Thread Alitalia/Cai 11 novembre

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Passeggeri furiosi: almeno ci dicessero qualcosa.
Un nigeriano: più che un problema Alitalia è un problema Italia



...
La prende tutto sommato con filosofia Abel Abugu, un gigante nigeriano che sarebbe dovuto partire alle 15 per Lagos dopo una permanenza a Napoli per affari. «A Lagos, la mia capitale, una cosa del genere - dice - non sarebbe mai potuta accadere. E poi là ti avrebbero almeno offerto uno spuntino, se non addirittura un pasto e altri generi di conforto. Qui, invece, niente, siamo tutti abbandonati. Non vorrei che accanto a un problema Alitalia, ci fosse un problema Italia».
...

Ha ragione, infatti la Nigeria è un paese noto per il comfort di cui godono i suoi abitanti.

Ciao
Massimo
 
«Meglio se fallite».
La rivolta dei passeggeri


Bloccati a centinaia a Fiumicino e Linate. Hostess sotto assedio, interviene la polizia

ROMA«Vergognatevi». «È meglio se fallite». «Siete privilegiati e vi lamentate pure... ». Sono durissimi i commenti di migliaia di passeggeri, rimasti ieri a terra negli aeroporti di Fiumicino, Linate e Malpensa, tra bagagli smarriti e poche informazioni: al termine della giornata saranno un centinaio i voli annullati solo nella capitale, oltre ai cento partiti con ritardi fino alle 6 ore. Analoga scena a Milano: una cinquantina le cancellazioni.

Allo sciopero bianco dei piloti, che hanno imposto il blocco a tutti gli aerei non in linea al cento per cento con le regole Enac, si è sommata la rivolta selvaggia degli assistenti di volo. Nel principale scalo romano, verso le sei del pomeriggio, intervengono addirittura i poliziotti: formano una specie di cordone per difendere il personale di terra e calmare un gruppo di viaggiatori furibondi quando alcune hostess si allontanano da un check-in assediato. C’è chi le rincorre. «Ma che, scioperate pure?», urla un imprenditore veneto. Equivoco subito chiarito: è solo il cambio turno. Tullia, 50 anni, titolare di un albergo a Perugia, è diretta a Londra per la Fiera mondiale del turismo: «Che schifo, hanno lasciato un Paese a piedi. Sono 20 anni che guadagnano tanto, troppo. Basta privilegi».

Anna Lauro, assessore al turismo del comune di Amalfi, diretta anche lei alla fiera londinese, aggiunge: «Non so se partirò. Credo che la protesta sia una cosa seria e lo sciopero improvviso un’altra. Perché nessuno ci ha informati? Che succederebbe se i medici d’improvviso chiudessero una sala operatoria?». A pochi metri da lei c’è Michael Carter, 32 anni, americano, insegnante in vacanza in Europa. È incredulo: «Mai vista una cosa del genere: solo in Italia...». Ai terminal nazionale e internazionale di Fiumicino, davanti ai banchi delle informazioni, si formano lunghe code con punte di mille viaggiatori in attesa di aggiornamenti. C’è persino chi, riuscito a salire a bordo, è stato invitato a sbarcare: è successo in mattinata sull’Az 60 per Madrid. Lo racconta ancora sconcertata Ileana Petri: «A un tratto una hostess ci ha informato che dovevamo scendere. Ci ha detto: tutto nasce dalla guerra tra piloti e Cai...». «Sinora sono stato solidale con loro, hanno molte buone ragioni per arrabbiarsi—commenta Mario Gerbin, imprenditore diretto ad Accra e rimasto pure lui a terra — ma l’agitazione senza preavviso danneggia tante persone che lavorano.

Il diritto di sciopero è sacrosanto, ma la legge deve essere rispettata». Caos anche ai nastri del trasporto bagagli, con le valigie accumulate in sala riconsegna dopo essere state imbarcate e poi sbarcate per via della cancellazione dei voli: molti passeggeri hanno dovuto attendere ore prima di poterle ritirare. Luigi Tomiazzo, imprenditore veneto sulla rotta di Djerba, taglia corto: «Ho il volo cancellato, non so quando partirò. Avevo appena ripreso a viaggiare Alitalia, per darle fiducia. Dopo quanto accaduto oggi, basta: addio, compagnia di bandiera». Tino Peggion, suo collega, pure lui diretto in Tunisia, è ancora più duro: «Meglio che fallisca, se non è competitiva la sua sopravvivenza, è solo un danno e un peso per le tasche degli italiani ». Rabbia e rassegnazione, la stessa, facce cupe, le stesse, anche tra i tanti passeggeri ostaggi di Linate. Come a Roma, già dalla mattinata, ritardi e cancellazioni nei voli Alitalia. «Lo sciocco sono io che ancora una volta mi sono fidato a prenotare con loro — protesta un avvocato che doveva rientrare a Roma — ma è l’ultima volta! ». «Almeno ci dessero informazioni precise — sbotta un collega napoletano — sapremmo cosa fare». Molti riescono a partire con altre compagnie. Altri rinunciano al viaggio e si mettono in fila per il rimborso. Qualcuno si prepara a passare la notte su una sedia. È l’epilogo di una giornata storta.

