere altro articolo) e a Air France che sembra avere la corsia privilegiata, vogliono stringere i tempi e soprattutto potrebbero rilanciare. Ieri mattina nel corso dell’incontro alla Magliana fra Rocco Sabelli e l’a.d. di Ba William Walsh, si sarebbe affrontato lo schema dell’alleanza commerciale e industriale, ritenuta dal pilota di Cai estremamente interessante e vantaggiosa. Ma Sabelli avrebbe anche rimarcato che per i nuovi investitori determinante sarebbe anche la partnership azionaria.

E contrariamente alle posizioni espresse anche ieri da Walsh in un’intervista a Il Sole 24 ore, il manager londinese si sarebbe riservato una decisione rinviando la risposta al prossimo fine settimana. La svolta potrebbe riaprire i giochi sull’alleato internazionale della nuova compagnia. Air France fa pressing, vuol chiudere entro Natale, acquistando il 25% per una somma anche superiore a 250 milioni: Roberto Colaninno, Sabelli e Jean Cyril Spinetta si dovrebbero incontrare domani ma è possibile che per una concomitanza di impegni, la riunione scivoli al giorno dopo o al massimo entro lunedì, giorno entro cui sicuramente Ba avrà sciolto la riserva. Incontri con Lufthansa al momento non sono in calendario ma il rilancio degli inglesi sul piano azionario li farebbe balzare nelle prime posizioni. Il piano Ba presenta sinergie di qualche centinaia di milioni attraverso una collaborazione esclusiva sulle rotte per il Sud Europa, l’est Europa e il Far east. In pratica convoglierebbe attraverso i principali scali italiani di Roma e Milano - considerandoli entrambi di primo piano - i loro clienti diretti verso Singapore, Mombai, Nuova Delhi, la Corea e Pechino. Rispetto a Air France e Luthansa, la posizione geografica di Ba presenta meno aree di overlapping, cioè sovrapposizioni, per rotte e destinazioni.

Discriminante diventa l’ingresso nel capitale di Cai con relativo investimento visto tra l’altro che i 21 soci italiani coprono fino a 847 milioni (di cui 437,7 versati) l’aumento di capitale già deliberato per 1,1 miliardi. Sabelli sarebbe stato chiaro e perentorio con Walsh forte di una posizione condivisa dai principali azionisti. In questa situazione tornata fluida, il cda di Cai non sarebbe stato ancora convocato per la scelta definitiva.
 
tenendo il piano della discussione al tuo livello, in effetto sono perfettamente d'accordo che nulla sia scontato.

Così come tu concorderai senz'altro com me che non è neppure scontato che la reggina non riuscirà a vincere il campionato. E questo fino a quando non lo dirà la matematica.

Quanto a quello che tu consideri "mie rivelazioni" queste sono solo mie considerazioni critiche derivanti proprio dagli articoli di stampa.
E da uno come te che ripete a pappagallo quello che legge non capisco proprio come possa considerare ancora "delirante" quanto dico anche dopo la dicharazione di sabato di Colannino il quale ha testualmente detto: "noi non abbiamo comprato slot, gli slot non si possono vendere"

Ciok,

il fatto che i tuoi post siano considerati deliranti non lo dico solo io, ma grosso modo tutto il resto del forum.

Chiediti il perchè e datti anche una risposta, come direbbe Marzullo.
 
Piccola nota: A. Cavola, segretario nazionale del SdL, non ha ricevuto la lettera di assunzione in CAI. Questo per far capire che i sindacalisti non hanno una via preferenziale come qualcuno qui dentro ha voluto far credere.
Cavola non ha firmato accordi con CAI ci si riferiva ai sindacalisti firmatari di accordi.
 
