Allora, partendo dal presupposto che siamo in Italia, che il mercato italiano e' una cosa a se' rispetto a quello europeo sia per particolarita' territoriale, sia per competenza interna al mercato aereo, sia per criticita' di pensiero italiano. Una compagnia italiana, a mio avviso non ha futuro nel suo stesso paese senza essere un po' straniera. Mi spiego meglio, noi italiani ormai abbiamo "preso" l'abitudine di pensare che qualsiasi cosa fatta da noi ha in qualche modo qualche "errore" politico o aggancio. Cosa che per certi versi e' assolutamente vera, mentre per gli stranieri no, gli stranieri sono bravi e belli e ci sanno fare.
Quando parliamo di Ryanair, parliamo di una compagnia che ha un immagine di low cost, pure se dai 10 euro iniziali si passa quasi certamente ai 50/60€ per tutti vari servizi che quest'ultima mette a "disposizione" se pure altre compagnie le danno gratis, quando poi la paragoniamo ad una compagnia nostrana, rinfacciamo sempre a quest'ultima il fatto che magari ha un operativo sbagliato, che ha un appoggio all'enac ecc.. Sempre prendendo pero' come spunto senza quasi mai un accenno di criticita' di FR che prende volentieri e senza batter ciglio sovvenzioni da qualsiasi aeroporto italiano e non.
Ora, il mercato italiano, per colpa dei vettori stessi nostrani sia per quelle che vengono chiamate low cost straniere o locuste e' arrivato in un punto molto fragile e abbastanza importante a mio avviso. Ci troviamo infatti in uno scenario che si puo' definire catastrofico, ma allo stesso tempo miracoloso. Difatti l'entrata prepotente dell'ultimo anno di una "distruzione" di quello che era un monopolio interno di Alitalia, Meridiana e AirOne per i collegamenti nazionali a poco a poco e' stato inclinato da quelle compagnie a basso costo che tutti auspicano per lo sviluppo del proprio aeroporto. La velocita' di caduta del nostro mercato e' stata piu' rapida del previsto e la congiuntura dell'evoluzione del prezzo del petrolio e la crisi mondiale ha ancora di piu' fatto sentire questa criticità del sistema Italia. L'approdo di Lufthansa Italia nell'aeroporto di Malpensa e' di questa una conseguenza ben leggibile di quello che e' il mercato italiano e soprattutto delle potenzialità che noi italiani non abbiamo voluto/saputo sfruttare. Mi posso riferire ad Alitalia, come per AirOne o Meridiana/Eurofly. Nel bene o nel male, Malpensa con il suo bacino economico e finanziario e'/era un occasione unica che in qualsiasi altro stato mondiale, una compagnia qualsiasi con la disponibilita' di mezzi avrebbe scelto senza pensarci due volte, magari chiudendo le operazioni in un aeroporto da un giorno all'altro per poter sfruttare appieno questa possibilità.
Ma la scelta di non seguire malpensa, e' una scelta coerente nella mentalità italiana, come pure per la clientela italiana che avrebbe visto in una compagnia tricolore, una di second'ordine come una scelta provvisoria o tirata per i capelli e quindi avrebbe volato lo stesso su altri lidi invece di investire egli stesso nel futuro del proprio aeroporto e di una compagnia che investiva.
Riprendendo spunto difatti dal primo paragrafo del mio intervento, una compagnia che voglia entrare o vivere in questo mercato deve prima di tutto cercare un partner straniero che dia credibilità al vettore proprio all'interno del suo stesso mercato primario, cosa incomprensibile magari all'estero ma normalissima nella nostra nazione.
Come strategia di mercato, bhe questi discorsi si possono fare solo con un parco mezzi abbastanza ampio da poter garantire tariffe basse e voli regolari con un pieno rientro di introiti, senza pero' estromettere quei servizi e quelle necessita' che un passeggero business o un semplice passaggero casuale vede anche distrattamente , ma che se pur nella sua piccolezza, fa vedere come alla compagnia interessa il passeggero e non l'occupare un semplice posto nel suo aereo.
Scusate la lunghezza

Josh