Francesco Di Frischia
Corriere della Sera
11 novembre 2008
 
mumble mumble

Settimana prossima devo fare LIN-FRA-LIN on a business trip...

...ho scelto AZ perchè volevo prendere il 319 AZA prima che non fosse troppo tardi...

Leggendo le news stamattina mi prudono le mani...
 
«Meglio se fallite».
La rivolta dei passeggeri


Bloccati a centinaia a Fiumicino e Linate. Hostess sotto assedio, interviene la polizia

ROMA«Vergognatevi». «È meglio se fallite». «Siete privilegiati e vi lamentate pure... ». Sono durissimi i commenti di migliaia di passeggeri, rimasti ieri a terra negli aeroporti di Fiumicino, Linate e Malpensa, tra bagagli smarriti e poche informazioni:

Sono sicuramente tutti disinformati e lettori de "il Giornale". :D

Anna Lauro, assessore al turismo del comune di Amalfi, diretta anche lei alla fiera londinese, aggiunge: «Non so se partirò. Credo che la protesta sia una cosa seria e lo sciopero improvviso un’altra. Perché nessuno ci ha informati? Che succederebbe se i medici d’improvviso chiudessero una sala operatoria?».

Paragone buono ma non del tutto calzante perchè i medici sono una categoria che fa realmente un lavoro socialmente utile.

Ciao
Massimo
 
Scusate la domanda forse un po' banale, invece di ritornare alle trettative con chi ha aderito allo sciopero selvaggio di ieri sera, non sarebbe un più efficace calcione nel sedere, con l'invito a guadagnarsi la pagnotta da qualche altra parte?. Reagan fece così negli anni ottanta con i controllori di volo.
Era stata accennata l'ipotesi della chiamata individuale per il nuovo organico CAI. Ma in pratica cosa dovrebbe realmente succedere nel passaggio del prossimo mese?
Triste dirlo, ma potrebbe essere il momento buono per farla fallire, non se ne può più di uno stato dei fatti in cui a rimetterci sono spesso quelli che pagano il biglietto. Ma forse la prossima volta ci penseranno due volte prima di prenotare ancora con AZ.

Perdono la domanda banale e rispondo con una considerazione da me già fatta.... è chiaro che CAI non ha molto interesse pratico ad aprire una compagnia che possa fruttare.... credo che il primo passo sarebbe mettere un bell'annuncio di ricerca di personale (e non dico sia facile trovare migliaia di persone nel giro di due settimane, per carità!, ma almeno provarci no??). Invece è chiaro che questa è tutta una mossa politica per salvare ciò che resta di AZ... e quand'anche ci riuscissero... sai che bella compagnia! con i dipendenti più incaxxati d'Italia, che lavorano perchè ricattati... sai quanti sorrisi all'imbarco dei passeggeri? al check-in? comunque vada sarà un insuccesso...
 