Articolo Dal sito Inviato speciale

Alitalia: il dolore di essere assunti
Vanno avanti le procedure di inserimento in Cai dei dipendenti Alitalia. Il metodo lascia sempre più stupiti, mantre si hanno notizie di discriminazioni ai danni di sindacalisti.
Assunzioni come si fosse ad una biglietteria della stazione: dove, quando, ecco il biglietto, due giorni per decidere. La vita in un ‘Kit’, perchè così vengono definite con un linguaggio ‘pornografico’ le quattro lettere che Cai presenta ai suoi futuri dipendenti. A Fiumicino, Linate e Venezia funziona così l’arruolamento nella ‘nuova Alitalia’.
Nel fantomatico ‘kit’ ci sono quattro lettere: una di dimissioni da Alitalia, un’altra nella quale il commissario straordinario Augusto Fantozzi le accetta, una proposta di assunzione e poi la lettera vera e propria di assunzione.
Tutto però è virtuale, perchè l’effetto delle dimissioni parte dalla data di assunzione da parte di Cai, che però rende effettivo il rapporto di lavoro solo quando otterrà certificato di operatore aereo (Coa) da parte dell’Enac. Domani, tra una settimana, a gennaio, chi lo sa?
Così il lavoratore, per quanto riguarda Roma, entra nell’edificio del Centro Equipaggi di Fiumicino portandosi dietro mesi difficili ed umilianti e ne esce con un’umiliazione ancora maggiore e, qualche volta con una sopresa di Natale. Si, perchè la destinazione non è detto sia la città in cui si vive. Alcuni, senza che gli sia stato spiegato perchè, sono stati spostati a Milano.
Il comportamento di chi ha ‘pensato’ a questa formula operativa lascia stupefatti. L’insensibilità, la durezza, il trasformare un processo produttivo in una incomprensibile tortura per le persone non fa parte di nessuna strategia di gestione del personale conosciuta.
Ecco nello specifico il contenuto delle lettere. In quella di dimissioni il lavoratore comunica di dimettersi, chiedendo l’esonero dal preavviso. Si spiega al lavoratore che il tutto avrà corso solo dopo l’assegnazione del Coa. nella seconda, quella di Fantozzi, il commissario comunica la ricezione della lettera con l’accettazione delle dimissioni e che non c’è interesse alla prestazione del lavoratore nel periodo di preavviso. Pertanto, si legge, ”la esoneriamo dal prestarlo in servizio, confermandole che nulla sarà reciprocamente dovuto a titolo di indennità sostitutiva”. Fantozzi aggiunge che il lavoratore potrà chiedere all’amministrazione straordinaria ”le ulteriori spettanze di fine rapporto a lei dovute nelle forme di legge”. Il commissario scrive infine: ”Nel ringraziarLa per l’attività da Lei svolta e nell’augurarLe i migliori successi per il Suo futuro professionale, Le inviamo cordiali saluti”. Poi c’è quella di ‘proposta di assunzione’, nella quale si ricorda che Cai ”intende dare vita ad una nuova Compagnia Aerea destinata a competere sul mercato nazionale ed internazionale. In applicazione delle intese raggiunte con le organizzazioni sindacali il 31 ottobre e il 14 novembre 2008 siamo lieti di comunicarle la nostra proposta di assunzione con contratto di lavoro a tempo indeterminato”. Per procedere, Cai allega in duplice copia il contratto di lavoro da firmare per ”integrale accettazione” di cui una dovrà essere restituita entro 48 ore a mano alla struttura aziendale che ha consegnato il kit o via fax. L’accettazione può avvenire anche via email scrivendo ”accetto la proposta di assunzione”. Contro ogni disguido, è consigliata la restituzione dell’originale. Superate le 48 ore o se Cai non riceve l’accettazione la proposta decade. Essendo beneficiario di cigs, il dipendente è invitato, assieme all’azienda, a provvedere ai necessari adempimenti. Infine c’è la ‘lettera di assunzione’ vera e propria, nella quale sono indicate le condizioni: durata (a tempo indeterminato, decorrenza, (che è la data di rilascio del Coa) luogo di lavoro fra le sei basi (Roma, Milano, Torino, Venezia, Napoli, Catania) e per il personale navigante il tipo di aeromobile e la qualifica. Per la retribuzione mensile ci si adegua al contratto collettivo Cai e agli accordi sul trattamento applicabile al personale già dipendente da società del gruppo Alitalia del 31 ottobre e del 14 novembre scorsi.