Il retroscena

E Berlusconi chiamò Colaninno


L’ allarme era scattato domenica. Berlusconi si era affrettato a chiamare i soci Cai per evitare che nella cordata si aprissero nuove crepe, tali da compromettere l’«operazione Az». E ancora ieri mattina il premier ha voluto sincerarsi che tutto filasse per il verso giusto.
Perciò Berlusconi ha sentito Colaninno ed altri imprenditori della società: «A tutti — racconta il Cavaliere — ho detto che il governo è al loro fianco, che li ringraziamo per quanto stanno facendo e che continueremo a seguirli, ad essere loro vicini».
Le tensioni sindacali — culminate ieri con la paralisi dei cieli — avevano provocato nuove tensioni nella cordata, e il presidente del Consiglio lo riconosce quando spiega che «in momenti come questi sale la voglia di dire "ma chi me lo fa fare". Invece no, bisogna andare avanti. E così sarà». Sull’«italianità della compagnia di bandiera» Berlusconi ci ha messo la faccia e non vuole sorprese. Il passaggio di questi giorni è stato certamente meno drammatico rispetto a quanto accadde il 31 ottobre, quando al momento della firma del contratto Cai fu sul punto di passar la mano, spiazzando il premier. Da allora il Cavaliere monitora quotidianamente la situazione, grazie a Gianni Letta. Il sottosegretario alla presidenza per una volta si è trasformato in falco, e per proteggere l’«operazione Az» ha avallato la linea dura del ministro Matteoli, con la precettazione dei lavoratori che ieri hanno aderito allo sciopero.
Si è trattato di un segnale politico rivolto agli acquirenti di Alitalia ma anche ai sindacati confederali che avevano sottoscritto l’intesa, e che al riguardo avevano chiesto «garanzie» al governo e alla cordata. Palazzo Chigi le ha mantenute, e anche Cai — tramite l’ad Sabelli — ha assicurato che non convocherà più tavoli di trattativa per le sigle rimaste fuori dall’accordo.
Come non bastasse, l’esecutivo è pronto a nuove mosse se fosse necessario. Non è un caso che il titolare delle Infrastrutture abbia chiamato ieri Maroni, «perché — avvisa Matteoli — in caso di scioperi selvaggi dovrà essere il Viminale a intervenire. Non è pensabile che venga bloccato il Paese. Non lo tollereremo e non lo permetteremo».
È il blackout del sistema a preoccupare il presidente del Consiglio, perché non c’è dubbio che l’opinione pubblica scarica per ora sui lavoratori di Az le responsabilità della paralisi nei cieli, ma se la situazione si protraesse a lungo sarebbe il governo a pagarne le conseguenze. La precettazione serve per prepararsi a ogni eventualità.
Tuttavia, siccome — per usare un’espressione di Confalonieri — «Berlusconi non è la Thatcher», il Cavaliere confida che non si arrivi a un drammatico braccio di ferro, e dell’ex premier inglese preferisce citare un motto: «Chi governa non può abbattersi di morale».
Berlusconi non vuol fare la parte della Thatcher, d’altronde non è questo lo scenario che si ipotizza a Palazzo Chigi. Il prossimo via libera di Bruxelles alla vendita di Alitalia farà partire infatti il timing che porterà Az in mano alla Cai entro il primo dicembre. Ma Sabelli è al lavoro con gli avvocati perché già la prossima settimana si decidano i criteri di selezione e si passi all’assunzione del personale. Tutto dovrebbe quindi avvenire prima dello sciopero proclamato per il 25 novembre. I lavoratori a quel punto saranno posti dinnanzi all’aut aut: accettare le nuove condizioni o perdere la cassa integrazione. «A quel punto — come sottolinea Matteoli — chi non sarà più dipendente non avrà più titolo a entrare nelle zone aeroportuali». Più chiaro di così...
Il governo mette ancora in conto un periodo di disagi, il ministro delle Infrastrutture ammette che «l’operazione non sarà indolore».
Nel frattempo Berlusconi continuerà a «star vicino» e a «ringraziare» gli imprenditori della cordata. Perché, fin dall’inizio, il premier sa qual è l’anello debole, la vera incognita dell’«operazione Az»: Cai.


Francesco Verderami
Corriere della Sera
 
ilsole24ore.com

Dieci questioni ancora aperte

di Gianni Dragoni

Martedí 11 Novembre 2008

Meno di venti giorni all'avvio della «nuova Alitalia», previsto il primo dicembre. Restano aperte però ancora diverse questioni prima del decollo della compagnia che dovrebbe nascere dall'unione tra la parte buona del vettore pubblico e il principale concorrente nazionale, Air One. Tutto sotto le insegne della Cai, la cordata italiana lanciata da Silvio Berlusconi e declinata nel Progetto Fenice di Intesa Sanpaolo.
Gli interrogativi principali – dalle assunzioni del personale al partner estero alle valutazioni economiche – vengono approfonditi in questo nuovo decalogo del Sole 24 Ore, che aggiorna le precedenti analisi pubblicate il 25 luglio e il 6 settembre scorsi.