Alcuni testimoni avrebbero visto un certo numero di ‘futuri dipendenti Cai’ uscire dall’edificio del Centro Equipaggi piangendo, probabilmente colpiti più dal modo in cui il tutto avviene che dal fatto in sé stesso. Certo un’azienda che parte con queste premesse si presenta con un pessimo biglietto da visita.
Ad eccezione dell’Sdl tutti i sindacati sono scomparsi da Fiumicino e non se ne vede l’ombra, così che i lavoratori non dispongono quasi di nessuna assistenza. Però, in serata, la Filt Cgil ha avuto un sussulto ed ha comunicato di ritenere “inaccettabile il comportamento tenuto dal management Alitalia nella gestione della consegna delle lettere di messa in Cigs dei lavoratori del Gruppo. Comportamenti polizieschi, offensivi della dignità di tutti i lavoratori, che oltre a farsi carico della prospettiva della Cassa integrazione debbono sopportare atteggiamenti volutamente umilianti da parte dei dirigenti e/o ex dirigenti Alitalia. Anche i criteri utilizzati dal Commissario Straordinario per la messa in cassa integrazione dei lavoratori, risultano tutt’altro che trasparenti, con evidenti contraddizioni che aggiungono al danno la beffa. Per questo si conferma la necessità di avviare in tempi rapidissimi la verifica di quanto sta accadendo, riposizionando la vertenza in un ambito di legittimità e di rispetto degli accordi. Tutto ciò mentre il Premier brinda con i patrioti alla riuscita dell’operazione”.
A questo punto l’atteggiamento della Cgil sorprende, e indigna. Da mesi il personale Alitalia sta affrontando un viaggio nell’incubo e della durezza delle procedure di assunzione, così come del clima complessivo anche InviatoSpeciale scrive da tempo. Come è possibile che un’organizzazione con la tradizione della Cgil ’scopra’ gli eventi solo ora e sia letteralmente latitante? Com’è possibile rifletta sulle modalità di messa in cassa integrazione di numerosissimi lavoratori dopo giorni e giorni?
L’aver accettato gli accordi, non aver vigilato, il rendersi conto in ritardo dei contenuti reali dell’intero presunto salvataggio di Alitalia e insistere in un atteggiamento che accetta come quasi ineluttabile il destino riservato a centinaia di cittadini-lavoratori, salvo diffondere un comunicato alle 19,41 di ieri, mentre questa specie di ‘via della penitenza’ si snoda da tempo è davvero un segnale di quanto in questo Paese il rispetto stesso dei diritti civili sia in una situazione di grave difficoltà.
Inutile descrivere quale sia lo stato d’animo della gente Alitalia, ma è importante sottolineare che considerato il tipo di lavoro da loro svolto e la indispensabile necessità, per motivi di sicurezza, di operare nelle migliori condizioni psicofisiche possibili, la responsabilità di chi ha immaginato la dinamica delle procedure in corso manifesta un livello di professionalità estremamente basso, se non una certa dose di irresponsabilità.
Sempre in serata Alfonso Gianni, Rosi Rinaldi e Alfiero Grandi, rispettivamente sottosegretari allo Sviluppo economico, al Lavoro e all’Economia nel governo Prodi, hanno reso pubblico un comunicato nel quale si legge: ”La decisione della Cai di escludere Andrea Cavola, segretario nazionale del SdL intercategoriale, dalle nuove assunzioni nella compagnia che ha rilevato Alitalia e di porlo a partire dall’1 dicembre in cassa integrazione, rappresenta un evidente e inaccettabile atto di discriminazione anti sindacale”.
Andrea Cavola, con 31 anni di anzianità in Alitalia e inquadrato nel ‘Controllo di gestione’, ”è stato ed è uno dei protagonisti nel confronto con la nuova proprietà ed è tra i dirigenti sindacali che, con il pieno conforto dei propri iscritti, hanno motivatamente rifiutato le condizioni poste dalla Cai e il conseguente accordo - spiegano Gianni, Rinaldi e Grandi - Ma proprio per questo motivo la scelta della nuova proprietà appare pesantemente discriminatoria, in quanto dimostra la sua indisponibilità al prosieguo di un serio confronto con una controparte sindacale così rappresentativa di lavoratrici e lavoratori della compagnia e nello stesso tempo mette in luce la sua concezione di un’azienda fatta solo da personale ubbidiente”.
Nella nota si osserva che ”nella mente dei nuovi dirigenti vi è evidentemente la convinzione che si possono distribuire ai dirigenti sindacali premi o punizioni a secondo del loro comportamento nella trattativa. Siamo quindi ben oltre - hanno concluso i tre ex membri del governo Prodi - le norme antidiscriminatorie contenute nello Statuto dei diritti dei lavoratori”.
La ‘cordata patriottica’, sempre alla ricerca del partner straniero, ieri ha incontrato il numero uno di British Airways, Willie Walsh. Secondo fonti di agenzia la riunione è stata ”interessante e proficua” e si è incentrata su possibili sinergie commerciali. British Airways sarebbe interessante per i collegamenti con il bacino Nord Atlantico e, attraverso Iberia, con quello del Sud America. Cai, invece, potrebbe essere per il vettore britannico interessante per i collegamenti con l’estremo Oriente, in particolare India e Cina, con il sud dell’Europa e il nord Africa. Al momento, però, sarebbe esluso un ingresso nel capitale di Cai, a differenza delle proposte avanzate da Lufthansa e Air France-Klm. ”Non puntiamo a un’intesa azionaria, ma la nostra proposta non è neppure complementare alle prese di partecipazione altrui. E’ alternativa e incompatibile”, ha chiarito Walsh in alcune dichiarazioni pubblicate su ‘Il Sole 24 ore’.
Altra nota di cronaca di ieri. I presidenti di ANPAC e UP, Fabio Berti e Massimo Notaro, hanno incontrato ieri a Parigi i loro omologhi francese ed olandese Patrick Auguin e René de Groot per discutere della situazione creatasi in Italia con la vendita di Alitalia e CAI. Nel corso della riunione ANPAC e UP, che attualmente rappresentano la maggioranza dei piloti di linea italiani, hanno reso noto che dal 23 dicembre sarà attivo l’accordo programmatico che si concluderà con la fusione delle due associazioni.
Ieri intanto è stato operato l’ultimo volo per l’aereo Boeing 767 di Air Europe, la più antica compagnia charter italiana: “Dopo aver raggiunto gli hangar del lessor, il titolare del leasing cambierà vita e livrea”. Acquistata da Cai, insieme a Volare, “Air Europe non è più funzionale al nuovo gruppo che, nell’attesa di decidere che cosa fare del marchio e dei diritti, intanto sospende l’attività”.
Di origine inglese, il vettore fu rilevato da Lupo Rattazzi, Giuseppe Gentile e Antonello Isabella all’inizio degli anni ‘90, proprio all’avvio della prima liberalizzazione dei cieli. Lanciò il charter in Italia e acquisì anche i primi diritti di linea, sempre per destinazioni turistiche. Swissair comprò il 49 per cento delle azioni e attraverso questa avvenne l’unificazione con Volare, altra partecipata degli svizzeri. Al declino di Swissair, Air Europe restò alla coppia Gino Zoccai e Vincenzo Soddu. Il gruppo visse fino alla liquidazione (2004), dopodiché il vettore charter fu comprato da Alitalia, battendo AirOne. Adesso anche per Air Europe fine.
Sul piano generale del trasporto aereo si annuncia una fine d’anno molto calda nei cieli europei. La fase di consolidamento non sembra, infatti, essersi attenuata e diversi segnali fanno intuire nuovi e importanti movimenti da parte delle compagnie aeree del Vecchio Continente. Al centro dell’attenzione, ancora una volta, il colosso tedesco Lufthansa: dopo il tris di acquisizioni (Brussels, Bmi e Austrian) e il lancio di Lufthansa Italia, potrebbe ora essere la volta della Sas ad entrare nell’orbita dei tedeschi. Secondo numerose indiscrezioni, infatti, le due compagnie avrebbero riaperto le trattative e si attende una definizione per l’inizio del 2009. Sempre Lufthansa è anche coinvolta nella ricerca di un partner internazionale da parte di Alitalia, insieme ad Air France-Klm e a British. Molti i movimenti in atto anche in Gran Bretagna e Irlanda: British Airways è infatti al lavoro per un’alleanza a tre con Qantas e Iberia (nella quale potrebbe venire coinvolta anche American Airlines), mentre Ryanair non si arrende di fronte ai no di Aer Lingus e ieri ha deciso di forzare la mano incontrando direttamente gli azionisti per fare decollare un’opa ostile. I vertici di Aer Lingus, per controbattere, si stanno muovendo alla ricerca di un alleato e guardano con attenzione ad Air France-Klm. Insomma, una situazione che fa presupporre un 2009 molto intenso per il trasporto aereo.