Ecco i punti in sospeso.
1. Assunzioni e tagli
Il piano industriale concordato con i sindacati e firmato a Palazzo Chigi prevede 12.639 assunzioni nella nuova compagnia. Per i lavoratori dell'ex Alitalia ci sarà una selezione con chiamata individuale. Ognuno verrà chiamato a firmare il nuovo contratto di lavoro concordato da Cai con quattro sindacati, ma contestato dai cinque autonomi. La Cai punta a spezzare il consociativismo sindacale che ha nuociuto alla gestione Alitalia. Tuttavia la procedura di selezione nominativa, che si applica per la prima volta in operazioni di simili dimensioni, pone delicate questioni, ad esempio per evitare discriminazioni. Inoltre si è aperta un'aspra conflittualità con i piloti, che potrebbe trasferirsi alla nuova società. E poi gli esuberi: poiché il gruppo Alitalia a fine 2007 aveva oltre 18mila addetti e Air One più di 3mila, i lavoratori che restano a casa sono circa 9mila, quasi il triplo dei 3.650 esuberi ufficiali.
2. Partner estero
I soci della Cai hanno messo da parte l'intenzione di andare avanti da soli: l'ingresso immediato del partner estero, con il 20% circa del capitale, è diventato un imperativo categorico, per dare solidità e vincere la diffidenza di diversi azionisti raccolti intorno a Roberto Colaninno. Ancora non è stata fatta la scelta, benché Air France-Klm appaia in vantaggio.
3. Silenzio sulle rotte
La Cai non ha ancora informato il mercato del suo piano dei voli dal primo dicembre, al contrario di tutti i vettori europei. Intanto Alitalia ha tagliato molti voli da Malpensa e altri da Fiumicino. Chi deve prenotare per i prossimi mesi difficilmente sceglierà Alitalia, se ha un'alternativa: questo farà perdere passeggeri e ricavi. Si profila una riduzione dei voli intercontinentali, perché Cai comincerà con 18 aerei per il lungo raggio (16 Boeing ex Alitalia e i due A330 in leasing di Air One) contro i 25 ora delle due compagnie.
4. Prezzo e slot
Cai ha offerto al commissario di Alitalia un miliardo complessivo, compresi i debiti legati ai 93 aerei che intende acquisire (64 in proprietà, 29 in leasing). Ma la parte in denaro è indicata dal commissario in 275 milioni, di cui solo 100 milioni verranno pagati al trasferimento, previsto il 30 novembre. Il resto sarà saldato a rate, entro due anni, con un meccanismo che fa riferimento anche a crediti e debiti. Un grosso interrogativo è la valutazione degli slot. Alitalia ha slot preziosi negli aeroporti più importanti d'Europa. Spiccano le dieci coppie a Londra Heathrow, dove a fine 2007 l'allora presidente Maurizio Prato ha scambiato tre coppie di slot incassando 92 milioni di euro. Cai ha valutato zero agli slot (che esperti valutano almeno 700 milioni) in base all'assunto che se Alitalia fallisce perde la licenza e gli slot. Sembra che il perito condivida questo approccio.
5. Le valutazioni
Secondo la legge il commissario non può vendere al di sotto del «prezzo di mercato» che sarà fissato dal perito «indipendente», Banca Leonardo, nominato dal ministro dello Sviluppo economico. In Leonardo ci sono eccellenti professionisti. Tuttavia c'è l'ombra del conflitto d'interessi: alcuni soci di Cai (Ligresti, Benetton e Pirelli) sono anche soci di Banca Leonardo (l'8% complessivo) e due degli 11 consiglieri della banca (Carlo d'Urso e Fausto Marchionni) sono entrati nel cda Cai.
6. Air One
È la parte meno sotto i riflettori della partita. Secondo il Progetto Fenice l'apporto del vettore di Carlo Toto, che ha un forte alleato in Corrado Passera di Intesa, è fondamentale per rafforzare il gruppo sul mercato interno. Air One, secondo il consolidato della controllante Ap Holding, però ha una debole struttura finanziaria (quasi 900 milioni di debiti lordi complessivi, in buona parte per la flotta) e una perdita netta nel 2007 di 32 milioni, con un fatturato di 785 milioni. Né sembra determinante il presidio di mercato: Air One ha il coefficiente di occupazione posti più basso d'Europa tra le 30 compagnie dell'Aea: il 58,3% medio nei primi nove mesi 2008 (cioè il 41,7% dei sedili vuoti), rispetto al 70,3% di Alitalia e al 76% della media Aea. Nel Progetto Fenice Air One era valutata 300 milioni da pagare per cassa, oltre ai debiti, da trasferire – secondo indiscrezioni – per circa 450 milioni alla nuova società. Colaninno ha ingaggiato un braccio di ferro con Toto per ridurre il prezzo.
7. Antitrust
Il decreto sulla privatizzazione ha tagliato le unghie all'Antitrust, per evitare che – se ponesse vincoli come ha fatto in passato per l'acquisto di Volare – bocci il monopolio che Alitalia ed Air One avrebbero su molte rotte o costringa la nuova Alitalia a rinunciare a slot e frequenze. Ci sarà meno concorrenza, i prezzi potrebbero salire. Il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà, sostiene che l'autorità può «intervenire sulle tariffe, sulla qualità del servizio, sulla tutela dei diritti dei viaggiatori». Si vedrà con quale efficacia.
8. Molti soci, pochi capitali
La Cai, tuttora una società con 160mila euro di capitale, è nata con 16 azionisti: ognuno, dalla Immsi di Colaninno ad Atlantia a Intesa o Aponte, ha versato 10mila euro. Il 28 ottobre l'assemblea ha deliberato un aumento di capitale fino a 1,1 miliardi, tutti da versare. Altri sei soci potrebbero entrare, forse uscirà Clessidra. La platea è numerosa, nessuno ha il controllo. È previsto che l'impegno massimo individuale sia di 100 milioni, per i quattro soci menzionati. Questa frammentazione non favorisce la coesione. Una quota aggiuntiva, circa 200 milioni, sarà sottoscritta dal partner estero.
9. Lock up e italianità
Per cinque anni i soci si sono impegnati a non vendere, salvo l'autorizzazione della maggioranza assoluta del cda a vendere, ma solo a «italiani». Questa clausola è stata necessaria per frenare la voglia di uscire e realizzare di diversi investitori: potrebbe comunque essere aggirata se la società avrà necessità di un aumento di capitale e a sottoscriverlo sarà, da solo o in prevalenza, il partner estero.
10. Risparmiatori in trappola
Il meccanismo della bad company, l'attuale Alitalia che si terrà debiti e scorie, colpisce i vecchi azionisti (tra cui lo Stato per il 49,9%) che hanno in mano carta straccia e i possessori dei 715 milioni di obbligazioni convertibili. Vaghe e indeterminate le possibilità di ristoro attraverso il fondo vittime dei crac e frodi finanziarie, alimentato dai conti dormienti
 