Inviato Speciale
 
@Inviato Speciale

articolo scritto da chi non vuole vedere la realtà.

AZ è fallita e i dipendenti anzichè essere senza lavoro come accade in gran parte del mondo hanno in mano un nuovo contratto di lavoro o la garanzia di 7 anni di ammortizzatori sociali.

Anzichè lamentarsi bisognerebbe essere solo contenti.
 
@Inviato Speciale

articolo scritto da chi non vuole vedere la realtà.

AZ è fallita e i dipendenti anzichè essere senza lavoro come accade in gran parte del mondo hanno in mano un nuovo contratto di lavoro o la garanzia di 7 anni di ammortizzatori sociali.

Anzichè lamentarsi bisognerebbe essere solo contenti.

Quoto, in più ricordo che se non gli va bene il nuovo contratto nessuno li obbliga a restare. L'azienda in cui lavoro mi fa arrabbiare? Bene, mi cerco un altro lavoro, non mi metto mica a bloccare la produzione, le autostrade, le ferrovie, non faccio mica lo sciopero della fame. Mi cerco un altro lavoro, niente di più semplice!
 
i

martedì 16 dicembre 2008
Cai decolla senza cash (Alitalianerie)

Il presidente dell'Enac, ente responsabile della regolazione tecnica del trasporto aereo, ha rilasciato ieri un'interessante dichiarazione dalla quale si possono desumere diverse informazioni su come sarà la nuova Alitalia che decollerà il 13 gennaio. Come ha scritto l'Ansa:


Riggio ha ... confermato di ritenere congruo il capitale necessario per poter concedere la nuova licenza ad Alitalia: ''siamo un po' stretti ma ci stiamo''. Il presidente dell'Enac ha infatti ricordato che la spesa attuale della compagnia e' tra i 60 e i gli 80 milioni al mese, che equivalgono a circa 250 milioni in tre mesi''. Questa cifra corrisponderebbe alla linea di credito che puo' vantare Alitalia. '' Il regolamento europeo e' tassativo: non si puo' avere licenza senza avere la capacita' di stare in piedi da soli, senza entrate, per almeno 3 mesi'' ha concluso Riggio.


Da questa dichiarazione si desume che:


La nuova Alitalia decollerà molto piccola e inizialmente utilizzerà solo la parte acquisita dal Commissario, senza integrare AirOne che continuerà a volare con la sua sigla e a funzionare come società autonoma, anche se totalmente partecipata da Cai.
La scelta di non integrare AirOne da subito sembra dettata (anche) dall'esigenza di rispettare i requisiti finanziari richiesti dalle norme comunitarie per il rilascio della licenza alle nuove compagnie: disporre di risorse finanziarie (liquide o fideiussioni) sufficienti a coprire i costi di tre mesi di operatività senza includere nelle medesime i ricavi attesi. L'incorporazione delle attività di AirOne avrebbe fatto salire tale requisito per la nuova società mentre il mantenimento come vettore separato, che già dispone della licenza e non è soggetto a verifica del requisito richiesto per gli start up, evita questo inconveniente.
Poichè il piano Cai prevede per il 2009 ricavi aeronautici per 3,7 miliardi, è ipotizzabile che i costi per l'operatività del primo trimestre ammontino (escludendo gli ammortamenti dei velivoli di proprietà) a circa 800 milioni di euro, dei quali 150-200 riferibili alla componente AirOne e 600-650 alla componente ex Alitalia.
Poichè Riggio parla di soli 250 milioni di costi in tre mesi anzichè 600-650 se ne può dedurre che, salva l'ipotesi di concessione di sconti da parte di Enac sul rispetto del requisito comunitario alla quale non credo, la parte ex Alitalia avrà un debutto molto contenuto, con un piccolo numero di voli offerti. Con un costo di 250 milioni in tre mesi, corrispondenti a 2,8 milioni al giorno si possono sostenere non più di 300 voli al giorno.
Questo numero evidenzia il ridimensionamento di Alitalia: solo un paio d'anni fa arrivava a 1050-1100 voli al giorno, scesi a circa 800 dopo il ridimensionamento dell'Aprile 2008 e progressivamente diminuiti sino a poco più di 200 nel mese di novembre.
Poichè è stato dichiarato su più fronti che Alitalia avrebbe aumentato l'offerta nel periodo natalizio sino a 350 voli quotidiani, se i numeri citati da Riggio sono corretti non dobbiamo attenderci ulteriori incrementi di offerta in gennaio, con l'arrivo effettivo di Cai ai comandi operativi; è anzi probabile che un pò di voli sinora realizzati con codice Alitalia siano trasferiti alla parte AirOne. Come sostenuto in più occasioni, il piano Cai chiude di fatto Alitalia per proseguire le attività aeronautiche di AirOne sotto le insegne di Alitalia.
Un'altra informazione interessante fornita dal Presidente Riggio è che la disponibilità Cai per rispettare il requisito finanziario richiesto dal regolamento europeo non sarebbe coperta 'cash' bensì tramite linee di credito. Da questa notizia possiamo desumere che i soci di Cai non abbiano nessuna intenzione di conferire la seconda parte del capitale sociale sottoscritto. Ricordiamo che il capitale sociale previsto era ed è di 1,1 miliardi, che quello effettivamente sottoscritto dai 'patrioti che guadagnano' è sceso, dopo diverse defezioni, a 850 milioni e che per ora solo 450 sono stati effettivamente versati. Di essi 100 rappresentano la prima rata pagata per l'acquisto della vecchia Alitalia, 80 l'importo dovuto al Commissario per gli oneri di gestione sino alla presa in carico operativa di gennaio e 300 la parte cash per l'acquisto di AirOne che sarà versata a Toto entro fine dicembre (ma egli lascierà 60 milioni come sua quota nella nuova Alitalia). Il totale fa 420 milioni, sostanzialmente quasi in gradi di esaurire i 450 versati.
Possiamo pertando desumere che Cai partirà in gennaio avendo in cassa solo 30 milioni conferiti dai soci (i costi di pochi giorni di funzionamento dell'azienda) e dovrà fare affidamento a prestiti bancari, le prenotazioni dei clienti e l'arrivo del deus ex machina d'oltralpe.
Ma se i soci italiani non completeranno entro il 12 gennaio, periodo del masssimo fabbisogno finanziario, il versamento del capitale sottoscritto si può dubitare che vorranno farlo mai. In tal caso, tuttavia, il peso del socio straniero sarebbe da subito molto più consistente.
Abbiamo a questo punto desunto l'orizzonte temporale dell'investimento dei soci di Cai: (usando le parole di Woody Allen) take the money and run.

Pubblicato da ugo arrigo a 18.06
 
...
AZ è fallita e i dipendenti anzichè essere senza lavoro come accade in gran parte del mondo hanno in mano un nuovo contratto di lavoro o la garanzia di 7 anni di ammortizzatori sociali.