ilsole24ore.com

Bisogna dire basta alla dittatura di minoranze

di Franco Locatelli


Martedí 11 Novembre 2008

La storia dei trasporti pubblici è piena di durissime tensioni sindacali e di scioperi a gatto selvaggio ai danni di innocenti passeggeri; ma il desolante spettacolo di ieri nei maggiori aeroporti italiani supera ogni soglia di tollerabilità e scatena la rabbia sacrosanta di ogni cittadino.

Non s'era mai visto che 130 persone, in un'assemblea di non più di 200 dipendenti Alitalia, tenessero in scacco l'intero Paese proclamando, sotto l'egida di un sedicente comitato di lotta, il blocco improvviso di Fiumicino e di Linate proprio nel giorno - coincidenza mai avvenuta prima - in cui altri scioperi paralizzavano trasporti urbani e ferrovie. Questa non è normale e salutare dialettica sindacale e non è solo una manifestazione di illegalità, giustamente repressa con la precettazione, ma è la dittatura di minoranze irresponsabili che disprezzano la democrazia e che offendono l'immagine del Paese.

Conciliare il diritto di sciopero e rispettare i diritti degli utenti nei servizi pubblici essenziali è un vecchio problema regolato da leggi che vanno rivisitate. Ma il caos di ieri solleva questioni più generali e richiede una risposta molto ferma dello Stato: con i sindacati organizzati e con la stragrande maggioranza dei lavoratori il dialogo è la via maestra per gestire le relazioni industriali, ma di fronte a minoranze che non conoscono regole e che non hanno alcun rispetto dei diritti altrui e degli interessi generali non è possibile alcuna forma di comprensione.

Gli scioperi selvaggi che ieri hanno paralizzato all'improvviso Linate e Fiumicino e mandato in tilt l'intero sistema dei trasporti sono un durissimo colpo alla reputazione del Paese, ma lo sarebbe ancor di più qualunque cedimento ai gruppi riottosi. Questo vale per il trasporto aereo ma vale in tutti i settori esposti ad agitazioni incontrollabili. Colpiscono in proposito l'allarme sulla gravissima situazione dei teatri lirici e il forte appello alla responsabilità dei sindacati lanciato da un uomo di sinistra come il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati. Per il 7 dicembre i sindacati autonomi degli orchestrali milanesi minacciano di far saltare la prima della Scala. Come in Alitalia anche alla Scala le esibizioni del sindacalismo selvaggio sono un film già visto e una musica stonata che obbligano i pubblici poteri a una sola risposta: resistere.
 
Martedì 11 Novembre 2008, 8:46

Alitalia: stretta per l'alleato, Air France in pole position (Sole)

ROMA (MF-DJ)--Si avvicina il momento della scelta del partner estero della nuova Alitalia, scrive il Sole 24 Ore, potrebbe essere "consacrato nelle prossime ore", con un incontro tra il numero uno di Cai Roberto Colaninno e quello di Air France Jean-Cyril Spinetta, su cui pero' non vi e' conferma ufficiale.

Intanto Lufthansa si e' detta disposta a contenere la sua quota nel capitale della nuova Alitalia entro il 20%, rispetto a ipotesi di acquisire il 49% o piu': l' a.d. della compagnia tedesca Wolfgang Mayrhuber, scrive il quotidiano, avrebbe fatto una proposta dettagliata a Colaninno e Sabelli in cui valorizza il modello con piu' hub.

Dall'altra parte c'e' il modello Air France, centrato sullo scalo parigino Charles De Grulle: ai francesi Colaninno e Sabelli hanno chiesto un impegno per ripristinare i voli intercontinentali diretti dall'Italia, in particolare da Malpensa, lo scalo piu' penalizzato dai tagli al network Alitalia.
 
Martedì 11 Novembre 2008, 8:53

Fantozzi chiede a Cai di rivedere offerta (Mess)

ROMA (MF-DJ)-Il commissario di Alitalia, Augusto Fantozzi, vorrebbe rivedere l'offerta presentata per i beni, i contratti e i debiti di Alitalia, Az servizi, Alitalia Airport, Alitalia Express e Volare.

Secondo il "Messaggero", la revisione dell'offerta deriverebbe non tanto dal prezzo complessivo, quanto per le modalita' di pagamento proposte: parte cash (circa 285 mln in tre tranche), e il resto mediante accollo di debiti. Fantozzi vorrebbe dunque piu' soldi in contanti.

Il commissario di Alitalia avrebbe, secondo fonti vicine al commissario, mosso a Rocco Sabelli alcune obiezioni relative all'offerta ricevuta al termine del consiglio Cai in data 31 ottobre.

Sembra che, al termine del colloquio con il commissario, l'ad di Cai ha informato delle criticita' emerse sia Intesa Sanpaolo che Colaninno ed alcuni degli azionisti forti. Sabelli sarebbe dunque disposto a recepire le richieste di Fantozzi, anche se la struttura dell'offerta e' difficile da modificare.

Cai si valutera' la possibilita' di aumentare il capitale di 1,1 mld, somma necessaria sia per il pagamento di Alitalia che per l'acquisto di AirOne e per disporre di risorse liquide da destinare al volo di aerei e al pagamento dei dipendenti.
 
sui giornali di stamattina la notizia che a Ottobre le prenotazioni AZ sono calate del 30%.

Però detto sinceramente se uno prenota con Az poi resta a piedi con chi se la deve prendere?
Se ci sono alternative più sicure non è meglio scegliere quelle?

Ciao
Massimo
 
Però detto sinceramente se uno prenota con Az poi resta a piedi con chi se la deve prendere?
Se ci sono alternative più sicure non è meglio scegliere quelle?

Ciao
Massimo

Dillo ad un povero deficiente come me che ho un volo MOLTO importante per LHR Venerdì e devo assolutamente essere a Londra Venerdì sera. Guardavo più alle miglie sulla CFA che alla sicurezza di arrivare...
 
Dillo ad un povero deficiente come me che ho un volo MOLTO importante per LHR Venerdì e devo assolutamente essere a Londra Venerdì sera. Guardavo più alle miglie sulla CFA che alla sicurezza di arrivare...

Ti capisco, ma almeno devi andare in una località ben servita e ci arriverai sicuramente.
Eventualmente con qualcun altro ;)

Ciao
Massimo
 
Il 3ad è dedicato agli avvenimenti che in data odierna caratterizzano e caratterizzeranno la vicenda (AZ-AP/CAI). Ulteriori divagazioni e richieste di informazioni su collegamenti (a puro titolo personale) non saranno accettate e suddetti posts cancellati senza avvertimenti ulteriori.

Mantenersi in tema, grazie!!

Chielloduebis
per l'amministrazione
 
Stato
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