Anzichè lamentarsi bisognerebbe essere solo contenti.
A lamentarci ci pensiamo noi che paghiamo il conto :D
 
un'interessante dichiarazione dalla quale si possono desumere...

Da questa dichiarazione si desume che...

Poichè Riggio parla di soli 250 milioni di costi in tre mesi anzichè 600-650 se ne può dedurre che...

Da questa notizia possiamo desumere...

Possiamo pertando desumere che...

Abbiamo a questo punto desunto...

Pubblicato da ugo arrigo a 18.06

Ma Arrigo, qualcosa di certo non riesce mai a scriverlo?
 
L'articolo dell'inviato speciale racconta una quantità di cagate impressionanti, con un linguaggio degno della peggiore dottrina sindacalista che si possa immaginare.

Nessuno può negare che ci siano state soprese amare per alcuni dipendenti, in certi casi meritate, in altri decisamente gratuite e non spiegabili razionalmente, ma ciò che è descritto in quell'articolo è ben lungi dal rappresentare la realtà.
 
Ma British rilancia: valutiamo ingresso in Cai
di Rosario Dimito
ROMA (17 dicembre) - British Airways (Ba) si rimette in pista per una partnership anche azionaria con la Nuova Alitalia. In vista della decisione finale sulla scelta del partner attesa entro fine anno anche gli inglesi, oltre a Lufthansa (vedere altro articolo) e a Air France che sembra avere la corsia privilegiata, vogliono stringere i tempi e soprattutto potrebbero rilanciare. Ieri mattina nel corso dell’incontro alla Magliana fra Rocco Sabelli e l’a.d. di Ba William Walsh, si sarebbe affrontato lo schema dell’alleanza commerciale e industriale, ritenuta dal pilota di Cai estremamente interessante e vantaggiosa. Ma Sabelli avrebbe anche rimarcato che per i nuovi investitori determinante sarebbe anche la partnership azionaria.

E contrariamente alle posizioni espresse anche ieri da Walsh in un’intervista a Il Sole 24 ore, il manager londinese si sarebbe riservato una decisione rinviando la risposta al prossimo fine settimana. La svolta potrebbe riaprire i giochi sull’alleato internazionale della nuova compagnia. Air France fa pressing, vuol chiudere entro Natale, acquistando il 25% per una somma anche superiore a 250 milioni: Roberto Colaninno, Sabelli e Jean Cyril Spinetta si dovrebbero incontrare domani ma è possibile che per una concomitanza di impegni, la riunione scivoli al giorno dopo o al massimo entro lunedì, giorno entro cui sicuramente Ba avrà sciolto la riserva. Incontri con Lufthansa al momento non sono in calendario ma il rilancio degli inglesi sul piano azionario li farebbe balzare nelle prime posizioni. Il piano Ba presenta sinergie di qualche centinaia di milioni attraverso una collaborazione esclusiva sulle rotte per il Sud Europa, l’est Europa e il Far east. In pratica convoglierebbe attraverso i principali scali italiani di Roma e Milano - considerandoli entrambi di primo piano - i loro clienti diretti verso Singapore, Mombai, Nuova Delhi, la Corea e Pechino. Rispetto a Air France e Luthansa, la posizione geografica di Ba presenta meno aree di overlapping, cioè sovrapposizioni, per rotte e destinazioni.

Discriminante diventa l’ingresso nel capitale di Cai con relativo investimento visto tra l’altro che i 21 soci italiani coprono fino a 847 milioni (di cui 437,7 versati) l’aumento di capitale già deliberato per 1,1 miliardi. Sabelli sarebbe stato chiaro e perentorio con Walsh forte di una posizione condivisa dai principali azionisti. In questa situazione tornata fluida, il cda di Cai non sarebbe stato ancora convocato per la scelta definitiva.

Il Messaggero




Non è che alla fine, tra i 2 litiganti (AF e LH) il terzo (BA) gode?
 
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